sabato 15 giugno 2024

Ecologia mortuaria...

 


Ricordo che anni addietro inviammo una petizione al Parlamento: 1. Sten. 579 s020 - Paolo D’Arpini, e numerosi altri cittadini, da Calcata (Viterbo), chiedono un provvedimento legislativo per la libertà di sepoltura e cremazione ecologica …
www.camera.it/_dati/leg13/lavori/stenografici/sed579/s020.htm – 4k –

Anche La Repubblica pubblicò la richiesta, il 5 dicembre 1995 (pag. 21), purtroppo non passò per la solita opposizione ecclesiastica e delle pompe funebri, che vuole mantenere il primato e l'esclusiva  per lo smaltimento cimiteriale dei cadaveri.

Nella nostra proposta, oltre alla libertà di inumazione del defunto nella nuda terra nel proprio terreno o nel luogo prescelto (parchi, riserve, immersione in acque, esibizione su alture, etc.), facevamo specifica menzione alla possibilità di incenerimento con sistemi ecologici, con l'uso di specchi ustori o simili metodi. Questo per evitare sprechi energetici ed inquinamento ambientale.

Questa battaglia rientra nelle libertà espressive relative alla morte. Libertà, che implicando una scelta laica anche per il riciclo dei cadaveri, sono di attualità e di grande valore sociale, soprattutto per sottrarre le salme alle “lobbyes mortuarie” sia religiose che civili. Purtroppo ancora non si vedono risultati concreti, anzi abbiamo riscontrato una ritrosia permanente a trattare questo tema. Ci rendiamo conto che gli interessi smossi dalla gestione  mortuaria sono tanti ma questo voluto silenzio, su un argomento che tocca i sentimenti (e le saccocce) di buona parte della popolazione, appare una forma di evidente censura. 

Nella laicità dello Stato è necessaria una normativa più liberale e democratica sulla gestione mortuaria. Non è giusto che la gerenza del cadavere pesi quanto una esosa tassa di ’successione’ (anche in forma di ricatto sociale): pompe funebri, cerimonie religiose, bare, tombe e loculi a prezzi stratosferici, una vera e propria imposta sul decesso.  

Paolo D'Arpini - bioregionalismo.treia@gmail.com



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