venerdì 30 novembre 2012

Il salasso continua…. mentre Bersani e Renzi si divertono in TV, il berlusca gioca a monopoli ad Arcore ed il monti telefona, per tranquillizzarlo, a bibi (בנימין נתניהו)….



Porta Vallesacco a Treia


Il baretto di Treia è una continua fonte di commenti pepati d’intelligence. L’ultimo sulla telefonata “tranquillizzatrice” del monti a padron Bibi, dopo che l’Italia ha votato a favore dell’ingresso della Palestina all’Onu (una scelta “deludente” dice Bibi). Ma non è di questo che voglio parlare, bensì vorrei trattare argomenti di “cosa nostra”…..

Continuo a ricevere lettere su lettere di amici e conoscenti e persino di sconosciuti che si lamentano dello stritolamento al quale sono sottoposti da parte dello stato, anzi da parte della Società per Azioni (che agisce su delega dello stato) chiamata equitalia. Questa SPA ha un direttore miliardario, dispensa premi produzione ai suoi dirigenti, apre agenzie, acquisisce immobili e li cede ai migliori offerenti (”migliori” alla vecchia maniera, quella “migliorista”).

Un poveraccio scrive che certe multe ricevute in passato sono levitate sino a diecimila euro e siccome non ha i soldi per pagarle ecco che la SPA gli sequestra la casa.. “Dovrò andare a dormire sotto i ponti…” afferma sconsolato. Un amico a cui è stata pignorata l’abitazione per cavilli burocratici si è visto rispondere dall’Ufficio delle imposte di non scrivere più che loro non avrebbero preso in considerazione le sue lettere e per ottenere giustizia si è quindi rivolto alla European Court of Human Rights.

Così il Governo paga i Partiti Politici per tacere e si mantengono a vicenda con i soldi sequestrati ai cittadini… e la giustizia non interviene perché è tutto un minestrone. Così i soldi delle tasse e dei sequestri vanno tutti in cause perse ed ignobili: in acquisto di armi, in pagamento di interessi passivi alle banche, in prebende alla congrega di amministratori rubacchini.. Ed i risparmi effettuati tagliando le spese sanitarie e della scuola e delle pensioni, etc. etc. vengono regalati, in forma di finanziamento (per tenerli buoni), al PD, PDL, UDC, IDV, Lega e compagni… così che i vari bersani, monti, casini… mangiano e bevono alla faccia degli inetti.

Domenica 2 dicembre 2012 il popolo democratico torna al ballottaggio delle primarie PD ed anche qui si sente una puzza… Un altro amico emiliano, che aveva partecipato al primo turno, mi ha raccontato di essere arrabbiatissimo perché ha assistito personalmente a persone che accompagnavano extracomunitari alle sezioni dove si votava, indicando loro cosa DOVEVANO scegliere (ovvero B…). Una signora araba e velata, interpellata da lui su: “Da quanto tempo vive in Italia?” non capiva neanche la lingua. Ed allora, con tutto il rispetto che meritano gli extra comunitari, dato che non votano alle politiche, che senso ha che votino alle primarie?

Dulcis in fundo il confronto televisivo di due giorni fa su Rai 2 alla fine l’ultima domanda della giornalista ai due contendenti era: “Quali sono le prime cose che fareste se foste nominati Presidente del Consiglio?” La risposta di Bersani è stata: “Dare la cittadinanza ai figli degli extracomunitari nati in Italia”. Due più due fa quattro…. e non mi pare che questa sia la cosa più urgente per l’Italia!

Renzi il rottamatore o Grillo il comico o chissà chi saranno in grado di chiudere le frontiere, per evitare che i malviventi scappino, ed andare alla ricerca di tutta questa masnada di incoscienti che hanno indotto migliaia di famiglie alla disperazione, con crimini, suicidi, furti e speculazioni ai danni dell’intero Paese?

Paolo D’Arpini

                Interrogativo

Spiritualità laica e libertà espressiva - Accettazione di sé ... significa saper dire anche "NO"!




"Non è la libertà che manca; mancano gli uomini liberi."  (Leo Longanesi)

Scrive Caterina: ".. per favore potresti tradurmi questo scritto?"

Risponde Paolo: "Amore mi hai chiesto qualcosa che mi ha tenuto alquanto impegnato, l'ho fatta per amor tuo, allo stesso tempo sono contento perché questo messaggio è genuino e valido, per te per me per chiunque altro..."

Replica di Caterina: "Eh si, ed io te l'ho chiesto per questo, pechè ero certa che era un messaggio importante. Ieri, dopo aver parlato con questo e con quello ed essere andata da Luca a fare quel massaggio e intanto parlavamo, sono tornata a casa e ho letto su FB un post di Mushing Muga sul femminismo ed io l'ho commentato dicendo più o meno che il femminismo aveva anche portato a maschilizzare (non mascolinizzare) la donna ecc.  e che la donna dovrebbe avere un altro modo di fare, più "dolce", meno "asciutto" come mi aveva fatto notare Luca e Devachen Mirandina Pecci aveva commentato il mio commento e poi ha scritto che aveva postato sul suo profilo un pezzo, in francese, di questo Foster che le sembrava in sintonia con l'argomento ed eccolo qua, per me, per te, per tutti e grazie del tuo
lavoro..."

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Accettazione di sé ...   significa saper  dire anche  "NO"! 

Vorrei oggi parlare di qualcosa che sembra ampiamente frainteso nella comunità "spirituale".

Se accettiamo profondamente come siamo, e  profondamente accettiamo le situazioni  come si  presentano, e siamo in grado di   accettare gli altri come sono, significa dover  dire  "sì" a tutto e tutti, anche se il "sì" porta ad altra violenza?   In verità un tale atteggiamento ci rende passivi e lasciamo che gli altri camminino su di noi.

Se diciamo "tutto è ok",  vuol dire che rinunciamo alla nostra capacità di discernere?

Certo che no. L'accettazione è così vasta in profondità che comprende sia il  "sì"  che il  "no" alle situazioni della  vita.

Per esempio, qualunque sia la profondità del tuo amore per quella persona se qualcuno ti picchia ogni sera,  ti sembrerebbe  intelligente, generoso, saggio o illuminato (nel senso illuminato di queste parole) continuare ad autorizzarlo, dicendo "sì", in modo esplicito ma implicitamente  sperando che egli senta nel profondo che  quel "sì" vuol dire si "no"?

Dire "no" alla violenza, abuso, o qualsiasi cosa che suoni sbagliato in voi, non è lo stesso che dire "no" alla vita. Dire "no" non è necessariamente una resistenza alla vita. E' così importante comprendere ciò.

Quante volte diciamo "sì",  mentre dentro di noi  riteniamo che sia un "no", e viceversa? Se davvero vogliamo dire "no", se quel  "no" è la nostra profonda verità,  dire "sì" è una menzogna in quel momento, perché disonora la verità vivente dell'esistenza, della vita in movimento in voi, attraverso di voi, come voi. 

