domenica 7 gennaio 2018

Sudderiore - [dialogo sul bioregionalismo immaginario]


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-ho studiato scienze psicomagiche.
-comincia sempre così il pentito.
-arte musica e teatro.
-qualcosa si prepara a smentire la bontà della scelta, si sente serpeggiare il dietrofront. 
-ho frequentato musei e mostre per vent’anni.
-venti, tanti, e poi, sentiamo, cosa è accaduto?

-dipingevo, facevo espressionismo astratto, ascoltavo free jazz e musica pop
rock
-sei un patito della musica.
-un giorno in una galleria d’arte ho iniziato a sentirmi soffocato dal
linguaggio rarefatto e artificioso dell’arte contemporanea.
-decisamente raro, fatto raro, vedo i contemporanei degli artisti contemporanei
che per ripulirsi gli occhi entrano nei musei.
-mi trovavo in difficoltà soprattutto con i miei nonni ferrovieri e contadini,
come spiegargli che facevo action painting?
-già, un bel problema, decisamente una rogna spiegare che lanciando un barattolo
di colore su un lenzuolo chiamato tela qualsiasi cosa rimaneva là sopra sarebbe
stato considerato un capolavoro -infatti come avrei spiegato che a Pollock è
bastato il gesto del versare colore per diventare Pollock, cioè uno dei più
grandi artisti contemporanei
-già, per non parlare ai tuoi nonni della merda d’artista!
-non sia mai, mi avrebbe disconosciuto come nipote lui che la merda la usava per
concimare e quindi tirar su tutto, dalle olive ai pomodori ciliegino
-come dire vedere la distesa di terra, niente solchi e i tuoi nonni trattare gli
broccoli come le patate e i ceci
-allora ho abbandonato l’arte astratta
-e il free jazz e il rock and roll?
-anche, e ho preso a viaggiare per l’Italia meridionale alla ricerca di un nuovo
linguaggio figurativo, -figurati, i gran tour con la differenza che sono fatti
da viaggiatori che non vengono dal vecchio continente.
-per paesi campagne borghi e contrade.
-treni autobus, autostop, passaparola, conoscenti
-ahha, soprattutto a piedi
-anche io me la faccio spesso e volentieri a piedi, come si chiamavano i tuoi
nonni, inseriamo dei nomi, mi sembra l’ora
-..............[........]......
-......... e ..........., e quindi niente più arte, né vista né praticata
-niente di niente, solo viaggi e solo sud
-sudderiore, prego, sud è poco, sudderiore è sud più dell’altro ancora, un
ulteriore, qualcosa oltre le coordinate geografiche
-cosa secondo te è questo deriore?
-ci arriviamo, proseguiamo, sei tu che stai raccontando, non io, io ti aiuto a
sgranellare la terra.
-un giorno nell’illuminazione, in una piccola stanza di una casa di terra, ho
scoperto dei barattoli contenenti semi di tutti i tipi e colori
-puntinismo, uno storico d’arte potrebbe a questo punto parlare di fatto
antecedente l’action- painting
-i semi sono al limite tra cultura materiale e cultura immateriale
-nel senso che non sono ancora nulla
-esatto, sono il concentrato genetico di quel che verrà
-si potrebbe parlare di materiale in potenza
-parlane pure se ti va, io vado avanti, in quella stanza c’era un’autentica
biblioteca ....
-semiteca, non male l’associazione
-la tradizione rurale contenuta nei semi, nella loro diversità trasmessa di
generazione in generazione assieme al sapere orale
-qui provo una certa corrispondenza tra andare a piedi e seminare
-come farli germinare nel modo giusto e coltivarli fino alla raccolta
-immagino il signor [nome di tuo nonno]
-rispettando attese e tempi giusti nel ciclo dell’anno
-la corrispondenza tra spazi bianchi e evoluzione da seme a frutto
-i semi mi hanno aperto un mondo, ho iniziato a comunicare con anziani bambini
intellettuali scienziati,
-mi interessa quella stanza, potrei vedere la semiteca un giorno?
-un linguaggio semplice e accessibile a tutti, provo a dirlo con un haiku
-tre versi e ognuno con un senso compiuto,
-yesse
-...... uhm....
-.....uhm non rientra
-pardon
-il senso del luogo il soffio del cielo la magia della parola
-luogo cielo parola, senso soffio magia
-il senso del luogo, quando arrivi in un posto che non conosci e man mano che
passa il tempo e il paesaggio muta ai tuoi occhi anche i volti delle persone
