mercoledì 31 agosto 2011

Le immagini per l'equinozi​o di autunno nella visione dell'I Ching e della psicologia archetipal​e e transperso​nale

Ritratto psicosomatico di Paolo D'Arpini negli occhi innocenti di una bambina

Recentemente ho ricevuto qui a Treia la visita di un lucido giovane studente di psicologia, Stefano Andreoli. Inutile dire che alcuni degli argomenti di discussione durante la sua permanenza vertevano sugli archetipi psicologici e  sulle tendenze innate, legate agli aspetti elementali ed energetici presenti in natura e nell’uomo. 

Ho sempre avuto un debole per lo studio della psicologia. In passato ho scritto anche degli articoli sulla correlazione fra la psicanalisi  ed il Libro dei Mutamenti (I Ching), nonché sulla psicologia transpersonale e le teorie del Sé profondo vicine alla filosofia Advaita dell’India.

Inoltre ho intavolato spesso e volentieri discussioni e scambi di vedute con amici psichiatri, psicologi e psicoterapeuti… a volte opponendo alla visione tecnicistica della scienza attuale una visione olistica e psicosomatica.

Nell’analisi psicologica dei soggetti trattati, secondo me, occorre tener presente che la comprensione degli stati psichici esaminati nell’individuo “osservato”  necessitano di una buona dose di commistione ed empatia, ovvero lo psicologo deve essere anche un po’  “intrigante e speculativo”.  

Intrigante deriva da intrigo (macchinazione, trama,  intesa, etc.) questa parola esprime un sacco di doppi sensi, a volte viene usata nell’accezione positiva, in quanto una cosa intrigante é interessante, varia, divertente, attraente… oppure nel senso negativo il che significa confusa, cunning,  con risvolti celati, etc.  Il termine Speculazione esprime un altro aspetto tipico dell’analisi, oltre quello dello specchiarsi… anche indagine, ricerca, riflessione, pretesto…

L’empatia ed il transfert sono necessari per la comprensione dei giochi della mente, la compartecipazione ed il riconoscimento di condividere tutti gli aspetti esaminati, questo é il solo modo -secondo me- per poter trovare soluzioni agli squilibri ed alle disfunzioni della psiche. Perciò lo psicoterapeuta svolge anche una funzione sacerdotale, sciamanica… e questo non è un atteggiamento eretico… anzi proprio questo atteggiamento consente di apportare elementi di guarigione…  All’inverso dove c’è assunzione di sanità nell’osservatore e riconoscimento di insanità nell’osservato, subentra una sorta di strumentalizzazione della “malattia” e di uso medico-terapeutico falsato…

Infatti tutti gli esseri umani sono uguali, nessuno ha il diritto di considerarsi un essere umano superiore ad un altro. Chi riveste un ruolo riconosciuto nella società è sempre una persona, alla pari di ogni altra. Anche chi giudica può essere giudicato e chi riveste ruoli in una categoria che si presume voglia approfondire la conoscenza della mente dovrebbe rispettare per primo i principi di cui si fa garante.

Siccome io personalmente non sono uno psicologo  e nemmeno un medico  tutte le mie  conclusioni sulla psiche  non attingono ad una matrice scientista.. mi limito allo studio degli archetipi secondo i modelli zodiacali ed astrologici (nelle varie salse e filoni). E come anticipato uno dei miei testi preferiti, per l'analisi delle qualità spazio/temporali (necessarie alla comprensione delle caratteristiche degli esseri), è il Libro dei  Mutamenti. Di seguito vi riporto le immagini e la descrizione del momento stagionale presente (mese del Gallo) che corrisponde all'Esagramma  12 P’I (il Ristagno), dal 22 agosto al 22 settembre.


Sotto è Kun (la Terra) e sopra Kien (il Cielo)

La sentenza.

Il Ristagno.

Mala gente non è propizia

Alla perseveranza del nobile.

Il grande se ne va,

il piccolo viene.

Commento.  Cielo e Terra non comunicano più fra loro e tutte le cose ristagnano. Superiori ed inferiori non sono in relazione e sulla terra regnano scompiglio e disordine. All’interno vi è la forza scura, all’esterno quella chiara. All’interno vi è debolezza, all’esterno durezza. Gli ignobili sono all’interno ed i nobili all’esterno.

La via degli ignobili è in ascesa la via dei nobili in declino. Ma i nobili non si lasciano scuotere nei loro principi. Quando non hanno possibilità di influire nella società  rimangono lo stesso fedeli alla loro natura e si ritirano in segretezza.

L’immagine.

Cielo e Terra non si uniscono:

l’immagine del ristagno.

Così il nobile si ritira nel suo valore interiore

Per non corrompersi nelle difficoltà.

Egli non si lascia onorare con appannaggi.

Commento. Il significato di non lasciarsi onorare con appannaggi è che il nobile rifiuta compensi materiali provenienti dal governo degli ignobili. Infatti quando nella vita pubblica regna diffidenza in seguito all’influsso esercitato dagli ignobili, ogni operare fecondo è impossibile, perché il fondamento è sbagliato. Perciò in simili casi il nobile non si lascia sedurre da lucrose offerte a prender parte alle attività pubbliche decise dagli ignobili, non dando così il suo assenso alle loro bassezze. Perciò il nobile nasconde i suoi pregi e si ritira in solitudine.

Commento alla terza linea: “Essi provano vergogna”. In seguito al comportamento del nobile che non avvalora le azioni degli ignobili, saliti  al governo con artifizio, essi  -senza apertamente mostrarlo- cominciano però a vergognarsi delle loro bassezze. Questo è l’inizio del cambiamento.

Paolo D'Arpini

martedì 30 agosto 2011

Treia e quel forte vento autunnale che allontana ed avvicina... Stefano Andreoli




Caro Saul,

il mio viaggio estivo è giunto al termine, e non mi resta oramai che volgere lo sguardo all'autunno delle foglie e del mio vagare, dato che mi aspetterà un altro anno di fuoco ove frequenti saranno i momenti di vero delirio.

Ho pensato molto al nostro incontro, è stato qualcosa di sempre presente in me durante questi ultimi giorni di libertà. E' stato tutto molto, molto anomalo: spesso le esperienze che intraprendo mi arricchiscono sì, ma aggiungono solo un pò di saturazione al colore senza cambiarne mai la tonalità, mentre in quella notte non sono riuscito a chiuder occhio da tanto che avevo il cervello occupato e ancora in costante lavorazione come quello di un filosofo ammattito. Che vuoi farci, io sono uno che quando con la mente (anche se è solo uno scarno specchio dell'Essere) riesce ad intravedere quello spiraglio che si affaccia alla Verità, che riesce ad oltrepassare la facciata con l'intuito, allora la fa sua e la interiorizza tutta d'un fiato come dopo aver fatto una grande scoperta.

E i discorsi sull'Essere in sé privo di ogni maschera o velo di Maya, l'imparare ad andare oltre l'imitazione dei grandi modelli e la grande fedeltà alla Verità che si rivela con la "famigerata e maledetta Grazia", penso che mi abbiano fatto raggiungere un tale livello di libertà a cui difficilmente sarei arrivato da solo e che in più ho avuto la fortuna di vedere e incontrare con i miei occhi nella tua vita passata e in quella che stai conducendo attualmente.

Tutto ciò incuriosisce e fomenta ancor più il mio anelito alla Ricerca, ovviamente verso quella che noi chiamiamo Verità.
Chevvuoichetidica, sarà stato l'ambiente magico di Treia che mi ha ricordato un pò quei paesini medievali sperduti nella Toscana in stile boccaccesco, intrisi di una bellezza antica e solenne; sarà stata quella casa grandiosa e iperspaziosa con quegli affreschi rinascimentali e quei bei soffitti alti, che invece d'opprimere lasciano spazio ai pensieri e alla vita. Sei stato tu, che (dopo aver sorpassati quegli enormi scogli meramente linguistici che nascono con l'incontro bizzarro tra un mistico di stampo orientale e un futuro psicologo filosofeggiante di stampo prettamente occidentale), mi hai accolto con la bontà di un padre, la preziosa frugalità di un monaco, la saggezza di un guru e, come dici tu, con la semplice ma autentica condivisione dell'Esserci, della tua Presenza.

