Secondo i dati Sipri, a livello mondiale,
investiamo quasi 5 miliardi di dollari al giorno in armi. A livello
italiano, secondo l’Osservatorio ne spendiamo 64 milioni di euro al
giorno. E’ un’industria fiorente quella italiana delle armi che
esportiamo e vendiamo in tutto il mondo. In questo periodo abbiamo
venduto bombe all’Arabia Saudita e al Qatar, che poi le hanno date a
gruppi armati legati a Al-Qaeda come a Jabhat al –Nusra in Siria. E
tutto questo nonostante la legge 185/90 che vieta la vendita di armi a
paesi in guerra e a paesi dove vengono violati i diritti umani.
L’Italia
ha esportato armi nel 2015 per un valore di oltre 7 miliardi di euro a
tanti paesi che sono o in guerra o dove sono violati i diritti umani. Ma
come fanno i nostri governi a parlare di legalità, quando agiscono in
maniera così illegale? E’ la grande Bugia. “La violenza esiste solo con
l’aiuto della Bugia”, diceva Don Berrigan, il gesuita nonviolento
americano scomparso lo scorso anno. E’ passato il tempo in cui i buoni
possono rimanere in silenzio.”Ed è proprio questo quello che mi
sconcerta di più: il silenzio del movimento per la pace davanti a
questi scenari di guerra. Non lo posso accettare.
Dobbiamo scendere in
piazza, urlare, gridare, protestare. Forse non riusciamo a parlare
perché il movimento è frammentato. Allora mettiamoci insieme. La
situazione è troppo grave. Per questo dobbiamo avere il coraggio di
violare la legge, di farci arrestare,di andare in prigione .Questo
sarebbe il dovere prima di tutto dei religiosi, dei preti, delle suore
come i fratelli Berrigan e le suore domenicane negli USA che si sono
fatti anni di carcere nel loro impegno contro la ‘Bomba’.
E come
cristiano mi fa ancora più male il silenzio dell’episcopato italiano e
di larga parte delle comunità cristiane. Per fortuna c’è Papa Francesco
che parla chiaro. Nel suo messaggio per la Giornata Mondiale della Pace
(1 Gennaio 2017) afferma che “essere veri discepoli di Gesù oggi
significa aderire anche alla sua proposta di nonviolenza.” E
prosegue:”La nonviolenza praticata con decisione e coerenza ha prodotto
risultati così importanti. I successi ottenuti da Gandhi e Khan Abdul
Ghaffar Khan nella liberazione dell’India, e da Martin Luther King
contro la discriminazione razziale…”
Papa
Francesco invita le comunità cristiane a perseguire questa strada della
nonviolenza attiva, come la strada obbligata per i seguaci di Gesù.
“Dite al mondo che non esiste più una guerra giusta- ha detto una suora
domenicana irachena Nazik Matty durante il convegno sulla guerra e
nonviolenza, promosso in Vaticano da Papa Francesco. Lo dico da figlia
della guerra.”
Papa Francesco forse presto ci
regalerà un’ enciclica che potrebbe mettere la parola fine alla teologia
della guerra giusta e indicare la nonviolenza attiva come la strada
inventata da Gesù. E’ la strada che le comunità cristiane devono
imboccare con lo stesso coraggio che hanno avuto Gandhi, Martin Luther
King, Don Berrigan, Don Milani…. Ma queste comunità dovranno avere la
capacità di unirsi a tutte le altre realtà nonviolente creando un grande
movimento popolare per la pace. Ma per arrivare a questo dobbiamo tutti
essere disposti a pagare un alto prezzo. “Noi urliamo pace, pace, ma
non c’è pace-diceva Don Berrigan. Non c’è pace perché non ci sono
costruttori di pace. Non ci sono costruttori di pace perché fare pace è
altrettanto costoso quanto fare guerra- almeno altrettanto esigente
perché si paga con la prigione e la morte.”
Alex Zanotelli
Padre Missionario Comboniano
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