mercoledì 19 novembre 2025

Regione Marche: "Avanti con il consumo di suolo!"

 


Nella regione Marche  il consumo totale di suolo al 31 dicembre del 2024 ha interessato 65.141 ettari, pari al 7,00% della superficie regionale, per un incremento rispetto all’anno precedente di 176 ettari. I comuni marchigiani che nel 2023-2024 hanno registrato i maggiori incrementi di suolo consumato in termini assoluti sono Mondolfo (11,81 ettari), Pesaro (8,40 ettari) e Fermo (7,32 ettari), mentre i comuni con la maggiore estensione di suolo consumato risultano Pesaro (2.493 ettari), Ancona (2.201 ettari) e Fano (2.173 ettari)…

I dati del nuovo Rapporto annuale dell’ISPRA sul consumo di suolo, e monitorati e raccolti dall’ARPAM, evidenziano come la situazione necessiti di un’attenta azione capace davvero di intervenire sull’espansione delle superfici artificiali, soprattutto nelle aree costiere e a rischio, promuovendo il riuso del costruito esistente, la rigenerazione urbana e la riconversione ecologica delle aree degradate.

Fascia costiera sotto pressione

Il segno di una forte concentrazione di infrastrutture e attività antropiche lungo la costa è testimoniato dal fatto che, nelle Marche, il suolo consumato in percentuale nei primi 300 metri dalla linea di costa corrisponde a circa il doppio del valore medio del territorio nazionale.

Tra le 15 regioni bagnate dal mare, le Marche occupano il secondo posto in Italia, dopo la Liguria, per percentuale di suolo consumato in tale fascia (45,64% contro il valore medio in Italia del 22,87%); la percentuale scende al 30,84% (terza regione dopo Emilia Romagna e Abruzzo, contro il 19,13% nazionale) se si considera la fascia tra 300 e 1.000 metri dalla linea di costa, mentre nella fascia da 1 a 10 chilometri nell’entroterra le Marche registrano il 12,10% di suolo consumato (terzo posto dopo Campania e Veneto, contro l’8,74% in Italia).

Fabbricati e Infrastrutture

Nelle Marche, le aree coperte da edifici e fabbricati sommano a 17.425 ettari che, pressoché in linea con il dato nazionale (27,81%), corrispondono al 26,66% del suolo consumato totale.

Le superfici destinate a infrastrutture (strade, ferrovie, aeroporti e porti) ammontano a 20.223 ettari (pari al 31,05% del suolo consumato regionale), mentre i cantieri e le strade sterrate coprono 2.543 ettari (3,90% del consumato totale).

Un territorio fragile per rischio sismico e degrado

Il Rapporto evidenzia purtroppo come l’intera estensione del territorio occupato da edifici e fabbricati sia classificata come area a pericolosità sismica, con il 100% di edifici situati in zone a rischio (contro il 36,30% in Italia); di molto inferiori al dato nazionale, invece, gli edifici in aree a pericolosità da frana (808 ettari, pari al 4,63%, contro il 9,23% in Italia) e quelli in aree a pericolosità idraulica media (1.051 ettari, pari al 6,03%, contro il 12,78% in Italia).

Le Marche figurano inoltre tra le regioni con la maggiore quota di territorio degradato (al terzo posto con il 28,32%, dopo Lazio e Umbria).

Renato Perticarari, Presidente di INU Marche, nel commentare gli inequivocabili dati del Rapporto annuale di ISPRA ha espresso un preciso auspicio: «La nuova Amministrazione uscita dalle Elezioni del 28 settembre scorso, dovrebbe fare tutto il necessario per rendere la nuova normativa patrimonio amministrativo e, prima ancora, culturale del tessuto regionale».

Dovrebbe“, ci insegna il vocabolario, è il condizionale presente del verbo “dovere“, ed è un termine utilizzato per esprimere un suggerimento, un consiglio, un’ipotesi o un desiderio attenuato rispetto all’imperativo.

L’emergenza suolo in cui anche la Regione Marche si dibatte, crediamo imponga, purtroppo, proprio l’imperativo…

Salviamo il Paesaggio!



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