Quel povero piccolo "no" ha solo bisogno di un po' di attenzione amorevole ...

Spesso diciamo "sì", perché stiamo cercando di mantenere una certa immagine di noi stessi. Vogliamo essere visti come uomini di Compassione. Qualcuno che dice sempre sì, positivo, forse per voler significare che si accetta tutto ciò che accade. 
Facciamo la parte di chi non vuole esser visto come "negativo" o guastafeste. 
Che peso dover far finta !? 

Questo insegnamento non serve a  creare  nuove immagini di te stesso. È  per liberarti da tutte le tue immagini.

Se un insetto nocivo comincia a mangiare la tua pelle o il tuo sangue, non è forse normale  adottare misure per eliminare l'insetto?  In questo caso dire "no"  non vuol dire  che siamo in guerra contro l'insetto. Non si sente odio. Non è un  nemico mortale. Questa azione rientra nella vita stessa,  per come sei tu.  In tal modo, osservando attraverso l'occhio universale anche la rimozione dell'insetto è affermare la vita, non resisterle. 

Così affermi la  sua sacralità e mistero. Tu dici sì alla vita tutte le sue manifestazioni - tra cui l'evento in cui l'insetto viene rimosso dalla pelle umana, nel modo meno violento (se possibile). Non mi sembra intelligente né onesto fingere di accettare l'insetto. Sostenere di dire "sì" alle sue punture non significa accettare la  vita poiché in questo senso anche  un "no" è valido  per accettare la vita.

Naturalmente, nessuno può dire quando un "sì" o "no"  sia adatto per noi in quel momento. Questo "sì" o "no" è nel profondo "io" che tutti noi ci troviamo. Forse alcuni di noi sono più tolleranti verso gli insetti. Non lo so. Ma questo non è il problema. 

La profonda accettazione di quel che sei è abbastanza grande per un "no" o "sì" del momento. Questi due movimenti sono contenuti nell'incondizionato e  sono sempre presenti. Questo è  il Sì che davvero ci vuole - senza un  altrimenti.  E tu non stai cercando di mostrarti  come una "persona di accettazione profonda",  qualcuno che non dice mai no. 

Non serve artificialmente mantenere  un'immagine spirituale.  Occorre  ricordare che tu sei oltre l'immagine, al di là di tutte le immagini - tu sei la vita stessa. Ed è per onorare la vita che vivi. E a volte onorare la vita è espresso da un "No" forte,  amorevole e intelligente.

Quel "No" esprime  chiarezza e verità, senza odio, senza violenza, senza attaccamento a qualsiasi risultato, senza cercare di mantenere una delle seguenti foto di te è davvero un grande Sì alla vita. 

Pochi giorni fa ho dovuto bannare qualcuno dalla mia Pagina Facebook, qualcuno che insultava gli altri membri da mesi,  definendoli  "malati di mente", ecc, e aveva ignorato tutti i miei avvertimenti e le mie offerte di aiuto. Questo è un buon esempio di "No" da un più profondo SI. Questa persona era chiaramente in una grave  sofferenza psicologica, ma non si è  aperto a alcun aiuto, credendosi di sopra di tutti. Il divieto non era un "no" a lui o "no" alla vita stessa.  Non era un rifiuto di lui o  una sentenza contro di lui, in quanto  essere che vive e respira nella sofferenza. E' stato invero  un esempio di "Sì" alla vita mascherato da un "no" per cancellare il comportamento recidivo in quel contesto specifico in quel momento. Non c'è stata violenza associata, non amarezza. E 'stata commovente accettazione di una legittima preferenza.

E posso pure capire che tutto è al suo posto giusto ed avviene al momento giusto.

Le preferenze non sono necessariamente sentenze, e non sono "contro" la vita in alcun modo. Il "No" a una data circostanza negativa è abbracciato al grande cosmico SÌ,  siamo.

Jeff Foster


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Commento di Devachen Mirandina Pecci: 
"Son felice che Caterina abbia avuto voglia di
tradurlo integralmente, si vede che gli e' stato di aiuto a chiarire
qualcosa che in lei era gia' in atto, vedo anche dalla foto che e'
successo in lei qualcosa di liberatorio, riguardo a Jeff, tra la gente
del suo genere e ' quello che e' piu' vicino a colmare il gap tra lui
e chi lo segue, di piu' in questi contesti non si può, finche sei su
fb, finche' ti poni comunque da una parte sola, e questo vale anche
per i satguru stai sostenendo un inganno., Questo non vuol dire che
alcune cose che nella loro danza hanno realizzato , non possano essere
di aiuto, nel momento in cui ci troviamo in una situazione analoga.
oggi posto qualcosa molto interessante di lui. Riguardo al fatto in
se', vorrei dirti Mushin, non e' diverso, se qualcuno venisse a casa
tua e insultasse i tuoi cari ,come ti comporteresti? j.F. Non si pone
come Maestro, ma certo questa e' la solita storia. Non e' diplomazia,
ma se qualcuno, puo' essere anche un amico, ti fa comprendere
qualcosa, in quell' istante ,solo in quell' istante e' il tuo Maestro,
ma questa e' la cosa piu' difficile da far riconoscere ai ' maestri'.
Infatti spesso ti ho dato ragione nei tuoi bisticci con Shakti,
perche' ritenevo che avrebbe dovuto riconoscere qualcosa che le stavi
mostrando....ma questa e' storia passata"

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Replica di Caterina Regazzi: 
"non ho fatto io la traduzione né scelto la foto, 
l'ha fatto il mio compagno su mia richiesta, lui sa bene il francesce ed io no, 
ma il senso non cambia, da quello che intuivo mi pareva importante e
quando ho visto la foto sono scoppiata a ridere. Io faccio molta
fatica a dire di no e so perché, ma non è come dice la psicanalisi,
non basta sapere i motivi per risolvere i problemi"!

giovedì 29 novembre 2012

2020.. il nuovo messia arriva giusto in tempo per la fine del mondo


Paolo D'Arpini in preghiera


Parecchi anni fa aiutai l'amico Peter Boom a rendere in italiano “2020 - Il nuovo Messia” un libricino di fanta-ecologia in cui si immagina la fine del mondo in seguito ad una serie di catastrofi ecologiche causate dall'uomo. A quel tempo, primi anni '90 del secolo scorso, già facevo parte del nascente filone bioregionale e della “deep ecology” (come allora si diceva), e trovai interessanti le tesi di Peter, che immaginava un goffo tentativo da parte dei potenti di salvarsi dalla distruzione planetaria per mezzo di “una nuova arca” (che accogliesse loro stessi e le loro donne) e finì miseramente in un boato atomico autodistruttivo. Insomma l'interrogativo era ed è se gli umani saranno in grado di ereditare la terra..

