Il porto di Ravenna si è rivelato essere uno snodo fondamentale per i traffici diretti in Israele, compresi carichi di materiale bellico come dimostra il sequestro, per mancanza di adempimenti burocratici, di un carico di componenti per armamenti qualche mese fa. Le merci arrivano a Ravenna su veicoli, si presume , provenienti da nord-Italia, Rep. Ceca, Germania e Centro Europa mentre arrivano su nave con provenienza Slovenia e Balcani.
Per contrastare questa situazione si è formato in Emilia Romagna un Coordinamento Popolare contro il traffico di armi nel porto di Ravenna, con l’intento di costituire un Osservatorio Permanente su questa tematica.
Il Coordinamento, che comprende associazioni, partiti, sindacati, gruppi informali e persone singole, ha organizzato negli ultimi mesi molti momenti di mobilitazione.
Lo scorso 28 novembre, in occasione dello sciopero proclamato da sindacati di base, il Coordinamento ha organizzato un presidio, regolarmente comunicato alla Questura, all’ingresso dall’area portuale di Ravenna.
Il presidio ha avuto un discreto successo con la partecipazione di più di cento persone.
Non c’era nessuna intenzione di fare azioni dirette. Ma alla vista di autocarri che entravano al porto trasportando container di imprese notoriamente impegnate in traffici con Israele è sembrato naturale occupare la sede stradale e fermare i veicoli. Il blocco dell’accesso al porto è durato un paio di ore.
Le forze dell’ordine, presenti in quantità, hanno provveduto ad identificare una ventina di manifestanti, tra i più giovani, probabilmente gli altri li conoscevano già. Il presidio si è poi sciolto senza nessun problema.
Il 15 dicembre è uscita su un giornale locale la notizia della denuncia, da parte della Questura, di 32 dei manifestanti che avevano partecipato al blocco del porto di Ravenna. Non sono noti i nominativi.
Il coordinamento ha reagito con un comunicato di solidarietà verso i denunciati. Si è anche lanciata una petizione on line con lo stesso scopo,
Attualmente una ottantina di soggetti collettivi ha aderito al comunicato, più di 1300 sono le firme raccolte on line
X Segreteria Coordinamento Nazionale No NATO - Gabriele Abrotini
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