Lucilla Pavoni al Circolo Vegetariano VV.TT. di Treia
......è un'aria veramente strana quella
che si respira in giro, difficile da definire, nuova per molti di noi, ma
soprattutto per i giovani nati in un epoca che non sta più mantenendo le
promesse fatte.
Scopriamo all'improvviso d'essere diventati poveri, ma chi povero
lo è stato veramente in tempi passati non mi sembra spaventato più di tanto. E'
come se finalmente fosse finita una gara in cui bisognava dimostrare d'avere
sempre più degli altri.
La mia generazione in fondo è stata
fortunata perché della vita ha conosciuto la miseria e l'abbondanza e qualche
volta si e' anche ritrovata a rimpiangere la prima, dove la mancanza di
denaro aveva creato un tessuto sociale fatto di mutuo soccorso e di valori e di
sapienza inimitabile.
Ci si "ingegnava"e la mente non ancora addormentata da
superflue mollezze partoriva ogni giorno idee ed espedienti per
tirare avanti. In questa casa dove abito da un po' di anni, dove d'estate mi
inebrio di profumi, e dove d'inverno la neve mi cancella dal mondo,volutamente
non ho ceduto alla tentazione di piscine, gazebo e piante esotiche. Ho cercato di
non disturbare troppo la Natura... e solo qua e là si nota il mio
passaggio.
Ancora viva, invece, la presenza del vecchio contadino che l'ha abitata
per anni prima di me e mille sono le testimonianze che ha lasciato di un mondo
in cui si riutilizzavano anche le scatole vuote del tonno, magari per ferrare un
paio di "ciocie"; niente veniva buttato ma tutto sapientemente riciclato.
Cosi' a
volte mi perdo in un mondo quasi scomparso, quando nel vecchio fienile ritrovo i
"lecci" di un telaio in disuso da anni o le stanghe di un calesse con sopra
incisi disegni arcaici, simboli augurali di prosperità e abbondanza.
L'augurio
che vorrei fare a tutti è di rinascere veramente ad una vita più vera, più semplice, più "leggera".
Sono certa che se sapremo approfittare in
maniera intelligente di questo momento, ci ritroveremo tutti migliori.
Lucilla Pavoni
......è un'aria veramente strana quella
che si respira in giro, difficile da definire, nuova per molti di noi, ma
soprattutto per i giovani nati in un epoca che non sta più mantenendo le
promesse fatte.
Scopriamo all'improvviso d'essere diventati poveri, ma chi povero
lo è stato veramente in tempi passati non mi sembra spaventato più di tanto. E'
come se finalmente fosse finita una gara in cui bisognava dimostrare d'avere
sempre più degli altri.
La mia generazione in fondo è stata
fortunata perché della vita ha conosciuto la miseria e l'abbondanza e qualche
volta si e' anche ritrovata a rimpiangere la prima, dove la mancanza di
denaro aveva creato un tessuto sociale fatto di mutuo soccorso e di valori e di
sapienza inimitabile.
Ci si "ingegnava"e la mente non ancora addormentata da
superflue mollezze partoriva ogni giorno idee ed espedienti per
tirare avanti. In questa casa dove abito da un po' di anni, dove d'estate mi
inebrio di profumi, e dove d'inverno la neve mi cancella dal mondo,volutamente
non ho ceduto alla tentazione di piscine, gazebo e piante esotiche. Ho cercato di
non disturbare troppo la Natura... e solo qua e là si nota il mio
passaggio.
Ancora viva, invece, la presenza del vecchio contadino che l'ha abitata
per anni prima di me e mille sono le testimonianze che ha lasciato di un mondo
in cui si riutilizzavano anche le scatole vuote del tonno, magari per ferrare un
paio di "ciocie"; niente veniva buttato ma tutto sapientemente riciclato.
Cosi' a
volte mi perdo in un mondo quasi scomparso, quando nel vecchio fienile ritrovo i
"lecci" di un telaio in disuso da anni o le stanghe di un calesse con sopra
incisi disegni arcaici, simboli augurali di prosperità e abbondanza.
L'augurio
che vorrei fare a tutti è di rinascere veramente ad una vita più vera, più semplice, più "leggera".
Sono certa che se sapremo approfittare in
maniera intelligente di questo momento, ci ritroveremo tutti migliori.
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