I mondi dell'uomo sono molteplici ma tutti nel pensiero.. uno solo è reale: questa Terra. Se non siamo in grado di conservare la nostra vita onorevolmente sulla Terra come potremo sperare la salvezza emigrando su altri pianeti? Come potremo sperare di essere accolti nel consesso della vita universale extraterrestre se non siamo stati in grado nemmeno di mantenere la vita sul nostro piccolo pianeta? Con ciò ritengo che l'esperimento della nostra sopravvivenza deve potersi avverare qui dove siamo... Inutile sperare in colonie sulla Luna, su Marte o su Venere.. inutile cercare l'acqua su quei mondi desolati se qui -dove ce ne è tanta- non siamo in grado di mantenerla pulita.

Eppure già ci furono diversi scienziati e spiritualisti illuminati che sin dagli albori della società dei consumi avvertivano l'uomo del rischio di uscir fuori dai binari dell'equilibrio scienza/vita. Oggi il treno umano sta deragliando con scintillio di schegge impazzite: OGM, avvelenamento chimico metodico della terra e dell'acqua, energia atomica sporca, deperimento sociale e morale, urbanizzazione selvaggia, distruzione delle risorse accumulate in millenni dalla natura, etc.

L'uomo nel corso della sua breve storia ha enormemente trasformato la faccia della Terra, perché egli può deliberatamente modificare quasi tutto quel che costituisce il suo ambiente naturale e controllare quel che cresce e vive in esso.

La trama della vita è però tanto delicata e tanto legati sono tra loro il clima, il terreno, le piante e gli animali, che se una componente di questo complesso viene violentemente modificato, se alcuni fili vengono tagliati all'improvviso, l'intero complesso subisce una modificazione. Questo è il significato intrinseco del Bioregionalismo e dell'Ecologia Profonda.

Per centinaia di anni -e soprattutto nell'ultimo secolo- l'uomo è stato la causa di deturpazioni, stermini ed alterazioni profonde... e questo malgrado la sua contemporanea capacità di creare abbellimento ed armonia. Il potere intellettivo che consente all'uomo di progettare e costruire è lo stesso che gli consente di distruggere. Con l'aumento smisurato della popolazione umana la capacità di procurare danni materiali come pure l'affinamento del pensiero e della riflessione sono cresciuti esponenzialmente.

Purtroppo questa nostra Terra non è un Paese di Bengodi od un corno dell'eterna abbondanza... le risorse del pianeta, pazientemente accumulate e risparmiate nel suo ventre, sono ora in fase di esaurimento. La biodiversità e la purezza del genoma vitale sono sempre più a rischio... molte specie animali resistono solo negli zoo o nei giardini botanici. In tutto il mondo moderno ogni nuova impresa economica e scientifica viene seguita da peste e malanni, lo sviluppo continuo equivale al consumo accelerato dei beni, nella incapacità di recupero ambientale e ripristino da parte della natura.

Occorre da subito e con la massima serietà e determinazione fermare la caduta, preservando le risorse residue e quel che rimane della vita selvatica, non solo per il mantenimento della bellezza naturalistica ma soprattutto perché l'armonia complessiva, cioè la reale sopravvivenza della comunità dei viventi (e dell'uomo stesso) dipende da quelle componenti.

Il futuro dell'umanità, infatti, non sta nella sua colonizzazione di altri pianeti del sistema solare bensì nella sua abilità di conservare la vita sul pianeta Terra.

Per questa ragione la biologia, l'ecologia profonda, la spiritualità della natura sono aspetti essenziali del nuovo paradigma coscienziale. Uno dei più grandi misteri vitali, che abbiamo il dovere di affrontare e risolvere, è quello relativo alla nostra vera natura. Ma le religioni e la scienza non saranno mai in grado di darci una risposta se non cominciamo a cercarla direttamente in noi ed attorno a noi. Altrimenti non saremo in grado di uscire dal meccanismo ripetitivo delle guerre, dello sfruttamento insensibile, dei conflitti razziali e interspecisti.

Umanità non è solo simbolizzata da questi bipedi antropomorfi e non è solo un agglomerato organico definito “corpo”. Possiamo dire che Umanità è la capacità di riconoscersi con tutto ciò che vive e pulsa energeticamente dentro e fuori di noi.

La Terra è la nostra casa, l'abbiamo avuta in eredità da un lento e laborioso processo globale della vita, ma siamo sicuri di poterla lasciare a nostra volta alle generazioni future nella stessa integrità e opulenza nella quale noi l'abbiamo ricevuta? La dignità umana si gioca anche in questo, accettiamo dunque la sfida posta alla nostra intelligenza. 

L'evoluzione ha una direzione univoca, la crescita della Coscienza, restiamo in essa! 

Paolo D'Arpini



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Commento ricevuto: 


Caro Paolo,
Ci sono due fenomeni paralleli in atto, l'incremento di minaccia all'ambiente e l'incremento di complessità dei sistemi umani. Se prevale il primo ripartiamo da zero. Se prevale il secondo arriviamo al "salto di scala".
C'è una terza via ?
Bimbi permettendo ti vengo a conoscere domenica a Testaccio.
Buon pomeriggio 
Franco Paolinelli  




Mia rispostina: "Caro Franco, ti ringrazio per avermi scritto. La perplessità purtroppo non sarà sufficiente deve tramutarsi in cambio abitudini e allontanamento sulla sudditanza al sistema. Si chiama "sopravvivenza bruta", cioè bisogna essere pronti a rinunciare in toto ad appoggiarsi a questa società consumista.  All'inizio sarà una ribellione di "cantina" ovvero basata solo sul non incremento della nostra adesione al sistema.. poi pian piano sarà necessario uno scollamento definitivo e non so se questo potrà avvenire a livello globale ma sicuramente deve avvenire a livello personale. Intanto si può partire da piccole cose interrompere gli acquisti di qualsiasi bene innecessario, abiti, oggetti, macchine, vizi, etc. e limitarsi agli alimenti di sopravvivenza. Nel frattempo tentare di incrementare l'indipendenza alimentare attraverso piccoli orti, anche sui terrazzini di casa, raccolta erbe selvatiche, scelta vegetariana, etc.  Non so ancora per quanto avremo modo di continuare ad usare internet, forse bisognerà tornare alla posta cartacea oppure alla telepatia....
Non sarò al Testaccio ma se ti fa piacere puoi venire all'incontro dell'8 dicembre 2012 a Treia:  http://paolodarpini.blogspot.it/2012/10/treia-8-dicembre-2012-verso-il.html"


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Commento di N.L.: “Io voto per la telepatia, a patto che... i pensieri veri e compresi siano poi confermati dall'utente... Altrimenti non è che si può intercomunicare sempre con se stessi. Io spero che il mondo prima o poi cambierà... Io spero dei cambiamenti anche per me, e mi auguro di cambiare, per la mia crescita e per quella del mondo”

Mia rispostina: “La telepatia esiste già... perché il pensiero ha la stessa matrice per tutti. Ne ebbi esperienza in momenti di totale apertura... e so che è vero!”




mercoledì 28 novembre 2012

Scie Chimiche a San Severino Marche... malattie strane ed il cielo striato osservato da Lucilla Pavoni




Caro Paolo D'Arpini, incoraggiata dalla risposta che hai dato a Roberto Giovannini (http://saul-arpino.blogspot.it/2012/11/il-giornaletto-di-saul-del-28-novembre.html ) ripropongo il problema scie chimiche, di cui forse avevo parlato in un tempo in cui pochissimi avevano notato cosa succede sopra alle nostre teste.

