giovedì 31 luglio 2014

Piedicava di Acquasanta Terme - 10 agosto 2014: Giornata del Paesaggio “quando non c’era la trebbiatrice…” 



L’Ecomuseo della Via Salutaria organizza una importante Giornata del Paesaggio presso il Mulino ad Acqua di Piedicava di Acquasanta Terme di proprietà della famiglia Angelini. L’appuntamento denominato “Quando non c’era la trebbiatrice…” è per Domenica 10 agosto 2014 dalle ore 16. Anche nella quinta edizione di questo evento, si prosegue nel solco della evasione intelligente e degli aspetti culturali legati alla terra ed alla sana alimentazione.
Quest’anno L’ecomuseo avrà un ospite di tutto riguardo sia per il profilo professionale che per quello umano e spirituale. Il Prof. Salvatore Ceccarelli é stato docente ordinario di Genetica Agraria all’Università di Perugia, oggi ricercatore di fama mondiale, da decenni impegnato a promuovere la biodiversità in agricoltura in molti paesi, attraverso il miglioramento genetico partecipativo ed evolutivo dei semi condotto sul campo insieme agli agricoltori. Egli cerca di spezzare il circolo vizioso per cui gli agricoltori non sono più completamente liberi di coltivare ciò che vogliono. Infatti, il controllo del seme è attualmente nelle mani di poche, potentissime multinazionali -guarda caso colossi anche dell’industria farmaceutica- sempre più indirizzate alle produzioni Ogm a scapito della salute dei consumatori. Il titolo del suo intervento sarà “Semi, cibo e salute”.
Nel programma, dopo una presentazione della Mappa di Comunità di Montacuto, Paggese e borghi limitrofi, e delle future attività dell’Ecomuseo come la Giornata del Paesaggio del 17 agosto a Tallacano- primo tassello per la realizzazione della Mappa di Comunità di quella zona- è prevista la battitura manuale del grano con “lu faielle”- un antichissimo strumento utilizzato dall’uomo per millenni prima dell’avvento della meccanizzazione-coordinata da Angelo Tosti e la conseguente pulitura e macinatura. Poi la preparazione e il rinfresco del lievito madre e quindi del pane. Sono invitati a questo riguardo tutti gli interessati alla materia per gettare le prime basi per la costituzione di un gruppo di cultori della pasta madre e della panificazione naturale.
Nel programma non poteva mancare la tradizione musicale orale del popolo piceno espressa magistralmente da La Compagnia del Saltarello che di recente ha presentato il suo primo cd Cantori, Cantastorie e Compagnia Cantando, frutto di una decennale ricerca etnomusicologica sul campo.

Carlo Cruciani - radicidelfuturo@libero.it 
Coordinatore dell'Ecomuseo della Via Salutaria 

L’Ecomuseo è la piazza, l’agorà della comunità che torna ad interrogarsi per trovare dei punti di riferimento persi in anni di sbandamento e decadenza.


INFO: 3200827818-3396675597

mercoledì 30 luglio 2014

Civitanova Marche - Les Mots et les Choses - Recensione

FUTURA FESTIVAL  2014: Les Mots et les Choses
Dialogo tra Alessandro Bergonzoni e Massimo Arcangeli
Civitanova Marche - Piazza della Libertà - 25 luglio h21



      Il Bergonzoni che apre la sezione di Futura Festival dedicata
alla parola  - “Les Mots et les Choses” il titolo, significativamente
mutuato da Foucault - è ancora una volta lo straripante funambolo
della parola che i più conoscono: ma è anche molto altro. Oggi, le
parole che il linguista Arcangeli gli porge costruendovi intorno
prudenti domande, lui le afferra e le trasforma in cose, oggetti
pesanti e pensanti: e il gioco semantico è solo iniziale esercizio di
riscaldamento (“mi rivolgo spesso alle mie gambe perché non si sentano
arti inferiori”) che prepara il tuffo nelle acque profonde
dell’esistenza e della coscienza, dell’etica e dell’impegno, della
realtà e del futuro; in quel “voto di vastità” che, esso solo, può
segnare il passaggio dal ruolo di spettatori a quello di attori di se
stessi e della realtà.

      Ne ha per tutti, Bergonzoni: ne ha per l’economia e per la
politica, per l’arte e per il potere e per la religione-potere, ne ha
per Obama e per il Papa; ne ha per questo reale costruito su parole
logore ed esauste, che hanno smesso di rappresentare “cose” per
diventare schermi funzionali all’ipocrisia, al deserto di azione e di
impegno.