Insomma, tornando alla terra, grazie di cuore, ma grazie davvero, mai e poi mai avrei pensato di stare così bene lì a parlare e condividere il tempo assieme, è significato molto per me e per il mio percorso personale di crescita. Colgo dunque la ghiotta occasione per annunciarti a questo punto:
1) che al fine di ricaricarmi lo spirito e di ritornare alle cose importanti dopo tante ore su aridi libri o su inutili lavori che mi aspetteranno, mi piacerebbe molto venirti a trovare ogni tanto e condividere assieme quello che può essere una vita di semplicità, vegetarismo, meditazione e confronto.
2) che sarò ben lieto di affiancarti nel blog la rete delle reti o in altri tuoi lavori, e, anche se con una frequenza non oltre il mensile, di intervenire con qualche articolo ben meditato.
3) che avrò necessariamente bisogno anche del tuo aiuto per quel progetto di gruppo di cui ti ho accennato per creare un Circolo (magari "dei cercatori", come quello che fece Gurdjieff a suo tempo) e perché no, magari organizzare attività tutti assieme un po' da me e un po' da te.

Ma il lavoro è lungo e ancora tutto da svolgere, il tempo sarà rosicato e bisogna ancora iniziare. Speriamo di farcela. Intanto un forte abbraccio a te e a Caterina che ha reso possibile tutto ciò e che può venirmi a trovare quando vuole nel mio "sottosuolo" autunnale.

A prestooooooo

Stefano Andreoli

“La verità è simile a Dio: non si rivela direttamente; dobbiamo indovinarla dalle sue manifestazioni” (Goethe)

….............

Risposta di Saul Arpino

Evoè, Stefano, evoè! La fila di oo finali nel presto... non lo rende più prossimo. Anzi, forse lo allontana, perché crea aspettativa. Una delle cose, poche invero, che mi disse il saggio Nisargadatta Maharaj (di cui ti consiglio di leggere Io Sono Quello), fu: "Non esiste il domani, c'è solo l'adesso". Una verità talmente ovvia che è nell'esperienza di ognuno ma nessuno ne tiene conto, tanto siamo protesi verso il futuro (rielaborando i ricordi in funzione di un ipotetico miglioramento nel tempo). Fermarsi nell'adesso è "realizzazione" e siccome già ci siamo.. non è qualcosa che possiamo "ottenere". E così il discorso intrapreso a Treia si conclude... e Tu Sei Quello.

Nel cinema della mente verranno proiettati ancora fotogrammi di vita vissuta, assieme, da soli, avventure, silenzi, chiacchiere... lasciamo svolgersi il tutto mentre la pellicola gira e ci porta la consuetudine del conosciuto.

Bene, son contento, mi sembra che il nostro dialogo sia fiorito.... L'intelligenza quando è molto ricettiva assume forme meravigliose, come cristalli di neve benedetta.

Buona permanenza in te stesso... Saul

…......

Risposta di Caterina Regazzi

Grazie a te, carom Stefano, per aver preso Treia e Paolo come tappa del tuo viaggio, mi fa piacere che ti sia trovato bene per tutto, quella casa rappresenta buona parte della mia vita e di vite "altre" che sono le mie origini e non me ne staccherei mai. Ora che Paolo la vive, è un po' come se l'avesse fatta resuscitare, un corpo-casa boccheggiante e asfittico, finalmente rianimato. Anche tu passando di là, ci avrai lasciato un po' della tua energia, della tua giovinezza, del tuo spirito.
Ciao, Caterina

domenica 28 agosto 2011

Vegetarismo, bioregionalismo e salvaguardia delle altre specie e dell'habitat nella società consumista

Natura e pets

Quando si parla di attuazione  bioregionale si sotto-intende che venga rispettato l'habitat e tutte le specie vegetali ed animali che condividono la vita in quel particolare biosistema. Questo forse andrebbe bene in una società di tipo "primitivo" ma osserviamo che con  il cambiamento del sistema agricolo e pastorale e con l'urbanizzazione sempre più intensiva, considerando anche l'aumento vertiginoso degli umani sul pianeta, parlare di relazioni e di interconnessioni biologiche  e di conservazione dei biosistemi naturali è un semplice esercizio teorico. In realtà con  l'aumento forsennato dei consumi (più o meno necessari al mantenimento della vita umana), la predazione delle risorse e l'assoggettamento delle altre specie,  l'uomo ha raggiunti livelli di totale alienazione dal contesto naturale. 

Gli animali utili sono sfruttati ed imprigionati al solo scopo di trarne sostanze (carne, pelli, latte, uova, etc.) ed anche gli animali amici (definiti da compagnia) sono costretti ad una vita innaturale condividendo con noi  gli spazi abitativi: appartamenti, strade asfaltate, automobili, etc.

Sfruttiamo tutte le specie animali ma i nostri pets sono inconsapevoli compari di questa consumazione.. compartecipano anch'essi alla rapina organizzata e sistematica delle altre specie. Fino al punto che additittura sono divenuti una delle cause "effettive" ed una scusa emozionale della spoliazione di innumerevoli vite (di altri viventi).

"Alcuni padroni (maschi) dei cani poi sono un po’ come alcuni genitori (maschi) dei figli (maschi) - racconta la mia compagna Caterina Regazzi che è pure veterinaria-  essi apprezzano oltremodo le prodezze fisiche dei loro beniamini, come un papà quando va ad assistere alla partita di calcio del figlio è capace di tornare a casa senza voce per aver troppo accanitamente incitato il figlio e gridato di gioia quando questo va a rete.  Ho due carissimi amici, ognuno proprietario di un cane, che decantano con massimo orgoglio gli inseguimenti dei selvatici ad opera, il primo, di un piccolo cane meticcio a forma di salame che si diverte a correre dietro a lepri e fagiani e il secondo di un Rottweiler femmina, per il resto buonissima, solo un po’ molto irruenta, che appena può scappa seguendo le tracce di daini e caprioli"

Non solo questo... quante volte abbiamo assistito a lotte fra cani con i padroni contenti di vedere il loro beniamino competere? Quante volte abbiamo osservato signore ingioiellate che passeggiano con il cane in braccio come fosse un figlio? Quante volte abbiamo accettato che i cani od i gatti divenissero i padroni assoluti di tutti gli spazi della casa,  compreso il nostro letto?

Forse ci manca così tanto il rapporto con gli animali, forse abbiamo perso ogni fiducia nell'uomo ed il cane ci gratifica con la sua fedeltà  e la sua amicizia, forse vorremmo dimenticare la crudeltà con cui assoggettiamo gli altri animali, usati per la vivisezione, o rinchiusi nei circhi o negli zoo e peggio ancora ammassati in gabbie minuscole al solo scopo di ingrassare e morire giovani per soddisfare le nostre gole voraci...  per cui cerchiamo  la complicità di cani e gatti come compartecipi dello sterminio...? Almeno lo facciamo anche per loro e non solo per noi, così pensiamo.

In Italia i cani domestici,  oltre 20 milioni di esemplari, senza contare i randagi, almeno altrettanti (che vivono comunque a spese della società umana), non potrebbero sopravvivere allo stato brado.  Tra l'altro pure  un cane "prigioniero" in  un canile  costa alla comunità una media di 50 euro al giorno, molto di più di quello che costerebbe mantenere  gli abitanti di un piccolo 
villaggio nel terzo mondo. In natura tutti questi milioni di cani e gatti non potrebbero sopravvivere, essi prosperano ed  aumentano di numero  solo perché vengono nutriti artificialmente dall’uomo, che sfrutta forsennatamente   a tale scopo altri  animali.

E gli altri domestici? Sarebbe possibile allacciare un rapporto amichevole con una capra, ad esempio, con una pecora? In passato io ci  ho provato e l'esperimento direi che è riuscito ma il guaio -per chi è come me vegetariano- subentra quando si vuole  ricavarne un po’ di latte, così ho imparato  che tutti i maschi che nascono toccherebbe farli fuori, e se non li fai fuori tu e deleghi qualcun altro è lo stesso… e se anche li lasci lì nel gregge si crea una lotta interna fra maschi ed i più deboli (soprattutto quando sono molto giovani, soccombono.. Insomma fare il pastore non è proprio un’esperienza da vegetariani, infatti nella società matriarcale i pastori erano isolati e vivevano separatamente dalla comunità (che sostanzialmente si sosteneva  coi frutti della terra).

Ve la ricordate la storia simbolica di  Caino ed Abele?  In realtà Caino era il buono, che coltivava le messi, e Abele il cattivo che ammazzava gli animali. Negli archetipi rovesciati è accaduta la stessa cosa  con il serpente che nella tradizione matristica era simbolo di saggezza mentre nella bibbia viene descritto come incarnazione del demonio. L’assurdo è che la sua colpa fu  quella di trasmettere “la conoscenza del bene e del male” all’umanità…  che invece preferisce restare ignorante, rinunciando alla sua vera natura fisiologica (nel paradiso terrestre Adamo ed Eva mangiavano solo i frutti della terra)… pensate un po’….

