Nel Living Planet 2016, il Report Biennale sullo stato di salute della terra: entro il 2020 si prevede il crollo del 67% delle specie animali e vegetali; le cause più comuni sono: l’agricoltura non sostenibile (dicasi monocolture di mangimi per animali); il disboscamento (in genere per adibirlo a pascolo); l’inquinamento dovuto ai mezzi di trasporto (gli allevamenti inquinano più di tutti i mezzi di trasporto del pianeta); lo sviluppo residenziale o commerciale (crescete e moltiplicatevi), la produzione di energia elettrica; lo sfruttamento minerario, la caccia indiscriminata, il bracconaggio, etc.
La distruzione di questi ecosistemi rappresenta una rischio non solo per le piante e la fauna selvatica ma anche per gli esseri umani dal momento che gli ecosistemi ci forniscono acqua (e se è inquinata ci ammaliamo), aria pulita, cibo, energia, rimedi naturali.
Questo patrimonio si sta riducendo ad un ritmo più veloce di quello necessario al reintegro a causa della pressione umana. Nel giro di pochi decenni sono stati distrutti 2 miliardi di ettari di foresta. Dal 1970 al 2012 le popolazioni di elefanti si è ridotta del 38%. Senza specie animali, gli ecosistemi crolleranno e con loro i servizi che la natura ci fornisce quotidianamente.
(Fonte: WWF)
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