mercoledì 19 luglio 2023

USA, dove abbondano i PFAS...

 


Nell’acqua che esce dai rubinetti di quasi la metà di uffici e abitazioni nordamericane ci sono più di 12 mila prodotti chimici legati ai PFAS. Secondo uno studio dello United States Geological Survey (USGS) metà dell’acqua della nazione è inquinata. La ricerca è stata condotta raccogliendo campioni da 700 rubinetti nelle case, scuole e uffici, equamente distribuiti fra zone rurali e urbane. 

Secondo USGS, i PFAS sono stati rilevati con maggior frequenza nelle aree urbane o nelle zone ad alta densità industriale. La stima è che il 75% dell’acqua nelle zone urbane contiene almeno una tipologia di PFAS, nelle zone rurali questa percentuale scende al 25%. Le Grandi Pianure, la regione dei Grandi Laghi e la California sono le regioni con la più alta concentrazione di PFAS nelle acque potabili.

I risultati dello studio dello USGS non giungono a sorpresa per gli esperti Già nel 2020 gli scienziati dell’Environment Working Group avevano pubblicato una ricerca in cui stimavano che oltre 200 milioni di americani potevano avere PFAS nell’acqua delle loro abitazioni. Nel 2015 un report del Center for Disease Control and Prevention aveva rilevato la presenza di PFAS nel sangue di oltre il 95% degli statunitensi.

L’EPA (Agenzia per la Protezione ambientale) associa ai PFAS gravi rischi per la salute incluse alcune forme di cancro, ritardi nello sviluppo e ripercussioni sulle donne incinte, nella consapevolezza che i processi industriali in cui i PFAS sono coinvolti sono moltissimi: nei processi per il trattamento dei tessuti, delle pentole antiaderenti, nei detergenti, negli articoli medicali e nelle protesi mediche o nei camici chirurgici. senza contare la placcatura dei metalli e la lavorazione del petrolio ecc.


Rete Ambientalista 




Nessun commento:

Posta un commento