E. Boscaro, L.Barbiero, G. Stocco (Normachem) su Ambiente & Sicurezza sul lavoro n. 3/2019
(https://www.insic.it/Salute-e-sicurezza/Notizie/Su AmbienteSicurezza-sul-Lavoro-n3-2019-si-parladi/196f8ca4-01a9-405b-92cc-c239f0cc48a2) affrontano l’inquadramento legale delle “nanoforme”,
analizzano i riferimenti ai nanomateriali all’interno del Testo Unico di Sicurezza e soprattutto le difficoltà,
i limiti e le sfide per i valutatori del rischio e per i datori di lavoro, cercando di fornire alcune indicazioni
pratiche su come gestire il rischio correlato all’uso di nanomateriali e di conseguenza come definire le
misure di gestione del rischio più corrette per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Negli ultimi decenni, grazie all’enorme progresso scientifico, si sono fatti sempre più largo prodotti
contenenti “nanoforme” e “nanotecnologie”. Sul mercato europeo sono già presenti numerosi prodotti
contenenti nanomateriali (ad esempio farmaci, batterie, rivestimenti, indumenti antibatterici, cosmetici
e prodotti alimentari). La presenza di particelle nanostrutturate conferisce molto spesso al prodotto
finito caratteristiche di alta prestazione con risultati a volte “strabilianti”. Però, come spesso succede in
questi casi, l’aspetto commerciale ha di gran lunga preceduto la valutazione di quale potrebbe essere
l’effetto di queste sostanze sull’uomo e sull’ambiente.
Per capire di cosa stiamo trattando, bisogna andare a leggere la definizione di nanomateriale. L’unica
definizione legalmente riconosciuta a livello nazionale ed europeo è quella prevista dalla
raccomandazione europea la quale recita al punto 2.
Con “nanomateriale” s’intende un materiale naturale, derivato o fabbricato contenente particelle allo
stato libero, aggregato o agglomerato, e in cui, per almeno il 50% delle particelle nella distribuzione
dimensionale numerica, una o più dimensioni esterne siano comprese fra 1 nm e 100 nm. I fullereni, i
fiocchi di grafene e i nanotubi di carbonio a parete singola con una o più dimensioni esterne inferiori a
1nm dovrebbero essere considerati nanomateriali.
Diversamente dai prodotti chimici a cui il mondo scientifico e produttivo è sempre stato abituato, i
nanomateriali hanno rivoluzionato il modo di pensare in quanto le proprietà chimiche che dimostrano, a
causa delle loro estreme dimensioni, sono spesso diverse o addirittura diametralmente opposte a quelle
previste dai rispettivi materiali “in forma macro”.
Luigi Campanella - (A.K.Informa n. 46)
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