Chi paga il prezzo del gas che arriva sulle coste salentine con il Trans Adriatic Pipeline?
La terza puntata del dossier di Crude Accountability sugli impatti ambientali e sociali dell’estrazione del gas in Azerbaigian.
Il Terminal di Sangachal e l’area circostante
Per oltre cinque anni, Crude Accountability ha monitorato gli impatti delle attività del Terminal di Sangachal sulle comunità locali e sull’ambiente e ha riesaminato la sua conformità agli standard ambientali e sociali delle istituzioni finanziarie internazionali che lo sostengono.
Il terminal Sangachal – uno dei terminal più grandi del mondo, parte fondamentale delle infrastrutture petrolifere e del gas dell’Azerbaigian – si trova a 55 chilometri a sud di Baku (la capitale azera), e copre un’area di 550 ettari.
Riceve petrolio e gas naturale da siti di estrazione offshore in Azerbaigian (gestiti da BP), nonché dal Kazakistan e dal Turkmenistan.
Il Terminal comprende impianti di trattamento di petrolio e gas, la prima stazione di pompaggio per l’oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan (BTC), la centrale di compressione del gasdotto South Caucasus e altre strutturei.
Il petrolio e il gas vengono trasportati dai giacimenti offshore (ACG e Shah Deniz) al Terminal tramite condotte sottomarine. Otto diversi gasdotti entrano nel Terminal da siti offshore e otto lo lascianoii.
Il Terminal ospita serbatoi di stoccaggio del petrolio greggio che elaborano, immagazzinano ed esportano oltre 6 milioni di tonnellate di petrolio greggioiii. Sangachal ospita la sala di controllo che monitora l’oleodotto BTC e può isolare sezioni dell’oleodotto o chiudere l’impianto in caso di emergenzaiv.
I risultati delle immagini satellitari
Il rapporto Omanos Analitics ha rilevato al terminal di Sangachal un gas flaring significativo.
La ricerca ha scoperto che una serie di torce hanno bruciato contemporaneamente a Sangachal dal 2012 al 2020 (il periodo considerato dall’indagine).
Il rapporto afferma che “l’ispezione dei siti nelle immagini di Sentinel 2 mostra che le fiamme del gas flaring al terminal di Sangachal appaiono costantemente molto più luminose rispetto agli altri siti onshore, indicando che l’intensità delle fiamme è effettivamente più elevata“v.
Alcune limitazioni tecniche, descritte nel rapporto, impediscono di conoscere il numero esatto delle torce a causa della loro vicinanza l’una all’altra.
Nel periodo 2018-2019 presso il terminal c’è stato un forte aumento del flaring, quando è stata completata l’espansione del Terminal di Sangachal per includere flussi maggiori dai giacimenti di Shah Denizvi.
L’analisi di Omanos Analytics indica che il gas flaring a Sangachal è diminuito nel corso del 2020. La figura 4 del rapporto mostra che quasi tutte le fiamme in quel momento erano di bassa intensità e da aprile a giugno sono diminuite a meno di dieci al mese. Il rapporto di Omanos Analytics afferma che la “riduzione quasi completa dei gas flare di media e alta intensità potrebbe essere dovuta al fatto che non ci sono stati rilevamenti, o che tutte le operazioni che causano gas flaring a maggiore intensità sono cessate durante la pandemia”vii.
Dati sulle esportazioni del 2020 da Sangachal
Secondo la British Petroleum, nel primo trimestre del 2020 oltre 51 milioni di metri cubi standard di gas naturale estratti da Shah Deniz sono stati esportati giornalmente dal terminal di Sangachalviii.
Complessivamente nel 2020, Sangachal ha esportato quotidianamente una media di 49 milioni di metri cubi standard di gas naturale di Shah Denizix, in calo rispetto alla media del primo trimestre. La capacità era di 85 milioni di metri cubi standard al giorno, e questo significa che le esportazioni erano al di sotto della capacità.
Secondo la British Petroleum, 239 milioni di barili di petrolio e condensato sono stati esportati nel 2020dal terminal di Sangachal. Circa 208 milioni di barili sono passati attraverso BTC e oltre 31 milioni di barili attraverso la Western Route Export Pipelinex.
I rapporti del primo trimestre del 2020 indicavano che dal Sangachal sono stati esportati 66 milioni di barili di petrolio e condensatoxi.