       La parola invece urge, ci manda segnali che non riceviamo ed
essa ci strattona, ci chiede di usarla, viverla, portarla, (Quand’è
che mi indossi?, ci chiede la parola). Ma il cambiamento è possibile
solo se sperimentiamo ciò che c’è dietro la parola e se sperimentando
cessiamo di accontentarci, di subire la violenza della politica e dei
palinsesti, della cultura colluttoria, se smettiamo di pensare in
corto e di volere il poco: il “poco” uccide, è del “molto” che abbiamo
bisogno, dobbiamo essere “ancorosi”, volere “ancora”. Subire e
demandare (“i dieci demandamenti”…) è ciò che facciamo quando
ascoltiamo la politica condannare le stragi, il potere parlare di
pace, quando accettiamo che ci riducano i problemi in categorie senza
pretendere che trasformare la realtà in lealtà non sia solo un cambio
consonantico, senza operare la nostra rivoluzione interna, la sola che
possa aiutarci a morire di utopia e a non morire di realtà. “La
grandezza si crea nello sperimentare”: così ogni genitore può essere
campagna elettorale “antropologica e antroposofica” per il proprio
figlio; se la Costituzione è necessaria, dobbiamo noi stessi per primi
“costituirci”, farci ognuno la nostra robusta “pre-costituzione”
interiore. Un lavoro politico civile e spirituale che ciascuno può
fare su se stesso e su ciò che gli sta intorno, per capire “come siamo
messi, ad anima”, per riappropriarci della lealtà della realtà,
sottraendola e sottraendoci all’oltraggio delle vuote parole grazie
alle quali politica, economia, religione, potere, esercitano il loro
dominio.

     E’ un Bergonzoni tonificante quello che scende durissimo su
ipocrisie e incompiutezze; che diverte “parolando” e da giocoliere
tira in aria la domanda del linguista moltiplicandola e sovvertendola,
e al tempo stesso cala fendenti sulle vacuità e sulle ignavie, sulla
manipolazione molteplice e trasversale che ottunde le coscienze, che
genera paura (“Stai tranquillo, abbi paura”) e crea “assessori alla
pietà”. Chiarissimi e trascinanti il linguaggio e i suoi contenuti;
non chiare e inutilmente arzigogolate sono solo domande del
professore, distante anni luce, nella sua tranquilla appagata
dottrina, dalla potenza travolgente e rivoluzionaria dell’ospite.

      Ascoltare oggi ciò che sempre ci diciamo dentro - con rabbia e
frustrazione, pena e ribellione - è un così efficace alimento
all’indignazione, che riusciamo perfino a perdonare i 45 minuti di
ritardo (!) nell’inizio del programma: ma solo a lui, Bergonzoni
(arrivato in orario, anzi in anticipo), non certo all’organizzazione.

“Proseguiamo uno spettacolo ma lo spettacolo è finito, l’essere umano
è già distrutto, guarda come vive…”
(A.Bergonzoni)


Sara Di Giuseppe

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martedì 29 luglio 2014

Treia... e le vicende della Rete Bioregionale Italiana


Montesilvano - Incontro Collettivo Ecologista 2014

Ciao Paolo, ho letto il resoconto dell'incontro  tenuto a Montesilvano (http://www.circolovegetarianocalcata.it/2014/06/23/resoconto-dellincontro-collettivo-ecologista-montesilvano-21-e-22-giugno-2014/),  seguo spesso il Giornaletto di Saul, ho saputo che la Rete Bioregionale si è divisa in più parti anche se ne ho poche notizie in generale. Mi ricordo che stavi a Calcata, mi pare! Ora ti sei trasferito nelle Marche?

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Treia - Porta Vallesacco

Ferdinando carissimo, sì mi sono trasferito a Treia, una bellissima cittadina  storica in provincia di Macerata. In cui si conserva ancora il gusto di vivere a metà strada fra città e campagna. Se vuoi venire a trovarci abbiamo orgarganizzato dal 22 al 24 agosto 2014 una vacanzetta, di cui puoi leggere qui il programma:  Pellegrinaggio alla grotta di Santa Sperandia e vacanzetta ecologista agostana a Treia:

La Rete Bioregionale è rimasta integra, ma alcuni se ne sono allontanati per fondare un nuovo gruppo che si chiama "sentiero bioregionale". La ragione principale risiede nella differenza di vedute circa l'alimentazione più idonea per l'uomo, in chiave di ecologia profonda. Secondo la nostra visione, della Rete intendo, una alimentazione bioregionale  fondamentalmente vegetariana sarebbe ottimale, Secondo i transfughi, invece, si continua a ritenere l'alimentazione carnea come consona (ricorderai la consuetudine americana, a cui Moretti fa riferimento,  di andare a caccia nei parchi e considerarla una buona attitudine "ecologista"). però secondo me le diverse posizioni potevano anche convivere... purché si mantenesse un dialogo aperto sul tema, ma ad un certo punto nel 2010, proprio alla vigilia di un incontro che avrebbe dovuto tenersi in primavera a Monterufeno (dove la Rete  venne fondata nel 1996)  per chiarimenti su questi temi,  alcuni aderenti, fra cui lo stesso Moretti, seguiti da loro sodali, decisero di staccarsi dalla Rete Bioregionale. Ne seguì una pausa  emozionale, con discorsi pro e contro, infine con un incontro riorganizzativo tenuto ad ottobre dello stesso anno a San Severino Marche siamo ripartiti.. ed ora manteniamo alto il pensiero bioregionale.... (il resoconto di quell'incontro puoi leggerlo qui: http://lists.peacelink.it/ecologia/2010/11/msg00004.html). 