Ma torniamo al rapporto falsato con gli animali da compagnia. Il  fatto che gli umani (soprattutto quelli che si cibano di carne) si identificano con i loro cani è un  aspetto della immedesimazione con l’animale al quale si vorrebbe assomigliare,  perché il cane naturalmente  è carnivoro mentre l’uomo non lo è… La fusione identitaria  portata alle estreme conseguenze…. fa sì che si consenta di lasciar fare al cane quello che addirittura in natura non farebbe mai: mangiare croccantini e scatolette (ad esempio il sistema di caccia dei lupi è  di  aggredire in  branco e prelevare solo la vittima “sacrificata” dal gregge come succede con i leoni).  Comunque nella società induista che è tradizionalmente vegetariana il cane viene considerato animale “impuro” e non esistono cani da compagnia…(perlomeno non esistevano perché anche lì ormai l'imitazione occidentale ha rovesciato i valori)  ma solo cani spazzini che vivono ai bordi del villaggio nutrendosi di rifiuti..... Ma qui mi fermo perché non voglio offendere nessuno…

Paolo D’Arpini



Dimenticare l'arrosto sul fuoco per la foga comunicativa astrattiva... Colpa del computer, radio, Tv, magnetofoni, cellulari... ?

A cosa serve la comunicazioone?


Cara Caterina,  scrivo qualche riga di commento sulla tua proposta di sciopero da internet (contenuta al link http://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2011/08/evoluzione-nel-sistema-comunicativo-dai.html)

Internet non ha particolari colpe è uno strumento. Un mezzo molto potente che era nato per trasmettere e condividire informazioni poi col tempo sono aumentati gli utenti e quantita di dati presenti che sono diventati tantissimi e infinitamente al di sopra della capacita di elaborazione del nostro cervello e si devono mettere dei filtri.
In internet  ci sta di tutto e non solo informazione,  ci sono aspetti buoni e altri meno e questo capita come in quasi tutte le cose, e la colpa non è del mezzo in se ma degli animali bipedi che usano il mezzo.

In internet si possono condividere i propri pensieri e opinioni e possono arrivare sia al vicino di casa che a persone che sono a altro capo dl mondo, purtroppo è aumentata  anche la pubblicità, e la presenza di dati che non sono informazion e che invece di ridurre l'incertezza la aumentano..
 

In internet ci puoi fare tante cose,  scrivere una email è una evoluzione della lettera con penna e calamaio  e che viene consegnata in tempi molto piu brevi rispetto alle poste o al piccione
viaggiatore, in internet puoi parlare e scrivere normalmente senza
dover trovare abbreviazioni o slang necessari come capita con sms che nei 160 caratteri devi far stare il piu possibile di quello che vuoi
dire.

Puoi parlare con amici e conoscenti lontani come fosse un telefonino o un videotelefono a costi molto piu bassi rispetto a una telefonata, se la banda è abbastanza larga  puoi vedere anche film, e la tv.. la parte piu importante che puoi cercare informazioni. è un mezzo interattivo col quale puoi essere parte attiva, e non solo spettatore passivo come capita con radio e tv. ecc.

Il rischio di bruciare l'arrosto che hai al forno o dimenticarsi di andare da qualche parte capitava anche tempo fa da quando la societa ha cominciato a evolversi e son nati sitemi di comunicazione o di trasmissione dati piu veloci e aumentato lo stress. Capitava col telefono a filo quando ci si perdeva aparlare col partner o con qualche amico, e poi con la tv quando arrivata quella scatoletta che portava anche le immagini oltre ai suoni, figurarsi poi  quando son nati i reality show tipo il grande fratello o l'isola dei famosi e prima ancora quelle storie infinite a puntate tipo soap opera, da beautiful e tutte le altre.

Per non parlare poi della diffusione dei cellulari, che almeno col telefono fisso potevi venir "disturbato" solo a casa o al lavoro o comunque in un luogo fisso, col cellulare ti possono arrivare chiamate in qualunque posto dove ci sia il campo, il che  ha lati positivi e altri non buoni.

Lo sciopero  ci puo stare se lo prendi come una idea e si fa qualcosa per iniziative tipo dedicarsi un po per stare con se stessi, o per socializzare dal vivo con amici e consocenti. o anche solo per fare un giro in paese e dare il buongiorno a tutti quelli che incontri o per uscire dalla porta di casa e suoanre alla porta del vicino per provare a comunicare con quello sconosciuto. E più che uno sciopero contro internet lo vedrei meglio come uno sciopero contro lo stress,  e la societa che fa andare sempre di corsa, per riprenderci uno spazio per noi stessi e per condividere con altri le nostre opinioni e le nostre idee in modo costruttivo.
Però più che  internet  sarebbe meglio   spegnere la tv, la radio, e sopratutto il  cellulare,  e usare il telefono solo in caso di necessità o per sentire amici bisognosi..
Ti auguro una buona e felice giornata.
Ciao, Aldo Nardini

.............

Replica di Caterina Regazzi

Caro Aldo, in effetti la mia proposta di scioperare da internet
significava proprio quello: riprendermi un po' di tempo per me...
Lo so che internet è un mezzo potentissimo ed utilissimo, se c'è
qualcosa di sbagliato è l'uso che se ne fa, che IO ne faccio. E' un
riempitivo del tempo che si potrebbe usare a volte meglio facendo
quello che tu mi suggerivi, ma che a volte è più faticoso, antipatico,
imbarazzante. Il caldo di questi giorni non aiuta.
Ma stavolta ho cercato di utilizzare questo tempo in modo proficuo: ho dormito di più al mattino (non andavo a lavorare, quando ci vado, al mattino do sempre in'occhiatina prima di uscire - anche per vedere se c'è un messaggio del mio Amore, ma non solo), ho cucinato per me e per Viola, mia figlia, ho pulito il bagno e la sala, e ho fatto una cosa che volevo fare da almeno 4 anni e che sempre rimandavo: andare in garage e cominciare a eliminare le cose inutili, ma che per un motivo o per l'altro continuavano a stazionare lì occupando uno spazio che se necessario potrebbe essere altrimenti riempito (o lasciato vuoto), per esempio con i vasi di marmellata che ho fatto in questi giorni e le bottiglie di conserva.


Ho caricato in auto, per portarli all'"Isola che c'è" un albero di Natale (finto) e le sue palle, che mi facevano tanta tristezza, e delle scarpe, che indossavo in un'altra epoca della mia vita, ormai lontana e che anche volendo non mi entrerebbero più, ho fatto una prima cernita dei quaderni delle elementari di Viola e, dopo la sua autorizzazione, anche di quelli mi sono già sbarazzata.
La tv non l'accendo quasi mai, il cellulare l'ho dovuto tenere acceso
per forza (sono reperibile) ma finora non ha chiamato nessuno, né
utenti, né amici, né parenti.
Ora che mi ci fai pensare telefonerò a due mie ziette, una abita a Torino e l'altra in provincia di Bologna, per sapere come va la salute (hanno più di 80 anni) e fare due chiacchiere. Poi vado con Viola a fare un po' di scuola guida.
Per mercoledì prossimo il passaggio al mercatino è assicurato, promesso...


Un caro saluto, Caterina

 

sabato 27 agosto 2011

Corrispondenza ecologista, due modi di approccio... Scrivono Caterina Regazzi, Rete Bioregionale Italiana, e Alessandro Marescotti, Peacelink.it





Quella che segue è una  corrispondenza (fine agosto 2011) intercorsa fra un membro della Rete Bioregionale Italiana, Caterina Regazzi, e il responsabile della Lista Peacelink.it, sul tema della comunicazione ecologica


Scrive Caterina Regazzi:
Caro Alessandro. Ho notato che ultimamente hai cominciato a pubblicare molte notizie, sia nella lista pace che in quella di ecologia (sono le due a cui sono iscritta).
Ho letto anche che avete deciso "di dedicare la lista ecologia a questioni molto specifiche attenenti agli inquinanti chimici, su cui attivarci con campagne mirate".
Ma siete sicuri che "alleggerire" la lista con qualche mail un po' "fuori dalle righe" sia così disdicevole?
A volte abbiamo (dico abbiamo ma dovrei dire "avere", la lista è vostra) anche ricevuto commenti, abbiamo scatenato reazioni, positive o negative, si è innescato un minimo di dibattito in quest'Italia ancora molto sonnacchiosa e portata a dire: "Ma le cose sono sempre andate così!"
Comunque tu mi risponda, ti voglio raccontare questa bella storia: ho conosciuto per caso questa lista tre anni fa, mi ci sono iscritta ed ho cominciato a ricevere le vostre mail, ma dopo qualche mese, dato che le mail complessive ricevute erano molte, come arrivavano, leggevo il titolo e il nome del mittente e le cancellavo direttamente quasi tutte (è un po' il problema della comunicazione telematica, arriva così tanta roba che non si riesce ad aprire tutto), ma non cancellavo mai quelle di Paolo D'Arpini.
Trovavo il suo modo di scrivere e i suoi argomenti così onesti, sinceri, vicini alla mia sensibilità, e i suoi racconti di vita così in sintonia con una visione ecologica del vivere, che mi sono sentita spinta ad andarlo a conoscere a Calcata e senza minimamente immaginarlo, siamo diventati compagni di vita. Per cui devo ringraziare la lista di peacelink per l'occasione che mi ha permesso di avere.
Farò più attenzione che le prossime nostre mail siano veramente "in linea" con la lista, secondo quello che dicevi, ma sei sicuro che i tuoi lettori gradiranno ricevere solo mail che riguardano la concentrazione del benzopirene e la segnalazione della presenza di sostanze tossiche nelle magliette dell'Adidas da parte di Greenpeace?
Ti ringrazio per l'attenzione che vorrai prestare a queste poche righe e ti saluto con affetto, apprezzo comunque l'impegno che porti avanti, che è ammirevole.
Ciao, Caterina Regazzi

…....

