venerdì 14 giugno 2019

Manifesto per la realizzazione di una comunità ideale bioregionale


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Un sovvertimento di valori è necessario per la comprensione di ciò che realmente è utile  per sviluppare intelligenza e  qualità della vita in una comunità ideale bioregionale. 

Occorre andare oltre il “salto della quaglia” ed avventurarsi sulle cime impervie, imitando il volo dell’aquila che dall’alto osserva il territorio e lo fa proprio. L’aquila tutto scorge mentre la quaglia vola basso, anzi bassissimo, e vede solo la sua piccola porzione di terra.

Allo stesso tempo, da un punto di vista dell’ecologia profonda bioregionale, possiamo dire che entrambe le visioni sono necessarie, non si può trascurare né l’una né l’altra. Ma se trascurassimo la visione dell’aquila sarebbe come se credessimo di conoscere il mondo stando dentro al pozzo, come fece quella piccola rana nella storia zen (http://www.circolovegetarianocalcata.it/2016/06/14/settarismo-religioso-la-visione-limitata-della-rana-nel-pozzo/)

Tradotto in termini pratici questo significa che non si può essere maturi nella coscienza ecologica e sociale solo se ci si occupa del nostro campiello, della capretta nell’ovile, del pollo nell’aia, del ruscello che scorre dietro casa e delle piantine che crescono nel vaso sul terrazzo… o delle mille noie di mercato, del condominio, di precedenze strutturali, di beghe gerarchiche, etc.

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Del lontano e del vicino va tenuto conto per un integrazione nel nostro abitare in un determinato luogo, pur restando coscienti della comune appartenenza alla vita, in ogni luogo.

Dobbiamo essere consapevoli dell’inscindibilità della vita, partendo dal contesto familiare  in cui viviamo, osservando le cose con l’occhio dell’ecologia profonda, nell'habitat, nella società e nell’ambito istituzionale ed amministrativo.

Insomma abbiamo bisogno della spiritualità e della ragione, della cultura e delle sue variegate espressioni di pensiero ma anche di sensazioni, percezioni, intuizioni, sentimenti.

Altrimenti la nostra società sarà solo una sterile macchinetta funzionale e burocratica, la nostra battaglia sarà solo una continua ricerca di aggiustamenti esteriori con nuove leggi e leggine. Come possiamo far parte di una collettività  “ideale” e socialmente integra se non consideriamo anche –forse in questo momento storico direi “soprattutto”- le necessità del mantenimento delle dignità umane, della riscoperta dei valori morali e spirituali?

Ci vuole uno scossone intellettuale ed amorevole nella nostra attitudine, occorre avviare un bio-ragionamento al nostro interno. Dovremmo  essere attivi nel contesto sociale in cui viviamo ed ottemperare al dovere di manifestare il “bioregionalismo”, “l’ecologia profonda” e la “spiritualità laica”  nella nostra comunità.  

Paolo D'Arpini

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