venerdì 22 novembre 2024

"I nuovi mandarini. Gli intellettuali e il potere in America" di Noam Chomsky

 


In un negozio di libri usati ho riacquistato il saggio di Noam Chomsky, intitolato "I NUOVI MANDARINI", pubblicato in Italia nel 1969 da Einaudi. Sottotitolo: GLI INTELLETTUALI E IL POTERE IN AMERICA. E' dedicato "ai coraggiosi giovani che rifiutano di combattere in una guerra criminale". Si riferisce, ovviamente, al Vietnam.

Nell'introduzione Chomsky manifestava la sua indignazione. 
"Siamo diventati insensibili al dolore. (...) Così sembra, dato che l'opposizione all'intervento militare ha come causa fondamentale il fatto che il costo della guerra è diventato per noi troppo alto, inaccettabile.(...) E' considerato sentimentalismo riconoscere che non abbiamo nessun diritto di stabilizzare o ristrutturare la società vietnamita, né di effettuare quegli esperimenti di controllo delle risorse materiali e umane che tanto piacciono ai nostri "teorici della pacificazione".

Seguono descrizioni su come l'esercito americano di allora si proponeva di sconfiggere la guerriglia vietcong che paiono pari pari le operazioni israeliane su Gaza oggi.

E c'è una notizia apparsa sul New York Times del 18 marzo del 1968: "Proibito all'esposizione dell'esercito il gioco di sparare su una finta capanna vietnamita". Questo in virtù di una protesta pacifista che stoppa un'esposizione militare nel Museo della scienza e dell'industria di Chicago.

Commenta Chomsky: "Che cosa si può dire di un Paese dove un museo della scienza di una grande città può allestire un'esposizione in cui la gente spara con mitragliatrici da un elicottero su capanne vietnamite, con una luce che lampeggia quando il bersaglio viene colpito?".

Ed alla fine dell'introduzione - è questo l'aspetto che voglio mettere in rilievo - compare la citazione  di Albert Einstein sulla quarta guerra mondiale che sarebbe stata combattuta con sassi e bastoni. Anticipata, da parte dello scienziato, del riconoscimento della importanza della WAR RESISTER'S LEAGUE "nel decennio dell'indifferenza".

Queste le parole di Einstein, in un discorso tenuto a Princeton, il 10 agosto 1953, citate da Chomsky: "La WAR RESISTER'S LEAGUE, mediante l'unione, libera individui coraggiosi e risoluti dalla paralizzante sensazione dell'isolamento e della solitudine; e in questo modo dà loro un appoggio morale nella realizzazione di ciò che essi considerano essere un loro dovere. L'esistenza di una simile élite morale è indispensabile per la preparazione di un mutamento di fondo nell'opinione pubblica, un mutamento che, nelle attuali circostanze, è assolutamente necessario se l'umanità vuole sopravvivere".

Dovrebbe esserci abbastanza noto che, durante la sua vita, fin dalla gioventù, Einstein si è impegnato attivamente contro la guerra e il militarismo. Pensava che stupidità e stellette militari andassero spesso di pari passo. Ha  firmato il Manifesto Russell-Einstein insieme a Bertrand Russell, un documento che esortava i leader mondiali a cercare soluzioni pacifiche e a bandire il possesso delle armi nucleari. "Cercate prima la comune umanità e dimenticate il resto!". 

Eppure, poiché non era einsteiniano al cento per cento, firmò la lettera che convinse Roosvelt a dare vita al Progetto Manhattan che portò alla Bomba "atomica".

Domanda: voi che avreste fatto di fronte alla prospettiva che Hitler potesse arrivarci per primo?

Comunque, al contrario di Enrico Fermi, il nostro scienziato, consultato, si pronunciò contro lo sganciamento delle bombe A sulle città giapponesi.

Dal punto di vista informativo è utile ricordare che la WAR RESISTER'S LEAGUE è il membro USA della WAR RESISTER'S INTERNATIONAL , la rete globale di gruppi antimilitaristi che comprende le italiane LEGA OBIETTORI DI COSCIENZA e il MOVIMENTO NONVIOLENTO (con sede nazionale a Verona).  La WRI è stata fondata nel 1921 a Bilthoven, nei Paesi Bassi; da più di cento anni si impegna a sostenere gli obiettori di coscienza e a promuovere la nonviolenza come mezzo per risolvere i conflitti. La dichiarazione fondativa afferma che "la guerra è un crimine contro l'umanità".

La WRI  conta oltre 90 gruppi affiliati in 40 paesi. Tra le attività ci sono campagne di informazione, supporto legale per gli obiettori di coscienza e azioni dirette nonviolente.  La sede in via Pichi a Milano dell'affiliata italiana vi aspetta per collaborare!

Alfonso Navarra - alfiononuke@gmail.com




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