mercoledì 4 dicembre 2019

Modificazione genetica sull'uomo... e storia dell'umanità da revisionare


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Lo scorso anno lo scienziato cinese He Jiankui di Shenzhen e suoi collaboratori hanno effettuato particolari intervenuti sul DNA umano, realizzando per la prima volta nella storia della medicina moderna esseri umani modificati geneticamente. Si tratterebbe di 2 gemelle il cui DNA sarebbe stato sottoposto all’intervento di uno strumento biologico di modifica genetica conosciuto come: Il CRISPR/Gas9. 

A questo evento il mondo scientifico ha reagito negativamente, ritenendolo non solo immorale, ma pericoloso per la stessa evoluzione umana. Purtroppo il gioco è fatto e in segreto altri scienziati, senza remore morali, in molte aree del mondo stanno imitando i loro colleghi cinesi. Ma di cosa si tratta realmente? In parole povere è stata creata in laboratorio una “forbice molecolare” che può agire dentro il nostro DNA, un po’ come accade quando scrivendo sul nostro computer prendiamo una frase già fatta da un testo e la incolliamo sul un nostro articolo, il famoso “ copia – incolla”. Questo ora è possibile prendendo un pezzo di DNA sano e inserendolo in una sequenza di DNA malato( editing genetico). Questo processo, già in atto nel campo botanico, si chiama Crisps/Gas9. 

A questo punto potremmo aprire un dibattito serrato su quanto sta accadendo nel mondo della genetica, ma non è questa la nostra intenzione, lo scopo invece è riconsiderare la storia umana, partendo da quest’ultimo evento scientifico e rivedendo con occhi diversi quanto ci è stato tramandato dai poemi sumeri scritti all’incirca 3.000 anni prima di Cristo, che paradossalmente si avvicinano a questo esperimento genetico. 10 Già alla fine del 1800 la traduzione dall’Accadico all’inglese stava diventando una realtà, oggi i testi sumeri non hanno più segreti. 

Grazie al ritrovamento di migliaia di tavolette di argilla, scritte nei caratteri cuneiformi, si è consentito agli archeologi di tradurre e divulgare opere letterarie, storiche e scientifiche della civiltà sumera. Tra queste opere complete dobbiamo menzionale la famosa “Epopea di Gilgamesh” e poi “l’Esuma Elis” (tradotto: “Quando in alto”) e “Atra Hasis” ( tradotto: il sommamente saggio). Opere dalle quali la Bibbia, ormai è scientificamente provato, ne ha utilizzato diversi passaggi e miti come, ad esempio il diluvio universale e Noè(Utanapistim). Quello che inizialmente sembrava pura fantasia degli scriba mesopotamici, oggi, sulla base di quanto accennato all’inizio, ci fa riflettere e rivedere sotto occhi diversi quanto i nostri antichi antenati ci hanno voluto tramandare attraverso le loro opere. 

Sta prendendo piede sempre di più, grazie alle nuove scoperte scientifiche, la rivisitazione non solo dell’evoluzione Darviniana nei confronti dell’uomo, ma anche la storia delle prime civiltà e di quelle ancora più antiche rimaste solo nei miti, come ad esempio la civiltà’ di Atlantide descritta da Platone nel Crizia e nel Timeo. Entriamo nel merito per meglio capire: Fino al 1953 non sapevamo che la struttura di un essere umano, il suo carattere e la sua intelligenza dipendessero da qualcosa di infinitamente piccolo, da una molecola, quella del DNA. 

Anche se già nel 1944, in piena guerra mondiale, alcuni scienziati cominciarono a comprendere che all’interno di ogni cellula, sia essa vegetale, animale e umana, esisteva una molecola capace di trasmettere agli altri organismi informazioni genetiche. Tuttavia certe intuizioni restavano patrimonio delle più importanti università e sconosciute al pubblico di allora. Nel 1953, grazie allo scienziato Rosalind Franklin, fu scoperta la struttura ad elica del DNA e tutti i collegamenti tra un filamento e l’altro. Da quel momento il grande pubblico poté cominciare a comprendere la scoperta. Molti interrogativi legati al DNA e alla sua funzione finirono per essere in parte risolti e oggi grazie alle scoperte della genetica, come abbiamo visto, si può addirittura intervenire nella sua struttura intima. Ma che centra in tutto questo la storia della civiltà sumera? 

Qualcuno legittimamente potrà chiederselo, e allora entriamo nel vivo della questione: OPERE E TESTIMONIANZE DELL’ANTICA CIVILTA' SUMERA Quasi tutte le opere sumere parlano di un gruppo di personaggi, identificabili come Dei, che scese sulla Terra perché aveva bisogno di particolari minerali come l’oro per applicazioni tecniche e scientifiche necessarie al loro mondo. Oro che trovarono abbondante in Africa meridionale (oggi Sudafrica). 

Ciò, secondo l’interpretazione dei sumerologi, sarebbe avvenuto molti migliaia di anni prima della civiltà egizia. Ad un certo punto, è scritto sulle tavolette d’argilla, gli Igigi, operai specializzati di questo misterioso popolo(sarebbero gli Elohim biblici o Anunnaki per i testi sumeri), stanchi di scavare nelle miniere si ribellarono ai loro capi chiedendo di essere esentati da quel duro lavoro. A quel punto, visto che erano presenti ominidi (homo erectus) che girovagavano in gruppi in molte regioni dell’Africa, uno degli Igigi chiese ad Enki, capo supremo del popolo che si era insediato in Mesopotamia, di intervenire su quegli esseri per trasformarli in operai- minatori. I testi sumeri, con dovizie di particolari, ci informano che Enki incaricò la moglie Ninhursag (chiamata significativamente la "Dea Madre" o anche "Signora che dà la vita") di creare una razza di lavoratori in sostituzione degli igigi. 

