venerdì 3 gennaio 2014

Vita biologica ed i "mostri" di Enrico Marra




Nietzsche ha scritto: 
"Chi combatte con i mostri deve fare attenzione
per timore che in tal modo diventare un mostro.
Se lo sguardo punta a lungo in un abisso,
sarà l'abisso a guardare dentro di te ".

Sta parlando del baratro del non senso o forse; del vuoto della nostra esistenza?

Quel vasto oceano aperto di vuoto in cui ci galleggiamo e affondiamo incessantemente è terrificante e orribile. Una volta che rinunciamo a qualsiasi cosa di preciso nella nostra vita, ciò che resta, è il costante terrore dell'ignoto.
Nuotare e fare il bagno nelle acque infide della solitudine guardando in faccia l'ombra mostruosa dell'universo, tetro e senza senso, pregate voi non avete rinunciato a tutto per niente.

Quel terrore di essere solo
una religione di meno,
la chiusura nella morte
inciampare sulla disperazione
una liberazione che schiaccia speranze
i benefici dell'indifferenza; intrepida:
agli orrori dell'esistenza.

Quando la malinconia, la tristezza e la disperazione conquistano il nostro spirito la minaccia della morte diventa meno intimidatoria ad un punto che a volte vediamo la morte come un alleato. Un liberatore per la nostra sofferenza. Sul lato opposto dello spettro, quando siamo allegri, rinvigoriti, la morte e la speranza appaiono con una maschera diversa; si tratta di un interruzione della nostra gioia; è l'usurpazione della nostra felicità. Lo stesso evento assume due (forse più) differenti apparenze, è relativo e comunque a nostra disposizione.

La morte è inevitabile e se non le abbiamo dato alcuna considerazione dobbiamo comunque affrontarla: immancabilmente. Alcuni considerano, come Socrate e Platone, che la filosofia è una preparazione alla morte e con il suo aiuto si potrebbero regolare gli attacchi di paura e di panico che sono comunemente associati con la morte. Ad essere onesti non credo che la filosofia sia sufficiente a vincere gli istinti del nostro organismo fisico - qualcosa di più grande e più forte della razionalità è necessario per soggiogare le nostre paure più radicate.

"La Morte spazzerà tutti noi con la stessa forza."

"... È troppo tardi per essere saggio, che in ogni caso non servirebbe a nulla, lo stesso abisso ci inghiottirà tutti, saggio e sciocco allo stesso modo, sano o pazzo."

Il pensiero e la speculazione della morte non ci può dominare altrimenti non dovremmo mai lasciare i nostri posti letto con sgomento del mondo esterno imprevedibile e sconosciuto. Ma bisogna abituarsi al fatto che dobbiamo tutti un giorno lasciare questo mondo inspiegabile, i nostri beni cesseranno di appartenere a noi, la nostra vita sarà solo un vago ricordo per quelli che erano vicino a noi. Questo è il compito più difficile della nostra vita: cedere la nostra vita per presentarci all'ignoto.

C'è tanta tensione ed energia spesa per la difesa delle nostre cose, le nostre opinioni i nostri ideali, i nostri amici e amanti, garantendo loro dalle forze che li porterà lontano da noi che siamo folli e stremati nella battaglia atta a conservare tutto ciò che è caro a noi. Tutto questo dispendio di energia, tutto questo sforzo è il nostro rifiuto di riconoscere la possibilità che le cose non sono nel nostro controllo e che queste cose periranno certamente come periremo "noi". Questa lotta ci fa vivere in difesa, sempre in guardia contro ciò che non ci aspettiamo, contro la minaccia di ciò che si dissolverà delle forme di vita a cui siamo affezionati.

Troveremo vita in cui saremo in grado di lasciar andare la vita.

Entriamo continuamente in incognita in una terra nella misura in cui si lascia la carcassa del conosciuto che è sepolto nel cimitero del nostro passato.

"Il mio corpo ha rotto un vento così violento e ripugnante, che avrei potuto svenire dal suo odore mortale!"

"Tutto è spazzatura perchè tutto è stato documentato."

"Così ho cominciato a delirare"

Ho visto decine o centinaia di esseri umani a camminare in agonia, mentre un battaglione di batteri lentamente gli divorava le interiora. Ho guardato come se fossi stato un uccello a cui era stato sparato; non c'è altro da fare che aspettare la morte: inevitabile. La polpa è bianca, dolce e tenera; e non permetterà più a nessuno di dare un altro morso, la sua seduzione è stata mutilata dalla disattenzione.

