Secondo definizioni "ufficiali" il bioregionalismo è un fenomeno culturale con risvolti politici, economici ed ambientali legato al territorio in cui si vive. Cercando di dare una spiegazione consona dei concetti relativi ai neologismi -quali bioregionalismo ed ecologia profonda- dobbiamo ricorrere alla semantica ed alla glottologia, poichè non esiste neologismo che non trovi origine in altre parole simili. Forse non sarebbe nemmeno necessario trovare nuovi termini se la parola originaria, eventualmente abbinata ad un aggettivo, può dare il senso di quanto si vuole descrivere.
Ad esempio usando il neologismo "bioregionalismo" si evoca un'immagine persino più riduttiva del reale significato che viene sottinteso con questa parola. Poichè nell'individuazione di un ambito "bioregionale" non si tiene conto esclusivamente dell'habitat bensì dell'insieme organico, morfologico, geografico, geologico del territorio prescelto, ivi compresi -ovviamente- gli elementi botanici e zoologici che vi prosperano. Insomma si esamina l'omogeneità dell'area esaminata e definita "bioregione" e lì si traccia una leggera linea di demarcazione (non divisione) per individuarne i "confini". Va da sè che questi confini sono semplicemente teorici, poichè l'organismo bioregionale della Terra è in verità un tutt'uno indivisibile. Potremmo per analogia definire le bioregioni gli organi dell'organismo Terra.
Andando avanti. Nel significato originale della parola "ecologia", rispetto alla sua consimile "ambientalismo" è già delineata una differenza d'intedimento, pur che l'esatta traduzione di "ecologia" è "studio dell'ambiente". Mentre in "ambientalismo" si presume il criterio della semplice conservazione. Allorché si aggiunge al termine "ecologia" l'aggettivo "profonda" ecco che si tende ad ampliarne il significato originario integrandovi il concetto di ulteriore ricerca all'interno della struttura ambientale. Insomma si va a scoprire il substrato e non si osserva solo la superficie, la pelle dell'ambiente.
Si può dire di essere bioregionalisti il momento in cui si vive in sintonia con il territorio e con gli elementi vitali che lo compongono, indipendentemente dalla propria origine etnica. Infatti chiunque può essere bioregionalista nel luogo in cui vive, praticando l'ecologia profonda del vivere in sintonia col mondo che ci circonda, in un modo in cui, pur sentendosi liberi, non si ha bisogno di provocare danni all'ambiente, cercando di riportare a quell'equilibrio fra l'uomo, l'habitat e gli altri esseri viventi, equilibrio che, soprattutto negli ultimi 100 anni, è stato più o meno inconsapevolmente stravolto.
E' molto importante che, anche nei rapporti con gli altri umani, si tenga sempre presente questo "spirito", cioè per me l'ecologia diventa "profonda", quando è una costante della vita, come un sottofondo profumato, e non viene dimenticata mai, per ritornare alla superficialità, alla falsità, al consumismo!
Per quanto riguarda la definizione delle bioregioni e loro confini va considerato che esse possono essere molto piccole, ad esempio una valle (come la valle del Treja), una montagna isolata (il Soratte), un'insenatura, etc. oppure abbastanza grandi da comprendere più regioni o addirittura continenti e la Terra stessa nel suo insieme. La bioregione non ha confini precisi ma tende ad allargarsi o restringersi se vengono esaminati aspetti specifici.
Quel che conta, nel vivere bioregionale, è che ogni "visione" richiede un cambiamento di vita e non una professione ideologica di difficile attuazione, in quanto si presuppone una radicale modifica nel proprio stile esistenziale e nell'approccio generale verso l'habitat, gli animali ed il resto del genere umano. Il bioregionalismo non tende a separare ma ad unire, sia in chiave di società umana ed animale che di ambiente....
Siccome il bioregionalsimo e l'ecologia profonda si praticano nel territorio in "cui si vive" ci si riconosce idealmente con qualsiasi altro movimento che si definisce bioregionale e che opera in qualsiasi altra parte del mondo, Ma non esistono veri e propri legami operativi. Certamente si condividono le informazioni e si cerca di dialogare ed informare... ad ampio raggio...
Si è bioregionalisti il momento che si comprende e si vive sapendo che tutto ciò che ci circonda è noi stessi. Questo pensiero è stato espresso molto appropriatamente dal saggio Ramana Maharshi, verso i primi anni del 1900, molto prima che venisse coniato il termine "bioregionalismo": “Una società è l’organismo; i suoi membri costituenti sono gli arti che svolgono le sue funzioni. Un membro prospera quando è leale nel servizio alla società come un organo ben coordinato funziona nell’organismo. Mentre sta fedelmente servendo la comunità, in pensieri, parole ed opere, un membro di essa dovrebbe promuoverne la causa presso gli altri membri della comunità, rendendoli coscienti ed inducendoli ad essere fedeli alla società, come forma di progresso per quest’ultima”.
Per finire dirò che la Rete Bioregionale Italiana non è un movimento compatto, esistono varie realtà anche disgiunte che si occupano di bioregionalismo ed ecologia profonda. Noi della Rete ci occupiamo essenzialmente di aspetti pratici e di vivere in prima persona l'esperienza bioregionale e dell'ecologia profonda. La Rete Bioregionale Italiana è stata fondata nel 1996 come incontro di varie realtà che si occupavano e si occupano di ecologia profonda e bioregionalismo. La rete consente libertà di azione locale e il perseguimento di fini comuni, collegati e coniugati ai diversi territori e tematiche bioregionali. Dal 2010 la Rete ha leggermente cambiato strutturazione, passando da nodi territoriali a nodi tematici.
L'adesione al Movimento/Rete avviene per semplice condivisione dello stile di vita e delle tematiche, lasciando ad ognuno la propria libertà di occuparsi degli argomenti che di volta in volta emergono, per dare risposte necessarie contingenziali ai problemi e per proporre iniziative che possano aiutare le comunità.
(Vedi Carta degli Intenti: http://retebioregionale.ilcannocchiale.it/?r=28856)
Paolo D'Arpini
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