Relazione Presentata alle VIII Giornate Mediche per l'Ambiente - ISDE
"Agricoltura e Salute: il caso pesticidi" - Arezzo 24-25 Ottobre 2014
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Premessa
Di seguito si illustrano le principali linee guida di ingegneria forense per le azioni istituzionali, giuridico-legali e sociali,a tutela dei diritti inviolabili alla Salute (Art.32 Costituzione), all'Ambiente salubre (Art. 9) e alla conservazione della Fertilità dei terreni (e degli esseri Umani) per le generazioni future (Art. 44)
A breve è necessario presentare un dossier di richieste in materia, con diffide alle istituzioni competenti, coinvolgendo i portatori di interesse, agricoltori in primis, che continuano ad essere danneggiati nella loro salute dall'uso di pesticidi, oggi per lo più inutili, oltrechè principali "concause aggravanti" di innumerevoli malattie degenerative e causa di dissesto idrogeologico ed alluvioni, per la distruzione dell'humus che trattiene l'acqua nei terreni, delle siepi e alberature, della fertilità dei suoli.
Si fa appello ai sindaci per il divieto d'uso di pesticidi sul proprio comune, attivando i Territori Biologici, Biodistretti che godono di enormi sostegni comunitari agroambientali anche attraverso i GAL. E al Ministero della Sanita e alla Magistratura, per stabilire l'obiettivo di assenza e, intanto, la definizione delle sommatorie massime ammesse dei diversi residui chimici negli alimenti, che tengano contro delle categorie più deboli e del principio di precauzione.Attraverso la semplice formula di divisione della somma dei diversi residui chimici ammessi, per il numero degli stessi residui che si rilevino negli alimenti, quale limite massimo ammesso.
I produttori Biologici possono inoltre far valere il loro diritto a non essere contaminati da Pesticidi chimici provenienti dalla deriva dei vicini (tolleranza zero), i quali in caso di impiego di sostanze pericolose devono mantenersi almeno 150 metri all'interno delle proprietà (sperimentando la conduzione biologica delle coltivazioni nelle zone di confine, tra l'altro ben sovvenzionata dai Pagamenti Agroambientali europei che coprono tutti i mancati ricavi e maggiori costi.
E' necessario organizzare inoltre un'associazione "vittime dei pesticidi", per le necessarie azioni legali nei confronti delle multinazionali sul modello della Vertenza Amianto, visti gli innumerevoli studi di correlazione tra le patologie e i Pesticidi
Si rimane a disposizione delle Istituzioni, per la partecipazione in qualità di consulente esperto nelle tecniche sostitutive dei mezzi chimici di sintesi, per le commissioni Ministeriali/Regionali/Europee preposte alle definizioni dei corretti recepimenti in materia Agroambientale e di Impiego prioritario dei Mezzi di Difesa Biologici "Integrati" tra loro (e non nella chimica, ndr), al fine di sostituire le sostanze chimiche di sintesi (ai sensi del D. Lgs. 14 Agosto 2012, n. 150), le quali vanno bandite dal commercio in caso di disponibilità tecniche sostitutive regolarmente registrate al commercio, ovvero sottoposte a prove di efficacia, sulla base del principio di precauzione Europeo e della tutela Costituzionale della Salute e dell'Ambiente.
Sintesi
- Recepimento della nuova direttiva europea sull'uso sostenibile degli agrofarmaci (D. Lgs. 14 Agosto 2012, n. 150) e disciplina dell'Agricoltura Integrata obbligatoria, sua controllabilità e verificabilità
- Distrazione dolosa delle enormi risorse europee per i Pagamenti Agroambientali dei Piani di Sviluppo Rurale Regionali verso una "falsa agricoltura integrata" e inadeguati Pagamenti per l'Agricoltura Biologica
- Diritto alla deriva zero di Pesticidi e problematiche connesse ai Residui negli alimenti e nelle acque
- Abusi di professione in campo fitoiatrico
- Assicurazioni agevolate a beneficio Ambientale e sanitario in campo fitoiatrico: un'opportunità da non perdere per la riconversione biologica del'agricoltura
- La tutela delle vittime di malattie epigenetiche di cui i Pesticidi sono concause aggravanti, sul modello della vertenza per l'Amianto.