Scrive Alessandro Marescotti:
“Cara Caterina, ti rispondo al volo ma se vuoi ne parliamo a voce. Il problema di fondo è quello di integrare le liste con le nostre campagne. Ci sono molte liste di ecologia su internet ma noi ne abbiamo una specifica di peacelink e la vorremmo incentrare sulle nostre iniziative. E' un cambio rispetto al passato, lo so, ma ne abbiamo discusso al nostro interno. Ci sono molte cose su cui manca informazione.
Ad esempio tu usi gli incensi? Ti piacerebbe sapere se producono ipa? Oggi ho fatto delle analisi....”

….....

Scrive Caterina Regazzi:
“Grazie della precisazione. Ho guardato un po' le mail di oggi e mi rendo conto ancora di più che, giustamente, volete dare un certo taglio alla lista, è nel vostro pieno diritto. E' importante fare delle battaglie basandosi su dei fatti provati e non solo su illazioni od opinioni. L'ecologia però, secondo me, non può prescindere da un sentire, un vivere la vita anche secondo una sensibilità propria del singolo essere umano, pur che questo fa parte del genere umano tutto anche se, davanti a dati scientifici, anche il più "egoista" e "consumista" deve arrendersi all'evidenza, e cioè che dovremmo cambiare tutti il nostro sistema di vita. Questo fatto potrebbe però ingenerare nei più ansie che a mio parere, avendo una visione più in avanti (o più indietro) sono inutili. Continuo a sentire, alla radio, che si parla di aumentare la produttività.... ma di questo passo dove andremo a finire (petrolio, cereali alle stelle, consumo di territorio, inquinamento, ecc.)? Possibile che non c'è nessuno, a livello politico, che si azzardi a dire di PRODURRE MENO? I valori del benzopirene saranno pure oltre i limiti, ma come facciamo a far rientrare i valori se non impariamo a vivere un po' più di spirito e un po' meno di materia? Grazie ancora per l'ospitalità passata nella lista e chissà che non abbia da mandarvi qualcosa di inerente (io sono una veterinaria di una usl, quindi sono un po' un scienziata anch'io e sono Referente per la Rete Bioregionale Italiana per il rapporto con gli animali).

….............

Scrive Alessandro Marescotti:
“Cara Caterina la Rete Bioregionale Italiana è molto interessante! Ce ne parli nella lista ecologia? Scusa la fretta ma devo andare dall'avvocato per una querela che ho ricevuto (sulla diossina), e oggi ho passato la mattina alla Polizia Postale, uff... Per fortuna che abbiamo analisi di laboratorio in mano. Un caro saluto”

…...

Scrive Caterina Regazzi:
“Caro Alessandro, capisco la fretta, tranquillo, ma evidentemente, nella fretta generale non ti sei andato a verificare se nelle mie mail avevo (avevamo) già parlato della Rete Bioregionale Italiana. Forse anche tu fin'ora, ti sei letto solo qualcosa qua e là. Ho fatto una piccola ricerca retrospettiva sulle mail da me inviate alla lista ecologia e si parla della Rete Bioregionale già il 30/9/2010, per l'incontro annuale della Rete che si è tenuto a San Severino Marche, e poi via via, il 13/10/2010, il 2/11/2010, il 21/11/2010, il 24/2/2011, il 18/3/2011 (Festa dei Precursori), il 3/5/2011, ecc. ecc. fino al 20/6/2011 in cui si annunciava che nel corso dell'ultimo incontro era stato aperto un nuovo blog, chiamato La Rete delle Reti, dove facevamo appello a tutte le forze ecologiste, e interessate anche allo sviluppo personale (vanno di pari passo, o no?) a partecipare.
Ovviamente eravate invitati anche voi di peacelink, ma forse non ve ne siete accorti. E' vero che su internet ci sono tante, tantissimo siti, blog, liste e spesso si fa fatica a cogliere questo e quello e si guarda solo quel che già si conosce e che si ha già riconosciuto come simile a se. Ti rimetto qui anche il link per visitare il blog della Rete Bioregionale e quello della Rete delle Reti
Un saluto e buon tutto Anche buona lettura, con calma se possibile...)”

venerdì 26 agosto 2011

Evoluzione nel sistema comunicativo, dai sospiri ed allocuzioni dei primi ominidi fino alla poetronica computeristica.... con commento salace di Caterina Regazzi

Comunicare... comunicare.. come?

Secondo il sistema elementale cinese la comunicazione è possibile ad ogni livello elementale, ovvero si può comunicare con la Terra, con il Metallo, con l’Acqua, con il Legno e con il Fuoco.

I modi comunicativi passano attraverso i vari sensi che sono collegati a questi elementi. Ad esempio si può comunicare (nello stesso ordine sopra menzionato) con l’olfatto, con l’udito, con il gusto, con il tatto e con la vista. Voglio persino essere più chiaro, attraverso gli odori immediatamente, sia per gli animali che per gli umani che sono essi stessi animali, si trasmette la sensazione e la condizione vissuta; con l’ascolto dei suoni emessi (una sorta di processo radar) immediatamente siamo consapevoli del tipo di informazione ad essi connessa; con il gusto facciamo nostro l’altro, considerate ad esempio la leccatura ed il bacio; con il tatto trasformiamo le nostre emozioni in “contatti” fisici e solidi, amore (carezze) odio (pugni) e tutta la gamma dei sentimenti; con la vista comunichiamo attraverso le immagini. Quest’ultimo è il metodo più attuale, anche per via della scrittura non soltanto delle immagini in se stesse. Lo sguardo è una forma diretta ed inequivocabile di comunicazione.

La parola, od il linguaggio come oggi lo definiamo, è nata attraverso una mistura di tutti questi modi comunicativi…. Pensateci bene ed a questo punto capirete che fra noi e gli altri esseri viventi non c’è differenza elaborativa nell’esprimere anche concetti astratti. Infatti, ritornando alla descrizione del sistema elementale cinese od a quello indiano della comunicazione diretta fra esseri senzienti, in occidente abbiamo anche l’esempio di San Francesco, è evidente che la comunicazione non è attuabile esclusivamente con la parola.

La parola è un modo per trasmettere i pensieri, ma questi pensieri debbono essere “cogitati” e concretizzati visivamente all’interno della mente, altrimenti non sono trasmissibili. Prova ne sia che quando si parla a vuoto, l’ascoltatore non recepisce il messaggio e resta in uno stato di “assenza mentale” (il parlare a vuoto è tipico di chi non ha nulla da dire: politici, conferenzieri, logorroici, etc.).

Ma prima di concludere questo discorso inserisco qui di seguito alcune note chiarificatrici, la prima è specifica sull’evoluzione del linguaggio articolato nell’uomo e la seconda è un'indagine sul “comunicare.. come?” più centrata sulla comunicazione virtuale.

Evoluzione: la parola alle scimmie.

Il Verbo, o il linguaggio articolato per come lo intendiamo a livello grammaticale, è caratteristica dell’uomo. E’ uno dei tratti principali che ci distinguono dal resto del regno animale. Ma questa distanza si accorcia sempre più con le recenti scoperte. Ultima tra queste è la conferma che non solo le scimmie sono in una certa misura capaci di interpretare un messaggio verbale, ma arrivano più in là: riescono a individuare una parola malformata a livello grammaticale.

L’esperimento è stato condotto abituando un tipo particolare di scimmie a un certo modello di formazione delle parole. Come la composizione di parole con un prefisso (ad es. DIS-piacere o RI-conoscere) o un suffisso (natural-MENTE o gioi-OSO). Dopo averle esposte a un linguaggio corretto, i ricercatori hanno provato a utilizzare parole prive di senso mescolando prefissi e suffissi al posto sbagliato. E si sono meritati delle occhiate perplesse dai primati del tipo “Ma cosa stai dicendo?”. Le reazioni sono inequivocabilmente di riconoscimento.

