martedì 24 ottobre 2023

Amazzonia. L'ultimo pezzo di terra rimasto alla Terra...

 


Dal punto di vista pratico, in termini di ricerca di sviluppo, i paesi che si affacciano sull’Amazzonia hanno trattato quella regione come la loro periferia, ci ha spesso ricordato Carlos Walter Porto-Gonçalves, grande maestro e instancabile compagno di lotta. L’Amazzonia è una sorta di enorme territorio di sacrificio.

Da lì si ottengono risorse per finanziare le economie. Funziona anche come valvola di sfogo dai gravi problemi sociali vissuti in altre regioni del paese, ad esempio, è stata aperta la porta alla colonizzazione invece di promuovere veri processi di riforma agraria in altre regioni. L’Amazzonia, insomma, a causa di una storia infinita, iniziata dalla prima epoca coloniale e che continua nelle attuali repubbliche, è carente di opzioni proprie per il suo sviluppo autonomo.

La regione amazzonica è trattata, in pratica, come una periferia in tutti i paesi amazzonici, che sono a loro volta la periferia del sistema politico ed economico mondiale.

D’altro canto, il discorso sull’importanza globale dell’Amazzonia, così ripetuto in molteplici forum internazionali, crolla di fronte alla realtà di un sistema che, rivalutando le proprie risorse in base all’accumulazione di capitale, mette a rischio la vita stessa in questa regione e nell’intero pianeta. Teniamo presente che i tassi interni di rendimento dei capitali – siano essi riferiti ad attività estrattive o meno – sono molto più alti della capacità di recupero della Natura.

In questo contesto, allo spietato estrattivismo petrolifero, minerario, forestale o all’agro-export, si aggiungono forme “moderne” di crescente mercificazione della Natura, come, ad esempio, i vari mercati del carbonio, tipici della tanto pubblicizzata “green economy”. Portando la conservazione delle foreste nel terreno degli affari, vengono mercificate e privatizzate l’aria, gli alberi, la biodiversità, il suolo, l’acqua e persino gli elementi delle culture native, ad esempio, attraverso la biopirateria, che è un’altra forma brutale di sfruttamento coloniale. Tutto ciò espande permanentemente la frontiera della colonizzazione.

L’estrazione massiccia e predatoria delle risorse naturali devasta i territori, provocando non solo l’impoverimento dei suoi abitanti, ma anche la scomparsa di molte culture. Ma quella stessa Amazzonia, che non si caratterizza per la sua omogeneità, racchiude molte speranze. Di fronte a tanti abusi emergono molteplici lotte di resistenza che sono allo stesso tempo azioni di re-esistenza... 

Stralcio di un articolo di Alberto Acosta












Fonte: Rebelión – Articolo pubblicato sulla rivista AMAUTA, Siglo XXI. Versione italiana tratta da Ecor.Network. Traduzione di Giorgio Tinelli. Fonte secondaria: La Bottega del Barbieri

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