- Conflitti di interesse da risolvere ...per una convergenza di interessi
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- Recepimento della nuova direttiva europea sull'uso sostenibile degli agrofarmaci (D. Lgs. 14 Agosto 2012, n. 150) e disciplina dell'Agricoltura Integrata obbligatoria, sua controllabilità e verificabilità
La nuova Direttiva europea e il recepimento nazionale sull'Uso Sostenibile degli Agrofarmaci (D. lgsl. 150 del 14 agosto 2012) prevedono lo sviluppo prioritario dell'Agricoltura Biologica e l'obbligatorietà della Produzione integrata su tutto il territorio Nazionale ed Europeo dal 1 gennaio 2014, ovvero l'impiego prioritario ed "integrato" di tutti i mezzi tecnici biologici, alternativi ai Pesticidi chimici di sintesi, disponibili e regolarmente registrati al commercio, ovvero sottoposti alle prove preliminari di efficacia sufficiente a garantire produzioni economiche contro le avversità delle coltivazioni agricole. Pertanto, le tecniche biologiche registrate in commercio devono essere impiegate obbligatoriamente e in forma prioritaria all'interno delle linee guida nazionali del PAN per l'uso sostenibile degli Agrofarmaci, in osservanza del principio di precauzione e dei diritti costituzionali inviolabili alla salute e ambiente salubre, trattandosi di prodotti non pericolosi per la salute e l'ambiente, ovvero di mezzi tecnici autorizzati nell'Agricoltura Biologica.
L'agricoltura integrata, definita dalle norme OILB allegate alla decisione CE, vincolante, del 30-12-1996, (di 16 anni fa, ndr) e presentate al Convegno COLIBRI-OILB del Marzo 1996 a Bologna, prevede chiaramente l'impiego prioritario obbligatorio di tutti i mezzi tecnici biologici, prima dell'eventuale autorizzazione all'uso di prodotti chimici di sintesi, prescritta da un tecnico abilitato e adeguatamente formato, come previsto dalla nuova direttiva sull'Uso Sostenibile dei Pesticidi. Tecnico che non dev'essere dipendente dei commercianti di Pesticidi, bensi libero professionista che non operi per interesse.Dal 2015 solo i tecnici professionisti abilitati potranno “prescrivere” pesticidi chimici (come i medici per i farmaci). Gli ordini professionali degli Agronomi, Periti Agrari ed Agrotecnici hanno presentato ricorso al TAR del Lazio, contro la vendita di Pesticidi senza prescrizione (ai sensi della relativa Circolare MIPAAF sull' Atto fitoiatrico, del 2010). Le commissioni che definiscono le linee guida del PAN e dei Disciplinari di Produzione Integrata devono consultare gli esperti Agroecologi di comprovato curriculuum sulle tecniche alternative ai Pesticidi chimici.Essendo obbligatoria, non è più possibile erogare fondi europei agroambientali come Pagamenti per chi attua l'agricoltura integrata, essendo tali fondi (molti miliardi di €) destinati ad impegni facoltativi aggiuntivi agli obblighi di legge, ovvero all'Agricoltura Biologica e alle Misure Agro-climatiche aggiuntive, quali Inerbimenti controllati, Siepi, colture da sovesci, consociazioni colturali e sistemazioni dei tereni, incremento dell'Humus, ecc).- Distrazione dolosa delle enormi risorse europee per i Pagamenti Agroambientali dei Piani di Sviluppo Rurale Regionali verso una "falsa agricoltura integrata" e inadeguati Pagamenti per l'Agricoltura BiologicaDobbiamo agire immediatamente sulle Regioni le quali stanno per approvare (entro il 2015) i nuovi Piani di sviluppo rurale per il 2014-2020, laddove abbiamo a disposizione per l'Italia enormi risorse economiche (20 Miliardi di € dei PSR che si aggiungono a 50-60 miliardi della PAC) sufficienti a riconvertire tutta l'agricoltura alla Produzione Biologica, in primis attraverso i Pagamenti Agroambientali europei per le aziende agricole biologiche, obbligatori e prioritari. Il corretto recepimento dei Regolamenti Europei prevede per gli agricoltori biologici la compensazione delle mancate produzioni (riconosciuto il 30-40% di calo di rese), dei maggiori costi, più un 20% per le burocrazie del sistema di certificazione biologica e un 30% per le azioni collettive