"Le frecce sono rivolte verso il basso. L'elettrone emette luce quando va ad su un orbita atomica inferiore, non a uno superiore.
Se paradossalmente state cercando la luce di Dio, si dovrebbe trovare qui sulla terra: non nello spazio etereo della vostra immaginazione."

Mr. Bohr aveva sempre una propensione a mescolare il suo genio scientifico di questioni filosofiche e teologiche. Per 35 secondi era distratto dalla sua destinazione spaventosa. Una volta raggiunto lo ha detto Helle non l'avrebbe mai più rivista.

"Io non sto cercando la verità", sono sicuro di questo. Ha a che fare più con una comprensione di come l'interpretazione umana della vita cambia nel corso della storia. Sto raccogliendo pareri allo stesso modo in cui un entomologo raccoglie i suoi coleotteri. No, lo scarabeo è più prezioso degli altri? Ma ognuno di essi esiste ed è reale come l'entomologo che li raccoglie.

"Come dare un senso alle innumerevoli interpretazioni della vita?"

Sto diventando il mio sogno dimenticato: la mia idea non formulata.
Ci sono molti tipi di coleotteri nel mondo. Ci sono più specie di coleotteri che di pesci, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi messi insieme. Come hanno fatto sorgere così diversi tipi di coleotteri?
La nostra epoca spiega le varietà di specie con la teoria dell'evoluzione. La teoria dell'evoluzione è stata così popolare e di successo nello spiegare molti aspetti del nostro mondo naturale che si è propagata in molti altri campi. Tecnologia, le idee e lo sviluppo delle società umane possono essere spiegate con chiarezza da un punto di vista evolutivo.
"La prospettiva evoluzionistica."
Ma; Il tempo è una cagna. Non possiamo definirlo, ma tutta la nostra vita è tiranneggiata dal ticchettio dell'orologio. Elusivo in definizione ma molto reale e concreto nella pratica. Il tempo è un dato di fatto.
Viviamo nel tempo. Calendari e sveglie ci legano:
Ho bisogno di svegliarmi presto domani"
Sono in ritardo per il lavoro"
"Incontriamoci alle cinque in piazza"
La settimana prossima è il mio compleanno"
"Se non finisco questo in tempo, sono nei guai"
E così via ...
Il tempo è molto reale. Ascoltate le vostre voci.
Citiamo ogni singolo giorno. Ma ci dimentichiamo "il tempo."

Ci dimentichiamo che il tempo non è solo secondi, minuti, ore, giorni, settimane, mesi e anni. E 'anche decenni, secoli, millenni, mega-annums e giga-annums. L'universo è un posto molto vecchio.
E 'stato qui a lungo prima che qualsiasi essere umano sia stato eretto. Probabilmente sarà qui a lungo; dopo che ogni vita umana e tutte le vite umane: saranno esaurite.
"La consapevolezza di questa lunga estensione del tempo è importante per capire le diverse interpretazioni della vita."E per far sì che molti umani la smettano di rompere i coglioni con le loro ambizioni da nani mentali.

L'idea è di fregarmene di sguardi e traguardi. E' il sacro emblema dei rifiuti come granito sul cazzo senza idea o scopo. Mi siedo con le gambe incrociate, ho l'immagine post-proletariato o anarchico dipendente. Capelli sparati in su come un milione di milioni di mani in aria per la manna. Solo che non viene mai si vede, siamo semplicemente reliquie di un infinita verità retrospettiva e la dianoiologia è in questo interludio o fruscio di parole. Ci sono solo momenti, momenti improbabili, deboli; per rivisitare come fosse una gara: il sacchetto della coscienza. Sedersi è aspettare di bruciare nel fuoco e fondere il nulla in una cicatrice della nostra memoria.
Mi siedo invece di giacere supino, perché so che le labbra del cielo sono lì rosicchiare le anime, Io preferisco sedermi oggi, per catturare il tuo sguardo come un disco luminoso, un chiaro di luna sul mio viso.
I piedi conservano le unghie ma i nasi sono tornati per frantumarsi sotto la gola. Le matite schiacciano bacarozzi rendendo mosaico il suo pavimento.
Ho un posto preferito in un museo, profumi greci ancora si aggrappano alla barba Epicuro, il marmo è ancora fresco come il cuscino dei secoli,
Melpomene gira con le triglie sulle spalle e da qualche parte ho sentito un rivolo; come pietra l'uomo è lì ad aspettare l'ultima briciola e un pò di ossa per riposare.

