giovedì 23 gennaio 2020

27 gennaio e l’olocausto quotidiano…


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«Un giorno i nostri figli ci chiederanno: “Tu dov’eri durante l’Olocausto degli animali? Che cosa hai fatto per fermare questi crimini orribili?”. A quel punto non potremo usare la stessa giustificazione, per la seconda volta, dicendo che non lo sapevamo» Helmut F. Kaplan
Il 27 gennaio di ogni anno, a partire dal 1945, si ricordano le vittime dell’olocausto: ebrei, omosessuali, zingari e avversari politici che furono imprigionati nei campi di concentramento nazisti. Parecchi di loro perirono di stenti e di angherie, di esperimenti medici disumani, di fame, etc.
Quello non fu il primo olocausto e nemmeno l’ultimo, sembra infatti che l’uomo abbia la tendenza al genocidio e di tanto in tanto questo “vizio” si manifesta, contro i suoi simili scomodi da sopportare. Non voglio qui però enumerare tutti gli stermini compiuti ed in corso contro l’umanità… sarebbe un’azione politica impropria visto che molto spesso sono le stesse cosiddette “democrazie” a metterli in atto. C’è già chi provvede a fare questo lavoro di scoperchiatura dei sepolcri imbiancati e non voglio rubar loro il mestiere.
Eppure qualcosa vorrei dire. Poiché sono anch’io un democratico e vorrei tentare di salvare la categoria. Ci professiamo tutti democratici, almeno a parole, anche se, più o meno consciamente, continuiamo a tollerare il dominio di un sistema economico-culturale che nulla ha da invidiare al nazismo. C’è un razzismo quotidiano che imperversa e ci condiziona, dal linguaggio alle abitudini alimentari. Diceva un amico vegetariano, Francesco Pullia: “C’è una presunta ‘normalità’ che gronda sangue e risulta inaccettabile. Parafrasando un noto aforisma di Adorno, Auschwitz inizia ogni volta che passando da un bancone di un supermercato, dalla vetrina di una pellicceria o ci sediamo per mangiare facciamo le spallucce e diciamo che si tratta ’solo di animali’. Se si da per scontata l’esistenza di un mattatoio, non ci si può stupire o indignare degli stermini di massa che hanno infangato i secoli. Siamo circondati da migliaia di Buchenwald, Birkenau, Dachau…”
Per un senso universale di giustizia occorre ricordare, con la ricorrenza del 27 gennaio, tutte le vittime cadute per mano dell’uomo, in seguito all’accecamento dovuto ad una ideologia, ad una religione, ad una golosità… Vittime sempre innocenti, sempre mutilate e vilipese in nome di un “interesse superiore” o della ragion di stato o…. della culinaria….
Nel mondo, secondo gli ultimi dati disponibili, si allevano circa 1 miliardo e 300 milioni di bovini, 2 miliardi e 700 milioni di ovini e caprini, 1 miliardo di suini, 12 miliardi di polli e galline e altro pollame. Solo di bovini, ogni anno in Italia si macellano circa 4.700.000 animali. Ci troviamo in un mondo dove nessun politico parla degli animali massacrati tutti i giorni a milioni, dove i segnali di madre natura non vengono ascoltati nonostante i suoi continui avvertimenti…
Il menefreghismo e l’ignoranza penso siano i nostri veri nemici ma sono convinto che dobbiamo aprire gli occhi a più persone possibili, dobbiamo smetterla con l’olocausto continuato. Cominciando dal rifiuto personale all’essere compartecipi dello sterminio a cui vengono sottoposti i nostri “fratelli minori” e delle sue conseguenze sul nostro modo di vivere e sul nostro pianeta. Forse solo allora potremo sperare in un vero cambiamento per una società che possa vivere in armonia con animali e natura senza odio, guerre, razzismo… un razzismo che comincia a tavola!
Alcuni potranno scandalizzarsi del mio paragone sugli stermini compiuti contro l’umanità rispetto a quelli verso il mondo animale… ma, pensiamoci bene, non è anch’esso un animale l’uomo? Non siamo noi tutti umani animali, definiti evoluti, che in seguito alla nostra presunta “intelligenza” siamo stati in grado di dominare tutte le altre e la nostra stessa specie? Non siamo noi animali che assoggettano tutto ciò che è vivo, che usano con mercimonio altri esseri umani e non umani, che distruggono l’habitat e gli elementi, che cancellano dalla loro coscienza l’appartenenza comune alla vita? Sì, siamo animali…. che hanno cancellato la memoria!
Paolo D’Arpini
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