ad immensi benefici territoriali. Oltre a ciò, i PSR Regionali prevedono il rimborso delle spese di certificazione biologica, l’assistenza tecnica, i programmi di innovazione agroeco-biologica e la promozione commerciale dei prodotti alimentari Bio-Italiani. .Purtroppo, invece, ancora oggi tali risorse vengono destinate, illegittimamente, ad agricoltori che acquistano pesticidi in gran quantità, attraverso il sostegno dell'Agricoltura cosiddetta "Integrata", o peggio definita "conservativa" (a base di enormi dosi di Disseccanti chimici totali), senza rispettare gli obblighi di impiego prioritario delle tecniche sostitutive dei prodotti chimici sintetici, non previsto nei disciplinari di riferimento, con i quali si stanno "distraendo" enormi risorse agroambientali, europee e nazionali, per una "falsa agricoltura integrata". Trattasi in realtà di una semplice lotta chimica "guidata" (...dalle Multinazionali) con danno doloso alla salute pubblica e all'ambiente, per il conseguente continuo aumento delle vendite di Pesticidi Chimici realizzatasi in Italia, a differenza di quanto accaduto in altri paesi europei. Una truffa comunitaria pesantissima a danno della nostra salute e di quella degli agricoltori in primis, attuata con i soldi delle nostre tasse, altresi destinati al Biologico.Anzi, le regioni intenderebbero continuare a utilizzare fondi agroambientali per l'agricoltura integrata, o cosiddetta "conservativa", nonostante su ciò si sia chiaramente espressa la Corte dei Conti UE giò nel 2005 (Rel. n. 3/2005) e nel 2011 (Rel. n.7/2011), chiedendo di evitare lo sperpero di risorse per presunte e incontrollabili "riduzioni di Inputs" chimici, nel periodo 2007-2013. Ma solo poche regioni hanno seguito le indicazioni della Corte dei Conti, mentre la maggior parte ha continuato a "Sovvenzionare l'acquisto dei pesticidi chimici" con i fondi europei destinati alla loro drastica riduzione !!!Mentre i Pagamenti per l'agricoltura Biologica sono stati arbitrariamente sotto-commisurati rispetto ai valori previsti dalle norme UE. Una vera e propria truffa comunitaria, su cui sono in corso ricorsi amministrativi ai TAR e sarebbe il caso di aprire vertenze penali, anche per le drammatiche conseguenze sulla salute umana in Italia, avendo raggiunto nel nostro paese il record mondiale dei tumori infantili ed avendo perso almeno 10 anni di vita media sana dal 2004 ad oggi, con un boom delle malattie degenerative epi-genetiche, le cui principali concause sono rappresentate appunto dai residui chimici di pesticidi e disseccanti negli alimenti.La presunta agricoltura integrata non è conforme alle norme, in quanto trattasi di un semplice elenco di pesticidi chimici ammessi ed in quantità enormi, laddove i mezzi biologici sono solo facoltativi e non obbligatori. E non risulta nè controllabile nè verificabile, dal momento che non si può stabilire il numero di trattamenti effettivamente eseguiti dagli agricoltori, ne le dosi di impiego, essendo possibile acquistare agrofarmaci chimici di sintesi a scontrino, e/o senza alcuna prescrizione tecnica obbligatoria (Ricettario).Inoltre, negli attuali disciplinari di agricoltura integrata è previsto l'impiego di pesticidi chimici di sintesi in quantità e qualità molto superiore ai normali interventi fitosanitari effettuati nell'agricoltura convenzionale.Non si comprende come possano essere state approvate ed erogate dalla Commissione Europea, Diretta dal Dr. Peters e coordinata dal Dr. Colleluori, risorse agroambientali per presunti incrementi di costi e minori ricavi, assolutamente inesistenti, se si seguono i disciplinari di Agricoltura Integrata (Mis 214, Azione a dei Piani di Sviluppo Rurale Regionali 2007-2013)DEROGHE SU DEROGHETutto ciò è aggravato dalla continua utilizzazione di Deroghe da parte dei servizi fitosanitari regionali, che autorizzano e prescrivono spesso interventi con prodotti chimici di sintesi nemmeno previsti nei disciplinari di produzione integrata, quando potrebbero essere sostituiti da interventi preventivi naturali