Il mondo è un coltello tra due linee parallele, riunisce l'orizzonte per pugnalarmi al cuore. Poi striscia frettoloso e canticchia al cosmo come un beethoven confuso il suo pezzo migliore: "vivere e morire all'istante". E' una grande energia, un collettore a spirale intorno a questo multiverso senza anima e senso.

il mio destino è avere un occhio per ogni atomo che stranuta o neurone che decide un no o un sì. Sono l'essenza distinta di una nube che lascia il cielo riposare come una pietra sotto un sonno pesante. La mia memoria ha la bobina corta. Si riavvolge e ricomincia a bruciare la pelle con un certo calore per ricordare la prima freccia del suono, per perforare il limbo del silenzio; per ricordare il primo e unico oggetto
che è cresciuto come ali per diventare un universo: qualcuno potrebbe non notare il sole.
Ci sono giorni in cui un uomo si vede come un alluvione di gioia, una strada in cui correre inzuppato, con i peli come tipo antenne sulla carne di un poeta anaffettivo.
Il chiosco brilla in giallo van gogh scarabocchia le porte scorrevoli, gli automatismi nell'arte hanno il codice pin. Dire grazie con una bottiglia di vino in mano, passi e lenti passi su questa pelle che tira come una parete di pura sensazione. Il crack eterno della pioggia, una chiave nella serratura; roteare in aria come ingranaggi e colonne, immergendo il pane raffermo nel vino. oh! questa è una lenta camera della morte, dove le ombre prestano i loro enigmi, dove soprattutto un uomo trova la sua pace.

Tu non hai più memoria di me, sei donna e hai un ippocampo ; certo che comprendo lo sviluppo percettivo : ma io come uomo ho un encefalo più esteso per difenderti dagli attacchi della vita. Ok; grida pure ad alta voce, urlare è arte per una donna, avere parole con enormi braccia; ma non legarmi alla tua totalità, non sono l'unico ad avere paura, sento i brividi di un ramoscello ombreggiato dall'inesattezza delle nuvole.
Eppure riposo nel tuo dominio, eri radiosa come una candela, il principio del silenzio di una spina; un tuono sull'innocenza del buio: che sensazione guardare sotto i vertici sanno poco delle nostre ferite. Noi le abbiamo utilizzate come veicoli, per i viaggi che hanno preso posto dietro alle emozioni, alla passione, alla follia; come fossero il linguaggio di un nuovo ordine.
Qui nel mio viso ora sento la gravità, la luce e le tenebre hanno trovato due occhi sfatti come una spazzola; la memoria è divenuta solo un ritratto dei nostri movimenti: fumo alla finestra come un uccello muto. Abbiamo scoperto le rocce e le colonne di gas; che l'anima è soltanto un sussurro impercettibile che ha imparato a tornare senza nome ad ogni vento e ogni onda.
La ragione ha sputato l'astrazione, gli elementi della logica hanno inghiottito il mondo; come solo la superficie di un infinito può fare. Ora ci si aggrappa al miracolo come fanno i petali di orchidea per fare per il loro profumo; o al giudizio: che goccia come una pietra. Apri la bocca, l'occhio e il tuo bouquet di dita nella follia che muove i mondi come aure intorno alla luce di stelle che non esistono più.
La costruzione di un minuto è come una fontana che inventa una nuova parola che finalmente possa deflorarti all'infinito.
Ho un viso ed è un seme nella manifestazione di questa musica afona ma così profonda.
Ma anche "tu" entri nell'orbita e parli di amore: quasi fosse tutto