Ci hanno rubato anche il cielo, e lo stanno usando per modificare il clima, causando nubifragi e terremoti, e per farci ammalare rendendoci zombie con malattie come l'Alzheimer.

Io vivo in una zona di montagna, dove l'aria è  pulita e dove, fino a pochi anni fa, di solito la gente moriva semplicemente perché era stanca di vivere (per vecchiaia). Forti fino all'ultimo giorno, potevi incontrare vecchi di novant'anni, arzilli e lucidi, che ancora zappavano la terra.

Da due o tre anni a questa parte, prima in maniera subdola e poco appariscente, e adesso in maniera sfacciata e plateale, succede che in uno spazio aereo, dove normalmente possono passare un paio di aerei li linea in una giornata, il cielo è letteralmente invaso e disegnato da decine e decine di scie che si intersecano tra loro, fino a formare croci, losanghe, griglie, che s'allargano sempre più e permangono ore ed ore sopra alle nostre teste.

In seguito alla loro presenza, dopo un po' senti la pelle come fosse stata nebulizzata ed è a quel punto che generalmente io comincio ad avere attacchi di tachicardia. La testa mi va in confusione e vado in giro per casa senza neppure sapere io cosa vado facendo. Lo scorso anno, quando questo disturbo ha cominciato a condizionare troppo la mia vita, ho cercato risposte dalla medicina ufficiale, ma non ha saputo darmene. 

Poi qualcuno mi ha suggerito di sottopormi "all'analisi del capello", che generalmente rivela cose che la medicina ordinaria non riesce a vedere. La risposta che ho ricevuto da Phenix parla di un accumulo anormale di metalli pesanti, come il mercurio, l'alluminio ed altri che non sto ad elencare. Inoltre ho saputo da fonti attendibilissime (gente che lavora in ospedale) che c'è un incremento impressionante, quasi a livello d'epidemia,  dell'Alzheimer.

Non desidero allarmare nessuno, ed ogn'uno può fare l'uso che vuole di queste informazioni, ma questo è quanto. Dimenticavo di dire che, dopo il passaggio degli aerei, un cielo azzurro e senza una nuvola, dopo un po', diventa cupo di nuvole pesanti, strane, cattive e  spesso comincia a piovere .

Il giorno e la notte prima dell'ultimo alluvione in Toscana, gli aerei sono passati in continuazione con una frequenza di dieci, quindici minuti tra uno e l'altro. 

Boh, non lo so, ma non mi sembra normale.

Ciao caro Paolino, ti auguro buona giornata e buona vita (sempre aerei permettendo).

Lucilla Pavoni

Lucilla Pavoni, in visita al Circolo VV.TT. di Treia

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Articolo "divertente" collegato: 

H.A.A.R.P.: “… le scie chimiche? Nun so’ scie so’ sciemenze.. chiedete ad ‘attivissimo’, son solo nuvolette lunghe lunghe, colorate dalle fate!”

Cari amici, vi sembra normale che il cielo sia “inferriato”, “sbarrato” da scie biancastre che non lasciano filtrare la luce del sole? Gli scienziati sono preoccupati dalla imprevedibilità degli effetti di una tempesta geomagnetica e cosi’, come al solito per inibire il sintomo danneggiano l’intero organismo celeste.
Pensate che le cosiddette “chemtrails o scie di condensazione sarebbero utili a riscaldare l’atmosfera ad alta quota provocandone l’espansione.
Ciò è ufficialmente volto ad analizzare gli esiti dell’espansione da parte dei satelliti in orbita attorno alla Terra, simulando le ripercussioni di un flare o tempesta solare. Il tutto per tentare di prevenire la distruzione dei satelliti stessi.
Credo che nessuno di voi produrrebbe un lutto complicato se fossero neutralizzati i satelliti militari e quelli utili alla geoingegneria, anzi molti farebbero salti di gioia. Non credo alla teoria del complotto, piuttosto sospetto sempre piu’ che l’uomo sia un primate stupido ed incapace di prevedere le conseguenze delle sue scelte.
Tra un po’ ci racconteranno che non solo le scie, piene di metalli neurotossici, sono diffuse per il nostro bene, ma che anche gli impianti H.A.A.R.P. sono la salvezza dell’umanità.
Quegli aerei bianchi che tracciano il cielo di scie indelebili spandono purtroppo veleni nella ionosfera. Il termine HAARP indica l’acronimo di High-frequency Active Auroral Research Project: Programma di Ricerca Aurorale Attivo ad Alta frequenza. E’ un progetto del Dipartimento della Difesa Statunitense (DoD), coordinato dalla Marina e dall’Aviazione e considerato il nucleo del programma “Guerre Stellari” avviato sotto le amministrazioni Reagan%u2013Bush negli anni ‘80.
Secondo le scoperte di Eastlund, il genio della fisica statunitense che possiamo considerare l’Archimede delle scie chimiche, è possibile dirigere la potenza di HAARP verso uno specifico punto della ionosfera che la farebbe riscaldare al punto da innalzarla fisicamente. In questo modo si verrebbe a creare un rigonfiamento altamente riflettente, definito da lui “effetto lente”, in grado di convogliare i raggi sulla terra con effetti devastanti.
La potenza di tali onde sarebbe tale da provocare modificazioni molecolari dell’atmosfera, causando, a seconda delle diverse frequenze: cambiamenti climatici, la possibile disgregazione di processi mentali umani e probabilmente anche effetti sui movimenti tettonici di magnitudine imprecisata.
Nel 2002 l’Italia ha firmato un accordo bilaterale con gli USA sulla ricerca climatica aprendo i propri cieli ad ogni sperimentazione. Nel 2003 il Ministro della difesa, autorizza ufficialmente le forze aeree Usa (USAF) a sorvolare gli spazi aerei dell’Italia.
Lo “Zio Sam” può ora gestire la nostra ionosfera come gli pare. La joint venture si chiama “Cooperazione Italia-Usa su scienza e Tecnologia dei cambiamenti climatici”. Eviva! Evviva! Cantava il grande Renato Carosone: “Tu vuo fa l’americano…”. Le sostanze tossiche adoperate per le operazioni militari di aerosol sono composte da metalli quali l’alluminio e il bario, polimeri, silicati ecc.. L’alluminio, come noto, è una sostanza neurotossica che danneggia sia il sistema nervoso centrale, che i processi omeostatici cellulari. E’ risaputo che l’intossicazione da metalli produce un abbassamento delle difese immunitarie: l’alluminio uccide la flora batterica dei terreni; le piogge prodotte dalle scie chimiche modificano i valori di acidità dei suoli. Purtoppo l’alluminio è tossico non solo per il sistema nervoso, ma anche per tutto l’organismo compresa la tiroide. Forse si devono ringraziare gli esperimenti climatici e le chemtrails per giustificare l’ecatombe della funzione tiroidea di milioni di italiani. Gli esami di laboratorio TSH, ft3, ft4, anticorpi antitireoglobulina, antiperossidasi e soprattutto la vitamina 25OH D3 denunciano che qualcosa di grave sta accadendo contro la nostra salute. Ho detto forse perchè sono uuna persona seria, ma questa è una mia fondata ipotesi. Vi consiglio di verificare la salute della vostra tiroide se soffrite di depressione, astenia, difficoltà di concentrazione, irritabilità, insonnia ecc.
Non troverete una grande accoglienza da parte della medicina ufficiale. Sembra che qualcosa occulti un diritto di consapevolezza della gente ed ogni giorno devo veramente combattere per avere questi esami utilissimi e spesso canzonati. Sono diventato da venticinque anni uno studioso della tiroide per obbligo di cura dei miei pazienti.
L’ipnosi regressiva riesce molto meglio se il nostro carburatore tiroideo e la vitamina D sono equilibrati. La connessione con l’Uno, la riUnificazione non devono esserci preclusi da chi gioca alla guerra. Occorrerebbe al più presto chiedere allo zio Sam di non utilizzare il cielo e l’anima degli altri per i suoi preoccupanti e paranoici giochi di potere.
Buona Vita
Angelo Bona
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Commento ricevuto da  Fabio Pierantozzi 
"Le Scie le noto anche io da un bel po, ma non riesco a spiegarmi, forse per scarsa informazione, alcune cose:
1) Cui Prodest: Ci sono talmente tanti interessi in ballo sul
controllo climatico che non ho ben capito a chi gioverebbe e perché e
come questa ristretta lobbi possa spuntarla sulle altre.
2) Lo Scopo: non ho capito se le scie chimiche servano a far piovere,
a non far piovere, o addirittura a pianificare questi eventi: si vuole
combattere il surriscaldamento del pianeta o lo si vuole provocare?
3) I Mezzi: Si usano aerei non di linea, ma questi aerei dovranno pur
decollare e atterrare da qualche parte: dove sono le basi? sono state
monitorate? Le sostanze che spruzzano e i macchinari usati sono
prodotti da qualcuno: chi? E' possibile che tra tutte le persone che
girano in questo business non ce ne siano di disposte a parlare, a
fornire documenti, prove, che inchiodino tutta la tresca?
4) I Permessi: andare in giro con un aereo non è come prendere
un'auto; occorrono permessi, piani di volo, autorizzazioni da torre di
controllo, ... Qualcuno li ha intercettati, vagliati, documentati,
resi noti?
5) Invece di metter su una rete clandestina di aerei clandestini con
personale clandestino e accordi clandestini, non sarebbe stato molto
più facile e mono dispendioso fare 4 chiacchiere con i petrolieri
(loro compari) affinché aggiungessero tali sostanze direttamente nei
carburanti ufficiali?"