Nel corso dell’anno, le esportazioni trimestrali medie sono diminuite.
Tuttavia, le esportazioni di petrolio e gas naturale attraverso il terminal di Sangachal sono aumentate nel 2020 rispetto al 2019xii.
Ciò probabilmente significa che la pandemia ha avuto un impatto minimo o nullo sulle esportazioni attraverso il Terminal e sulla produzione nei giacimenti offshore.
La nostra indagine non ha rivelato il motivo per cui il flaring è stato ridotto durante questo stesso periodo, richiedendo ulteriori ricerche e indagini.
Indagine sul campo: Sangachal
Quattro villaggi si trovano vicino a Sangachal: Ezimkend, Massiv III, Sangachal e Umid. Queste piccole comunità sono abitate principalmente da sfollati interni del Nagorno-Karabakh.
Molti di loro vivono lì dagli anni ’90, quando hanno trovato rifugio dopo essere stati costretti ad andarsene dalle loro case alla fine della prima guerra del Nagorno-Karabakh.
Per anni da quando il Terminal è stato ampliato, questi residenti hanno segnalato preoccupazioni circa il deterioramento delle condizioni ambientali ed i continui problemi di salute.
In ognuno di questi quattro villaggi sono stati ufficialmente condotti solo test limitati del suolo, dell’acqua o dell’aria per verificare la presenza di emissioni pericolose e contaminazioni.
Risultati del monitoraggio dell’aria
La British Petroleum, operatore del Terminal Sangachal, è responsabile del monitoraggio ambientale della qualità dell’aria.
Nel 2021, la società ha pubblicato un rapporto sui risultati dei monitoraggi ambientali, a terra e a mare, dal 1995 al 2017.
Secondo il rapporto, “nel 2003 è stato avviato un programma regolare di monitoraggio ambientale della qualità dell’aria a lungo termine, per valutare i modelli di dispersione del vento per i principali inquinanti emessi dai camini e dalle altre sorgenti del Terminal Sangachal e valutarne gli impatti sul territorio.
I campionatori passivi erano situati in 12 stazioni all’interno e intorno al Terminal Sangachal”xiii, altri cinque campionatori sono stati aggiunti nel 2008 e nel 2009. Da allora, la situazione del monitoraggio è stata stabile intorno al Terminal. È previsto un monitoraggio a lungo termine per il monossido e biossido di azoto, per l’anidride solforosa, i composti organici volatili e il benzene. Il monitoraggio in tempo reale è stato impostato per PM10, SO2, NOx, NO e NO2.
I campionatori controllano anche la temperatura dell’aria, la velocità e la direzione del ventoxiv.
Negli incontri del 2019 con la British Petroleum, Crude Accountability ha espresso preoccupazione per il fatto che l’azienda stia monitorando solo il particolato PM 10 e non il più pericoloso PM2.5.
Il PM10 colpisce i polmoni e può causare asma, uno sviluppo polmonare ridotto, ictus e altri problemi. Poiché le particelle di PM2,5 sono molto più piccole, PM2,5 non solo penetra nei polmoni, ma può anche permeare il flusso sanguigno e altre parti del corpo come il cervello e il cuorexv.
Crude Accountability non ha ricevuto una risposta soddisfacente sul motivo per cui l’azienda non riesce a monitorare le PM2.5.
La British Petroleum ha condotto il monitoraggio dell’aria intorno al Terminal, ma ha incluso solo in modo limitato le comunità interessate. Delle sue 17 stazioni di monitoraggio, solo tre si trovano negli insediamenti: due nel villaggio di Sangachal e una a Umid.
C’è solo una stazione di monitoraggio in tempo reale, situata ai margini del villaggio di Sangachal. Poiché questa stazione è anche vicina a una vicina centrale termoelettrica, è difficile determinare la fonte di inquinamento registrata da questa stazione di monitoraggio, come riporta anche BPxvi.
La British Petroleum ha concluso, nel suo rapporto, che non c’erano prove che le operazioni al terminal avessero un effetto negativo sulla qualità dell’aria circostante. Sebbene nelle stazioni adiacenti al terminal siano stati registrati alcuni superamenti degli standard della qualità dell’aria, essi sarebbero stati transitori e localizzatixvii.