Sei una pietra di luce. Io sono l'osso e tu sei il cielo. Siamo terra nascosta all'interno delle miniere di uno spazio. L'indefinibile, come un bambino pende dalle nostre spalle, pesa sul collo. Pure resa inquieta, io temo ogni pausa, il tempo previsto; affonda sempre sinceramente. So che abbiamo a cuore la negazione dei nostri tempi. Ho scavato per la verità, attraverso emozioni che puzzano di vita. L'oro non è un significato, i diamanti non sono certezza. Anni che sono stati sprecati, vediamo i nostri scavi, i tagli sul corpo. Non vi è nulla. Abbiamo scavato buchi, niente di più; pozzi filosofici. Le culle della nostra morte. Sono belle, in attesa, ovvio. La scoperta del nulla: il giorno in cui tutto cambierà. Che cercate? Che valore? Che incontro supremo? Ora, è troppo tardi. La morte non è la speculazione, ma la premessa. Tutti i postulati sono inevitabilmente incompleti.
Come l'amore e l'effimero.
Niente.
Questa è la vendetta della mia coscienza, ma ora sono debole, inghiottito nella mia memoria visiva, nel rombo selvaggio dei miei nuclei talamici inferiori, intriso di chimica come amigdala archivio della mia memoria e della mortalità poggiata a piste come coca su un tavolino.
Lotto disperatamente con la scorza dei pazzi come un malato di vita.
Le mie fantasie sono un prestigio segreto per l'eternità, colano lungo la spina dorsale con la bava che autoproduce se stessa.
Annegando nel piacere come un enorme erezione; nel dolore mi nutro ancora di sfide maggiori: l'unico modo per dimenticare me stesso paralizzato dal mio stesso peso.
La soglia di tutte le realtà non è mai reale.
All'inizio di tutte le cose, abbiamo entusiasmo, un mondo intero da cambiare; poi svanisce l'entusiasmo, il rapporto cede e il mondo scompare.

La follia è solo uno dei tanti modi per accettare la realtà, la ragione è l'unico per nasconderla.

Scriverò un altro insignificante modo di comunicare: la poesia.
Vedo la poesia come il ruggiungimento ultimo di questa esistenza, l'ultima parola, l'ultimo respiro; prima di capire che tutto questo parlare era solo un altra idiozia umana in prosa.

Ma vi amo perchè siete tutti così prossimi deboli e indifesi. Io vi amo perchè avete la possibilità di prendere tutte le vostre illusioni e farci impacchi per il culo. Io vi amo perchè ho rispetto dei defunti e dei prossimi. io vi amo perchè vi vedo lì vestiti bene come non fareste mai ma qualcuno lo farà per voi. Io vi amo perchè siete nati vecchi senza data e nome se non una delirante eufonica aggregazione di consonanti che vi denotano. Io vi amo perchè anche le sillabe che uso per dirvi vi amo sono cacofoniche. Io vi amo come un ultimo respiro perfetto. io vi amavo davvero. Io vi amavo perchè avete tutti creduto nella follia dell'amore, nella possibilità di essere compresi e amati veramente.
Io vi ho amato per la vostra carne che fremeva all'insegna degli orgasmi agognati. Io vi amo perchè le pecore sono sempre state le mie preferite.

La luce è più veloce del suono. per questo motivo alcune persone sembrano brillanti fino a quando non scrivono o parlano.

Tutto è così triste e aporettico come fosse "Filosofia".

Non sopporto più un cazzo, questa è la l'apoteosi della cecità, lo sponsor della solitudine di massa col sorriso, i bacini stile ti vorrò sempre bene; quel tipo di allegria rumorosa è cacofonica come le parole che fanno eco nella mia testa come urla. Queste piazze puzzano come l'idiozia che le riempie. Potrei impoverirmi acquistando alcune persone al prezzo che loro ritengono di valere, rivendendole al prezzo che realmente valgono. Questa città non ha più anticorpi, digerisce tutto, mastica merda e ce l'ha sputa in piccole dosi controllate o misurate a passi. Questa follia, propinata come il miglior modus vivendi attraverso una propizia e massiccia educazione di massa o meglio indottrinamento indotto e senza parvenza di coercizione: è peggio dell'eugenetica adottata da quella branca della psichiatria nazista.
Ma un giorno avremo pensieri telepatici a 4096 bit, immagini visibili direttamente all'interno dei nostri occhi e processori di memoria dove i calcoli saranno solo un ricordo del passato. Tra meno di 50 anni "noi" saremo per i ragazzi del futuro ciò che oggi è il paleolitico per noi. Avremo sicuramente risolto e perfezionato tutti i calcoli quantistici sul macro e microcosmo. Avremo nuove religioni e magari le guerre saranno rare, la vita avrà una durata superiore e i vecchi faranno porno con l'ultimo tipo di cazzo alla moda. Il sistema solare sarà luogo di vacanza per ricchi, il multi verso sarà universalmente conosciuto, la conoscenza sarà iniettata direttamente nella corteccia della memoria interessata. Ma le risposte sui vecchi quesiti che ci poniamo da millenni non cambieranno "mai".