martedì 27 novembre 2012

Ecologia profonda - Coltura e cultura bioregionale contro le manipolazioni genetiche


Dipinto di Franco Farina


Vorrei qui descrivere il percorso della presa di coscienza olistica alimentare ed ecologica che è alla base dell'ecologia profonda. In realtà dobbiamo tener conto del complesso processo di riavvicinamento alla natura avvenuto nel pensiero e nella pratica di pochi precursori o ri-abitatori della Terra (come si dice in gergo) che negli ultimi anni iniziarono un "nuovo" esperimento di vita... Diciamo "nuovo" in realtà si tratta del più antico approccio naturalistico in sintonia con la natura e con la vita. 

In piena società industriale e consumista ed in varie parti del mondo alcune persone si sono interrogate sul percorso che l'umanità stava compiendo e se tale percorso potesse realmente corrispondere ad un modello evolutivo o era semplicemente un "impigrimento" legato all'automatismo.

La civiltà delle macchine richiede grande intelligenza e capacità di comprensione per come queste strutture meccaniche, tecniche ed artificiali possano contribuire allo sviluppo della società umana.

Se questa comprensione è difettosa abbiamo un risultato molto simile a quello avvenuto al dormiente apprendista stregone Topolino, che non riesce più a fermare le sue scope cariche di secchi d'acqua, e ci ritroviamo anche noi con la casa allagata!

Negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, per uno spontaneo riverbero, in varie parti del mondo piccoli gruppi o singole persone iniziarono a esperimentare nuove forme di sopravvivenza, e siccome viviamo in una società in cui i modelli sono socialmente convalidati solo sulla base della provenienza abbiamo assistito all'importazione di sistemi di vita, onde, mode, che provenendo dagli Stati Uniti hanno poi invaso il resto del mondo.

Così è avvenuto per gli hippies, la beat generation ed anche per il "bioregionalismo". In realtà gli hippies non avevano fatto altro che imitare fantasiosamente il modello pacifista gandhiano, i beatnik non erano altro che esistenzialisti rivisitati ed i bioregionalisti alla Gary Snyder (per interderci) sono i ri-scopritori dell'acqua calda, o dell'ecologia profonda, non riferendomi specificatamente alla "filosofia" di Arne Naess bensì alla coscienza onnicomprensiva e indivisibile della vita già presente nelle civiltà antiche europee, dell'Asia e dell'Africa e dell'Oceania e della stessa America prima della conquista inglese e spagnola e molto prima che venissero "inventate" le parole che la definiscono..... 

Ciò nonostante la parola "bioregionalismo" -in quanto modello di pensiero- viene attualmente riferito (soprattutto su wikipedia) ad un gruppetto di americani che ne sancirono il termine. Le cose che vengono dall'America, le "riscoperte" fatte in America molto spesso -e l'abbiamo visto tutti con la festa di Halloween che è una "mutazione" dell'antica cerimonia di fine anno celtica- peccano di pressapochismo, sono cioè superficiali e dallo spirito naive. Nel bioregionalismo "americano" ad esempio si tiene conto della geografia territoriale ma si considerano poco altri aspetti più sottili che noi in Europa abbiamo sempre conosciuto come "genius loci" (io lo chiamo spirito laico), oppure si tiene conto dei modi di vita consolidati senza capire se essi siano o meno in sintonia con il vivente.

