sabato 13 dicembre 2025

“Ritorno alle Origini” di Mario Cecchi - Un modo di vivere...



Ci sono persone che lasciano un segno talmente profondo da continuare a muoverci dentro, come se il loro esempio rimanesse impresso nelle direzioni che scegliamo, al punto da rivoluzionare la nostra vita. Se queste persone poi riescono ad arrivare a migliaia di altre anime, finiscono per segnare un’intera epoca. Mario Cecchi è stato una di queste persone e la sua dipartita è stata onorata e celebrata nella comunità di Avalon con una bolla di amore, fiori, musica, letture, silenzi, aneddoti, unione di cuori, così come lui avrebbe voluto.

Per chi non lo ha conosciuto è importante comprendere non solo il suo ruolo all’interno delle comunità intenzionali, ma l’ampiezza del suo contributo a tutto il movimento alternativo italiano. Per chi invece ha avuto il privilegio di camminargli accanto, come è accaduto a me, i suoi insegnamenti e la sua presenza restano scolpiti, come una bussola che continua a indicare la strada.

Mario è stato tra i fondatori del Popolo degli Elfi, nei primi anni ‘80, e successivamente di Avalon: luoghi che non sono solo comunità, ma esperimenti visionari nati sull’Appennino pistoiese quando parlare di ecovillaggi era solo un’utopia. Eppure lui ha sempre creduto in quella visione e l'ha perseguita con determinazione, con la pazienza del contadino, con ascolto profondo e con una fiducia cieca nella potenza del gruppo.

Mario ha aperto varchi su territori inesplorati negli anni in cui scegliere la terra, la comunità e l’autogestione appariva anacronistico, per non dire folle. È stato un pioniere del cambiamento, per la maniera in cui ha vissuto la comunità e per come è riuscito a contaminare con la sua testimonianza, connettendo realtà e persone anche molto distanti tra di loro.

E' stato tra i fondatori della RIVE, a fine anni ‘90. Ricordo l’emozione nelle sue parole scritte a penna sui fogli ingialliti, quando ricordava una delle prime riunioni ad Alcatraz. Lo faceva perché credeva profondamente nella necessità di collegare le esperienze, creare alleanze, custodire la memoria e rendere accessibile la strada a chi avrebbe voluto fare il grande salto e sposare il proprio sogno!

Senza la sua visione bioregionalista, l’apertura di cuore e la sua capacità di “tenere il campo”, la RIVE non sarebbe la rete viva, plurale e interconnessa che è oggi.

È stata una figura chiave anche nella diffusione di altri movimenti, come il Rainbow Gathering, il C.I.R. e molte esperienze che hanno alimentato la controcultura e la ricerca spirituale e sociale collettiva in Italia.

Ovunque arrivasse aveva la capacità di spalancare i cuori di chi lo ascoltava, nei raduni e negli incontri RIVE, ogni volta che condivideva i suoi pensieri e le sue emozioni, aiutava gli altri a connettersi alla propria verità e ad andare oltre il velo dell'illusione. Aiutava le persone e i gruppi a ricordare chi fossero, a osare nell’immaginare le visioni più grandi, a credere che il cambiamento non fosse soltanto qualcosa da desiderare, ma un cammino fatto di piccoli gesti quotidiani, di scelte possibili.

Mario non si definiva un maestro, non osava insegnare o spiegare nulla, lui mostrava nell'azione ciò in cui credeva. Per lui la comunità non era un progetto, era un modo di essere. La sua eredità continuerà ad esistere ogni volta che qualcuno sceglierà di restare quando tutto sembra insormontabile, di prendersi cura della terra come di un essere vivente, di proteggere ed accogliere i più deboli, di costruire comunità e legami.

Il suo messaggio era semplice e chiaro: ritornare a ciò che è essenziale e costruire insieme il cambiamento che tutti desideriamo!

In comunità e con profonda gratitudine.

Giorgia Lattuca - RIVE



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