Esistenzialisti, ermeti, fautori del pensiero, gnomi mentali decretate me, fate la vostra esistenza su ciò che scrivo, io me nè fotto. Razionalisti, psichiatri e psicologi detentori dell'io, fenomeni della parola, della semantica e della logica, studiate "stò cazzo", capirete che non c'è nulla da studiare. Tutto il sapere è nel sapere di non sapere; il resto è bla bla bla.
Ecco perchè amo la anatre; sono meno intelligenti ma così umane
La sensazione di sapere è sbiadita, ha congelato il cemento per il nostro ultimo viaggio, destituisco l'idiozia con un proiettile alla nascita; ci sono troppe note negli occhi e in una faccia con una melodia mestrua di insensatezza. Il terrore dei filosofi è deteriorato, si sono rivolti alla poesia, alla rappresentazione del dolore palese come pelle di coccodrillo. Un attività di indagine insipida infinita che crea parole e parole come montagne.
Io mi adagio e riposo sulla luna, il mio intelletto e i suoi versanti, sostengono morte e terrore.
Mi ripeto e piango creando fontane e zampilli di vetro tagliente; parlando sottovoce alla mia assenza: soppianto ogni significato per estinguere ogni consolazione.
Rappresento il non avere avendo come un occhio all'immediato crudele

Come un Aquila viaggero tra le speranze e i sogni infranti, tra alture seppellite e immobili sotto macigni giganti. Vedrò passioni inerti nel terrore dei tanti..scendero in picchiata puntando il mio becco contro gli idioti i falsi, funambuli e poeti sputando le loro verità sotto l'ombra dei loro: abeti.
Desidero per me, il precipizio più alto che ci sia; perchè quando deciderò di buttarmi io saprò volare!!! perchè le mie ali sono sporche di terra di vita e di sangue..e come vulcani erutterete la vostra energia di modo che nessuno oserà mai più tentare di spazzarvi via o forse trasformarvi in uno stock di burattini inermi, abbandonati li a marcire perciò a prevenire i vermi: non rimanete fermi.

Non siamo tra le auliche rime del dolce stil novo del sommo sodomita Dante, viaggiatore dei più reconditi meandri della perversione ed oppressione clericale. Non siamo tra i Pascoli verdi e i Foscoli neri,
nè tra i bianchi Blake o i rossi di Baudelaire.
Siamo ratti che scrivono l'urlo della sconfitta, un richiamo senza eco, rimandato al mittente; e tutto morirà poco prima della nostra disfatta.

"in realtà le parole dopo la musica sono l'unico strumento per dipingere e colorare la vita su tele a perdere".

La Paralisi Cognitiva

Odio coloro che mi tolgono la solitudine senza farmi compagnia. 
cit. (Nietzsche)

