lunedì 30 aprile 2018

In ringraziamento all'eroe russo, Stanislav Evgrafovič Petrov, che salvò il mondo dalla catastrofe nucleare


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Stanislav Evgrafovič Petrov,  deceduto  a Frjazino, il 19 maggio 2017,  è stato  tenente colonnello dell'Armata Rossa durante la guerra fredda.
Il 26 settembre 1983 identificò un falso allarme missilistico - prendendo difficili decisioni al limite delle sue prerogative e dei regolamenti preposti - evitando così il più che probabile scoppio di un conflitto nucleare mondiale.
La storia dice che quel giorno  a Petrov fu richiesto di sostituire l'ufficiale di servizio al bunker Serpuchov 15, vicino a Mosca, con il compito di monitorare il sistema satellitare posto a sorveglianza dei siti missilistici statunitensi, interpretando e verificandone i dati, per informare i suoi superiori di un eventuale attacco nucleare contro l'Unione Sovietica. Nel caso si fosse presentato un attacco, la strategia dell'Unione Sovietica era quella di lanciare immediatamente un contrattacco nucleare su vasta scala contro gli Stati Uniti, secondo la dottrina della distruzione mutua assicurata. Alle 00:14 (ora di Mosca) il sistema satellitare diede l'allarme segnalando un missile lanciato dalla base di Malmstrom, in Montana, in viaggio verso il territorio sovietico. Petrov, ritenendo inverosimile un attacco con un unico missile, pensò a un errore del sistema e non segnalò ai suoi superiori l'accaduto. 

Pochi minuti dopo il satellite segnalò altre quattro volte un report uguale, per un totale di 5 missili nucleari potenzialmente in viaggio verso l'URSS. Lanciare l'allarme, assecondando quanto riportato dal sistema, avrebbe potuto significare dar avvio alla risposta nucleare verso gli Stati Uniti da parte sovietica, ma Petrov, che conosceva bene le peculiarità del sistema satellitare sovietico OKO, considerando troppo esiguo l'attacco missilistico in corso rispetto alla dotazione statunitense, ritenne che si stesse trattando di una serie di errori. 

Alla fine delle analisi (con i presunti missili lanciati ancora in volo verso il suolo sovietico, ma non rilevati come presenti da altre fonti), decise di segnalare il tutto ai superiori come un malfunzionamento del sistema, anziché come un attacco nucleare dagli Stati Uniti all'Unione Sovietica. La decisione si rivelò giusta. Venne infatti poi accertato che si trattava di un falso allarme dovuto a una particolare congiunzione astronomica tra la Terra, il Sole e l'orbita del sistema satellitare OKO - collegata all'equinozio autunnale appena accaduto - che aveva dato inaspettatamente luogo a consistenti riflessi solari su nubi ad alta quota, erratamente identificati come lanci di missili. Petrov aveva interpretato i dati e gli ordini nel modo più esatto, con beneficio per tutto il pianeta.

In seguito il colonnello fu redarguito, ufficialmente per altre ragioni, e la sua carriera militare terminò con la pensione anticipata. L'episodio che lo vide protagonista fu tenuto segreto a lungo, approdando all'opinione pubblica quasi dieci anni dopo, mentre Petrov si era nel frattempo ritirato a Frjazino, un piccolo villaggio vicino Mosca, dove visse in condizioni economiche precarie fino al  2017, anno in cui morì. 

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(Fonte notizie: Accademia Kronos e Wikipedia)

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