…faccio di tutto per non apparire catastrofista, ma molti sono i segnali che indicano la catastrofe. Perdonatemi se contribuisco alla vostra angoscia ma credo sia bene che ognuno di noi si predisponga a vivere tempi drammatici e molto difficili. Non lasciamoci demoralizzare, manteniamo il cuore saldo e teniamoci pronti alla sopravvivenza, sia in senso materiale che morale. Per cominciare impariamo a conoscere le erbe commestibili, recuperiamo la manualità, diminuiamo i bisogni, soprattutto eliminiamo quelli superflui e iniziamo a praticare l’autoanalisi.
L’esistenza è fatta di cose semplici e tutto sommato accessibili a tutti i viventi: cibo, aria, acqua, soddisfazione dei bisogni fisiologici, riparo, socializzazione, procreazione… Ma in questo momento storico la virtualizzazione ha raggiunto livelli altissimi di astrazione dal vissuto quotidiano e dalle reali necessità. La vita è diventata quasi un grande ”game” alla Nirvana. Quando arriverà la Grande Crisi? Quella finale?
La dura realtà fatta di cose concrete spazzerà le nebbie dell’immaginario e del sogno ad occhi aperti.
Politica, finanza, potere, ricchezza… tutta immondizia più sporca di quella che si accumula nelle strade di Napoli, di Calcutta, del Cairo, di Buenos Aires, di New York…. e persino del paesello sui monti.
Vengo al dunque, in questo momento si parla molto dell’imminente crollo economico mondiale, di guerra globale e di come poter risolvere i problemi della produzione energetica, funzionale al mantenimento della struttura tecnologica in cui la nostra civiltà sguazza e sprofonda.
Diceva l’amico Benito Castorina: “Una visione più ampia suggerisce un cambiamento di rotta: la sostituzione di tutti i composti e i derivati del petrolio e di altre risorse non rinnovabili con le materie prime vegetali, scelta che rappresenta il piano strategico per un mondo senza rifiuti…”
Sabbie mobili. Viviamo con la paura di sprofondare e siamo già con l’acqua alla gola, quindi tutto ciò che facciamo peggiora soltanto la situazione.
Ma se la politica non cambia lasciamo che le cose vadano come debbono andare… e proviamo a “galleggiare nella mota” se ci riesce…
Insomma, la nostra civiltà è agli sgoccioli e possiamo aspettarci solo il crollo ignominioso e generale. Un tracollo annunciato e temuto e talvolta auspicato… ed infatti da più parti si preconizza la fine del sistema come evento liberatorio e salvifico per il mantenimento della vita sul pianeta.
Vi consiglio perciò di cominciare attivamente a trovare soluzioni alternative, basate sulla personale conoscenza ed esperienza “pratica” di ognuno per affrontare i rischi a venire. E buon divertimento nella “sopravvivenza”.
Paolo D’Arpini
Scrive Maria Bignami a commento dell'articolo
RispondiEliminaCiao Paolo ho letto il tuo articolo sulla sopravvivenza e altro, mettere da parte viveri per quanto?
Da 15 anni e più si sentono suggerimenti del genere. Sulla scia di queste informazioni 6 - 7 anni fa proposi
30 ore di convivenza qua da noi senza l'uso della corrente, stufa a legna, cibo scelto insieme, vegetariano, il più semplice possibile, avevo proposto acqua si ma non dal rubinetto, idea bocciata.
E' stata una grande esperienza, non mi divulgo in altri particolari.I più hanno rinunciato, pensando di condividere spazio, bagno, opinioni diverse non se la sono sentita.
Pensiamo se fossimo costretti a vivere uno vicino all'altro chissà per quanto tempo, sarebbe una grande prova di sopravvivenza.
Allora penso io facciamolo per " gioco " se succedesse siamo un po' "allenati" e se dobbiamo lasciare questo piano, possiamo farlo abbracciati l'uno all'altra in amore.
Chi fosse interessato propongo di rifare l'esperienza, ma non spinta dalla paura in caso di guerra o carestia, ma per mettere alla prova tolleranza, rispetto e quella parola tanto pronunciata AMORE.
Grazie per aver letto fin qui. Caldi abbracci.
Maria Bignami casavaldisasso@alice.it -"