Mi riferisco in questo caso all'abitudine alimentare di mangiar grandi quantità di carne che viene considerata alla stregua di un dato di fatto genetico e naturale nell'uomo mentre invece sappiamo che non è così, giacché l'uomo appartiene geneticamente alle famiglie antropomorfe frugivore. Gli americani amano la natura, scrivono poesie sul caribù e sull'orso ma non trovano poi nulla di strano di sparargli e cibarsene sotto la luna, tanto sono animali selvaggi (come i cacciatori stessi). C'è persino un estremismo "ecologico" di persone che vivono sugli alberi, oppure che rinnegano l'agricoltura, come un tal teorico primitivista Zerzan, ma che non trovano nulla di strano poi di nutrirsi di scatolette o guardare la televisione... insomma incongruenze d'oltreoceano.

L'introduzione nell'agricoltura moderna degli Organismi Geneticamente Modificati (O.G.M.), altra invenzione americana, è una ingiustificata e pericolosissima alterazione di ciò che l'Evoluzione ha prodotto nelle piante in centinaia di milioni di anni: piante sulle quali si è basata la successiva evoluzione biochimica dei complessi organismi animali superiori, culminati con l'avvento dei Mammiferi negli ultimi 65 milioni di anni e quindi con la comparsa dell'Uomo. Pertanto il delicato equilibrio biochimico della specie umana dipende dall'integrità delle specie vegetali così come l'Evoluzione le ha condotte fino a noi, poiché la Salute di ciascuno di noi è basata sulla Biochimica cellulare umana, e questa dipende, nella propria complessità genomica (DNA), dall'utilizzo di migliaia di vitamine e di complessi fitochimici presenti in Natura.

La pianta è anch'essa un organismo complesso, frutto dell'evoluzione biologica avvenuta in centinaia di milioni di anni: ogni modificazione genetica provocata in essa dall'Uomo (con radiazioni come a Chernobyl, o con retro-virus come attualmente compiuto con gli OGM), produrrà comunque un danno irreparabile che spesso non potrà essere riconosciuto, poiché l'Uomo conosce con sicurezza soltanto poche decine di vitamine e di altre sostanze pro-vitaminiche.

Oggi, per ottenere il vantaggio di una (supposta) maggiore produzione agricola, si ricorre al metodo di modificare il patrimonio genetico delle piante naturali, allo scopo di: modificarne la struttura, renderle sterili (per obbligare gli agricoltori a comprare nuovi semi ogni anno), brevettarne la trasformazione indotta, rivendere in tutto il mondo il prodotto così ottenuto. In realtà non è mai stato dimostrato che le coltivazioni OGM producano maggiori quantità di prodotti, tutt'altro. 

E quel che è più grave è che sotto la spinta pubblicitaria ed economica le multinazionali americane che promuovono tali "aberrazioni agricole" stanno ormai conquistando la Terra.. addirittura arrivando al punto di costringere i governi a "proibire" le sementi tradizionali... le stesse sementi che hanno consentito all'uomo di giungere alla Civiltà... 

Paolo D'Arpini

domenica 25 novembre 2012

Morte ecologica e “post mortem” fra religione e business



Rende più un cadavere che un vivente, questa è la realtà che si è andata formando in millenni di ipotesi sulla morte. Certo non si spendono più cifre "faraoniche" per la costruzione di piramidi e mausolei, ma in compenso la spesa funeraria è andata "democraticamente" uniformandosi alla massa. E gli affari non si fanno solo sul cadavere ma anche sull’anima del cadavere, che viene allettata da varie religioni a compartecipare ai variegati paradisi ed inferni. 

Per i "credenti" ci sono le messe di suffragio, le preghiere pro defunti, le cerimonie per gli avi, magari pure il martirio-assicurazione di salvezza. Sapete che furono i cinesi ad inventarsi la prima cartamoneta? Ma non serviva per le transizioni commerciali fra esseri viventi, no, era utilizzabile solo nel post mortem, dove c’erano apposite banche di scambio che finanziavano i piaceri dei cari estinti nei vari paradisi buddisti, taoisti, confuciani od animisti.

Roba da mettersi le mani nei capelli…(se ancora resistessero nelle tombe) oppure da sganasciarsi dalle risate (dipende dalle propensioni filosofiche).
 
Suvvia, oggi viviamo nel secolo della tecnologia e della scienza, per cui certi progetti sull’oltretomba (paradisi, inferni, limbi, purgatori, etc.) hanno meno appeal e trattandosi di un secolo "materialista" ecco quindi che molti degli affari si fanno sul cadavere, imbellettato, profumato, con esequie first class, bare e sarcofagi sontuosi, forni e fornetti, per non parlare di depositi crioenergetici in standby, ipotesi di sepoltura nello spazio, cremazioni con fiori di gelsomino, mourning e processioni a pagamento e vai col vento!
 
La morte è il più grosso affare della storia umana. Soprattutto oggi!
 
Dai tempi più remoti, da quando cioè ci si illuse che è possibile "ingannarsi" sulla scomparsa dell’io individuale o sulla procrastinazione della vita corporale, l’uomo ha continuato a seguire il mito della lunga vita o della vita oltre la vita. Pian piano offuscato il miraggio della immortalità fisica (ma ancora ci si prova con i trapianti, etc.) ecco che l’uomo si è adattato a credere nella continuazione dell’io in un aldilà.
 
Le varie leggende narrano di come gli eroi della specie abbiano tentato il tutto per tutto per sopravvivere a se stessi ed ove non bastava il medico, lo stregone od il dio miracolante, ci pensava l’imbalsamatore a preservare quel simulacro corporale buono almeno ad illudere i superstiti, i sopravvissuti in attesa di… Ogni civiltà ha avuto il suo stile nell’affrontare la morte ma la fede verso un oltretomba ha continuato e continua a consolare frotte di morienti.
 
Vediamo ora come mai è così importante per l’uomo voler allungare la propria vita od al meglio illudersi che non sia finita con il decesso.
 
La paura della morte è della scomparsa di sé, la perdita dell’auto-consapevolezza riferita ad una specifica forma e nome. Chiaramente la brama esistenziale è alla base di questo processo, ciò è riscontrabile non solo nel caso di desiderio di prolungamento della vita fisica ma anche nella speranza della continuazione in altra dimensione. Paradossalmente questo è il caso anche dei suicidi che apparentemente rifiutano la vita ma sostanzialmente sperano in un prosieguo più sopportabile (non solo i kamikaze ma pure i disperati che si buttano dal ponte). In effetti nel momento in cui la morte si avvicina l’attenzione si fa più vivida e non si percepiscono gli stati di sofferenza ma si sperimenta una forte pulsione adrenalinica in cui non c’è percezione di angoscia o sgomento (questa è l’esperienza raccontata dai sopravvissuti ad incidenti, etc.). 

Il vero dramma della morte è invece vissuto nei momenti in cui più forte è la bramosia per la vita. Più l’esistenza ci appare desiderabile, e la paura di perderla è più forte, maggiore è l’amaro sapore della morte in bocca.
 