Ho amato il fuoco, i colibrì accatastati nel tremore degli inverni, le mani, gli occhi attenti; conigli di plastica o selvatici roditori seriali. 
Calpestando sogni e seppellendoli sotto terra. 
E' un tempo questo; un tempo giovane: dove niente è niente. 
La mia preghiera è esserci quando arriverà la fine. 
Questa mia coscienza è quella di una pietra, spogliata della sua roccia, inorganica, immutabile: come fosse vita.
Nel mio baratro esistenziale, ho incontrato un uomo senza dolore, accarezzava le strade planando come senza un domani. 
Era obeso di pensiero e superava in eccesso l'ovvio senza un analisi logica; aveva una paralisi cognitiva. 
Era stato allevato a credere e cantare i suoi brani, a dare avanzi alle nuvole e cene alla solitudine. 
La chiamava fortuna catalettica; dava ampiezza alle sue ali interiori e non misurava le cose artificiali.
Allungava le braccia, le sue dita scattavano come allarmi; egli aveva viaggiato nel profondo di sé: review, pausa, avanti, cancella.
Era ben oltre le nostre patetiche visioni; ho incontrato un uomo senza dolore; il suo sguardo svogliato: era una freccia lanciata nell'umana indifferenza.
Parlava di questo mondo; diceva che non è un mondo ordinario. 
Come essere umano non avrei mai potuto riconoscere questo mondo, neppure nei miei sogni. Ma lui diceva: le creature che costituiscono questo mondo sono oltre l'immaginazione delle fantasie più sfrenate della narrativa. La corruzione delle loro forme sarebbe la vista più dolorosa, un olocausto per i nostri occhi. La sua voce mi entrava nelle orecchie come roccia fusa lungo il canale uditivo, 
Le loro peggiori urla come mille grida di disperazione provenienti dall'Inferno di Dante. Il pungiglione delle loro zanne più mortale di qualsiasi creatura terrena. 
Dovetti affrontare innumerevoli pericoli per la mia incolumità, quando fui costretto a lasciare la gioia dell'infanzia per incontrare i pericoli della maturità che avanzava.
E' una vita passata; nauseabonde ondate di nichilismo filtrano attraverso la mia pelle lacera, troppe porte di normalità si spalancano a a me e improvvisamente non ho paura della morte.
Questa è la via di mezzo, il velo della vita è di un tono seppia come un vocio assordante di un nulla gremito di tanto. Sorrido.
Esprimiamo gioia come l'escrezione di un veleno; il cielo deve avere solo un estremo avanti a sè. Torna sotto le tue coperte come un atomo pensante, come un illuso; o un pensiero fuori produzione.
Non ho più bisogno di risposte è folle cercarle: è come una caccia al tesoro per i pezzi dell'anima.

Come il fumo, raccolgo un elisir, una sigaretta fumata tra le strade sotto il sole; ascolto musica da matti : batte la cassa nel cemento.
Sono un anatra irrazionale, indosso le piume di prete che parla delle sue atrofie mentali; dislessica-mente: un linguaggio canonico in 4\4 dentro una cattedrale. Dimesso, debole, modesto. 
Faccio ponte, improvviso onde; porto tratti di vento all'estero come architettura madre o una poesia grossolana: nel fango umido dell'irrazionale scrivo.
Seduto sull'argine di un canale, invento una lingua per l'effluvio, trasporto urla nascoste; influenzo le mie dita a coppia: scivolo contro un alone di sterpe e serpi intorno al collo.
Apro agli organi alle concatenazioni di plastica che svolazzavano nell'inevitabili superfici dei marciapiedi.
Ora volo.
Ho un drago nella bocca; una vocale nel mio profondo senza senso.
La mia è una memoria alla quale ho permesso di fiorire. 
Ora; come fumo scompaio e lascio il suolo all'inetta terra.
Puff !!!
Avrei potuto scrivere una poesia, scavare un tunnel o qualcosa di più grande, moltiplicare le unità del secolo ciclico, creare un segmento nella finzione, prendere in prestito la verità come strumento di tortura e usare un sogno come ingranaggio.
Inghiottire i martiri l'interno di una nuvola, coprire gli occhi dai miei occhi con polvere di ferro; avrei potuto lasciare a voi in eredità la profezia di un pazzo. Potrei cadere in un grammo di voce, creare un abisso sopra di voi: ma non mi è concesso fare nulla.
Ore e ore poi, fisserò il soffitto; conclusione finale di significati che non esistono. Senza significato, riderò alle pareti, congelerò i vostri cuori di latta, i sogni reali che uccidono mentre tutto deambula e pende senza significato. Tornerò indietro, scrivendo a macchina, convergendo emozioni smembrate nei ricordi, scenderò lento nel parapendio del mio inferno o paradiso tattile; alternerò atto e potenza come dolce analisi equosolidale: avrò nervi tesi e tristi come falli di lattice. Calmerò isterismi manifesti. 
Cadrò senza significato: è tutto ciò che mi è dato di sapere.