Nonostante le conclusioni della British Petroleum secondo cui il Terminal ha un impatto minimo o nullo sull’area circostante, gli abitanti del villaggio interpellati da Crude Accountability hanno notato che l’inquinamento atmosferico era una delle principali preoccupazioni, insieme alle emissioni, soprattutto di notte. Hanno anche sentito forti odori dal Terminal, tipicamente associati alle emissioni di zolfo; alcuni hanno anche affermato che l’inquinamento acustico è un grave problema. Crude Accountability si è astenuta dall’utilizzare i nomi degli intervistati per tutelarne la riservatezza. Tutte le risposte sono state tradotte dall’azero.
Gli abitanti dei villaggi si sono lamentati dell’aumento delle fiamme dal 2018, coincidenti con quanto emerso dai risultati di Omanos.
Così l’ha descritto un abitante del villaggio: “è iniziato nel 2018. Ho vissuto qui fin dall’infanzia e allora non esisteva. … La prima fiamma arriva forte, suona come un lampo. … Mentre le fiamme salgono le finestre tremano. Quando vai in giardino di notte ne senti l’odore.
Odora un po’ di gas, in realtà non puoi indovinare che odore abbia. Ha un odore diverso.
Il cielo diventa rosso. Sembra fumo, e quando si calma, la fiamma tinge di rosso il cielo.
C’è soffocamento nell’aria. Non riesci a respirare quando escixviii.
Un altro racconto lo descrive così: Il flaring è iniziato nel 1997. Dal 2018 è diventato più forte e hanno iniziato a farlo spesso, principalmente durante la notte verso il mattino. Questo è il momento in cui le persone dormono. Durante la notte quando divampano, se sei fuori sembra che sia giorno. …
A volte si accendono cinque volte durante una settimana, a volte due. … Quando c’è il flaring c’è un ruggito. Il suo suono è forte. A volte puzza come un uovo marcio. Quando c’è il ruggito, sappiamo c’è il flaring” xix.
Gli abitanti dei villaggi si lamentano degli odori, del calore e dei rumori forti, e anche dell’inquinamento nella comunità: la mattina presto, quando comincia il flaring, sembra di aver fumato la sigaretta più amara. Quando la pressione al Terminale è alta, le torce scaricano [gas incendiato NdT] durante il giorno. Ma per lo più rilasciano di notte. Quando piove, è come se polvere e fango cadessero dal cieloxx.
Un altro abitante del villaggio afferma che “la fiamma del Terminal Sangachal brucia prima e dopo l’esplosione, il contenuto di gas diminuisce gradualmente, quindi il fumo sale nell’aria come se fosse inquinato. Normalmente la nebbia è bianca. Poi il cielo diventa rosso“xxi.
“Quando inizia il flaring e il [vento] khazrixxii soffia, diventa veleno, veleno”, ha riferito un abitante del villaggio. “Si possono vedere macchie gialle sui nostri vestiti. Succede soprattutto quando piove e quando soffia il vento khazri”xxiii.
Il rapporto di Omanos Analytics ha sollevato la questione dell’intensità del flaring rispetto al numero di fiamme, ma questa variabile era difficile da definire a causa del tipo di immagini analizzate nel rapporto.
Un intervistato di Crude Accountability ha chiarito che “c’è stato un cambiamento dal 2018. Ora bruciano di meno… tuttavia, l’intensità del bagliore è aumentata… Suona come un’esplosione la prima volta che brucia. Non c’è bisogno di guardare quando vedi la luce.
Pensi che ci sia stata un’esplosione. Quando esci e guardi il cortile, quando vedi che c’è luce, sai che è il suono di un flaring. Siamo abituati a quel suono, ma inevitabilmente abbiamo paura, e quando quel suono arriva, pensi che ci sia un’esplosione”xxiv.
Il monitoraggio indipendente dell’aria vicino al Terminal ha mostrato livelli elevati di anidride solforosa, che è associata alla produzione di petrolio. In caso di esposizione prolungata, l’anidride solforosa provoca problemi respiratori ed è particolarmente dannosa per i bambinixxv.
Un abitante del villaggio ci ha detto: “Il nostro bambino è allergico e mio marito ha un problema ai polmoni. Il dottore dice che è un raffreddore, respiro corto”xxvi.
