La Coalizione Italia libera da OGM boccia l’approvazione da parte della Camera, avvenuta l’11 maggio scorso, di alcune mozioni* che chiedono al governo di adottare misure urgenti con il pretesto di fronteggiare gli impatti della guerra in Ucraina sulla nostra economia. Fra queste, la richiesta è di intervenire sul settore agricolo e “…ricorrere alle nuove tecnologie genetiche dedicate alle piante per aumentarne, in sicurezza, la produttività. Ci si riferisce, in particolare, alle TEA – tecnologie di evoluzione assistita – che riproducono i risultati dell’evoluzione biologica naturale per migliorare la resistenza delle piante alle malattie e ai parassiti e ne aumentano la produttività, velocizzando i processi che avvengono comunque in modo naturale”. Ciò andrebbe contro la legislazione europea che considera a tutti gli effetti come OGM gli organismi ottenuti tramite le nuove tecniche di creazione varietale, con quel che ne consegue in termini di valutazione preventiva del rischio, tracciabilità ed etichettatura.
Ancora una volta, alcuni parlamentari, avventurandosi in affermazioni prive del conforto della scienza, evitando la parola stessa “OGM” – come definiti tutti i prodotti delle Nuove Tecniche Genetiche (New Breeding Techniques [NBT] rinominate in Italia TEA) dalla Corte di Giustizia Europea – cercano di utilizzare lo shock causato dalla guerra in Ucraina per aprire le porte alla coltivazione degli OGM nei campi italiani.
La richiesta al governo è infatti di: “14) adottare iniziative per sviluppare, promuovere e incentivare …. nuove tecnologie applicabili in agricoltura per il miglioramento genetico basate, ad esempio, su cisgenesi e genome editing, … e, dunque, a promuovere iniziative normative che consentano il pieno sviluppo delle tecnologie di evoluzione assistita (TEA), anche con il coinvolgimento degli istituti di ricerca nazionali e delle istituzioni universitarie”. Secondo la Coalizione Italia Libera da OGM, dare seguito a queste richieste andrebbe in senso contrario alla legislazione italiana in vigore dal 2000, ma anche di quella europea. La direttiva UE 2001/18 – grazie alla sentenza della Corte di Giustizia europea del luglio 2018 – ricomprende gli organismi ottenuti tramite le nuove tecniche di creazione varietale (definite con le sigle NBT, NGT o TEA), considerandoli OGM a tutti gli effetti e obbligandoli a valutazione preventiva del rischio, tracciabilità ed etichettatura…
Coalizione Italia libera da OGM
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