Da qualche parte bisogna pur cominciare per arrivare alla Pace in questa nostra società. Una “Pace nonviolenta e laica”, che parta da un equilibrio a tutto campo, in cui si considera l’unitarietà della vita in tutte le sue forme.
Questo è il dettame dell’ecologia profonda e della spiritualità laica che intravvede nelle pieghe della rete esistenziale una quantità di interconnessioni celate alla vista superficiale. Le relazioni nel vivente sono inscindibili dal vivente stesso e comprendono anche il pensiero, oltre all’inorganico ed all’organico.
Per questa ragione, noi bioregionalisti ed ecologisti cercheremo di propagare i valori della Pace inserendoli nel contesto della vita quotidiana. “Praticando l’utopia di speranza, chiamata nonviolenza, che ci permette di vivere meglio nell’orizzonte storico, troppo tormentato e troppo deluso, del nostro tempo. In questa prospettiva, prende forma un’aspirazione epocale, orientata ad uscire dal ciclo della negatività che spesso rischia di sommergerci”, come afferma il filosofo Aurelio Rizzacasa.
Ogni guerra è sempre in qualche modo collegata a quella che la precede: causa ed effetto. E potrebbe avvenire ancora se non si interrompe il meccanismo diabolico.
Lo possiamo osservare nelle scusanti “politiche” che stanno spingendo l’umanità verso una più rovinosa guerra mondiale. I sentori sono presenti con i numerosi focolai di guerra accesi nel mondo ed in particolare con il conflitto aperto in Europa tra la Russia e l'Ucraina. Un conflitto dal costo altissimo in vite umane e persino in denari… Infatti con il costo delle armi che stiamo fornendo all'Ucraina e con i danni causati dalle sanzioni contro la Russia la nostra economia è al collasso. Il tutto a scapito delle politiche sociali in Italia, del lavoro, della sanità, della cultura e dell'ambiente... insomma di tutto ciò che è necessario alla vita. E non è finita… già ci sono avvisaglie ed ammonimenti per la futura guerra di “liberazione” contro l’Iran, contro la Cina e chissà poi chi…
Le bugie hanno però le gambe corte, si spera, e la verità sui reali interessi e sui retroscena delle varie guerre “democratiche” stanno sempre più venendo a galla. Occorre perciò essere molto discriminativi nell’esaminare le notizie che ci vengono propinate dalla informazione ufficiale e soprattutto occorre mantenere una posizione “laica” ed imparziale poiché in qualsiasi forma ideologica, economica o religiosa si nasconde un mascheramento della Verità.
E per affermare la Verità occorre sempre partire da noi stessi. Indagando sulla nostra verità interiore. Una volta un cercatore della verità chiese al saggio Nisargadatta: “C’è un modo di porre fine agli orrori della guerra e delle prevaricazioni?” Ed il saggio rispose: “Quando sempre più persone riusciranno a riconoscere la loro vera natura, la loro influenza, per quanto sottile, prevarrà e l’atmosfera emotiva del mondo si addolcirà. La gente segue i suoi capi, e quando tra questi ne appariranno alcuni con un grande cuore ed una grande mente, assolutamente indifferenti al loro tornaconto, il loro esempio sarà sufficiente ad impedire le brutalità ed i crimini dell’epoca attuale.”.
Per questa ragione è così importante cercare di eliminare dalla nostra vita quotidiana ogni forma di violenza ed è per questa ragione che è importante prendere coscienza dell’unitarietà della vita e del come rapportarci gli uni e gli altri, in perfetta armonia simbiotica, senza dover predare quel che non ci appartiene e che è bene comune di tutti i viventi.
In questo filone ricordo le parole del filosofo Osvaldo Ercoli che disse: “Pertanto è nostro dovere assumere comportamenti che non compromettano l’equilibrio ecologico della terra nonché i diritti fondamentali e la sopravvivenza delle altre specie e di tutta l’umanità. Nessun essere umano ha il dritto di invadere lo spazio ecologico di altre specie o di altri individui, né trattarli con crudeltà e violenza. Le biodiversità sono ricchezze da mantenere e difendere. La democrazia della comunità terrena unisce tutti i popoli e i singoli individui sostenendo valori quali la cooperazione e l’impegno disinteressato, anziché separarli attraverso la competizione, il conflitto, l’odio ed il terrore. In alternativa ad un mondo fondato sull’avidità, sulla disuguaglianza e sul consumismo sfrenato, questa visione si propone di globalizzare la solidarietà, la giustizia e la sostenibilità”
La competizione, il conflitto, l’odio ed il terrore… è questa la maschera che ancora oggi stiamo cercando di strappare e, certo, dovremmo essere più numerosi di quanti si sia e poter essere più più consapevoli. A quanti, ancora oggi e nonostante quello che accade, restano inerti si può ricordare la poesia scritta da un pastore evangelico, Martin Niemoeller: “Prima vennero per gli ebrei, e io non dissi nulla perché non ero ebreo. Poi vennero per i comunisti, e io non dissi nulla perché non ero comunista. Poi vennero per i sindacalisti e io non dissi nulla perché non ero sindacalista. Poi vennero a prendere me. E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa”.
Vorrei ora concludere questo intervento con le parole di un altro maestro della nonviolenza, Nelson Mandela, che scrisse: “La nostra paura più profonda non è di essere inadeguati. La nostra paura più profonda è di essere potenti ogni oltre limite. E’ la nostra luce, non la nostra ombra, a spaventarci di più. Ci domandiamo “chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso? ” In realtà, chi sei tu per NON esserlo? Siamo figli di Dio. Il nostro giocare in piccolo non serve al mondo. Non c’è nulla di illuminato nello sminuire se stessi così gli altri non si sentano insicuri intorno a noi. Siamo tutti nati per risplendere, come fanno i bambini. Siamo nati per rendere manifesta la gloria di Dio che è dentro di noi…E quando ci liberiamo delle nostre paure, la nostra presenza automaticamente libera gli altri”.
Paolo D’Arpini
Referente della Rete Bioregionale Italiana
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