giovedì 21 febbraio 2019

.... anche il sesso, se ecologico, aiuta la causa spirituale!


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Nei testi che trattano di tantrismo abbiamo spesso letto che individui speciali, dotati di un’autentica potenzialità spirituale, riuscivano sovente a convertire altri esseri umani (ovviamente di sesso opposto) proprio grazie ad un’abile utilizzo delle loro potenti capacità sessuali. Queste persone speciali (grandi yogi, o mahasiddha) erano in grado di ottenere risultati davvero strabilianti, tramite le pratiche tantriche di cui erano perfettamente padroni, risultando così vincenti nel rapporto sessuale e affettivo, tanto che i loro partner (spesso al femminile, ma talvolta anche al maschile) arrivavano così ad una sorta di venerazione che poi, una volta che essi stessi raggiungevano la vera comprensione del Dharma, sublimavano in una comune Coscienza unica.

Alcune di queste storie  sono spesso state davvero promozionali per l’illuminazione delle persone che ebbero tali esperienze (in quanto un individuo realizzato ha sempre principalmente a cuore la redenzione e la salvezza degli altri esseri, portandoli poi alla conoscenza del Dharma) si può perciò capire quanto mai utili possano esser state quelle esperienze (e quindi, anche quelle di tipo sessuale).

Poiché, di solito, il sesso è già di per sé una forte attrattiva e una potente calamita che spinge le persone fuori di sé per farle aggrappare fisicamente e mentalmente ad un altro individuo di sesso opposto (o almeno, questo è ciò che avviene in natura nella maggior parte dei casi), il cosiddetto sesso sacro è usato dalle persone illuminate per far dirigere le persone ‘normali’ verso la spiritualità. Questi esseri illuminati, proprio per attirare gli esseri ‘ordinari’ verso il Dharma, diventavano delle ‘esche’, al fine di poter essere afferrate dalle menti delle persone ottenebrate ed abituate a trattare con i consueti fenomeni ‘normali’ del mondo ordinario (samsara). Quindi, proprio come veri bodhisattva, essi scendevano nei meandri della vita di tutti i giorni e utilizzavano la loro abilità nelle arti amatorie per far innamorare i rispettivi partner occasionali.

I mahasiddha indiani e tibetani (e probabilmente anche cinesi) usavano tutta lo loro potente virilità per riuscire a far innamorare particolari donne che poi, quando erano ben emancipate, diventavano a loro volta delle ‘realizzate’ che poi andavano a caccia di determinati uomini, per ripetere tutta la faccenda… (0vviamente, in tutto ciò giocava anche e soprattutto il ruolo del karma, dato che solo persone con elevati meriti virtuosi potevano essere avvicinate dai bodhisattva, per la loro redenzione). Così, tutte quelle persone che venivano attratte dall’amo del bodhisattva, normalmente, diventavano a loro volta individui speciali dotati di forte capacità intuitiva per comprendere il Dharma e proseguire così l’apostolato.

Bisogna dire, comunque, che questa sorta di iniziazione tramite l’approccio sessuale, o almeno tramite il rapporto affettivo, non fu soltanto una prerogativa dell’Induismo e del Buddismo. Vi sono innumerevoli esempi, più o meno approfonditi o rivelati in modo parziale, anche in altre religioni. Già nell’antico Cristianesimo possiamo leggere che Licia, una giovane fanciulla che era al seguito dei discepoli e dei seguaci di Gesù Cristo, fece innamorare di sé un giovane centurione, al fine di convertirlo alla ‘fede’, e grazie alle sue ‘grazie’, a quanto sembra vi riuscì…

E nell’Islam, ai devoti musulmani che applicano bene la religione e le regole del Corano, viene promesso che dopo la loro morte essi potranno arrivare in un celestiale paradiso, delizioso e pieno di felicità, abitato da disponibilissime e bellissime vergini chiamate ‘uri’, che sanno bene come ricompensare i baldi giovani che hanno meritato quel paradiso… Vi sono comunque tanti esempi, per cui non serve che io ne faccia un elenco. Basta saper sfogliare i testi sacri e si scoprirà che la sessualità, se usata a fin di bene, è una magnifica ‘leva’ per poter aprire la porta del cuore, e quindi per approdare alle sponde del Nirvana.