Da allora ogni anno l'incontro si è svolto in corrispondenza del solstizio estivo, essendo stato rinominato "Incontro Collettivo Ecologista", tenendosi in vari luoghi d'Italia, il prossimo si terrà in Emilia a Montecorone: http://retedellereti.blogspot.it/2014/07/montecorone-aspettaci-primi-approcci.html

Sei il benvenuto a partecipare a tutti i nostri incontri e manifestazioni, di cui potrai leggere i vari appuntamenti su Il Giornaletto di Saul: http://saul-arpino.blogspot.it/

Ciao, Paolo D'Arpini


lunedì 28 luglio 2014

Diventare "osservatore ambientale" è possibile con i corsi di Accademia Kronos



Presso le sedi di Accademia Kronos non c'è giorno in cui semplici cittadini chiedono aiuto all'associazione per cercare di risolvere problemi ambientali e di salute pubblica. Dall'acqua all'arsenico, al taglio indiscriminato dei boschi da parte di amministrazioni comunali insensibili alla natura, dalle discariche abusive, all'avvelenamento dei terreni e delle acque da parte di agricoltori irresponsabili, fino agli animali abbandonati. 

E questo perché a volte le autorità preposte "hanno troppo da fare" per ascoltare i cittadini che denunciano situazioni ambientali negative. Accademia Kronos, dopo essersi consultata con i propri avvocati, ha deciso di aiutare questi cittadini dando loro un ruolo più valido e legale. Pertanto ha pensato di offrire, a chi non vuol più restare a guardare, l'opportunità di diventare "Osservatore Ambientale". Un figura che può dare più incisività d'intervento contro abusi e crimini ambientali, rispetto ad altri interventi proposti da semplici cittadini o da comitati spontanei.

Accademia Kronos è un ente di protezione ambientale riconosciuto dal Ministero dell'Ambiente e grazie a ciò, anche in virtù della sentenza del TAR della Puglia del 23 gennaio 2009, n.191, consente ai propri associati d'intervenire, e in alcuni casi come pubblici ufficiali, in tutte quelle situazioni ambientali locali critiche. La sentenza del TAR Puglia ribadisce, come da legge 349 dell' 8/7/1986, che è consentito alle associazioni di protezione ambientale a carattere nazionale e riconosciute dal ministero dell'ambiente, d'intervenire nei giudizi per danno ambientale e ricorrere in sede di giurisdizione amministrativa per l'annullamento di atti illegittimi. Oltre a ciò si riconosce a dette associazione l'attività di controllo del territorio contro crimini ambientali.

Grazie a ciò è possibile trasformarsi da semplice cittadino "ecologista" ad Osservatore Ambientale. E' questo anche un modo di far sapere sia alle autorità, "un pò distratte", e agli inquinatori della natura, che siete presenti e attivi sul territorio, supportati, cosa molto importante, da un ente riconosciuto. Quindi abilitati ad intervenire anche legalmente contro abusi e crimini ambientali. Oltre a ciò si può richiedere all'associazione di entrare a far parte del corpo di controllo territoriale nazionale delle Guardie Ambientali.

Accademia KRONOS nel frattempo ha redatto una serie di schede utili per segnalare o denunciare alle autorità vari reati ambientali, dall'abusivismo edilizio, alle discariche illegali, dall'inquinamento dei fiumi e del mare, fino al maltrattamento degli animali.

Come diventare Osservatore Ambientale? Basta fare richiesta alla Direzione di AK, la quale immediatamente invierà il regolamento e i moduli da compilare. Fatto questo, dopo l'approvazione dell'Ufficio di Presidenza, al nuovo Osservatore Ambientale verrà spedita la tessera, il prontuario e la carta intestata con la quale potrà intraprendere tutte le azioni legali o di semplice segnalazione alla stampa locale, alle autorità preposte, nonché alle altre associazioni o comitati di difesa ambientale locali.

Chi interessato pertanto non deve far altro che inviare una e mail a: ak@accademiakronos.it - o telefonare al n. 0761.093080 è richiedere la specifica modulistica, nonché il regolamento per diventare Osservatore Ambientale.

Filippo Mariani

domenica 27 luglio 2014

CLIMA IMPAZZITO: A ROMA + 28°C. E AD OSLO +33° C.



Roma - Marino approfitta del maltempo per pescare in città

Si, avete capito bene, in Norvegia fa più caldo che in Italia. L'altro giorno (tra il 25 ed il 26 luglio 2014) dopo un buon acquazzone a Roma alle ore 14 la temperatura massima raggiungeva i 28 gradi, nella stessa ora molto più a nord in Norvegia ad Oslo si registravano + 33° C. e in altri luoghi del sud della Norvegia si toccavano i + 34° C. Non di meno la situazione meteoclimatica generale in Svezia dove si sono anche qui raggiunte punte massime di + 33°C. A Stoccolma si sono superati i 32°C.

Gli scandinavi, non abituati a queste alte temperature record, hanno iniziato ad accusare una serie di problemi psicosanitari da quelli conosciuti come meteoropatia a quelli legati alla pressione arteriosa fino al metabolismo organico. Nel tentativo di trovare refrigerio, fiumi, laghi e mare sono stati presi d'assalto, ciò fino ad oggi, a partire da giugno, ha causato, per una serie d'imprudenze, 44 vittime quasi tutte annegate.

E' certamente una situazione anomala, non riscontrabile nel passato, se non per brevi periodi di tempo, qui stiamo invece parlando di circa 2 mesi continuativi. Oltre a ciò nella regione lappone il caldo e l'umidità ha fatto proliferare in maniera "fantascientifica" le popolazioni di zanzare che stanno martoriando le popolazioni locali e obbligato alla fuga i turisti.

