Il valore dei reati ambientali nel mondo è in crescita rispetto alle precedenti stime, costituendo un giro di affari che va da 91 a 258 miliardi di dollari (nel 2014 si aggirava tra i 70 e i 213): questo quanto riportato nell’ultimo rapporto del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) e dell'Interpol The Rise of Environmental Crime pubblicato il 4 giugno, alla vigilia della Giornata mondiale per l'ambiente.
La criminalità ambientale - che comprende il commercio illegale di animali selvatici, i reati aziendali nel settore forestale, lo sfruttamento illegale e la vendita di oro e altri minerali, la pesca illegale, il traffico di rifiuti pericolosi e le frodi dei crediti di carbonio - cresce da due a tre volte più velocemente del PIL globale.
Tale business supera il commercio illegale di armi di piccolo calibro (che ha un valore di circa 3 miliardi di dollari), costituendo la quarta attività criminale più grande del mondo dopo il traffico di droga, la contraffazione e la tratta di esseri umani.
La quantità di denaro persa a causa dei reati ambientali è 10.000 volte superiore alla quantità di denaro speso dalle agenzie internazionali per combattere tali reati (20-30 milioni di dollari).
Alla base di tale crescita sembrerebbero esserci legislazioni deboli e scarsità di finanziamenti alle forze di sicurezza, che faciliterebbero l'attività delle reti criminali internazionali, alimentando i conflitti, devastando gli ecosistemi e mettendo a rischio specie già minacciate dall'estinzione.
Il rapporto esamina anche come il denaro generato dallo sfruttamento illegale delle risorse naturali finanzi i gruppi ribelli, le reti terroristiche e i cartelli criminali internazionali. Alcuni esempi….
- Negli ultimi dieci anni i bracconieri hanno ucciso una media di 3.000 elefanti all'anno in Tanzania: si tratta di un valore di mercato annuo per i trafficanti di avorio di 10,5 milioni di dollari, una cifra cinque volte maggiore di tutto il bilancio nazionale del settore fauna selvatica del paese.
- Le reti criminali organizzate transnazionali stanno usando la criminalità ambientale per riciclare il denaro della droga; l’attività estrattiva nelle miniere d'oro in Colombia, per esempio, è considerata uno dei modi più semplici per riciclare il denaro proveniente dal commercio di droga del paese.
- I cartelli criminali internazionali sono anche coinvolti nel traffico di rifiuti pericolosi e prodotti chimici, spesso etichettando in modo errato questo tipo di rifiuti al fine di eludere le forze dell'ordine. Nel 2013, l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC) ha riferito che il commercio illegale di rifiuti elettronici verso il Sud-Est asiatico e il Pacifico è stato stimato in 3,75 miliardi di dollari all'anno.
- Le reti criminali legate al conflitto nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo hanno speso circa il 2% dei loro proventi per finanziare fino a 49 diversi gruppi ribelli. Secondo alcune stime delle Nazioni Unite, lo sfruttamento illegale delle risorse naturali in Congo orientale ha un valore di 722-862.000.000 dollari all'anno.
- I crimini legati alla pesca, con un valore stimato di 11-23 miliardi di dollari, spesso coinvolgono reti criminali organizzate; alcuni gruppi criminali operano con il sostegno implicito dei loro governi. Recentemente la nave da pesca Viking è stata fermata in quanto operava illegalmente: in oltre 10 anni avrebbe infatti catturato 10.000 tonnellate di pesci appartenenti alla famiglia "Patagonian toothfish” con un valore di mercato di 200-300 milioni di dollari.
In termini di danni agli ecosistemi generati da questo tipo di reati, non si può non pensare alle 30 tonnellate di mercurio tossico che ogni anno i minatori artigianali dell'Amazzonia sversano nei fiumi e nei laghi della regione, avvelenando i pesci e causando danni cerebrali agli esseri umani che vivono fino a 400 chilometri a valle.
La perdita delle foreste a causa del disboscamento illegale provoca la perdita dei servizi ecosistemici (acqua e aria pulite) nonché i maggiori impatti sulla salute e sul benessere delle popolazioni. Le foreste sono anche di vitale importanza per mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici.
Il valore di crimini forestali, compreso il disboscamento illegale, è stimato in 50-152 miliardi di dollari all'anno.
Dal report emergono anche segnali di successo. Fino a poco tempo, ad esempio, la foresta amazzonica ha avuto uno dei più alti tassi di deforestazione nel mondo; questa tendenza si è però invertita grazie alla più grande operazione di repressione dell'eco-criminalità avviata in Brasile nel 2003. Tale operazione, che ha ridotto la deforestazione in Amazzonia del 76% in soli cinque anni, ha portato all’emissione di multe per un totale 3.9 miliardi di dollari, 700 arresti, il sequestro di 1 milione di m3 di legname tropicale e la confisca o la distruzione di 11.000 proprietà, pezzi di macchinari ed attività.
Come risposta a questa preoccupante avanzata dei crimini all'ambiente, il rapporto raccomanda:
- una normativa forte ed efficace, che preveda sanzioni - a livello nazionale ed internazionale - e anche misure mirate a distruggere i paradisi fiscali all'estero;
- un aumento del sostegno finanziario commisurato alla grave minaccia che la criminalità ambientale rappresenta per lo sviluppo sostenibile;
- incentivi economici e mezzi di sostentamento alternativi per coloro che si trovano in fondo alla catena della criminalità ambientale.
(Fonte: Arpat)
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