Tutto questo ci fa pensare che la complessa dinamica della formazione di un linguaggio non sia poi così lontana dalla mente dei nostri cugini quadrumani, e getta nuova luce sul mistero di come si sia evoluta nel tempo la parola.

Comunicare… comunicare…. Come?

Inizia con il primo vagito, prosegue con le asticciole e lo studio dell’abbecedario ma non si sa come finisce…. La comunicazione umana è un mistero senza fine. L’uomo da quando scoprì l’uso del fuoco, allungando così la sua giornata, cominciò a raccontare in forma conviviale, a trasmettere ad altri uomini, le esperienze vissute e le impressioni, da ciò è nato il linguaggio, la cultura.

Infatti se durante la giornata bastavano pochi grugniti per indicare le contingenze o gli oggetti, quando la notte gli uomini primitivi ricordavano le proprie avventure per comunicarle dovevano rendere penetrante l’espressione, intelligibile senza l’uso di esempi concreti, utilizzando solo immagini e forme pensiero.

Così è nato il grande miracolo della “comunicazione” ma il suo sviluppo non è ancora concluso…. Oggi, lasciati da parte penna e calamaio, libri e giornali, si comunica con internet, le parole forse son le stesse (anche se veramente si sta già utilizzando un nuovo slang) ma per far sì che i propri messaggi vengano recepiti nella giungla virtuale occorre sviluppare nuove capacità di attrazione, richiamando il lettore ad una attenzione inusitata. In questo campo nessuno è maestro, non vi sono università in grado di trasmettere questa nuova “arte” della comunicazione, i tempi sono stati troppo brevi ed oggi ognuno cerca di arrangiarsi come può. Alcuni lo fanno con lo spam, altri con i cookies, altri ancora sviluppano grafiche e impostazioni innovative, quasi tutti usano la molteplicità ed il cosiddetto metodo del “copia-taglia-incolla”….

Ma tutto ciò non è sufficiente, è evidente che nella giungla telematica se si vuole che il messaggio, il proprio richiamo, venga percepito non si possono usare solo le urla od una gestualità esagerata, occorre affinare ancora una volta il linguaggio e questa è la nuova rivoluzione lessicale alla quale siamo chiamati.

Dopo il cerchio attorno al fuoco (la prima socializzazione) siamo al cerchio allargato (in rete) davanti al computer… Eppure la necessità di ritrasmettere le nostre sensazioni, ricordi ed esperienze è ancora più forte. Quel che era la poesia, come massimo affinamento, ora è diventato “poetronica”….

E magari tutti presi da questa comunicazione “inscatolata” davanti al piccolo schermo omettiamo di parlare con il vicino, abbandoniamo il sugo sul fuoco a bruciacchiarsi, dimentichiamo di telefonare o scrivere una letterina d'amore alla nostra fidanzata....
(Ebbene sì, succede anche a me.. mea culpa mea culpa mea maxima culpa!)

Vostro affezionato, Paolo D’Arpini

................


Commento aggiunto di Caterina Regazzi

Dipende da quel che uno ha da dire e da quello che vuole dire e a chi....

Per me la comunicazione più importante è quella con le persone care, l'Amore è sempre stato la cosa più importante nella vita, l'Amore per i genitori,  per gli amici, per il mio compagno, per la figlia (l'ordine è cronologico, nella sua insorgenza).

Purtroppo in questo periodo, sia per problemi e momenti miei personali, vedo che la comunicazione diretta, è sempre più scarna:
i miei genitori non ci sono più, mia figlia cresce e non ha tutta questa voglia di comunicare con sua madre (come è normale), il mio compagno spesso è lontano, gli amici/amiche, sempre più numerosi, sono sempre meno disponibili all'incontro diretto, almeno alcuni.

Allora cosa si fa, un po' per riempire un piccolo vuoto, un po' perchè magari si crede di avere qualcosa in più da dire, perchè magari in questo si è stimolati da un folletto birichino che ho sempre al fianco, mi ritrovo spesso davanti a questo schermo ed anche a me capita di bruciare quel che ho sul fuoco, o di dimenticare di andare a prendere i pantaloni dalla sarta (!!!) o di telefonare a un'amica in
difficoltà, ecc. ecc.


E' l'evoluzione della comunicazione questa? Boh! Non so se sia meglio o peggio, se vogliamo, riusciamo a sapere tutto quel che accade nel mondo in 5 minuti e questo senz'altro è un bene, ma sappiamo quel che succede dietro alla porta del vicino, se c'è una nascita, una morte, una sofferenza o una gioia? Beh, questo non mi piace.

Propongo la GIORNATA (o la SETTIMANA) senza internet, e comincio io, da questo momento!

Paolo, ora spengo il pc e non lo accendo più fino a domani, stessa ora.


Quindi se vuoi dirmi qualcosa dimmelo per telefono, piccione viaggiatore, lettera scritta, telegramma, ecc.
Baci

giovedì 25 agosto 2011

La leggenda di Eva.. ri-rivisitata da Anthony Ceresa


Ante Scriptum -  Questa che segue è  una risposta all'articolo:


............

La leggenda di Eva, del cane a sette teste, dei vampiri, del Paganesimo, delle varie Sette di Dio o di Satana, dei Corsari che hanno abbandonato i mari occupando il Potere sulla terra ferma, divenuti Politici, ecc.

Quanti pensieri, quante parole che si traducono in scritti, quanti scritti che si traducono in convinzioni,  quante convinzioni che si traducono in pseudo verità da trasmettere alle generazioni future, ininiziando dai cavernicoli.

Nulla meglio degli esempi pratici ci conducono alla verità, partendo dalla realtà attuale.

Un importante storico Americano, il quale aveva assistito ad un incidente mortale dove morirono cinque persone,  fu invitato a deporre sotto giuramento, insieme ad altre dieci che avevano assistito all'incidente.

Allo storico personaggio gli fu concesso di testimoniare per ultimo e quando venne il suo turno, disse: Signor Giudice, dopo aver assistito alle testimonianze in merito all'incidente, di tutti quelli che mi hanno preceduto, "sottolineando tutte differenti fra loro",   su un fatto accaduto pochi giorni fa, mi permetta di dubitare sulla storia centenaria e molto peggio su quella millenaria.

Gran parte della Mitologia è divenuta storia, le Religioni hanno convinto l'uomo a liberarsi dai preconcetti primitivi per abbracciare
filosofie sempre più moderne in supporto del Potere ponendo l'Occhio di Dio che ci segue in tutte le nostre azioni.

La domanda cruciale non ancora risolta non si basa "da dove veniamo o dove andremo", "essere o avere", "abbuffarsi fin tanto si é in vita", ecc., perchè é tutto un mistero, anche se la scienza di tanto in tanto rilascia informazioni personali su convinzioni astratte, ma il punto dolente, quello reale: quando metteremo fine all'egoismo personale che fa scattare le speculazioni ordite dal pensiero che tende a sopprimere  i nostri fratelli con crimini inauditi, creare gli Imperi del Potere anche quelli Religiosi che fanno scatenare il male e le guerre, presentandosi come limpide Colombe d'Amore.

Non parlerei di pensiero patriarcale ma delle debolezze dell'uomo indistintamente, con insegnamenti che indicano la via corretta da seguire che poi si perdono dietro a una divisa o un incarico di Potere.

Fanno le leggi per il popolo, per il più debole, ma mancano le leggi da far osservare alla kasta privilegiata. E' questo il vero problema dal quale assistiamo giornalmente le infinite ingiustizie che deprimono alla base l'unità del pensiero umano.

Pregare per sopportare le ingiustizie ricevute, ma rispettare le imposte ordite dal Potere. Questa é la Fede del terzo millennio.

Anthony Ceresa

mercoledì 24 agosto 2011

La leggenda di Eva, rivisitata alla luce dell'ecologia profonda e della spiritualità laica


Insistere troppo su valori "teisti"  non aiuta la mente umana al  superamento del pensiero patriarcale. Dobbiamo -secondo me- abbandonare la speculazione religiosa e ritornare ad una spiritualità priva di dogmi e non specificatamente  legata al genere (qui ricordo che il sacerdozio nelle religioni monoteiste è precluso alle donne).  


Per carità, va anche bene fare un'analisi storica sulla formazione del cristianesimo e di come  questa religione "semita" abbia attinto al paganesimo pre-esistente. Tra l'altro  la rivalutazione del paganesimo è una delle caratteristiche portanti non solo nel filone New Age ma anche in ricerche storiche serie,  come ad esempio quella di  Daniel Danielou sul mito di Dioniso-Shiva.



Ma dovremmo andare anche più in là riscoprendo i culti più antichi e vicini alle nostre radici, ovvero l'adorazione della Grande Madre o Energia Primordiale  (Shakti). 