Per fare il paragone circa i disagi tra i nostri amici scandinavi e noi in Italia, è come se da noi dovessimo sopportare per intere settimane temperature che oscillano tra i +42 e i +48 gradi C. - A quel punto anche noi avremmo problemi di salute.

Per i climatologi e per i meteorologi si tratta del posizionamento di una anomala struttura anticlonica stabile, causata dall'apporto di aria calda proveniente dal Africa settentrionale. Aria calda compressa e sospinta nelle latitudini più settentrionali a causa di corpi ciclonici che penetrando nel Mediterraneo creano un corridoio diretto verso l'estrema Europa settentrionale. Questo evento, alquanto nuovo nella storia della meteorologia scandinava, si era verificato anche la scorsa estate, ma era durato molto poco, al massimo due settimane, qui si tratta di quasi 2 mesi. Se questa situazione meteoclimatica dovesse diventare routine per il futuro, allora gli scandinavi nelle prossime estate, per trovare un pò di refrigerio, dovrebbero scendere da noi in Italia...


AK Informa

sabato 26 luglio 2014

Bombardamento pubblicitario e (s)consigli per gli acquisti....



Dicono che tutti i giorni dobbiamo mangiare una mela per il ferro e una banana per il potassio.

Anche un’arancia per la vitamina C e una tazza di the verde senza zucchero per prevenire il diabete.

Tutti i giorni dobbiamo bere due litri d’acqua (sì, e poi espellerli, che richiede il doppio del tempo che hai perso per berli).

Tutti i giorni bisogna bere un Actimel o mangiare uno yogurt per avere gli ‘L.Casei Defensis’, che nessuno sa bene che cosa cavolo siano però sembra che se non ti ingoi per lo meno un milione e mezzo di questi bacilli (?) tutti i giorni inizi a vedere sfocato.

Ogni giorno un’aspirina, per prevenire l’infarto, e un bicchiere di Vino rosso, sempre contro l’infarto ed un altro di bianco, per il sistema nervoso, ed uno di birra, che già non mi ricordo per che cosa era.

Se li bevi tutti insieme, ti può dare un’emorragia cerebrale, però non ti preoccupare,perché non te ne renderai neanche conto.

Tutti i giorni bisogna mangiare fibra. Molta, moltissima fibra, finché riesci a cagare un maglione. Si devono fare tra i 4 e 6 pasti quotidiani, leggeri, senza dimenticare di masticare 100 volte ogni boccone.

Facendo i calcoli, solo per mangiare se ne vanno 5 ore.

Ah, e dopo ogni pasto bisogna lavarsi i denti, ossia dopo l’Actimel e la fibra lavati i denti, dopo la mela i denti, dopo la banana i denti… e così via finché ti rimangono 3 denti in bocca, senza dimenticarti di usare il filo interdentale, massaggiare le gengive, il risciacquo con Listerine…

Bisogna dormire otto ore e lavorare altre otto, più le 5 necessarie per mangiare, 21. Te ne rimangono 3, sempre che non ci sia traffico.

Secondo le statistiche, vediamo la tele per tre ore al giorno.

Già, non si può, perché tutti i giorni bisogna camminare almeno mezz’ora (attenzione: dopo 15 minuti torna indietro, se no la mezz’ora diventa una). 

Bisogna mantenere le amicizie perché sono come le piante, bisogna innaffiarle tutti i giorni. Inoltre, bisogna tenersi informati, e leggere per lo meno due giornali e un paio di articoli di rivista, per una lettura critica.

Ah!, si deve fare l’amore tutti i giorni, però senza cadere nella routine: bisogna essere innovatori, creativi, e rinnovare la seduzione. 

Bisogna anche avere il tempo di spazzare per terra, lavare i piatti, i panni, e non parliamo se hai un cane o … dei FIGLI???

Insomma, per farla breve, i conti danno 29 ore al giorno.

L’unica possibilità che mi viene in mente è fare varie cose contemporaneamente: per esempio: ti fai la doccia con acqua fredda e con la bocca aperta così ti bevi i due litri d’acqua. Mentre esci dal bagno con lo spazzolino in bocca fai l’amore (tantrico) col compagno/a che nel frattempo guarda la tele e ti racconta, mentre tu lavi per terra.

Ti è rimasta una mano libera?? Chiama i tuoi amici! E i tuoi genitori. Bevi il vino (dopo aver chiamato i tuoi ne avrai bisogno). Il BioPuritas con la mela te lo può dare il tuo compagno/a, mentre si mangia la banana con l’Actimel, e domani fate cambio.

Però se ti rimangono due minuti liberi, invia questo messaggio ai tuoi Amici (che bisogna innaffiare come una pianta).

Adesso ti lascio, perché tra lo yogurt, la mela, la birra, il primo litro d’acqua e il terzo pasto con fibra della giornata, già non so più cosa sto facendo … però devo andare urgentemente al bagno.

E ne approfitto per lavarmi i denti….

Paola Lontano

venerdì 25 luglio 2014

Treia - 26 luglio 2014: Povia si è destato....!



Sul Giornaletto di Saul del 24 luglio u.s. riferivo la notizia riportata dall'Ansa: "Per cercare la vita aliena non basta studiare l'atmosfera dei pianeti: bisogna cercare i mari. La presenza di un oceano è infatti altrettanto importante per la comparsa della vita su pianeti simili alla Terra. Lo indica lo studio condotto dall'Università del West Anglia e pubblicato sulla rivista Astrobiology. Solo la presenza degli oceani, rilevano i ricercatori, può mitigare il clima, riducendo gli sbalzi di temperatura e rendendo un pianeta effettivamente abitabile". 