e biologici (es. uso di rame e zolfo).Ciò avviene, ad esempio, da anni in Umbria (così come in altre regioni), per le malattie fogliari dei cereali, laddove nelle schede colturali di difesa fitosanitaria non è indicato l'impiego di formulati biologici a base di rame e zolfo.Tali mezzi tecnici, autorizzati in agricoltura biologica, sono consentiti nella produzione integrata ma indicati genericamente solo nelle linee guida generali ai disciplinari di produzione integrata, che gli agricoltori spesso non conoscono, avendo a disposizione solo le schede colturali sintetiche con i principi attivi chimici di sintesi ammessi per la singola coltivazione.In tal modo, una volta verificatisi attacchi di patogeni, vengono prescritti interventi ormai tardivi, pressochè inutili (in quanto il danno è ormai fatto) e in deroga ai prodotti ammessi nel disciplinare, con impiego di antiparassitari chimici di sintesi sulle coltivazioni in prossimità della raccolta, con ulteriori danni sul prodotto per il calpestio, inquinamento ambientale e tossicità per gli operatori agricoli, aggravando nel contempo la presenza di residui nei cereali, con danno per la salute dei consumatori. Fino a qualche anno fa, mai gli agricoltori trattavano i cereali con Pesticidi e Fungicidi chimici per tali patologie. Ciò dimostra la non corretta applicazione delle misure agroambientali e l'incremento d'uso di pesticidi che contrasta gli obiettivi della politica agroambientale europea, con conseguente accumulo di residui chimici, molto gravoso per la salute pubblica. in quanto trattasi della base della dieta Italiana e mediterranea (Frumento).Inoltre, è necessario precisare che l'uso dei disseccanti chimici, pratica diffusasi di recente ed inserita nei disciplinari di agricoltura integrata, sostituisce i mezzi meccanici in pre-semina, l'esatto contrario di quanto prevede la normativa europea sull'agricoltura integrata... Pratica sovvenzionata attraverso i Pagamenti agroambientali europei (!!) con enormi danni per la distruzione dell'humus, il dissesto idrogeologico conseguente, l'inquinamento delle falde superficiali e profonde (residui di glifosate, e metaboliti si ritrovano ovunque nelle acque), pericoli per la salute per i residui chimici negli alimenti e, in ultima analisi, causa di incremento delle patologie sulle coltivazioni di cereali, dovute all'alterazione degli equilibri microbici del suolo e del metabolismo delle piante indebolite, che rendono più virulenti gli attacchi dei patogeni sui cereali, con necessità di trattamenti fitosanitari, prima non necessari...Non soddisfatta, nel 2014 la Regione Umbria ha addirittura autorizzato l'uso di disseccanti chimci sulle coltivazioni di grano prima della raccolta pratica indecente che aumenta in modo esponenziale i residui chimici sui cereali, base della dieta italiana. Il tutto ufficialmente pubblicato sul BUR Regione UmbriaA ciò si aggiunga che spesso vengono richieste autorizzazioni straordinarie di prodotti chimici addirittura revocati dal commercio, concesse con leggerezza dal Ministero della Sanità, a seguito di semplici richieste di gruppi di agricoltori locali, con giustificazioni senza basi scientifiche e soprattutto senza valutare le possibili alternative Agroecologiche.Misure agroambientali non controllabiliSecondo la Corte dei Conti UE i registri di agricoltura integrata, di fatto, non sono verificabili, basandosi su "autodichiarazioni dei beneficiari dei pagamenti agroambientali e controlli inconcludenti". Nessuna verifica, anche da parte di enti di controllo terzi, può basarsi su una tale disciplina dell'agricoltura integrata (elenco di pesticidi ammessi e loro dosaggi), in realtà una semplice Lotta Chimica "Guidata", come definita correttamente nei testi scientifici di Fitopatologia ed Entomologia Agraria.E non si comprende come possano, oggi, la maggior parte degli enti di certificazione biologica italiani prestarsi a validare tali procedure con presunti controlli e certificazioni delle Produzioni Integrate basate su tali disciplinari (vedasi Marchio Agriqualità della regione Toscana, a titolo di esempio... una forma di pubblicità ingannevole nei confronti dei consumatori).In una corretta disciplina dell'Agricoltura Integrata, l'unica modalità di controllo possibile sarebbe quella sulle fatture di acquisto dei mezzi tecnici biologici di difesa, obbligatori e prioritari, effettuabile da enti terzi di certificazione, oltre che sulla prescrizione fitoiatrica da parte di agronomi specialisti dell'eventuale necessità di interventi con agrofarmaci di sintesi chimica, qualora effettivamente si rendano necessari per "insufficienza" (con uso prioritario di tecniche biologiche) o "mancanza" di altre tecniche "biologiche" alternative, regolarmente registrate al commercio nei confronti delle specifiche avversità colturali.Pertanto i Pagamenti Agroambientali attualmente erogati per l'Agricoltura integrata "falsificata" devono essere immediatamente sospesi e revocati, consentendo eventualmente alle aziende il passaggio all'agricoltura biologica, al fine di mantenere il diritto ai pagamenti agroambientali percepiti ad oggi illegittimamente da molti agricoltori. Agricoltori che sono stati in tal modo ostacolati nella riconversione biologica delle produzioni, altresì indicata come obiettivo prioritario della politica agroambientale europea 2007-2013, in particolare nelle aree intensive, laddove a maggiore l'impiego dei mezzi chimici pericolosi per la salute e l'ambiente e si sarebbero potuti ottenere i maggiori benefici dalla riconversione Biologica, oggi relegata per lo più a territori marginali laddove l'uso della chimica era già molto ridottoSu ciò si è chiaramente espressa più volte la Corte dei Conti UE (Rel. 3 /2005 e Rel. 7 /2011), la quale ha chiesto alla Commisisone UE di non approvare nei PSR 2007-2013 misure agroambientali basate su semplici "riduzioni di inputs chimici", in quanto non controllabili ne tantomeno verificabili. Mentre, invece, la Commissione ha continuato ad approvare misure di falsa agricoltura integrata.A conferma del fallimento delle politiche agroambientali delle regioni Italiane, non c'è stato alcun calo nella vendita di agrofarmaci chimici in Italia, anzi c'è stato un incremento, con risultato Agroambientale addirittura Negativo, dovuto alle misure regionali di sostegno per l'agricoltura integrata, che, di fatto, hanno sostenuto l'acquisto di pesticidi chimici di sintesi, addirittura di disseccanti (Glifosate e similari) utilizzati in presemina delle coltivazioni, invece delle lavorazioni dei terreni. Bandi illegittimi recenti (Es. Regine Umbria e Toscana)La Regione Umbria ha addirittura aperto un Bando per l'agricoltura integrata in aprile 2014, con impegno quinquennale degli agricoltori. In tal modo rischiamo di perdere anche i prossimi 5 anni, invece di riconvertire gli stessi agricoltori alla coltivazione Biologica, con conseguenti immensi benefici sanitari ed ambientali. Nonstrante l'agricoltura integrata oggi sia un obbligo e non possa usufruire di pagamenti per impegni facoltativi come quelli agroambientali.Tale bando va immediatamente interrotto d'autorità da parte della corte dei conti, se non interviene la Commissione UE.Indicatori Ambientali, Sanitari e Dissesto idrogeologicoGli Indicatori Ambientali e Sanitari Certificano il Fallimento della Politica Agroambientale in Italia.Su tale materia è pertanto ipotizzabile una truffa dolosa, aggravata dai danni alla salute (in primis degli agricoltori) e all'ambiente, considerando che l'Italia ha raggiunto il record mondiale di tumori infantili (OMS) e l'aspettativa di vita sana si è ridotta di oltre 10 anni (EUROSTAT) nel nostro paese, dall'avvio delle programmazioni agroambientali europee.Oggi risultano oltre 130, in continuo aumento, i residui di pesticidi nelle acque superficiali e profonde (Fonte ISPRA -ARPA), principali indicatori del destino e dell'uso dei fitofarmaci in un territorio, ovvero del fallimento delle misure agroambientali regionali per l'agricoltura "(dis)integrata". Misure che di fatto, hanno ostacolato