giovedì 9 gennaio 2020

Italia sventrata - Il gasdotto TAP transadriatico attracca entro il 2020 a Melendugno


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"Come sapete già, TAP è una parte importante del progetto Corridoio meridionale del gas (SGC), disegnato per la consegna del gas azero in Europa. Il gasdotto è costruito al più di 90%. Secondo le nostre aspettative, il progetto sarà completato entro la fine di quest'anno", ha detto il ministro dell'Energia dell'Azerbaigian, Parviz Shahbazov.
Il gasdotto TAP, gli investimenti nel quale ammontano ai 4,5 miliardi di euro fa parte del progetto Corridoio meridionale del gas. La capacità iniziale del gasdotto sarà di 10 miliardi di metri cubi di gas all'anno con la possibilità di raddoppiarla. Si prevede che la costruzione di TAP sarà completata nel 2020, in modo che il primo gas azero giunga all’Europa nello stesso anno. (Gli azionisti di TAP sono: British Petroleum — 20%, SOCAR (Compagnia petrolifera statale dell'Azerbaigian) — 20%, Snam — 20%, Fluxys — 19%, Enagas — 16%, Axpo — 5%).
Il percorso TAP inizierà dalla città greca Kipoi, al confine con la Turchia (dove è previsto il collegamento con TANAP, un altro gasdotto inaugurato nello scorso dicembre in Turchia) e l'attracco  in Italia del gasdotto sarà nel comune italiano di Melendugno, situato nel centro-est della penisola Salento, in Puglia.

Il gasdotto TAP: il nodo Puglia

L'8 gennaio 2020 la procura di Lecce ha rinviato a giudizio i vertici di Tap, Saipem e ditte salentine impegnate nell'opera, per danni ambientali. Il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano ha annunciato di voler chiedere un risarcimento per danno all'immagine "causato alla Puglia con la costruzione del gasdotto a Melendugno, la cui procedura di localizzazione oggi viene dichiarata illegittima dalla Procura di Lecce". (Fonte Notizie: Sputnik)
Ma quello che preoccupa maggiormente è il proseguimento del gasdotto lungo la Penisola, una opera a cura  Snam Rete Adriatica Brindisi-Minerbio, del diametro di ben 120 cm,  un’infrastruttura di quasi 700 km di lunghezza (collegata  a sua volta al TAP dell'Azerbaigian), che  attraversa   tutte le aree a più elevato rischio terremoti dell’Italia centrale, compresi ben quattro crateri sismici tra Emilia,  Umbria, Marche ed Abruzzo, nonché le zone di alto pregio naturalistico dell’Appennino (considerando -inoltre- che a  lato, come non bastasse,  insiste il fracking delle trivelle nell'Adriatico). 
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Queste opere servono esclusivamente al progetto di trasformare il nostro paese in un HUB DEL GAS, per l'import/export di metano, riservato al profitto del proponente. Sono scelte imposte dall’alto, non giustificate da finalità di pubblica utilità, perché il gas che attraverserà il metanodotto non serve al fabbisogno del Paese ma alle operazioni commerciali private della Snam sul mercato internazionale degli idrocarburi.

Con una vera e propria beffa, si scaricano i costi di un’infrastruttura inutile e dannosa sulle bollette di tutti gli italiani e tutti i rischi sulle comunità locali, che dovranno pagarne i pesanti effetti sul turismo, sull’agricoltura, su un’economia locale già messa gravemente in ginocchio.

La decisione di trasformare l'Italia in un HUB DEL GAS è stata presa senza alcun dibattito pubblico  e senza Valutazione Ambientale Strategica, in un paese che è tra i più vulnerabili in Europa per il rischio sismico e quello idrogeologico, anche in previsione del successivo gasdotto, EastMed, progettato per far risalire il gas israeliano in Europa, sempre passando nel mezzo della Penisola Italiana. (*)

Paolo D'Arpini - bioregionalismo.treia@gmail.com

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