Al che commentavo: "Gli scienziati scoprono l'acqua calda... Ma perché dove c'è un pianeta abitabile, con l'acqua, facciamo di tutto per renderlo inabitabile e arido?". 

 Ma ecco che ora giunge la conferma dalla stessa Ansa che ammette la scarsità, se non la totale assenza, di pianeti extrasolari con acqua: "L'acqua sui pianeti extrasolari è 'misteriosamente' poca: sono le conclusioni ottenute dalla più precisa misurazione della quantità di acqua presente in un pianeta esterno al Sistema Solare. L'analisi dell'atmosfera di tre pianeti giganti, distanti dalla Terra tra 60 e 900 anni luce è stata realizzata dall'Università di Cambridge ed è pubblicata sull'Astrophysical Journal Letters. le nuove misure mettono in crisi la teoria di riferimento sulla formazione dei pianeti...". 

Insomma dobbiamo tenercela cara questa nostra Terra, un paradiso terrestre che per avidità di denaro (pezzi di carta colorata) stiamo riducendo ad un colabrodo... Inquinando tutta l'acqua disponibile e uccidendo la vita. 

Però una buona notizia la voglio passare: il 26 luglio 2014 iniziano a Treia i festeggiamenti per la Disfida del Bracciale, alle 21.30, concerto di Povia, un cantante abbastanza bravo, che denuncia nelle sue canzoni l'opera nefanda della mafia sionista che fomenta guerre e distruzioni...

Ecco qui, in anteprima,  una sua canzone: "Come fai" - https://www.youtube.com/watch?v=3qFJVzmo5o4


Paolo D'Arpini


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giovedì 24 luglio 2014

Allevamento industriale causa prima dell'inquinamento - Salvare il pianeta e l'uomo con l'alimentazione giusta



Un gruppo di cento scienziati nei Paesi Bassi si è formato per chiedere l’interruzione degli allevamenti zootecnici di tipo industriale. Ma non si sono limitati a questo, ovviamente. In un documento che esprime i loro comuni intenti, hanno descritto a quali problemi possono portare gli allevamenti di massa e, soprattutto, hanno fornito una serie di soluzioni.

Le richieste, molto importanti, vanno a toccare i principali punti dolenti del sistema economico e produttivo del settore zootecnico, e sono ancora più importanti se si considera che l’agricoltura e gli allevamenti sono la principale causa di emissioni di gas serra e, quindi, dei famigerati cambiamenti climatici, provocandone una quota del 50% superiore a quella dovuta ai mezzi di trasporto esistenti, aerei inclusi.

Il documento presenta queste dieci richieste:
1) I governi devono introdurre cambiamenti e non aspettarsi una semplice presa di coscienza da parte dei consumatori, che è di per sé insufficiente. Sono necessari dei governanti che mostrino chiara indipendenza rispetto agli interessi economici in atto.
2) Il consumo dei prodotti animali deve calare almeno del 33% da qui al 2020. Ai governi il compito di informare in modo aperto e incisivo sulle conseguenze di un consumo eccessivo di tali prodotti.
3) Tutti i costi della produzione di carne e latticini devono includere il costo aggiuntivo per la salute pubblica e la distruzione dell’ambiente. Si richiede la disposizione di una nuova tassazione su questi prodotti.
4) Se non si ottiene nessun accordo su scala europea o internazionali, i singoli Paesi dovranno fungere da modello.
5) Alla protezione degli animali deve essere accordato un ruolo centrale, incluso e menzionato all’interno delle Costituzioni e disciplinato da leggi in modo da abolire pratiche crudeli.
6) L’utilizzo di antibiotici o ormoni nella produzione di alimenti deve essere vietata.
7) Si deve sostenere la reintroduzione di cicli chiusi e autosufficienti nella produzione alimentare.
8) L’espansione edilizia e degli allevamenti deve fermarsi. È opportuno introdurre limiti precisi con una soglia massima di capi per ettaro, regione o paese.
9) Ai contadini deve essere data la possibilità di passare alle nuove disposizioni. La politica, come matrice di un modello di sviluppo errato, deve saper accompagnare un nuovo processo orientato alla sostenibilità.
10) Deve essere incentivato lo sviluppo di alimenti sani e gustosi di origine vegetale per facilitare i consumatori nel passaggio ad un’alimentazione povera di carne e non appesantita da troppi latticini.

Dieci punti, quelli elencati sopra, che trattano in sintesi le problematiche più sentite da chiunque abbia a cuore la sostenibilità, che vanno a toccare la salute ed il bene comune, la politica e l’ambiente, addirittura e giustamente associando alla necessità di frenare l’espansione degli allevamenti quella di frenare il consumo di territorio. Per gli autori del documento, infatti, la distruzione del suolo, così come le deforestazioni, la progressiva acidificazione del terreno e l’inquinamento delle le falde acquifere, sono un problema di primaria importanza.

Tra le motivazioni presentate, inoltre, una posizione di spicco è riservata al trattamento che subiscono gli animali ed alla conseguente necessità di una loro protezione, dato che maltrattamenti, mutilazioni e sovralimentazione delle varie specie sono purtroppo all’ordine del giorno, in un sistema in cui “gli animali vengono adattati alle esigenze dell’industria”.

