lunedì 23 novembre 2020

L'estate bioregionale di Ferdinando Renzetti...



Colori sgargianti, musiche, danze, canti, cibi, sguardi, ritmi dispari, travestimenti dei corpi,  preghiere, bambini, sciamani, eros, invocazioni, tracollo della mascolinità, profumi, acconciature: centinaia di persone per giorni a festeggiare se stessi, d'estate in un piccolo villaggio. Avanzi di angeli, spiriti malbenigni, semidei regrediti, santi portatili, umani sovrumani, numi tutelari. Mitologia senza frontiere, buddisti, induisti, musulmani, improvvisamente la parola fa la sua apparizione, anche se dedotta da un vocabolario globalizzato e dedito all’appropriazione e alla normalizzazione: Queer, comodo rimpiazzo di fluttuante, ondulante, increspato, duttile e così via. Movimento di liberazione sociale e legale seguendo protagonisti e protagoniste nella loro trasformazione da penombre intimorite a gente che si rialza, senza piangere, fronteggia il presente più che il futuro. 

Quel posto mi piaceva molto, per le sue case a un piano solo, immancabilmente ricoperte dal medesimo tetto di lamiere a due falde, l’onnipresenza degli alberi che quasi entrano nelle case e si infiltrano nel cuore dei minuscoli cortili. Il rosso della terra. Lo snodarsi tortuoso delle stradine. Le mille asperità del terreno che parevano fare apposta, per costringere il passante a fermarsi a discutere davanti a ogni soglia, a ogni rigagnolo, recinto, aiuola, ponticello, a ogni filo per stendere i panni, mucchio di rifiuti, mucchio di ferraglia, mucchio di sabbia. L’acqua che inzuppa il terreno. Ovunque la vita esce dal torpore e si moltiplica. Ritmi struggenti, non ancora privati di speranze, animati da un irriducibile spirito che solo una parola può tentare di esprimere “Bailera” qualcosa a metà tra dondolio e ballo, come il fluire e il rifluire del desiderio, degli oceani, degli astri. Bailera comeil gran dondolio del mondo, l’universale sete d’amore.

Ferdinando Renzetti












Notizia del giorno 

Ri-Generation 

verde brillante 

vale la pena 

la scugnizzeria 

in una piazza 

di spaccio creativo 

dove la rivoluzione 

passa anche 

dal marchio 

“Made in Scampia” 

che mette insieme 

realtà locali 

e semi di libertà

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