La morte a volte appare nel bacio appassionato dell’amante che ci fa temere la sua improvvisa fuga, nel sorriso di un bimbo che mette malinconia per la sua impermanenza.. o nel profumo d’un fiore, nello sguardo perso del guerriero, nella poesia estatica che ci solleva dal mondo, nel frutto che stiamo addentando… La morte in realtà è dietro ad ogni azione della nostra vita, essa non è altro che la sete di vita, mai soddisfatta, e di cui sempre angosciosamente si teme la perdita. La morte è nel nostro desiderio di prolungare il piacere o di scansare il dolore.
 
Eh sì, cara morte, tu sei la compagna più fedele dell’uomo!
 
Ma torniamo all’analisi iniziale e vediamo come è stato possibile, ed è ancora possibile, che alcuni uomini possano superare questo timore ancestrale e scansare la speculazione sulla dipartita. Questi uomini, chiamiamoli saggi, rappresentano il picco evolutivo dell’umanità, la meta che è il fiore della natura umana. Essi ci insegnano a guardare oltre le apparenze, ad osservare quel processo "automatico" che ci porta ad identificarci con quel "corpo" o quella "mente" –ed infatti anche la mente è una gabbia egoica- ed i saggi non riconoscono alcuna entità mentale o fisica separata dal tutto che possa andare o venire e sopravvivere a se stessa. Ed allora cosa resta? Il nulla il vuoto? Niente affatto… è un "pieno" perfetto che resta, che era è sarà, in quanto non condizionato dal concetto spazio-temporale. 

Il messaggio dei saggi è univoco ed assoluto ed è presente nella coscienza di ognuno ed è sufficiente riconoscerlo in noi stessi per scoprirne la verità e la perenne presenza. E poi, dove sono e chi sono questi "saggi" ove esiste quella unica coscienza indivisa?
 
A volte si usa il paragone della trasmutazione dell’acqua in ghiaccio e del ghiaccio in acqua per significare l’apparente trasformazione della stessa sostanza. L’ipotetica differenza è solo nella densità mentale dell’osservatore, basta poco calore (od "intelligenza") per sciogliere quel ghiaccio… e riconoscerlo per quel che sempre è stato: acqua nell’acqua. Il solo problema è l’illusione mentale che spinge l’uomo a riconoscersi in ciò che non è ed a continuare ad illudersi di poter perpetuare la sua condizione di ghiaccio ed a soffrirne conseguentemente ed inutilmente.

Ma cosa sarà di questo "mondo" allorché la "conoscenza" avrà raggiunto tutte le cellule dell’organismo universale? Come faremo a divertirci nel tramandare la storia vissuta dalle genti? Niente paura, il bagaglio genetico è sufficiente memoria, inoltre esiste una branca di ricerca (e se non esistesse me la invento in questo momento) che viene definita "genetica psichica", una catalogazione del processo mentale cristallizzato nella materia. 

Questa trasmissione avviene un po’ come per la memoria dell’acqua, ogni pensiero, azione, propensione, etc. resta stipato in una sorta di inconscio collettivo, od aura, in cui tutta la memoria passata presente e futura risiede e da lì viene continuamente ritrasmessa e resa viva attraverso ogni essere vivente. 

Una storiella nella storia.. vi ricordate di Gargantua e Pantagruel che in visita al polo osservarono delle sfere fluttuanti? Esse erano le parole ghiacciate pronunciate da tutti gli esseri viventi ed infatti rompendone l’involucro immediatamente la parola risuonava nell’aria, per –subito dopo- rapprendersi in un nuovo guscio. 

Nulla va perduto nell’universo, neanche i pensieri. Perciò non occorre preoccuparsi per preservare la nostra memoria ai posteri, anche loro riceveranno qualcosa di noi e trasmetteranno qualcosa di sé. Magari cambierà la forma delle "vestigia" esaminate o tramandate, che si manifesteranno sostanzialmente in chiave psicosomatica conscia ed inconscia… ma sarà sufficiente cambiar metodo di lettura, dallo studio dei "reperti" si passerà all’esame dei "rapporti".

Paolo D'Arpini 



Ecologia profonda, bioregionalismo e biologia facile facile: “Dalle molecole all’uomo e dall’uomo a…”