L’argomento più forte di questa richiesta, però, è lo stesso che ha portato ormai moltissime persone a diventare vegetariane, ossia il fatto che la fame del mondo non può essere combattuta nemmeno a parole, quando il 40% della raccolta cerealicola nel mondo viene utilizzato per l’alimentazione animale, e quando in media, come viene scritto nel documento, servono 5 kg di cereali per produrre 1kg di carne.

La produzione di carne richiede poi un enorme quantitativo (e quindi consumo) idrico (una famiglia di tre persone che usa l’acqua in modo parsimonioso per una settimana, chiudendo il rubinetto quando lava i denti ecc., vede infatti vanificato il suo sforzo quando acquista un chilo di carne di manzo).

Inoltre, se si pensa alle previsioni di chi afferma che già nel 2017 il 70% della popolazione mondiale avrà problemi di accesso ad una quantità di acqua potabile sufficiente, forse è meglio agire di conseguenza.

Ci sono mille buoni motivi per diventare vegetariani, quindi, che possono essere di tipo etico, ambientale, salutistico e così via. E ce ne sono altri mille per augurarsi che il documento scritto dai cento scienziati olandesi venga accolto dalle Istituzioni europee o, in alternativa, dai singoli governi.

Perché ognuno di noi può modificare da subito le proprie abitudini, anche in campo alimentare. Ma al cambiamento delle nostre società e delle nostre economie, come viene detto nel primo dei dieci punti sopra riportati, il supporto della politica è indispensabile.

(Sintesi a cura di Andrea Bertaglio)

mercoledì 23 luglio 2014

Freddo come caldo e caldo come freddo... e l'anidride carbonica aumenta


Gli eventi di quest’estate confermano l’esistenza di mutamenti climatici dovuti al riscaldamento planetario. Piogge intense, alluvioni e siccità si sono già verificati nei decenni e secoli passati, ma mai su una scala così vasta e con così grande frequenza, proprio come le previsioni avevano indicato.
Il fenomeno del riscaldamento globale si può schematizzare come dovuto all’aumento della concentrazione dell’anidride carbonica nell’atmosfera; di conseguenza aumenta la frazione del calore solare che resta “intrappolata” dentro l’atmosfera, ciò che fa aumentare la temperatura media della superficie terrestre nel suo complesso. 
Ne derivano cambiamenti nella circolazione delle acque oceaniche e nell’intensità e localizzazione delle piogge sui continenti. Bastano relativamente piccole variazioni per far aumentare le piogge in alcune zone della Terra o per rendere aride altre zone. Pochi numeri aiutano a comprendere tali fenomeni; per tutto l’Ottocento e per la prima parte del Novecento l’atmosfera conteneva circa 2200 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, corrispondenti ad una concentrazione di circa 280 ppm (parti in volume di anidride carbonica per milione di parti dei gas totali dell’atmosfera).
In quei decenni l’industrializzazione era già cominciata in Europa e nel Nord America con crescente combustione di carbone e di legna e con la diffusione di numerose fabbriche; queste attività immettevano nell’atmosfera anidride carbonica che però veniva assorbita, più o meno nella stessa quantità generata ogni anno dalle attività umane, da parte della vegetazione, soprattutto delle grandi foreste, e da parte degli oceani nelle cui acque l’anidride carbonica è ben solubile. Foreste e oceani, insomma, erano capaci di depurare l’atmosfera dai gas immessi dalle attività umane.
La svolta si è avuta a partire dalla metà del Novecento con due fenomeni concomitanti: è aumentata la quantità dell’anidride carbonica immessa ogni anno nell’atmosfera in seguito alla combustione di crescenti quantità di carbone, petrolio e gas naturale e alla crescente produzione di cemento, che pure libera anidride carbonica dalla scomposizione delle pietre calcari, e, nello stesso tempo, è diminuita la superficie e la massa delle foreste e del verde, tagliati e bruciati, anche con incendi intenzionali, per recuperare spazio per pascoli e coltivazioni intensive, per ricavarne legname da costruzione e da carta, per nuovi spazi da edificare.
Mentre è relativamente costante la capacità degli oceani di “togliere” anidride carbonica dall’atmosfera (circa cinque miliardi di tonnellate all’anno), è andata aumentando (da 20 a 40 miliardi di tonnellate all’anno, dal 1950 al 2010), la quantità di anidride carbonica immessa nell’atmosfera dai combustibili fossili e dalle attività “economiche” di una popolazione in aumento e da un crescente livello di consumi, ed è diminuita, da circa otto a cinque miliardi di tonnellate all’anno, la quantità dell’anidride carbonica che la biomassa vegetale è stata capace di portare via dall’atmosfera.
Questo insieme di fenomeni ha fatto aumentare, in mezzo secolo, la quantità dell’anidride carbonica presente nell’atmosfera (da circa 2400 a 3000 miliardi di tonnellate) e la sua concentrazione da circa 320 a 390 ppm. Le conferenze internazionali che si succedono ogni anno (la prossima sarà in dicembre a Cancun, nel Messico) danno per scontato che tale concentrazione possa arrivare a 450 ppm nei prossimi decenni e poi aumentare ancora: un aumento di concentrazione, e di temperatura globale, insostenibile.
Uno dei movimenti ambientalisti che si sta diffondendo dagli Stati Uniti (il paese più ricco ma anche più attento alla fragilità della propria opulenza) indica in  circa 400 ppm il livello di anidride carbonica a cui si deve tendere per attenuare le conseguenze catastrofiche dei mutamenti climatici. Per raggiungere tale obiettivo la quantità di anidride carbonica totale nell’atmosfera dovrebbe diminuire da 3000 a 2600 miliardi di tonnellate. 
Un obiettivo che richiederebbero almeno un secolo, durante il quale (1) dovrebbe gradualmente diminuire il consumo di combustibili fossili e di energia; (2) dovrebbe rallentare la distruzione dei boschi esistenti fermando incendi e diminuendo l’estrazione di legname commerciale e le superfici coltivate e dei pascoli e allevamenti da carne e rallentando le attività minerarie che oggi si estendono in terre finora occupate dalle foreste; (3) dovrebbe aumentare la biomassa vegetale, piantando alberi e verde in qualsiasi ritaglio utile della superficie terrestre.
Conosco bene le obiezioni; si avrebbe un rallentamento dei consumi e quindi “della civiltà”. Ma anche se continua il riscaldamento globale si va incontro a un rallentamento dell’economia e “della civiltà”, lento, quasi inavvertibile fino a quando le conseguenze non assumono carattere catastrofico come quest’estate. I danni dei mutamenti climatici, infatti, comportano, anche se non ce ne accorgiamo, distruzione di ricchezza monetaria; ne sono colpiti paesi ricchi (pensiamo alla Russia e alla Germania oggi) e paesi poveri e poverissimi come, oggi, il Pakistan e certe zone della Cina. Pensiamo invece alla ricchezza monetaria che sarebbe messa in moto dalla diffusione di processi produttivi che consumano meno energia, meno materiali, che usano meno legname, dai prodotti ottenibili dalle nuove foreste, e ai vantaggi che ne verrebbero sia ai paesi ricchi, sia, ancora di più, a quelli poveri.
Probabilmente la ricchezza complessiva aumenterebbe perché tanti paesi sarebbero alluvionati di meno e meno esposti alla siccità, e aumenterebbe la vegetazione dei continenti; forse la ricchezza sarebbe distribuita diversamente fra i vari paesi. Siamo sicuri di perderci in questa prospettiva ?
Giorgio Nebbia 