Diventare stupidi per i concetti e dalle parole; è più saggio bere vino: sereno e assonnato nella certezza che tutto è così privo di senso. 
Oggi, domani, la mattina dopo o tra un migliaio di anni: cosa cambia.
Stanotte, ho la testa carbonizzata che rilascia catrame al suo passaggio sulle strade cementate dei ricordi. Alberi di osso nero, serpenti vasta gamma; è un triste spettacolo di pensieri che si masturbano tra loro.
Le immagini sono distorte come strade lastricate fino all'orizzonte, se alzo gli occhi mi vedo da fuori; sfuggente senza fretta: come una galassia nel nulla. I leoni bianchi sono nel dimenticatoio, i ruscelli salgono su a monte, il sole è freddo come "il non detto". 
Osservo denti sparsi ovunque, sono inghiottito nel sangue nero; questo è il mio cielo notturno. Tutto gira misterioso, la mia mano è un ombra solitaria, il mio volto è la disperazione finale.
Tutto si fonde irrevocabilmente con il cuore della notte.
La realizzazione non conta nulla, che tutto è vano, è irrilevante in quanto non cambia nulla. Rimaniamo vivendo le stesse vite come prima, se non per l'eccezione di un gusto neo-acquisito o per un sadismo latente che gode vedendo l'annientamento tutto intorno.
Il ragno nella mia stanza continua a tessere la sua tela con precisione, un mandala meticoloso che non è una forma di arte effimera, ma semplicemente una capacità di sopravvivenza, che è di per sé una forma di arte effimera.
Ho notato che l'umanità ha una innata insensibilità all'oblio. Costruisce monumenti con fatica, come se ci saranno sempre gli esseri umani per tutto a testimoniare le proprie lotte e conquiste. La loro serietà è una forma di ingenuità. Nessuno incarna questa ingenuità meglio di uno scrittore.
Non possiamo essere sicuri di un animale che agisce in serietà. Esso può essere feroce, allertato, aggressivo, intento, perseverante e devozionale, ma la sua capacità di passare da intensa concentrazione a pigrizia suggerisce che in realtà non si cura del risultato delle proprie azioni. E' un orrore e fa rabbia sentire persone sostengono che la vita è profonda e inesauribile, mentre trascorrono metà della loro vita davanti a un computer o un Tv facendo finta di vivere la vita al suo pieno potenziale. Se il mondo è irreale e il sé è un'illusione, ingurgitare una bottiglia discount di whisky alle 18 di un Martedì d'agosto; non farebbe alcun danno. 
D'altra parte, se il mondo è reale e il sé esiste, ingurgitare una bottiglia discount di whisky alle 18 di un Martedì d'agosto non fa alcun danno comunque.
Che bisogno c'è dell'euforia di Nietzsche per la lingua, del suo eccesso di possibilità e di contraddizioni, per i sui racconti di cose inutili. 
Di che cosa abbiamo effettivamente bisogno, di un reddito sicuro e lo stomaco pieno in questo mondo moderno? 
Forse una macchina di lusso e l'ultimo confort, di una sensazione puramente soggettiva; ma oltre a questo? 
Non è forse del tutto irrilevante a cercare di più? 
Così, nel contesto del 21 ° secolo, dove la vita è solo la vita, quando si è ricchi o poveri, possessori o posseduti, quello che è urgenza è lì per precipitare nella profondità dello sconosciuto. 
Non è Zarathustra che diceva che non stiamo solo vivendo (una immagine passiva del tempo che passa), ma che in realtà, mentre viviamo lo stiamo creando?
La questione rimane latente, nascosta dentro di noi, mentre passeggiamo in un età di "comfort zone" 

Abbiamo saputo così tanto dal sapere che "il non sapere" è tanto.
Solo la volontà di vivere assolve tutti dall'assurdo di questa idiota esistenza umana.

I miei versi scadevano ieri alle dodici, ho attraversato roma 
per avere prezzi modici, li vendevano al dettaglio.
Ho comprato me stesso, mi sono letto dentro un cesso alla stazione, la mia gola era un utero retroflesso, mandavo giù i punti e le virgole come fossero decessi. Non c'era nulla in cui io credessi, ho sconfitto tutto io sono un lutto. Vestitevi di nero colore desiderio, scavatevi una fossa che sia vostra e cercatevi un destino perché io ho già scelto il vino.
I miei terremoti sussultori richter scala sei, sono dentro la mia testa, parlate ancora di bellezza, vita e amore. L'unicità di versi per me è un tumore. Posso dire tutto, mi inchino al vostro lutto; sono già passato fottutamente passato. Non parlate del presente è già passato.
Sono degradato in uno specchio c'è il mio stato, ho un indice numerico eco-sumerico, un affezione clandestina alfabeto morse; lontano faccio segni muti leggo breil, mi sconvolgo di concetti e mi illumino d'immenso, tra treni e metropolitane; posti in piedi: macellazioni umane vagone per vagone. Le idee, la nazionalità, mille colori e rotte morte. 
La realtà è che come vada, sono uno schiavo filogovernativo; consumo vita, profitto e d'affitto vivo. 
Sono assistenza e previdenza di me. 

