lunedì 11 aprile 2016

Contadino... come un lombrico nella terra!



Il Lumbricus terrestris è la specie appartenente al genere “Lumbricus” (i lombrichi) maggiormente diffusa. Il genere Lumbricus comprende circa 700 specie, tutte composte da anellidi terrestri della sottoclasse degli oligocheti (Oligochaeta).


Il phylum degli anellidi (Anellida) è il più importante gruppo di “vermi metamerici” nel regno animale, ovvero vermi che presentano una suddivisione del corpo in tanti elementi uguali serializzati (detti metameri). L’etimologia del nome “Anellida” deriva proprio da ciò; i tanti metameri in cui è suddiviso il loro corpo hanno forma ad anello (dal latino “anellus”, diminutivo di “anulus”: piccolo anello).


Gli oligocheti sono un raggruppamento di organismi formato in prevalenza da specie di terra e di acqua dolce, sebbene ci siano anche alcune specie marine di acqua interstiziale (l’acqua che colma gli spazi fra i granuli di sabbia e ghiaia dei depositi incoerenti nei litorali marini).

La maggior parte degli organismi di questa sottoclasse ha una spaziosa cavità corporea piena di liquido, chiamata celoma, utilizzata come “scheletro pneumatico” per consentire all’animale di muoversi. Il nome oligocheti deriva dal greco “óligos” (poco) e dal latino “chetae” (setole), infatti ogni segmento (metamero) presenta un numero ridotto di piccole appendici (chete), aventi la funzione di ancorare l’animale al substrato e quindi di coadiuvare e facilitare il movimento derivante dalle contrazioni/decontrazioni del celoma.


I lombrichi sono elementi di estrema importanza negli ecosistemi terresti, infatti, oltre a costituire il nutrimento per molte specie animali, sono fondamentali per l’areazione/idratazione dei terreni e per la formazione dell’humus (componente chimica del terreno, risultante della degradazione e rielaborazione delle sostanze organiche).

I lombrichi ingeriscono il suolo, nutrendosi dei residui organici presenti in esso. Per fare ciò scavano gallerie sotterranee, creando, quindi, condizioni favorevoli all’aerazione e ai movimenti idrici nel sottosuolo. Inoltre i cataboliti del loro metabolismo, insieme alla parte inorganica del terreno, vengono espulsi attraverso l’orifizio anale, andando a formare una componente base dell’humus.


Il lumbricus terrestris ha dimensioni che possono arrivare a 25 cm di lunghezza e scava gallerie che vanno da poche decine di centimetri di profondità fino ad oltre 2 metri! Questi piccoli tunnel nel terreno, soprattutto quelli più profondi, non si disfano facilmente, ma possono mantenersi intatti per anni nel sottosuolo.


I lombrichi hanno un corpo formato da 110-180 metameri, tutti uguali tra loro ad eccezione di quelli che contengono l’apparato riproduttore maschile e femminile. Tali segmenti presentano un ispessimento, chiamato clitello, ricco di ghiandole mucipare, con la funzione di facilitare l’adesione di due individui durante l’accoppiamento e, in seguito, di produrre i secreti per l’ooteca atta ad ospitare le uova (detta cocoon). Alla nascita i piccoli, dimensioni a parte, hanno la stessa forma degli adulti.

Tutti i lombrichi sono ermafroditi insufficiente, hanno sia l’apparato riproduttore maschile che quello femminile, ma non possono autofecondarsi e necessitano, dunque, di un altro individuo.

La serializzazione del corpo in elementi uguali gli conferisce una buona capacità rigenerativa e anche la possibilità di una riproduzione asessuata nel caso l’animale venga spezzato trasversalmente in due parti (purché entrambe le parti siano sufficientemente grandi).


Il lombrico non dispone di un vero e proprio apparato respiratorio, tutti gli scambi gassosi avvengono per semplice diffusione dal terreno ai tessuti. Per tale motivo necessita che nel suolo ci sia sempre un discreto grado di umidità. Diversamente dispone di un apparato circolatorio completo, seppure semplice, composto da un grosso vaso dorsale contrattile che attraversa l’animale per tutta la lunghezza e che alimenta gli organi segmentali tramite i numerosi vasi capillari afferenti.


Ogni segmento è dotato di alcune coppie di setole (chete), che piantandosi nel terreno, congiuntamente ai movimenti di allungamento e contrazione dei metameri/celoma, permettono al lombrico il movimento nel sottosuolo. Le setole fungono anche da “remi”, vengono orientate posteriormente per avanzare e anteriormente per retrocedere.


Gabriele La Malfa


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