martedì 22 luglio 2014

Situazioni meteo-climatiche anomale in Italia come altrove


Perché lo fanno...?

Mentre una parte del pianeta è "sott'acqua", in Africa del nord e nel vicino Medio Oriente il caldo fa registrare giorno per giorno record insopportabili. In Iran, in località Gotvand, all'interno del Paese a più di 150 Km dal Golfo Persico, si sono toccati i + 53°C. Grazie a ciò l'Iran ha ottenuto il record assoluto della maggiore punta di caldo del pianeta, superando anche la famosa Death Valley. Un record che noi, comunque, non invidiamo! Caldo che oscilla tra i + 48° e i + 50° C, anche sull'Iraq meridionale e su tutta l'Arabia Saudita. La temperatura del mare del Golfo Persico supera, vicino le coste, i 34° C.

A parte le cosiddette "bombe d'acqua" su Milano ed altre città del nord cadute all'inizio della settimana appena trascorsa, nonché su Roma, nella notte tra il 17 e il 18, nell'Alto Vicentino è caduta tanta di quella grandine che le persone anziane locali non ricordavano di aver mai visto. In particolare a Bassano, Thiene e Breganze. In quest'ultima località la grandine in alcune zone della città ha quasi raggiunto i 30 cm. Sono caduti anche chicchi della dimensione di una pallina da tennis causando notevoli danni alle auto parcheggiate in strada. Inevitabili gli allagamenti e gli alberi caduti.


Notiziario AK

lunedì 21 luglio 2014

SVE - Vivere esperienze di volontariato all'estero


LO SVE (Servizio Volontario Europeo) offre la possibilità a giovani tra i 18 ed i 30 anni di svolgere un'esperienza di volontariato in un paese europeo o in alcuni paesi extraeuropei.  La durata di un progetto SVE può durare fino ad un massimo di dodici mesi. Le attività possono riguardare il settore dell'ambiente, delle arti e della cultura, sport e il tempo libero e possono rivolgersi a bambini, giovani o anziani.

Ogni progetto prevede tre partner: il volontario, l'organizzazione d'invio e l'organizzazione di accoglienza.
Come si diventa volontario europeo?
Per prima cosa occorre mettersi in contatto con un'organizzazione di invio. Per informazioni sugli enti d'invio presenti sul territorio, è possibile rivolgersi allo sportello eurodesk presso il Punto Giovani Europa. Esistono molte altre organizzazioni a cui si può fare riferimento in tutte le regioni italiane; per averne l'elenco completo è possibile consultare il sito dell'Agenzia Nazionale Gioventù. Una volta trovato un progetto adatto alle proprie esigenze, l'organizzazione di invio si mette in contatto con l'organizzazione di accoglienza presentando la scheda e la richiesta del volontario. Per il volontario tutte le spese (viaggio da e per l'Italia, eventuali spostamenti interni, corso di lingua, vitto e alloggio) sono coperte dal co-finanziamento erogato dalla Commissione Europea. Il volontario non viene retribuito ma riceve settimanalmente o mensilmente una somma di denaro per le sue spese personali (pocket money).