la riconversione biologica dell'agricoltura Italiana, raggiungendo addirittura un risultato negativo, ovvero l'esatto opposto degli obiettivi dei regolamenti agroambientali europei che prevedevano la sensibile riduzione dell'uso dei Pesticidi. il cui mercato da 20 anni ad oggi è praticamente raddoppiato.Senza calcolare le conseguenze sul dissesto idrogeologico causato dalla perdita dell'Humus nei terreni, causato dall'uso dei disseccanti agricoli, con mancato trattenimento di acqua a monte su milioni di ha con conseguenti alluvioni sempre più drammatiche, ormai all'ordine del giorno.Per erogare i pagamenti agroambientali dev'essere obbligatoria la controllabilità e verificabilità del risultato agroambientale, ma il Ministero Agricoltura non ha ancora ben definito nemmeno come controllare il sistema dell'agricoltura integrata, che è oggi obbligatoria, mentre continuano a sparire miliardi di € dai PSR 2007-2013, regalati a chi "acquista Pesticidi e disseccanti chimici. L'unico modo per controllare e verificare la corretta agricoltura integrata è rappresentato dal controllo fiscale d'acquisto dei mezzi tecnici sostitutivi di quelli chimici, unitamente alle prescrizioni tecniche degli eventuali interventi chimici resisi necessari.Speriamo che tali risorse, dolosamente distratte, vengano recuperate da un'azione decisa della corte dei Conti e dei tribunali amministrativi e Penali e utilizzate per la riconversione biologica delle stesse aziende agricole, potenziando adeguatamente i pagamenti agroambientali corrispondenti per il giusto calcolo dei mancati redditi e maggiori costi e dei costi di transazione, oltre che dei benefici indiretti del sistema agricolo biologico. Alcuni Agricoltori della Toscana, Umbria, Marche e Campania hanno presentato ricorsi ai TAR sulla materia ed esposti al Consiglio di Stato, oltre ad un'azione sulla Corte dei Conti, avviata nel 2000.Ricordando che gli agricoltori sono le prime vittime di tale sistema di "tossicodipendenza" dagli agrofarmaci chimici e che avrebbero il diritto a mantenere lo stesso reddito (pagamento dei mancati ricavi e maggiori costi), più la copertura dei costi di transazione burocratica (20%), riconvertendo le produzioni al sistema biologico certificato. Con una maggiorazione del 30% per le azioni collettive a immenso beneficio territoriale. Quale agricoltore non passerebbe al biologico, visto che i prezzi di mercato superiori potrebbero garantirgli anche un reddito superiore (dopo il periodo di tre anni di conversione), oltre che la salvaguardia della propria salute e di quella dei propri figli e della nazione intera?Mente invece molti di loro nemmeno sanno dei pagamenti agroambientali previsti per l'agricoltura biologica e i Sindacati agricoli li "distraggono" sui pagamenti per l'agricoltura integrata falsificata... ...vendendogli pesticidi attraverso i consorzi agrari.- Diritto alla deriva zero di PesticidiGli agricoltori biologici e i singoli cittadini hanno diritto alla deriva zero di pesticidi chimici sui propri terreni ed abitazioni come in tutti i luoghi pubblici;Pertanto chi usa pesticidi deve mantenersi all'interno dei propri confini (le pubblicazioni scientifiche parlano di almeno 150 metri, che spesso non bastano, vedasi pubblicazioni e studi ad hoc sulla deriva degli agrofarmaci, mentre il TAR del Trentino ha stabilito 50 metri minimi).Sui terreni di confine, se si devono effettuare interventi fitoiatrici, è di fatto obbligatorio l'uso di mezzi biologici non pericolosi per l'ambiente e la salute umana e i comuni dovrebbero stendere dei regolamenti ad hoc, essendo i sindaci responsabili della salute pubblica dei propri cittadini. Sarebbe questo un modo, in fondo, per sperimentare la produzione biologica, che una volta dimostratasi efficace, dovrebbe essere resa obbligatoria con divieto di registrazioni di agrofarmaci di sintesi sulla maggior parte delle coltivazioni, oggi semplicemente inutili.E' il caso ad esempio della Viticultura ed Olivicoltura, facilmente gestibili con sistemi biologici, spesso con efficacia superiore a quella dei mezzi chimici, come dimostrano le statistiche nazionali.E' in corso al tribunale di Pistoia una causa (per la quale il sottoscritto ha fornito consulenza di parte lesa) dove il Giudice sta facendo calcolare le distanze di irrorazione con mezzi chimici, affinchè si ottenga deriva zero nelle proprietà dei vicini, coltivatori biologici o meno... un buon precedente.