Cambiamenti climatici in corso
Italia fuori luogo: sull’orlo di una crisi tropicale già a Maggio.
Si è già capito da diversi anni che la biodiversità è in crisi. Non solo l’Italia ormai va verso la trasformazione di un paese tropicale con anomalie termiche che sono oramai presenti da più di 18 anni, ma nel 2009 ha superato 1,20 gradi in più rispetto alla media stagionale.
Un’escursione termica che mette a dura prova la biodiversità, favorendo il diffondersi di grandi infezioni. Si va leggermente in positivo per quello che riguarda gli incendi e l’inquinamento, per esempio quello industriale, ma i Comuni devono ancora combattere nella maggior parte dei casi col problema frane e dissesto del territorio.
L’annuario dei dati ambientali presentato nel 2010 segnala così la vulnerabilità climatica nel nostro paese: vale a dire che il caldo mette a rischio le riserve glaciali alpine, in sostanza la disponibilità dell’acqua. Nei mari sempre di più prolificano le specie di peschi di origine tropicale. Perdendo in questo modo l’habitat e la biodiversità si diffondono più infezioni, aumento di zanzare morte dei pipistrelli. Si trasmettono maggiormente malattie batteriche e vitali per l’essere umano, gli animali e le colture.
La situazione dell’aria sembra migliorare infatti dal 1990 al 2009 nell’aria è stato emesso meno zolfo, ossidi di azoto ed ammoniaca. Nelle grandi città restano elevate le polveri sottili, mentre per le città industriali sono in calo i cosiddetti gas serra, ma siamo ancora lontani dagli obiettivi fissati da Protocollo che ha fissato Kyoto.
Aumentano però i boschi e diminuiscono gli incendi. Ma rimane sempre precaria la situazione per i Comuni che sono sempre di più soggetti a rischio frane, vedi gli alluvioni a cui l’Italia è soggetta proprio a causa del passaggio al clima tropicale. In un anno si hanno così in media circa 24 giorni in più di caldo rispetto alla media climatologica, e si stima che nel 2009 circa il 40% in più di ettari andati in fumo a causa degli incendi, sono stati maggiormente in Sardegna.
Il nostro pianeta in sintesi sta diventando ogni giorno più vulnerabile a causa delle modiche che l’uomo ha apportato sul nostro suolo e territorio anche in maniera indiscriminata e senza controllo. Possiamo ancora salvare la nostra terra anche per le generazione future, basta fermarsi, riflettere ed avere forse la voglia e la volontà di condurre una vita un po’ meno consumistica e più salutare. Non surriscaldiamo maggiormente tutta la terra. E’ da questa che abbiamo il nutrimento per vivere.
Rita De Angelis
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