 Per informazioni generiche sullo SVE sportello eurodesk;  Punto Giovani Europa; Agenzia Nazionale Gioventù cercali attraverso il motore di ricerca google.

domenica 20 luglio 2014

Civitanova Marche - “In the Middle Somewhat Elevated” - Recensione



Eleonora Abbagnato e le Stelle dell’Opéra di Parigi
CivitanovaDanza 2014 - XXI Festival Internazionale nel nome di Enrico Cecchetti
Teatro Rossini – Civitanova Marche. 11 luglio ’14  h 21.30


    “In the Middle Somewhat Elevated” (poco traducibile, ma più o
meno “Al centro, qualcosa di alto”) è forse uno dei passaggi più belli
della serata, coreografia di William Forsythe, sulle ossessive
martellanti note di  Thom Willems.  Ma “Qualcosa di alto” è anche
metafora di questa sera di danza - e che danza - al Teatro Rossini:
mostri sacri della coreografia internazionale (Béjart e Forsythe,
Nureyev e Petit, Preljocaj e Stevenson), e interpreti che danno corpo
all’idea di perfezione, stelle dell’Opéra di Parigi ed Eleonora
Abbagnato su tutte, raro amalgama di rigore formale, intensità
espressiva e travolgente seduzione.

      Il percorso - antologico - segue uno schema circolare che
dall’apertura sulle intermittenze amorose dei Three Preludes
coreografati da Stevenson su musica di Rachmaninoff, si chiude nella
seconda parte sulle tre coreografie In the Night da notturni di Chopin
eseguiti dal vivo al pianoforte da Enrica Ruggiero.

      All’interno del “circolo”, il programma trascorre dalle vette
del balletto classico all’inquieto vigore della danza contemporanea
fra simmetrie e antitesi: il più romantico dei passi a due, dal Romeo
e Giulietta di Prokofiev coreografato da Nureyev, è contrapposto a
quello modernissimo di In the Middle Somewhat Elevated di Forsythe
sulle note urticanti di Thom Willems. Interpretati dalla stessa coppia
di danzatori, il primo imprime alla drammatica sensualità degli sposi
il presagio dell’incombente destino, mentre la coreografia di Forsyte
è pura forza vitale, “balletto astratto fatto di puro movimento” che
destrutturando il linguaggio classico conferisce alla danza “la
caratteristica della dinamica atletica”.

      Il classicismo mozartiano della coreografia di Uwe Scholz con la
forza teatrale del suo “Jeune Homme”, torna nell’intenso “Le Parc” (la
Abbagnato con Benjamin Pech) del franco-albanese Preljocaj, perfetta
congiunzione di età classica e coreografia moderna.

Le tragiche figure di Esmeralda e Quasimodo (Abbagnato e LeRiche) in
Notre Dame de Paris animano un balletto d’azione di prorompente
energia drammatica; e ancora, il potente assolo, di assoluta
perfezione formale, di Alessio Carbone (primo ballerino dell’Opéra)
sensuale e sulfureo nel béjartiano “Arepo” su musica di Gounot.


     Ce n’è quanto basta per elettrizzare qualsiasi spettatore. Ma
proprio qui è forse il limite della serata: a dispetto
dell’eccellenza, indiscussa cifra di questo appuntamento, è difficile
sottrarsi alla sensazione di aver assistito ad una serata
“volutamente” accattivante, con un impianto antologico eterogeneo e di
sicura presa sul grande pubblico. Penso, per quel che vale, che una
partitura unica o comunque più coesa rispetto ad un’antologica pur
stellare, avrebbe impresso alla serata un sapore forse meno
“piacione”, forse meno turistico, di certo più corroborante.

Tra il pubblico, presenze decisamente poco consapevoli: quelli che
arrivano in ritardo, quelli che scartano rumorosamente caramelle,
quelli che perfino pescano patatine dal loro bravo sacchetto…

      Più di una pecca, purtroppo, nell’organizzazione: sorvolando
sulla struttura pochissimo funzionale della sala (e quei bagni da
stazione ferroviaria…), dirò “solo” dell’incomprensibile scelta di far
entrare il pubblico in sala tutto insieme (immotivata, essendo i posti
tutti numerati) e a pochi minuti dall’orario d’ inizio: risultato,
ammassare i presenti scomodamente e rumorosamente nell’atrio per un
tempo infinito, rallentare inopportunamente la sistemazione in sala
creando disagio e ritardo nell’inizio; dirò dell’assurda tolleranza di
ammettere scostumatissimi ritardatari a spettacolo iniziato; del
continuo passaggio di operatori televisivi e/o altri - chissà quali -
“addetti ai lavori” lungo i corridoi laterali durante lo spettacolo;
del vezzo di non comunicare la durata dell’intervallo (basterebbe
indicarlo, insieme alla durata della serata, nel programma di sala
come si fa altrove), che lascia nell’incertezza i puntuali e
incoraggia la maleducazione di chi ama tornare al suo posto all’ultimo
secondo e a proprio comodo. E, ahimè, quel “saluto dell’autorità” in
apertura, insopprimibile insostenibile municipalistica mania
autoctona…

      Una serata stellare, ma anche una serata normale, meritano di meglio.

   Sara Di Giuseppe