Spesso, qui al Circolo vegetariano VV.TT.,  durante le feste da noi organizzate, soprattutto quelle in concomitanza con i solstizi e gli equinozi o per la luna piena e nuova, mettiamo in evidenza gli aspetti sincretici fra cristianesimo e   “neo-paganesimo”, facendoli coincidere con   il nostro spirito laico e simpatetico con la Spiritualità della Natura.


Ad esempio, è avvenuto che durante alcune cerimonie,  già da noi predisposte, si aggiungessero  riti diversi  con offerte alle divinità e fate dei bosci o dei corsi d'acqua, il tutto magari collegandoloo a credenze o leggende cristiane... (tanto per fare un esempio ricordo la Vigilia di San Giovanni, con il battesino dell'acqua e del fuoco, etc.).  Io  lascio fare perché in fondo il riconoscere  il Genius Loci e la sacralità della natura in tutte le sue forme è uno degli aspetti della spiritualità laica e dell’ecologia profonda, che ci contraddistingue.  


In effetti la spiritualità della natura  è un aspetto riconosciuto anche nella fede cristiana antica, soprattutto nel misticismo (sia in quello primitivo che in quello francescano)  in cui prevale  la consuetudine di ritirarsi in grotte, boschi e deserti in stretta comunione con gli elementi naturali e con il mondo animale.  


Aspetti pagani erano presenti persino nella religione ebraica, sia pur condannati, come ad esempio l’adorazione della vacca sacra durante la traversata del Sinai, oppure riconosciuti e facenti parte della tradizione  come avvenne presso la setta degli Esseni che vivevano in strettissima simbiosi con la natura e con  i suoi aspetti magici, avendo essi sviluppato anche la capacità di trarre il loro nutrimento dal deserto, un grande miracolo questo considerando  che erano persino vegetariani….


Il rispetto e l’adorazione  della natura, definito dalla chiesa cattolica (un po’ dispregiativamente) “panteismo” è uno degli stimoli da sempre presenti nell’uomo,   tra l’altro questo sentimento panteista è  alla base dell’exursus evolutivo della specie.  


Ciò  mi fa  ricordare  una storiella,  che amo spesso raccontare,   sull’origine della specie umana. Ormai è certo che ci fu una “prima donna”, un’Eva primordiale. L’analisi   del patrimonio genetico femminile presente nelle ossa lo dimostra inequivocabilmente…
Mi sono così immaginato una donna, la prima donna, che avendo raggiunto l’auto-consapevolezza (la caratteristica più evidente dell’intelligenza) ed avendo a disposizione solo “scimmie” (tali erano i maschi a quel tempo)  dovette compiere una opera di selezione certosina per decidere con chi accoppiarsi in modo da poter avere le migliori chance di trasmissione genetica di quell’aspetto evolutivo. E così avvenne conseguentemente  nelle generazioni successive ed è in questo modo che pian piano dalla cernita nell’accoppiamento sono   divenute rilevanti qualità come: la sensibilità verso l’habitat, l’empatia,  la pazienza,  la capacità di adattamento e di gentilezza del maschio verso la prole e la comunità, etc. etc.  Pregi che hanno  portato la specie  verso una condizione “intelligente” che riconosciamo (o riconosceremmo se nel frattempo non fosse subentrata una spinta maschilista involutiva).


Purtroppo in questo momento storico, in seguito all’astrazione dal contesto vitale e alla manifestazione della religiosità in senso  metafisico (proiettata ad un aldilà ed ad uno spirito separato dalla materia),  molto di quel rispetto (e considerazione) verso la natura e l’ambiente e la comunità è andato scemando,  sino al punto che si predilige la virtualizzazione invece della sacralità vissuta nel quotidiano. Ed in questo buona parte della responsabilità è da addebitarsi al radicamento dei credo monoteisti (Ebraismo, Cristianesimo ed Islam).


Ma quello che era stato scacciato dalla porta spesso rientra dalla finestra, infatti la psicologia sta riscoprendo i miti, le leggende e le divinità della natura descrivendole in forma di “archetipi”.


All’inizio della  civilizzazione umana, nel periodo paleolitico e neolitico matristico, la sacralità era incarnata massimamente in chiave femminea, poi con il riconoscimento della funzione maschile nella procreazione tale sacralità assunse forme miste  maschili e femminili, successivamente con i monoteismi patriarcali fu il maschile che divenne preponderante.


Ora è tempo di riportare queste energie al loro giusto posto e su un totale piano paritario. Anche se già in una antica civiltà, quella Vedica,  questa parità era stata indicata, come nel caso della denominazione (maschile) “Surya” che sta ad indicare l’identità del sole in quanto ente divino, che  viene completato dall’aspetto femminile “Savitri”  che è la capacità irradiativa dell’energia solare.


E noi sappiamo che fra il fuoco e la  sua capacità di ardere  non vi è alcuna differenza....  



Paolo D’Arpini  

Circolo vegetariano VV.TT.
Via Sacchette, 15/a - Treia (Macerata)





“La nostra anima nel profondo non ha mai smesso di dirsi pagana; basta solo ascoltarla con attenzione per capirlo. Il nuovo paganesimo non è affatto un concetto stravagante o qualcosa di intellettuale costruito a tavolino; è semplicemente un atto di auto-consapevolezza: una presa di coscienza della nostra natura e di ciò che è estraneo  ad essa”. (Alfonso Piscitelli)





Canto pagano di chi viaggia verso il Sé.  
Ascoltatemi spiriti del Vento, essenze immortali  che abitate nelle pieghe nascoste  dell’aria, delle rocce, delle acque. Oso invocarvi e presentarmi dinanzi a voi per compiere il mio passaggio a cui mi preparo  nel cielo di una notte d’estate, investito dal caldo mormorio dei grilli, inumidito dalla rugiada che bagna il muschio, stremato nel desiderio di correre verso un destino che mi avvolgerà come un non visto mantello…..  da vincitore o da vinto io non so. Vorrò però essere ricordato come un uomo che ha provato a parlare con voi e da ciò apprendere la poca o molta saggezza che si può richiedere  a un sorso d’acqua gelida,  al fuoco notturno degli amici, al pianto solitario di un bimbo che accende la pianura di suoni che non le appartengono, ma che grata accetta, come il passo silenzioso del viandante che la rende sacra con l’amore del suo andare.   (Simone Sutra)

martedì 23 agosto 2011

"Sanare il deficit dello stato con i proventi della prostituzione significa accettare il deficit morale nella società...! - Della serie: Matteo Salvini... aripijate!

Disegno di Grazia Leoncini


Comprendo  la "concretezza"  delle avances di  Matteo Salvini (Lega): "Per battere la crisi, tassiamo le lucciole".   Che sarebbe come dire: "pecunia non olet"... quindi in tempi di necessità meglio approfittare della corruzione e della prostituzione imperante, a tutti i livelli in Italia, legalizzandola e tassandola.  Allo stesso tempo il mio cuore trema di fronte alla vilificazione dell’amore implicita nella  sconcia proposta.

La piaga della prostituzione è un segnale del malessere di questa nostra società e voler guadagnare sulla "malattia" è disumano e dimostra uno spirito debole. 

Ammettere che il marcio possa divenire una fonte di reddito...? No, no! Lo stato come ente che tutela il bene comunitario dovrebbe invece disporre delle strategie per eliminare questo martirio della prostituzione e non "tassarne" i guadagni indebiti. Perciò ritengo la proposta di  Matteo Salvini indegna di un rapprentante della comunità, di un eletto in Parlamento che lavora per il bene pubblico. 

Pensare che il rapporto amoroso possa essere risolto in termini di “prestazioni amorose” è avvilente.   La necessità di prostituirsi è una diretta conseguenza della mancanza di ecologia sociale nella nostra società urbanizzata. Forse il meretricio ha origine in conseguenza e da quando è stato istituito il matrimonio monogamo (e reso obbligatorio), altrimenti questa pratica non avrebbe senso in una società spiritualmente ed ecologicamente integra in cui l’amore e la sessualità possano essere vissuti in forme sane e libere e collettive.


Ad esempio se si sente la necessità della promiscuità amorosa si potrebbe compartecipare ad una "famiglia allargata", ed esperimenti in tal senso sono stati tentati in diverse comunità. Non ha senso accondiscendere alla pratica prostitutiva solo perché si sente il bisogno di promiscuità sessuale,  sarebbe invece sufficiente superare il "contratto" monogamo e accettare che vari tipi di legame possano manifestarsi nelle maglie della società. Saranno chiamati forse “harem” -sia al maschile che al femminile od al pansessuale- non fa nulla.



Ovviamente chi non desiderasse un rapporto promiscuo potrà sempre scegliere di unirsi in “rapporti preferenziali monogami”, l’importante è che l’amore prevalga e non lo scambio in denaro.
Se il sesso è conseguenza di manifestazione amorosa nulla posso obiettare nel modo in cui si manifesta ma se diventa “un fatto economico” mi rattristo e piango…..