Questo è il labirinto delle incomprensibilità, un velo nero, l'equidistanza da ogni notte. Ma questa vita, è un fenomeno di desiderio per farci felici, inumidire clito e scaldarci tra le gambe.

Allora dormirò all'ombra dei miei pensieri, sarò la percezione del pane,
la sazietà delle emozioni orgasmiche; contro il freddo stomaco della mente.
"Sarò" il dominio cieco della materia, una catena di unità sessuale, nello spazio; nella pelle delle grandi labbra confuse.
Delimiterò i corpi, bacerò le lingue getterò via il controllo nel labirinto di questo piacere.
Se pur incomprensibile: è sul piacere che si fonda la vita.

Nessuno muore oggi per una terribile verità: ci sono troppi antidoti ad essa. cit. (Nietzsche)

In realtà siamo solo piccoli sottoprodotti, topi urlanti, cavie da laboratorio di un grande esperimento chiamato goldman sachs. 
Numeri umani sbiatidi ma ben chiari a codice a barre, schiavi di un potere economico che di umano non ha più nulla. 
Questo totalitarismo mai registrato nella storia ci ha degradato nei sobborghi della nostra stessa vita. Nessuno acquista più nei centri commerciali, sono loro che acquistano noi. Il nostro tempo è merce di scambio che gli alchimisti monetizzano. Le pubblicità ci guardano, le banche ci ignorano, gli stati sono solo una pastoia di inetti al comando di guerre con il nulla. L'umanità è l'ennesimo circo equestre dove nessuno si esibisce e nessuno applaude. 
Siamo lo stremo di un tendone vuoto per un circo che fà spettacoli altrove. Un circo che fà spettacoli solo per sè stesso. 
L'effimero puzza di insopportabilità, e l'insopportabilità è la palude nella quale stiamo affogando. Mettete una muta, comprate le maschere alla moda, imparate che la merda è solo un odore diverso. Questo mondo puzza di numeri a caso, questa razionalità umana è una scimmia che scrive la divina commedia a caso in un caldo e confortevole studio iperaccessoriato.
Se trovate un grattacielo degno di voi non esitate a volare almeno una volta. 

Ora; permettetemi di ritagliare la mia strana visione del vostro inferno, lasciatemi elucubrare i vostri sentimenti come fossero nel marmo. 
Ho uno shining interno che taglia tutte le verità nascoste, permettetemi di costruire la vostra essenza a colonne, una nuova cattedrale come sede di memoria, un giorno spero di ricordare l'artigiano che ha dipinto il paesaggio della vostra anima, come l'aurora di un sogno; ma forse anche questo è già passato. 
La mia indipendenza è ininfluente, ciò che resta di me è solo uno spettro orgoglioso, tutto di me si riassume in meno di un'ora.
Vivere; è come avere dei limiti in un parco giochi e la poesia come la filosofia in realtà: è solo un buon tipo di legno dopo la fine. 
Amo la storia perché è il secchio dove abbiamo depositato la nostra spazzatura umana. 
Comincio a bruciare tutto, ho la biologia negli occhi e tutte le ossa interdipendenti tra loro, avevo creduto fosse possibile pianificare e manipolare gli organi come un sistema dualistico di tempo e di impulso. Ma l'eternità ha tre sguardi; moltiplica terremoti e taglia tutte le probabilità di vivere davvero questa vita e non sprecarne neanche un attimo. 
La noia e l'idiozia hanno l'orologio e non invecchiano mai: 
esautorano tutto a tal punto da sopravvivere solo i fiorì. 

Pensare al tutto è inutile come pensare al nulla. 
Quello che fà Dio: nulla. 
Quindi il nulla è l'equivalente di pensare come un Dio equidistante.
Diffido di tutto, soprattutto delle mie certezze; amare scopare e morire: tutto si riassume in un attimo: a voi la poesia l'arte e la filosofia.

Questo è il ronzio forte che mi fà chiamare questa circostanza vita: oltre tutti gli abissi e senza finestre.

Enrico Marra

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Articolo in sintonia: http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2011/09/psicanalisi-i-ching-tao-ed-il-suono.html

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