Questi scritti ci dicono che fu catturato un certo numero di ominidi è avviata la sperimentazione per formarli e migliorarli come “esseri intelligenti” a servizio “ degli elohim o anunnaki. Fu così che, dopo innumerevoli tentativi, in cui noi oggi potremmo definirli di ingegneria genetica, in cui si cercò di mescolare il DNA degli Igigi con quello umano, si arrivò finalmente a generare una specie di schiavi sufficientemente intelligenti e controllabili e abbastanza forti per lavorare nelle miniere. La specie umana così aveva appena compiuto l’importante salto evolutivo da Homo Erectus a Homo Sapiens, il famoso “Anello Mancante” secondo la paleantropologia.  

Oltre ai testi sumeri che parlano di questo esperimento alla fine riuscito, sono diversi i bassorilievi conservati sia nei musei di Berlino, Londra e Bagdad in cui è rappresentata la nascita dell’uomo-schiavo (vedi illustrazione). Ninhursag mostra a Enki il risultato dell’esperimento per creare un essere nuovo e gli dice: “ ecco io l’ho fatto….” Si noti la rappresentazione di un laboratorio a sinistra e a destra “l’albero della vita”. Forse questo un breve articolo potrebbe destare qualche perplessità, il crollo dentro di noi di alcune certezze radicate da sempre, come quella scritta nella Bibbia dove JAVHE avrebbe costruito l’uomo impastando e modellando il fango. 

E’ anche legittimo ostentare un po’ di scetticismo, perché in fondo siamo stati sin da piccoli indottrinati verso altre storie, ed ora cancellarle o rivederle completamente può esserci difficile. Ma questo è invece lo scopo di questa rubrica, fornire notizie diverse da quelle che ci sono state stillate da sempre e immagazzinate nel nostro cervello. E poi, diciamocela tutta, è comunque bello percorrere strade di conoscenza diverse da quelle che per noi sono scontate, cercando anche di considerare quello che i saggi del passato hanno sempre cercato di dirci, come il sommo poeta Dante che nella sua opera La Divina Commedia/inferno scrisse: “…fatti non foste a viver come bruti ma a perseguire virtù e canascenza (conoscenza)“.

 Frase questa che Dante affibbiò ad Ulisse impegnato a spronare i suoi compagni a continuare il loro viaggio oltre le colonne d’Ercole, confine ultimo del mondo di allora. Non solo Dante, ma anche Leopardi, come noi cercava di interpretare il senso della vita umana e in questo turbinio di pensieri, dubbi e paure alla fine scriveva nella poesia L’Infinito: ”…. Così tra questa immensità s’annega il pensier mio : e il naufragar m’è dolce in questo mare”. Ma allora questi giganti della nostra letteratura non avevano le conoscenze che, grazie alla scienza, abbiamo noi oggi e quindi non potevano cercare le risposte nelle testimonianze concrete che ci giungono dal passato. In tutto questo, e qui finiamo altrimenti ci servirebbero altre pagine, parliamo della Nasa che certamente non è all’oscuro delle storie narrate nelle opere sumere, anzi sappiamo che le ha studiate a fondo e quello che segue ne è la dimostrazione: Qualche decennio prima degli studi del sumerologo Sitchin, il grande astrofisico Carl Sagan - una delle massime autorità scientifiche a livello mondiale, aveva scritto vari articoli in cui faceva notare come alcune tavolette sumere rappresentassero il nostro sistema solare con i pianeti Plutone e Nettuno, che gli astronomi hanno scoperto solo nello scorso secolo. Ebbene, nel disco fonografico contenuto nelle sonde NASA Voyager 1 e 2, lanciate nel 1977 verso lo spazio alla ricerca di un contatto con civiltà extraterrestri, oltre a immagini e suoni terrestri, sono stati incisi saluti in 55 lingue diverse. 

Sono tutte lingue attualmente parlate nel mondo tranne una, quella scelta per il primo saluto, che è proprio il sumero. A scegliere questa lingua fu il dottor Carl Sagan, che all’epoca guidava il team NASA. 

 Filippo Mariani - A.K.Informa N. 49   

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 CRISPR/Cas9 = E’ una nuova tecnica per realizzare la riparazione di geni difettosi chiamata “gene editing”.. Si riporta quanto scritto dal genetista L. Galietta: «Si basa sulla scoperta di meccanismi molecolari di taglio e riparazione del DNA. Si parla di “forbici molecolari” per descrivere il metodo 12 CRISPR/Cas9. Cas9 è una nucleasi, una proteina che taglia il DNA, che utilizzando degli opportuni RNA può essere indirizzata verso punti precisi del genoma cellulare, ad esempio in corrispondenza di una mutazione del gene CFTR. Avvenuto il taglio, le cellule effettuano una riparazione che, in presenza di un opportuno DNA stampo, può portare all’eliminazione definitiva della mutazione e al ripristino della sequenza normale del gene CFTR. Sono stati già pubblicati studi in cui, utilizzando come vettore del sistema CRISPR/Cas9 un virus del gruppo dei Lentivirus, è stata realizzata la riparazione del gene CFTR in vitro su cellule epiteliali respiratorie e su organoidi intestinali. 

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