Il comando biblico “Crescete e moltiplicatevi” potrebbe condurre ad effetti disastrosi: una vera e propria bomba ad orologeria che dimostra che nulla di ciò che viene sancito nei testi religiosi possa avere valore imperituro.
Dall’inizio del Neolitico (circa 11.000 anni fa) fino al 1900 la popolazione è arrivata a 2,4 miliardi di individui. Nell’ultimo secolo la popolazione è triplicata. Durante l’anno zero, cioè la nascita di Cristo, la popolazione mondiale era di circa 350 milioni di anime. Si calcola che nel 1800 la popolazione fosse intorno ai 700 milioni e che nel giro di un trentennio sia aumenta di un terzo fino a raggiunge un miliardo di unità nel 1830. Un secolo dopo la terra ospita 2 miliardi di esseri umani e nel 1975 raggiunge i 4 miliardi (i 2 miliardi del 1930 si sono raddoppiati nel giro di 45 anni). Oggi la popolazione mondiale ha superato l’iperbolica cifra di 7 miliardi.
La previsione calcolata secondo l’incremento progressivo lascia supporre che l’umanità sarà di 100 miliardi entro la fine del secolo. Malthus all’inizio dell’800 già affermava che se la moltiplicazione del genere umano non fosse stata regolata sarebbe stata causa di carestie e fame nel mondo.Anche se l’incremento demografico venisse arrestato e la fertilità umana diminuisse, la tendenza all’affollamento rimarrebbe. Alcuni esperti sono concordi nell’affermare che anche riuscendo a stabilizzare le nascite a livello zero (uguale a quello dei decessi) la popolazione mondiale raggiungerebbe ugualmente 16 miliardi di individui prima di una assestamento definitivo, cioè il doppio della popolazione attuale. Un interessante esperimento effettuato dallo studio Calhoun nel Maryland con 4 coppie di topi, messi a vivere in un ambiente ideale in cui avevano a disposizione lo spazio e tutto il necessario per vivere come in una sorta di paradiso terrestre; i topi prosperarono riproducendosi fino a quando non raggiunsero le 150 unità. Da quel momento le risorse cominciarono a diminuire ed ebbe inizio un processo di degenerazione: le madri non allattavano più i loro piccoli e arrivavano perfino ad ucciderli. I maschi diventavano innaturalmente aggressivi e indifferenti ai normali richiami sessuali. L’indice di mortalità aumentò velocemente.
La società dei topi raggiunse il limite massimo di 2200 unità dopo di ché incominciò a ridursi continuamente. L’esperimento iniziato nel 1968 si concluse 5 anni dopo, con la morte dell’ultimo topo. Se in un ascensore progettato per la capienza di 4 persone ne entrano otto, la gente incomincia a manifestare segni di intolleranza, di ansia, di paura e qualunque piccolo incidente può degenerare in aggressività. Allo stesso modo, se una tavola è imbandita per nutrire10 persone, a mano a mano che si aggiungono nuovi commensali le porzioni diventano sempre più piccole e quando l’esigua porzione non è più sufficiente a sfamare nessun individuo, inevitabilmente si sviluppano reazioni violente nel cercare di accaparrarsi la propria parte e si arriva ad azioni di forza e di violenza secondo la legge mors tua vita mea. Questo è quanto succederà al genere umano se responsabilmente non conterrà il fenomeno dell’incremento demografico. L’umanità è intrisa di egoismo.
Il male supremo dell’uomo sta nella sua indifferenza verso gli effetti delle scelte individuali a proprio vantaggio. Mettere al mondo un essere, per realizzare se stesi o appagare il proprio desiderio di essere genitori, è puro egoismo, significa giocare con la vita degli altri. Anche quando la procreazione è concepita per la gioia di avere un figlio da amare, è sempre l’egoismo che ci muove. La sola cosa che può giustificare la messa al mondo di un nuovo essere è l’amore per la vita, la volontà di immergere l’altro nel dono sublime dell’esistenza, la volontà di dare al mondo un elemento armonico e positivo per il bene di tutti; non per propria soddisfazione, non per assicurare a se stessi la propria discendenza, non per avere sostegno durante la fase della vecchiaia, nè per lasciare il proprio patrimonio finanziario o immobiliare, ma nell’intento di contribuire a rendere migliore questo mondo.
Chiamare al’esistenza un nuovo essere è l’esperienza più drammatica e meravigliosa dell’universo, per questo è immensa la responsabilità verso chi (forse) non ha chiesto di esistere.
Franco Libero Manco
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