Caterina Regazzi e Paolo D'Arpini, in autunno tra i fiori di Treia 

Mi è venuta l’ispirazione di scrivere un articolo sull’inquinamento causato dall’agricoltura intensiva e dal tentativo in corso di dominare il mondo utilizzando le sementi, sia quelle selezionate per le piante sterili sia quelle ogm.
Alcuni potentati economici, ben indirizzati e determinati, hanno -dagli ultimi sessanta anni in poi-obbligato il sistema agricolo a dipendere dai fertilizzanti chimici e dai veleni erbicidi. Pian piano tutte le falde acquifere saranno inquinate e l’acqua diventerà un bene preziosissimo e l’agricoltura, che sino a pochi anni fa era fonte di nutrimento per l’uomo, diventerà la causa della sua rovina. Inoltre la detenzione di sementi brevettate e la trasformazione dell’ambiente porterà a carestie indicibili ed allo sterminio di intere popolazioni. A chi interessa tutto ciò? Non è solo un meccanismo di sfruttamento economico, dietro c’è una sorta di piano strategico per il dominio del mondo.
Ma vediamo come è cominciato questo strazio. Tutto ha inizio con la vittoria del sistema americano che ha esportato in tutto il mondo il criterio alimentare basato sulla separazione del modello agricolo tradizionale. La scissione è basata sull’aumento del consumo di carne. Allontanati gli animali dalla campagna e rinchiusili negli allevamenti intensivi, avendo cioè creato una frattura fra il mondo contadino tradizionale che viveva in simbiosi con la presenza di animali nei campi, ed avendo trasformato sia la produzione agricola che l’allevamento in scomparto produttivo industriale, si è creata la prima separazione in quel delicato organismo vitale che aveva sino alla metà del secolo scorso consentito il mantenimento di un delicato equilibrio: uomo, natura, animali. Scisse le due metà di un’unica cellula, ovvero quella della compresenza e simbiosi fra vita animale e vegetale. Si è potuto procedere al successivo passo alienante: l’incremento nell’allevamento di animali da carne con sistemi industriali e il contemporaneo sviluppo agricolo essenzialmente basato sul sistema delle monoculture. Per nutrire gli animali non più compartecipi del sistema naturale si è passati alla creazione di apposite coltivazioni preposte al loro ingrasso, con alimenti che gli animali non avrebbero mai trovato in natura, essendo precedentemente abituati e predisposti al consumo di erbe sul campo. Non solo gli animali si nutrivano di erbe spontanee ma contribuivano alla concimazione diretta dei fondi ed al riposo di terreni che subivano così un ciclo di diverse utilizzazioni e riposo. Il problema delle cosiddette erbe infestanti non esisteva, tutto rientrava in un normale procedere della vita naturale.
Ma allontanati gli animali dai campi e dovendo approfittare al massimo della capacità produttiva degli stessi terreni ecco che giocoforza è stato necessario ricorrere all’utilizzo di concimi artificiali e di diserbanti. Inoltre questo processo si è ingigantito mano a mano che le necessità di carne aumentavano, dovendo inoltre soddisfare le esigenze di una numero crescente di persone che entravano nel meccanismo consumistico. E l’accesso a quantità di cibo mai prima ottenuto con i sistemi tradizionali ha contemporaneamente fatto incrementare la presenza umana sul pianeta. Più gli umani aumentano, più carne si consuma, più servono terreni agricoli, più si tagliano le foreste, più si utilizzano concimi chimici e veleni.
Ricordo alcuni anni fa il problema che era subentrato nell’isola di Montecristo, in seguito all’aumento massiccio della popolazione di roditori emigrativi. I topi avevano invaso l’isola distruggendo ogni altra forma vivente, mangiando le uova di uccelli, consumando ogni risorsa alimentare… finché il loro numero era tanto cresciuto da causare un’implosione… La natura si aggiusta da sé.
Probabilmente è quanto avverrà anche alla specie umana. Anche perché le fonti di inquinamento e di distruzione dell’habitat non sono solo quelle sinora menzionate. Vanno aggiunte le distruzioni deliberate per scopi di guerra, l’uso indiscriminato di risorse sotterranee e conseguenti sconquassi tellurici, la polluzione atmosferica causata dall’uso massiccio di combustibili fossili, l’avvelenamento di sempre maggiori aree verdi, etc.
La piaga umana sta impestando il pianeta sino alle midolla.
E come se non bastasse la produzione del cibo sta passando sempre più in mani private, sta diventando un affare economico controllato accuratamente da multinazionali, le stesse che compartecipano alla finanza mondiale, e queste multinazionali hanno in mano la produzione e possono quindi creare crisi alimentari pilotate per mantenere un controllo reale sulla popolazione del globo. Le carestie sono ormai un’arma in mano ai potentati economici. Tra l’altro l’inquinamento fa si che l’acqua potabile sia diventata una rarità ed una fonte di ulteriore speculazione. Su un pianeta composto da tre quarti di acqua ecco che l’acqua manca….
Ma andiamo un po’ per ordine. Parliamo dell’utilizzo dei combustibili fossili che ebbe inizio per merito dei petrolieri americani, i quali una volta cominciato il bussinnes lo hanno esportato in tutto il mondo, condizionando lo sviluppo industriale all’uso del petrolio. Il petrolio ormai serve al funzionamento di tutto il sistema, ma intendiamoci non è in se stesso il progresso e le invenzioni tecnologiche e meccaniche che creano inquinamento, a parte l’aspetto dell’eccesso consumistico, bensì il loro funzionamento, l’energia alla quale questi mezzi attingono.
Eppure bruciare combustibili fossili a fini energetici ed industriali è risaputo che contribuisce alla formazione di anidride carbonica e questa a sua volta procura l’effetto serra. Non si può azzardare nemmeno una previsione circa gli effetti futuri del turbamento provocato dall’uomo nel ciclo naturale.
Ma tornando al problema ambientale causato dall’agricoltura industriale. Vediamo che dal 1900 ad oggi l’azoto usato come fertilizzante è aumentato di mille volte. L’interferenza dell’agricoltura sui cicli naturali è superiore a quella causata da ogni altro ciclo, compreso quello del ricambio atmosferico in seguito all’aumento di CO2, e questo perché l’azoto finisce nelle falde acquifere, nei fiumi, nei laghi e nei mari, e fa aumentare la crescita di alghe e piante che soffocano le acque e le rendono morte per eutrofizzazione. Inoltre se a ciò si aggiunge l’uso obbligato di diserbanti sparsi a piene mani sulle coltivazioni ecco che scopriamo che, con la nostra stupida mania di guadagno, stiamo avvelenando l’acqua del pianeta e procurando la fine di un ciclo vitale indispensabile al mantenimento della vita.
Aggiungiamoci poi l’inquinamento delle acque causate dall’allevamento industriale e dal sistema fognario umano e vediamo finalmente che noi stessi ci stiamo scavando la fossa, che noi stessi stiamo strozzandoci con le nostre mani.
E chi ci da questa capacità? Chi chi spinge a farlo? Le famose multinazionali che controllano il ciclo alimentare e tutto ciò che si muove sulla faccia della terra. E di chi sono queste multinazionali?

Beh questo non posso dirvelo altrimenti mi taccereste di…

Paolo D’Arpini

……………………..


Commento di Caterina Regazzi: “Mi pare molto bello, anche se non sono d’accordo con il primo paragrafo. Secondo me, dopo una prima fare di euforia distruttiva e di menefreghismo nei confronti dell’ambiente, sta subentrando una certa coscienza, che, pur essendo ancora il sistema in mano alle multinazionali, sta facendo si che ci sia un minimo dico un minimo di maggiore attenzione. Le acque credo siano oggi meno inquinate di venti anni fa ed anche le terre sono meno bombardate di antiparassitari e diserbanti. Mi è capitato già più volte, nel corso del mio lavoro, intervistando allevatori che sono anche agricoltori (fortunatamente) di sapere che usano pochissimi o niente prodotti sui campi e anche pochi sugli animali…
Il problema sementi e ogm lo sento invece come molto urgente da affrontare non so quanto l’Italia ancora potrà resistere a non usar gli ogm e le sementi potranno salvarsi solo grazie a pochi buoni volontari come Teodoro Margarita, si, ma per gli ortaggi e per qualche coltura minore… ma il grano, il mais, i cereali che attualmente vengono coltivati su grosse estensioni, sono destinati ad essere coltivati solo a partire da sementi “brevettate”. O c’è qualche altra soluzione? Si possono brevettare le sementi tradizionali? A che costi?”

Mia rispostina: “Grazie Amore per le tue sagge considerazioni, che pubblico come commento. Rispondo in merito agli interrogativi da te sollevati: l’inquinamento non ha raggiunto il suo climax, è ancora in superficie, pian piano scenderà ed allora saranno guai… Bisognerebbe cercare di fermare il processo immediatamente e trovare soluzioni per il riassorbimento degli inquinanti, come quella ad esempio proposta da Benito Castorina con il vetiver, etc.   Se è diminuito l’uso dei diserbanti ed antiparassitari non so, non credo… soprattutto perché per ogni campo qui da noi coltivato biologicamente, a livello mondiale spuntano fuori milioni di ettari disboscati e coltivati industrialmente. Il pianeta è una palla in cui tutto circola. Il problema degli OGM diventa sempre più grave.. ed hai visto anche tu quali sono state le decisioni dell’UE rispetto alla loro immissione… Poi il fatto che le sementi possano essere registrate -ma solo da grosse aziende- pone in forse il riciclo naturale e la biodiversità. Bisogna fare di più… soprattutto bisogna spingere sul vegetarismo e sull’abbassamento dei consumi, iniziando dal livello più basso, quello personale….”