domenica 1 ottobre 2023

Una riflessione sulla ricerca spirituale libera da condizionamenti...

 


La spiritualità non appartiene ad alcuna religione; essa è la vera natura dell’uomo. Lo spirito è presente in tutto ciò che esiste, non può quindi essere raggiunto attraverso uno specifico sentiero, poiché esso è già lì anche nel tentativo di perseguirlo. In verità lo spirito può essere definito una sintesi di intelligenza/coscienza, ove “intelligenza” sta per capacità di comprensione e “coscienza” sta per attenta consapevolezza.

La laicità è la condizione di assoluta “libertà” da ogni forma pensiero costituita, sia essa ideologica o religiosa. “Laikos”, in greco, sta a significare colui che è al di fuori di ogni contesto sociale e religioso, ovvero non appartiene ad alcun ordinamento sociale o confessionale.

Anche in termini taoisti questa condizione viene indicata per il cosiddetto “santo”, nel senso di “integro” (da non confondersi con i santi nominati dalle chiese monoteiste)).

Quando si parla di ricerca spirituale non si intende il perseguire un sentiero codificato, una normativa fideistica, un’appartenenza ad un credo; il cercatore spirituale è semplicemente colui che guarda se stesso, colui che riconosce il Tutto in se stesso e se stesso come il Tutto.

Da questo punto di vista la ricerca spirituale può essere considerata un fatto strettamente personale, quindi il vero cercatore spirituale è assolutamente laico, allo stesso tempo riconosce ciò che è in lui come presente in ogni altra cosa. Conciliare la propria via personale con quella di chiunque altro significa saper fluire senza ostruire, apprendere e trasmettere senza pretendere, insomma si tratta di fare la pace con noi stessi e con gli altri.

Questa assoluta libertà comprende anche assoluto amore e rispetto, non essendoci assunzioni di posizioni precostituite e riferimenti assolutistici ad uno specifico sentiero. L’unico punto solido che il cercatore riconosce come valido è il rapporto personale che egli instaura singolarmente con il suo Maestro (o i suoi Maestri), trattandosi quindi di un rapporto diretto ed univoco egli non pretende che questo processo abbia una valenza assoluta.

In realtà lo stesso Maestro non è altro che lo spirito nella sua genuina manifestazione di perfezione, l’intimo Sé del cercatore stesso.

Paolo D'Arpini - spiritolaico@gmail.com




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