Infatti posso comprendere che si possa ricevere un compenso per un lavoro di qualsiasi genere, materiale, intellettuale, scientifico, etc. ma un rapporto “intimo” non può -secondo me- essere equiparato ad un “lavoro”, esso è solo una espressione dell’emozione umana di scorgere nell’altro se stesso, amandolo, e quindi non può rientrare nell’ambito delle “prestazioni”….


Ma, vivendo nella società malsana in cui viviamo, sembra che la soluzione per sanare il deficit nazionale  riposi nell'accettazione del deficit morale!  


Non condivido  il "pragmatismo" di persone come Salvini, che vedono le cose nella loro bruttezza: "...se la prostituzione esiste è meglio regolamentarla per un suo miglioramento utilizzativo".  Meglio che la dissolutezza sia legale e controllata…?  Questa è una visione che personalmente non approvo….


Paolo D’Arpini
Referente P.R. Rete Bioregionale Italiana


Articoli correlati: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2008/07/28/cerco-famiglia/  

lunedì 22 agosto 2011

Comportamenti ecologici e morali - La giusta misura.. ecco quello che si può fare tentando di migliorare la società e noi stessi..

Macchie in esposizione
 
 
Ho conservato per anni un vecchio dipinto nel Tempio della Spiritualità della Natura, prima di abbandonare Calcata al suo destino e trasferirmi a Treia. Era  solo una banale copia, rappresentava un alchimista (od un semplicista) che mostra la giusta dose di sostanza da porre nell’intruglio medicinale ad un giovane apprendista. Il gesto  eloquente, la mano alzata con il palmo rivolto in avanti, significante “basta così”. Né troppo né poco!
 
Le cose cambiano e non serve portarsele appresso, la memoria  è utile se ci aiuta a non ripetere gli errori del passato, contemporaneamente è una zavorra se ci impedisce di compiere nuove esplorazioni e ricerche.
 
Anni ed anni di meditazione… per scoprire la giusta misura? Macché essa è nella semplicità della risposta immediata che siamo in grado di dare al momento opportuno, rispondendo del tutto spontaneamente e semplicemente all’esigenza contingente, nel presente….
  
Non sappiamo i motivi per cui le cose avvengono come avvengono e dal punto di vista etico ed umano possiamo anche non essere d’accordo con ciò che siamo costetti a vedere ed a compiere nella società.  Così dobbiamo sentirci liberi da ogni schema, non temendo di cadere in  contraddizioni e incongruenze.
 
Ricordo quando Nisargadatta raccontava le conseguenze del suo lavoro di venditore di beedies, le sigarette indiane, che causano il cancro anche più delle altre, e pure lui  le ha fumate per anni e tra l’altro è morto per un cancro alla gola… ma tutto ciò non ha cambiato il suo “vero stato”.
 
Ricordiamo sempre che possiamo solo compiere ciò che è per noi possibile… Non ciò che riteniamo dovrebbe essere… E poi come dovremmo porci di fronte ai dettami della legge di causa effetto? Come dovremmo considerare  la favola della reincarnazione…?  Libero arbitrio, predestinazione, scelte, miglioramenti voluti o causali?... 
 
A volte anch'io  racconto delle storie, che stanno nella mente duale, che rientrano nel funzionamento empirico nel mondo, esprimendo  un modo razionale di percepire la vita. Ma  nel mio intimo so che son tutte  favolette, so che la verità non ha bisogno di giustificazione alcuna, né di spiegazioni. Uso dei sotterfugi.. per poter guardare le persone negli occhi e scorgere la loro anima, toccare il loro cuore e sentirmi una parte di loro. Questo è ciò che è possibile per me…. e vorrei che così fosse anche per chiunque altro!
 
Assomiglia ad una commedia? C'è una nota di finzione in questo atteggiamento? Beh, occorre pur adattarsi al sogno.. finche si sogna.. A che serve districarsi dalle considerazione sul bene e sul male con giustificazioni che infine rientrano nell'illusione duale? Tanto vale adattarsi e compiere quei gesti che sono in armonia con la nostra natura umana, che ci consentono di poter condividere al meglio le nostre emozioni ed i nostri pensieri con il prossimo... Sia pur che ciò non è necessario per “essere quello che realmente siamo”.
 
Ma perchè limitarsi, perchè non  amare il proprio sogno (come diceva saggiamente il Vate)? In verità l’armonia interno/esterno non è basata su ciò che entra dalla bocca (come diceva Gesù) ma da ciò che ne sorte, ovvero come riusciamo a centrarci al nostro interno, ritrasmettendo parole ed   amore all’esterno.
 
Ramana Maharshi a una signora che le chiedeva come potersi migliorare nei comportamenti consigliò la via del "tendere verso",  finché la cosa non avvenisse da sola, senza intenzione…

Paolo D'Arpini
Referente P.R. Rete Bioregionale Italiana

domenica 21 agosto 2011

24 settembre 2011, Monteorsello di Guiglia (Modena) - Celebrazioni per l'equinozio autunnale con Caterina Regazzi e Paolo D'Arpini

Splendido autunno
 
Gli equinozi sono momenti di equilibrio fra l'estate e l'inverno.
 
L'equinozio di autunno che ci prepariamo a celebrare a Monteorsello di Guiglia cade il 23  ma per facilitazione lo festeggeremo il 24 settembre 2011, che è un sabato e corrisponde anche al compleanno di Caterina Regazzi. Cerchiamo così di prendere due piccioni con una fava.. e visto che ci siamo nella stessa giornata presenteremo anche il libro che abbiamo scritto a due mani sull'amore “autunnale” che ci lega (me e Caterina).
 
Il libro è intitolato “Vita senza tempo” ed è un po' come la stagione verso la quale andiamo incontro... un approssimarsi alla  rinascita. Infatti  l'autunno è la stagione degli ultimi frutti, prima del freddo inverno, e il momento in cui il seme va a riposare nella terra per poter nuovamente germogliare in un'altra vita, in un altro equinozio, quello primaverile.
 
La coscienza vegetale è a tutti gli effetti simile a quella animale da cui si differenzia solo per l’intensità delle percezioni e reazioni, che nelle piante sono più lente e meno evidenti.  Le piante rispondono a stimoli di simpatia od antipatia nei loro confronti e di conseguenza la loro vitalità e fruttificazione ne viene interessata. Un risultato dell’attenzione amorevole rivolta alle piante è la maggiore produzione di getti e polloni utilizzabili dall’uomo o dagli animali come cibo, purché l’assunzione avvenga in forma di sfoltitura, essa stessa un aiuto alla vitalità della pianta, in quanto rinforza la radice e incentiva la produzione di fiori e frutti e semi. La pianta utilizza spesso gli animali e l’uomo per la sua propagazione sessuale, infatti è l’esperienza di ognuno di noi, dopo aver mangiato un frutto succoso, provare rispetto verso il seme, magari in forma di desiderio di piantarlo nella terra per vederlo rinascere o nel farlo volare con gesto creativo. In verità è la natura stessa che rende appetitoso ed utile il frutto e ispira chi se ne ciba a gettarlo lontano dal luogo originario, per facilitarne la propagazione, succede tra l’altro con gli uccelli che inghiottono le ciliegie per poi defecarne altrove i noccioli al volo…
 
Per approfondire il discorso sulle piante commestibili e sui vari momenti di maturazione dei frutti selvatici abbiamo deciso con Giuseppe Panini, il nostro ospite ed accompagnatore, di studiare sul posto la simbologia della vita vegetale, un ottimo metodo per comprendere la complessità della vita,  ed è per questo che durante la giornata del 24 settembre, nel primo pomeriggio (diciamo alle 16.00), compiremo una escursione lungo un tratto del sentiero naturalistico che conduce verso il parco dei sassi di Roccamalatina.
 
Al ritorno nel casale di Monteorsello si terrà una lettura di alcuni brani del libro  Vita senza Tempo e di seguito una condivisione di cibi naturali  e bevande da ognuno portate. Le erbe e la frutta selvatica raccolte durante la passeggiata saranno un ottimo stuzzichino e dessert.
 
Il rito verrà concluso con un brindisi finale,  con lo spegnimento delle candeline augurali sulla torta di compleanno,  accompagnato dalla musica bucolica che qualche amico suonatore vorrà offrire all'allegra brigata.
 
Paolo D'Arpini
Circolo Vegetariano VV.TT.
 
 
Per partecipare all'evento è  necessario prenotare scrivendo a circolo.vegetariano@libero.it – Oppure telefonando al 333.6023090  

sabato 20 agosto 2011

Tracciabilità dei rifiuti speciali e "pecche" del SISTRI - Un parere tecnico...


