(....) Dopo il secondo meeting degli Stati parte del trattato di proibizione delle armi nucleari, svoltosi a New York dal 27 al primo dicembre 2023, vi saranno altri due incontri di approfondimento, per i quali è necessario attrezzarsi con gli strumenti della "geopolitica olistica".
Si tratta di integrare nei ragionamenti l'impatto di due dimensioni trascurate o addirittura ignorate: quella economica e quella ecologica a livello globale. E di considerare la "forza delle unioni popolari", che può essere un altro nome per indicare le mobilitazioni di base e nonviolente. In particolare sono da porre a revisione critica due luoghi comuni del pensiero del progressismo giuridicista. Il primo luogo comune afferma che la deterrenza nucleare è ormai un fossile nei rapporti di potenza, si tratterebbe di una realtà obsoleta di cui il sistema degli stati in lotta per l'egemonia potrebbe facilmente fare a meno. Spesso sentiamo questa frase: le armi nucleari sono obsolete. Ed anche l'energia nucleare!
In questo ambito di pensiero riduttivo si colloca anche l'idea che il nucleare non abbia nessun ruolo nel cementare l'alleanza militare denominata con l'acronimo NATO. Una cosa sono le carte statutarie altra cosa i principi e i concetti strategici che rinviano a rapporti di forza che sono rapporti egemonici di potenza. Storicamente l'ombrello nucleare americano è stato il vero cemento strategico della NATO funzionale alla costruzione di un blocco occidentale guidato dagli USA presentato come "mondo della libertà " o "mondo libero".
Il mondo oggi è in trasformazione ma bisogna esaminare quanto il retaggio della vecchia realtà, sopravvissuta al bipolarismo USA/URSS e all'unipolarismo americano successivo, resista ad essere consegnata alla pattumiera della Storia. Anzi rischi di trascinare con sé nel baratro la stessa avventura umana...
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