Molti altri hanno denunciato eruzioni cutanee, articolazioni doloranti e anemia nei loro figli e tra gli adulti. “Tutti in famiglia soffrono di dolore alle gambe…. Non posso camminare per un’ora quando mi alzo la mattina. Mi fanno male le ossa”xxvii.
Ci sono anche segnalazioni di vertigini, perdita di memoria, gravi problemi dentali, febbri e vomito.
Crude Accountability ha anche sentito storie di malattie inspiegabili nei bambini.
Le madri erano preoccupate che i loro figli nati nel villaggio fossero complessivamente in condizioni di salute più precarie di quelli nati altrove. Una madre ha spiegato: “Una delle mie figlie è nata in [una comunità diversa]. Non ha problemi di salute. Ero qui quando sono nati mio figlio e l’altra mia figlia malata, ed entrambi sono nati cagionevoli di salute”xxviii.
Purtroppo questa non è stata l’unica tragedia che ha coinvolto i suoi figli.
Nel 2015 ha dato alla luce prematuramente, a otto mesi, un bambino che ha vissuto solo tre giorni.
Un medico ha diagnosticato che il bambino non era in grado di respirare, mentre un altro ha affermato che il bambino era disabile e non aveva possibilità di sopravvivenza.
Il flaring ha anche ripercussioni psicologiche sugli abitanti dei villaggi vicini al terminal.
Come ci ha spiegato un membro della comunità: “La nostra paura è che quando inizia il rumore diciamo: oh mio Dio, scappiamo da qui. E se la casa cade addosso ai bambini? Molte volte siamo tutti scappati in strada a causa del ruggito. Il rumore era come un’esplosione. La casa tremava come se ci fosse un potente terremoto. [Il flaring] è aumentato dopo il 2018. Ruggisce giorno e notte. È un incubo se ti svegli di notte. Non potrai tornare a dormire. I nervi di tutti sono danneggiati. Cerchi un posto tranquillo dove riposare. In generale, questo non va bene per me e per i bambini”xxix.
Come sappiamo da anni di esperienza nelle comunità colpite da petrolio e gas del Kazakistan, il flaring può causare impatti a lungo termine sulla salute delle persone che vivono vicino a strutture come il terminal di Sangachal.
Una abitante del villaggio che abbiamo intervistato ci ha detto che suo marito, che era sano, ha sviluppato problemi cardiaci da quando il flaring è aumentato. Ha subito due interventi chirurgici in 12 mesi. Suo figlio di cinque anni è sottopeso; i medici dicono che non sta crescendo. Ha chiesto: “Come possono i bambini crescere circondati da un tale veleno?” .xxx
Il 14 maggio 2021, Crude Accountability ha acquisito filmati che mostravano flaring significativi al terminal di Sangachal.
La dimensione del flare è in linea con le osservazioni di Omanos Analytics nella sua relazione del 2020 e solleva importanti preoccupazioni per la salute e l’ambiente in merito alla conformità sia per il Terminale che per l’impatto di tale attività sulla popolazione locale.
Abbiamo anche ascoltato una testimonianza sull’esplosione di un gasdotto avvenuta il 27 dicembre 2016 vicino al terminal di Sangachal. Le notizie ufficiali hanno riportato un’esplosione e un incendio, sottolineando che nessuno è rimasto ferito nell’esplosionexxxi.
I comunicati stampa della SOCAR sono stati minimali, hanno semplicemente affermato che la comunità locale non aveva corso rischi e che erano in corso i lavori per estinguere l’incendioxxxii.
Eppure, la testimonianza registrata da Crude Accountability (e comunicata alla BERS) indicava che durante l’esplosione le case furono danneggiate causando crepe che non furono mai riparatexxxiii. (3. Continua)
Tratto da Ecor.Network.
Traduzione a cura di Ecor.Network
Qui e qui le puntate precedenti.
Fonte: https://www.labottegadelbarbieri.org/fiamme-di-tossicita-3/
Tratto da:
Flames of toxicity: Environmental and Social Impacts of Azerbaijan’s Oil and Gas Development
Crude Accountability
Report – Gennaio 2022 – 57 pp.
https://crudeaccountability.org/wp-content/uploads/Compressed_Flames-of-Toxicity-report.pdf
Articolo collegato: https://treiacomunitaideale.blogspot.com/2022/02/la-danza-selvaggia-del-tap-anzi-del-tip.html
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