conosciute modificano i loro tratti
-questo secondo me è interessante, il fatto che ci sia una stretta somiglianza
tra gli abitanti di un luogo
-e il nomadismo della mente prende forma lasciando spazio ad accoglienze e
incontri che sanno di appartenenza e identità
-i versi più efficaci i frammenti di incontri
-riacquistiamo il senso del luogo facendo attenzione all’ambiente che ci
circonda, tenendo presente l’origine di quel che mangiamo imparando a
riconoscere piante e animali
-e la magia della parola come si colloca?
-con la magia della parola riscopriamo il senso della comunità e dei legami
intergenerazionali come sistema di protezione della collettività attuata anche
con lo scambio del seme nella comunità di appartenenza, rete di scambio e
socializzazione dei saperi attraverso la magia della parola
-infine il soffio del cielo
-il soffio del cielo, luce calore e acqua che svegliano la memoria genetica del
piccolo seme.
-la memoria genetica del seme, esattamente come la memoria di una parola anche
se il seme è più aderente a quel che verrà, non si scappa, dal seme di un
pomodoro nasce un pomodoro, da una parola non è detto che ogni volta si crei la
stessa situazione, dipende da chi la mastica questa parola -i contadini
selezionano i semi per grandezza, spesso però i semi piccoli e informi
resistono meglio ad attacchi di parassiti
-vale anche per le persone questo
-la biodiversità e’ la vera forza della specie nel ciclo evolutivo e va
preservata in modo assoluto nella sua totalità.
-sulla biodiversità non ti seguo più di tanto, mi sembra una invenzione del
mercato dopo aver distrutto la diversità
-il 10 ottobre 1970 esce “Atom heart mother” dei Pink Floyd, la suite dura
un’intera facciata ed e’ stata eseguita con una orchestra sinfonica.
-immaginarla come colonna sonora della biodiversità
-la spinta delle sensazioni può essere tale da annullare anche l’eventuale
messaggio della mucca che rumina sulla copertina del disco e la vitalità del
prato brulicante di semi
-brulichio di parole in mezzo allo spazio bianco
-Tommaso Campanella, il tuo corregionale, nella città del sole ipotizza una
città concentrica a sette cerchi, specchio della cosmologia celeste e
dell’intelligenza del cosmo.
-menomale non l’ha realizzata, fino a che è rimasta simbologia tutto bene
-nel cerchio centrale il sole entità suprema che Campanella rappresenta col
semplice simbolo O sintetizza col suo pensiero i nessi ecologici fra piante
animali e ambiente.
-siamo sempre pronti ad approfondire questo, in fondo basta fermarsi,
rallentare, stare seduti in una stessa stanza come adesso e far parlare le
parole, quel che tu dici dei nessi fra le piante gli animali e l’ambiente mi fa
immaginare una forma di albero di parole che via via disegnano questi nessi,
stiamo facendo conoscenza del mondo e di noi stessi entrando nel microcosmo
delle relazioni tra il tutto e le parti e fra le parti stesse.

-per lui il cosmo e’ un tutto inscindibile in cui pietre e stelle animali e piante, angeli e pianeti compongono una sterminata e capillare unità.
-inserirei Palomar di Italo Calvino, a questo punto
-attraversata in tutte le direzioni da vincoli occulti rispondenze parallelismi e influssi reciproci, fecondo avvio di una metodologia formata sulla evidenza dei dati sensibili e sulla autosufficienza della natura. Mente universale
-niente Calvino, niente Palomar, nessuna spada di luce
-Campanella comprende la potenza della sinergia tra gli esseri viventi e di
quella che oggi chiamiamo biodiversità applicando la teoria dei sette cerchi
potremmo ipotizzare sette livelli di biodiversità
-...uhm...

-il singolo seme con il suo corredo genetico biodiverso da tutti gli altri
-per esempio un fagiolo bianco
-il seme o fagiolo bianco è una varietà colturale o ecotipo, il tondino del favo il seme e la specie di appartenenza nel nostro caso il fagiolo
-nome scientifico?
-phaseolus vulgaris

Ferdinando Renzetti

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[il dialogo continua]

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