giovedì 28 luglio 2016

Contrastare l'inquinamento acustico per salvaguardare la salute psicofisica umana ed animale



L'inquinamento acustico costituisce uno dei maggiori problemi ambientali in Europa; almeno un cittadino europeo su quattro sarebbe esposto a livelli di rumore da traffico stradale oltre i limiti o musiche ad alto volume,  per un totale di oltre 125 milioni di persone.
Tra gli effetti nocivi di tale inquinamento sugli esseri umani c'è il disturbo del sonno, che può a sua volta causare problemi più gravi come ipertensione o malattie cardiache.
C'è inoltre una crescente evidenza scientifica circa gli effetti nocivi del rumore antropico nel solo nella comunità umana ma anche  sulla fauna selvatica; in natura, infatti, molte specie ricorrono alla comunicazione acustica per importanti aspetti della loro vita come trovare cibo o individuare un compagno: l’inquinamento acustico può potenzialmente interferire con queste funzioni.
La legislazione europea mira a ridurre tale inquinamento e mette in evidenza anche la necessità di tutelare e preservare le aree che non risultano ancora toccate da questo problema. Le cosiddette zone tranquille sono una componente importante del paesaggio sonoro europeo e possono costituire - in ambito urbano ed extra-urbano - un'opportunità per il recupero psico-fisico di cittadini europei spesso altamente disturbati dal rumore.
La Direttiva europea sul rumore ambientale 2002/49/EC definisce zone tranquille extra urbanequelle aree che non sono interessate dal rumore di traffico, industria o attività ricreative, rumore cioè prodotto da attività umane. Un'area quieta in ambiente extraurbano non è necessariamente silenziosa, ma piuttosto una zona in cui vi siano alcuni tipi di rumore, come il rumore dell'acqua che scorre o il canto degli uccelli, che di solito sono percepiti come piacevoli.
Potenziali aree quiete in Europa
Un recente report dell'Agenzia europea per l'ambiente fornisce una prima mappatura delle potenziali zone tranquille nelle regioni rurali europee ed offre una panoramica su come queste zone potrebbero dare beneficio alle popolazioni umane ed animali.
Dal rapporto risulta che circa il 18% della superficie europea può essere considerata “tranquilla”, ma il 33% risente potenzialmente dell’inquinamento acustico.
La distribuzione delle zone silenziose è fortemente correlata alla densità di popolazione ed ai trasporti.
Altri fattori, come l'altitudine, la distanza dalle coste e l'uso del suolo, influenzano notevolmente la presenza di attività umane e di conseguenza del rumore. I paesi con una densità di popolazione relativamente bassa, come Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia, hanno la più alta percentuale di zone tranquille. Le zone più rumorose tendono a trovarsi in aree con densità abitativa più elevata, come in Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi. Aree remote come la regione alpina o vicino alla costa mediterranea possiedono anch'esse un'alta percentuale di zone tranquille. Circa il 27% dei siti protetti Natura 2000 in Europa hanno ampie zone tranquille, anche se un quinto dei siti protetti sono esposti a livelli elevati di rumore.
Alcune azioni sono state intraprese per proteggere le aree tranquille in campagna, ma il rapporto dell'Agenzia europea sostiene che ci sia ancora molto da fare per ridurre l'inquinamento acustico in queste zone, al fine di proteggere la salute umana e la biodiversità. Tra le misure possibili, ad esempio, c’è l'introduzione di una normativa nazionale o locale che limiti certe attività commerciali o ricreative nelle zone tranquille.
Il report dell'Agenzia europea si basa sul rapporto Guida alle zone quiete, pubblicato dalla stessa Agenzia nel 2014, che proponeva un metodo (Quietness Suitability Index - QSI) per poter identificare potenziali aree quiete in zone extra-urbane.
Nell'ultimo report si sviluppa ulteriormente e si applica il metodo QSI per mettere insieme una mappa - dell'Europa nel suo complesso e dei singoli paesi - che possa servire ad identificare le aree in cui è necessario intervenire per ridurre il rumore e per identificare potenziali zone tranquille da proteggere.

(Fonte: Arpat)

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