- Contrasto agli Abusi di professione i Venditori di pesticidi, consorzi agrari ed altri, non possono prescrivere gli interventi fitosanitari, trattandosi di abuso di professione, delegata all'Agronomo, come "Atto fitoiatrico" (circolare MIPAAF - dell'Albo Agronomi). Pertanto i sindaci e le autorità competenti devono vigilare affinche non ci sia abuso di professione e perseguire gli eventuali venditori che consigliano trattamenti chimici, anche per il danno grave sulla salute e l'ambiente.E provvedere alle relative sanzioni e denunce alla Magistratura.Gli agronomi che definiscono gli interventi fitosanitari, inoltre, devono essere indipendenti dalle ditte venditrici di pesticidi e non possono operare per semplice interesse economico (es. rappresentanza di Pesticidi chimici), ma devono privilegiare tutte le tecniche sostitutive degli stessi prodotti chimici di sintesi pericolosi per l'ambiente, essendo responsabili nella loro attività professionale, di ricadute (positive o negative) sulla salute umana e l'ambiente (Vedasi circolare MIPAAF Ordine Agronomi sull'atto fitoiatrico, allegata), diritti inviolabili, Costituzionalmente tutelati (Art. 32, 9, 44). E' possibile e doveroso, pertanto, orientare la professione degli agronomi verso la convergenza di interessi sociali positivi per la salute e l'ambiente, riconvertendo la professione verso le tecnologie biologiche, così come i Consorzi Agrari ad Agroecobiogici.Nell'interesse di tutti, considerando che oggi il fatturato di Pesticidi Chimici in Italia è di circa 1 miliardo di € è le regioni italiane hanno circa 4 miliardi di € all'anno per i PSR (piani di sviluppo rurale a priorità ed obbligatorietà agroambientale), con cui si potrebbe raddoppiare il mercato degli antiparassitari per l'agricoltura, puntando al sostegno dell'impiego di quelli "Biologici".Che non necessitano di prescrizione fitoiatrica in quanto non pericolosi per la salute- Conflitti di interesse da risolvere: per una convergenza di interessi comuniLe associazioni di categoria, Coldiretti, Unione Agricoltori e CIA, che partecipano nelle società di gestione dei consorzi agrari, cooperative, Molini popolari ed altri enti interessati alla vendita dei Pesticidi Chimici, non possono partecipare alla definizione dei disciplinari di Agricoltura Integrata, in quanto in palese conflitto di interessi. Ne tantomeno possono sedere nei tavoli verdi dei PSR Regionali, per la definizione dei pagamenti agroambientali per l'agricoltura biologica ed integrata. Cosa che purtroppo avviene da oltre 20 anni, dall'avvio dei programmi agroambientali europei , nei cosiddetti "Tavoli Verdi" di Concertazione e "Comitati di sorveglianza" dei PSR Regionali.La situazione di conflitto di interesse si potrebbe risolvere riconvertendo i consorzi agrari alla vendita di prodotti per il sistema Agro-Biologico (convergenza di interessi) e con il sostanziale divieto di uso di Pesticidi in Italia, laddove vi siano tenciche disponibili alternative (Comparative assessment) di tipo biologico, regolarmente registrate al commercio e, pertanto "efficaci".I Pesticidi sono definiti dalla Direttiva sull'uso sostenibile degli agrofarmaci, come "pericolosi per la salute e l'ambiente". Essi sono concause aggravanti di numerosissime patologie degenerative (Alzheimer, Parkinson, tumori e cancri, ecc), riconosciute a livello internazionale.Pertanto vanno attuate tutte le pratiche atte a sostituirne l'uso, con le conseguenze penali per chi non rispetta tali diritti inviolabili.Si allega il D. Lgs. 14 Agosto 2012, n. 150
Prof. Giuseppe Altieri Agroecologo
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