A commento ed approfondimento sulla prima parte dell'articolo  in link:

Ho un’esperienza diretta sul SISTRI, e una considerazione, sicuramente controcorrente.
Sono un responsabile ambientale di un’azienda manifatturiera del napoletano; siamo certificati ISO 14001. I ns. rifiuti speciali sono da sempre uno degli aspetti fondamentali e più complessi del sistema di gestione. Differenziamo in totale circa 13 codici CER, ma quelli di più grande quantità sono fondamentalmente 5; di essi; solo due vanno a riciclo.

Abbiamo come da legge sempre operato tramite i formulari cartacei e nel tempo, abbiamo ridotto i quantitativi di rifiuti, obiettivo di miglioramento aziendale.

L’azienda ha 120 dipendenti (non so per quanto) ed ha utilizzato finora, per la gestione rifiuti, 2 persone (fisse) e 3 a tempo parziale. Con l’avvento del SISTRI, al quale siamo ovviamente iscritti, abbiamo immediatamente constatato la complessità delle operazioni da compiere; la piattaforma SISTRI non ha mai funzionato (anche durante il famoso click day).  

Fin qui l’esperienza; ora il parere.

La tracciabilità, a mio parere, è fondamentale per un sistema che voglia con semplicità raccogliere i dati sulla movimentazione dei rifiutii; farla attraverso i formulari esistenti è indubbiamente più antiquato. L’ISPRA e le camere di commercio stilano (più o meno annualmente) le sommatorie dei quantitativi. Volendo potrebbero indicare anche i siti di sversamento. Ma è questo il problema?

E’ ovvio che non sono questi i dati sensibili che i più credono che con il SISTRI uscirebbero fuori!
Ma vi chiedo: siete proprio sicuri che chi voglia commettere illegalità le dichiari al SISTRI?.. (perché con il SISTRI si comunica solo in tempo reale ai NOE quello che ora si comunica con i formulari, ed ossia che i miei rifiuti stanno andando in un sito).

Vi pare mai possibile che così si risolva il problema del controllo del territorio?

A mio parere, con un sistema del genere, non si è fatto altro che arricchire qualcuno e realizzare uno specchietto per le allodole per dimostrare la lotta alle ecomafie.

Le imprese, quelle serie, sono sicuramente le uniche che hanno pagato e pagheranno per il SISTRI, insieme a tutti i cittadini.


Ed ancora....
Come  segnalato ritengo quello della tracciabilità un finto problema. Già ora, volendo, si potrebbero tracciare i percorsi; ovviamente sto parlando di quelli dei rifiuti ufficiali, quelli comunque rintracciabili già ora dall’analisi  dei form cartacei che si utilizzano ora. Ne sono 4 (copie conformi) che riportano i dati relativi al rifiuto in uscita; tra le altre caratteristiche, in uscita, vengono su di essi riportati il codice CER (il gestore ambientale, quello che con il SISTRI dovrebbe avere la “Black Box”, che ritira i rifiuti non lo fa se il rifiuto non ha l’analisi del CER), il quantitativo presunto, il destinatario (sia esso intermedio e/o finale), la targa dell’automezzo utilizzato, e se non sbaglio il nominativo dell’autista; la “quarta copia” tornerà all’azienda di partenza con i dati del sito di arrivo, data, e peso effettivo.

Nelle aziende produttrici di rifiuti è altresì presente un registro dove sono riportate tutte le operazioni. Dal totale delle quarte copie ogni azienda, ogni anno, redige una dichiarazione MUD (modello unico dichiarazione ambientale) che riporta tutti i quantitativi di rifiuto generati.

Credo che tale sistema, oramai ampiamente digerito, non faccia una piega; il SISTRI dà solo l’apparenza di fare qualcosa di più, non aumenta il numero dei dati sensibili, non credo possa combattere alcunché di utile.  Pertanto, mi ripeto, il problema non è tracciare i rifiuti ufficiali ma intercettare i trasporti illegali (certamente potenzialmente nascondibili dietro trasporti regolari) ma forse ancor di più bloccare nel sito di arrivo tali rifiuti.

Per questo non vedo altra strada che inasprire pesantemente le sanzioni e realizzare dei controlli operativi rapidi e intelligenti.

La direttiva 99/08/CE chiede per i reati di questo tipo il penale; se non sbaglio in Italia si è in qualche modo trasposto tale disciplinare ma mi pare con poca enfasi ed in ritardo di qualche mese (la scadenza era il 31/12/2010).

Per concludere non posso che pensare alla terra dei fuochi. Non mi pare che nonostante tutte le continue, evidenti, segnalazioni di incenerimento di rifiuti illegali (!) si sia proceduto contro qualcuno in modo da provare a estirpare il fenomeno e provare a “tracciare”  la provenienza come per gli uccelli conoscendo il sito di arrivo.

Antimo Di Martino


(fonte notizie:  http://www.peacelink.it/)

Bioregionalismo e religiosità naturista - Lettera di Nico Valerio sul tema della "Spiritualità Laica"


Carissimo Paolo D'Arpini, intervengo sul tema della Spiritualità Laica, da te toccato. Premetto che non sono spiritualista né religioso, ma avendo un bellissimo e significativo anagramma perfetto (Nico Valerio = Invero Laico) non posso essere contrario al tuo uso del termine “laico” in questo caso. Che è ben diverso da quello machiavellico e truffaldino dei clericali, Papa in testa (”ed è subito Pera”, scriverebbe Quasimodo), per cui i “laici” sarebbero loro, nientemeno… ?

Non so che cosa è, ma posso ammettere che esista una “spiritualità laica”.  L’espressione suona bene ed è analoga alla famosa “religiosità laica” di cui erano animati i grandi liberali del passato, da Benedetto Croce a Parri, da  Omodeo a Nathan, a tutti quelli di “Giustizia e Libertà” e del Partito  d’Azione e poi del settimanale Il Mondo, da Ernesto Rossi ad Aldo Capitini  (tra l’altro grande vegetariano e teorico della non-violenza gandhiana).
Grande generazione, l’ultima ad aver dato dignità e onore all’Italia. Che  era una forte esigenza morale, una intransigenza ideale che aveva del  religioso, e che accomunava anche quelli che tra loro erano atei ai grandi  Riformatori, ai Calvinisti e comunque ai protestanti del passato. Che, non  dimentichiamo, ripulirono la Chiesa di Roma delle sue corruzioni, dalle  vendita delle indulgenze, dalla simonia, dall’ipocrisia, dal “perdonismo”  ambiguo e complice.

Ma così, certo, apparvero molto più severi, e quindi  impopolari nel corrotto mondo cattolico italiano. Ma da naturista mi chiedo, essendo anche tu immerso totalmente nella Natura come me, se non sia forse il caso di definire questo genere di  trascendenza morale, questa urgenza etico-naturalistica, questo immanentismo etico, appunto, come “spiritualità naturalistica”. Sarebbe un bel nome.
Attento, però, se fai una ricerca scopri che qualche matto emarginato  tedesco lo ha già usato per collegare, nientemeno, la cultura ecologica alla presunta e aberrante “spiritualità” del Superuomo nazista. Fatti loro,  dirai: se qualcuno, come la Chiesa o i nazisti si appropria di termini  elevati e seducenti per nascondere il proprio vero messaggio, noi che  c’entriamo?  Eh, no…. Le parole sono semantemi – o dovrebbero esserlo – da cui  si dovrebbe in teoria poter risalire alla personalità di chi le usa. Se  scegli questa espressione, perciò, stai bene attento a mettere le mani  avanti e a distinguerti da coloro che approfittando dell’altrui ignoranza,  senza avere nessuna spiritualità (proprio loro, figuriamoci), si definiscono ”spiritualisti naturalisti”.

Però, l’espressione è talmente bella che potreste riappropriarvene. Anzi, il  termine esatto dovrebbe essere “spiritualità naturista”. Deriva da Naturismo  o filosofia della Natura. Com’è noto, per gli antropologi e storici le  religioni antiche, tutte immanentistiche e naturalistiche perché dalla  pianta, dall’animale o dalla Luna arrivavano a ipotizzare un Ente superiore,  quando non adoravano direttamente la pianta, l’animale o la Luna, erano una  forma di Naturismo.  

Nei dizionari migliori Naturismo ha anche questo antico significato religioso. Il grande Gabrielli (in 2 volumi), secondo me  il migliore vocabolario italiano, alla voce “Naturismo”, come terzo  significato scrive: “Nella storia delle religioni, la dottrina che considera certe particolari forme di religioni primitive come la divinizzazione degli elementi e delle forze naturali, personificati spesso in figure di dèi”.
Ma sì,  religiosità naturista. E così non avrete imitatori o concorrenti.
 

Saluti naturisti, appunto. Nico Valerio