D’altronde, nel Buddismo, il sesso non è mai esplicitamente vietato. Al contrario, noi troviamo che viene solo raccomandato di ‘non fare sesso scorretto’, il che significa che vi sono circostanze, periodi e persone in cui e con le quali il sesso NON si deve fare. Ed è facile capire quali siano le persone, le circostanze e i periodi in cui bisogna astenersi dal fare sesso. Sono tutte quelle volte in cui il sesso produce dolore e sofferenza. Cioè, quando si fa soffrire qualche persona a causa del voler ricercare il nostro personale piacere e quindi, ogni volta che si provoca un dolore nella mente di un’altra persona. Facilmente si capisce, perciò, quali siano le occasioni e le persone con le quali bisogna astenersi dal fare sesso. In tutte le altre occasioni, quando la natura e l’altra persona (il partner, o coloro da cui essa dipende) sono permissive e consenzienti fino in fondo, allora possiamo utilizzare il sesso per provare, e far provare gioia e felicità.

Oggigiorno, sembra che le cose che riguardano la sessualità non siano più così facili, e forse nemmeno così utili e vantaggiose. La morale sociale e religiosa più imperante è che il sesso può essere fatto solo dopo il matrimonio ed a scopo procreativo. Qualche eccezione la legge la consente a persone adulte consenzienti che abbiano comunque la decenza di farlo in luoghi privati ed appartati. Ma, quanto agli effetti ‘emozionali’ e psi-cologici che i rapporti sessuali hanno sulla sfera sociale, la cosa viene lasciata al caso o solo alla maturità individuale delle singole persone. Benchè vi sia un numero crescente di ‘sessuologi’ che blaterano intorno alla sessualità, nelle istituzioni pubbliche e sociali il sesso è e resta sempre un ‘tabù’, anche a causa di una continua ‘degenerazione’ delle coscienze che, ai giorni nostri, sono davvero ridotte allo stato pre-animale.

Forse, ed è appunto questa la conclusione del mio discorso, oggigiorno nemmeno la religione e la spiritualità possono più redimere il sesso e farlo tornare alla sua funzione di sacralità. Se, continuamente, nella Chiesa Cattolica moltissimi sacerdoti e alti prelati sono accusati, e spesso anche condannati, per i loro immorali atti sessuali perpetrati nei confronti di ingenui giovani e donne che frequentano oratori e sacrestie, ciò sta a significare che la funzione di sesso sacro si è profondamente ‘trasformata’. Mancando un vero spirito di redenzione e salvezza dell’anima nei riguardi dei nostri simili, oscurati dalla loro ignoranza di ‘come le cose veramente sono’, quei religiosi di qualunque tipo che oggi sono così invischiati nelle passioni del sesso, purtroppo cadono nella egoistica trappola del mero sfogo personale. Ecco quindi perché, alla fine, essi vengono travolti totalmente, restando imprigionati alle passioni solo per il loro piacere personale, e non certo per un atto di compassione e tenerezza verso gli ingenui succubi delle loro turpi manifestazioni.

Purtroppo, questo mistero del ‘sesso-sacro’ rimane oscuro ed ignoto ai profani, dato che esso si svela e viene totalmente compreso solo dopo l’illuminazione. Infatti, è solo quando si è compreso che ‘siamo tutti un’unica realtà, che è possibile sentirsi e ‘inter-relarsi’ come se fossimo tutti ‘un solo corpo’. A quel punto, così come ognuno sa bene come far emergere il piacere dal proprio corpo, manipolandolo senza alcun bisogno di creare disturbi in altre persone, a quel punto, si sarà in grado di far sorgere il piacere in altre persone, pensandole e trattandole come se fossero il nostro stesso corpo. Però questo è il segno e la caratteristica di chi ha superato il limite egoistico della persona comune, ed è in grado di usare il sesso allo steso modo di ogni altra capacità umana, se e quando è usata allo scopo altruistico per aiutare e non nuocere agli altri

Questo significa che, al giorno d’oggi, in cui il sesso è spesso considerato quasi come una violenza fatta su qualche altra persona, di solito ignorante in materia ed educata soltanto a non essere usata come sfogo degli altrui istinti animaleschi, è molto meglio applicare la ‘via della rinuncia’. Alla luce di questo, i bodhisattva contemporanei hanno dovuto riadattarsi e riprogrammarsi. Oggi non è più possibile (se non in particolari e rare circostanze) gettare l’esca della sessualità tantrica per far abboccare le coscienze. Oggi è necessario saper utilizzare meglio gli altri ‘mezzi-abili’, che sono la dialettica, la metafisica, una buona capacità di convinzione, il carisma (quando c’è) e una grande compassione mentale che sia in grado di espandere il suo amore per gli esseri, perché non vuole più vederli soffrire e vuole portare le loro menti sulla via della saggezza consapevole e dell’illuminazione.

Alberto  Mengoni
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