sabato 31 luglio 2021

Anche Siena va a 3V... con Tommaso Agostini



31/07/2021 -  A Siena ha avuto luogo una manifestazione con raccolta di firme per la candidatura alle elezioni suppletive alle quali Tommaso Agostini del movimento 3V si è  candidato. In queste elezioni assegneranno i seggi alla camera ed al Senato rimasti vacanti. 

L'area della Toscana sudest è  sempre stata pigra nel muoversi a contrastare questa avanzata dittatoriale, con mia sorpresa ho visto che la gente ha invece risposto alla grande alla raccolta firme.


Nonostante alla manifestazione non ci fosse un gran numero di persone al banchetto della raccolta firme c'è stato un afflusso continuo di gente che firmava... e per cosa? Per la libertà quella che, se ancora qualcuno non se ne fosse accorto, ce la stanno togliendo e , ovviamente per la salute... Bene il popolo si è  svegliato ci stiamo alzando...

A tal proposito diverse persone hanno preso la parola, Tommaso Agostini che ha evidenziato di come questo governo ( non eletto) stia prendendo in giro il popolo sovrano. Sono riusciti a calpestare la nostra Costituzione con la scusa dell'emergenza sanitaria... tra i vari ricorsi storici di non così lontana memoria si evidenzia di come la sanità abbia avuto un ruolo chiave nelle passate dittature... 


Poi ha preso la parola parola Serenella Bischi che ha argomentato sull'inquinamento da 5G e di come le onde radio del 5G  vadano ad interferire con il covid19 evidenziando che la citta che per prima ha istallato il 5G è stata Wuhan, la stessa dove è scoppiata la pandemia...

Ha poi parlato Domenico Battaglia medico urologo che si è licenziato dal suo lavoro di medico del servizio sanitario nazionale non appena si è accorto che i malati non vengono trattati come esseri umani ma come persone divise senza anima e ha messo l'accento proprio su questo punto: L'uomo è  sia corpo che spirito ed un Medico deve avere coscienza di questo... e per spirito intendiamo i valori più  alti che ispirano l'uomo e lo guidano verso la sua realizzazione, non parliamo di religione.

Sulla stessa onda anche Luca Tomberli candidato consigliere comunale a Sesto Fiorentino che riallacciando quanto detto da chi lo ha preceduto, ha evidenziato quanto importante sia avere la consapevolezza di essere un'unità fatta si di materia ma anche di spirito e che i bisogni fisici possono essere soddisfatti pienamente  dando soddisfazione alla fame di conoscenza che spinge l'essere umano a ricercare continuamente appagamento e che, se non si trova è segno che una delle componenti dell'essere è trascurata. 


Vero è (aggiungo da bioregionalista) che è insito nell'evoluzione cercare l'unità, quando si vive in armonia con il luogo dove abitiamo insieme a tutti gli esseri, l'evoluzione dell'ambiente ci spingerà verso la realizzazione; come è vero che l'essere umano è fatto di corpo e spirito è anche vero che fa parte di un'ambiente che evolve con lui/lei.

Tutto ciò dovrebbe farci riflettere su quanto è  lontano questo governo dai principi di salute, di armonia, di pace, di libertà e di interesse verso  i propri simili e che sarà difficile che faccia qualcosa di buono per farci star bene...il programma politico del movimento 3V  è innanzitutto la libertà di scelta, il rispetto della costituzione, la salute della gente, la salute dell'ambiente e l'amore per se stessi ed il prossimo.

G.F. 






Bonifica del Centro Nucleare Batteriologico e Chimico del lago di Vico



Le associazioni AICS Ambiente, Aics Comitato provinciale di Viterbo, Comitato acqua potabile, Coordinamento nazionale bonifica armi chimiche ringraziano per l’interessameno svolto la presidente della Commissione ambiente del Senato della Repubblica sen. Vilma Moronese.

 

La senatrice infatti ha svolto “una fitta interlocuzione”  con il Ministero della Difesa e ha fornito finalmente informazioni sullo stato della bonifica del centro chimico del lago di Vico. Per la prima volta si è parlato della necessita della bonifica ambientale ed molto valida la richiesta che la senatrice ha fatto perché le aree individuate, con la bonifica ambientale vera, rispondano a requisiti più idonei alla creazione di servizi per la cittadinanza e non ad utilizzi industriali. Complimenti alla senatrice. 


Finalmente abbiamo conosciuto una persona che intende interessarsi completamente della soluzione dei problemi e che ha compreso l’importanza di dare valore al recupero di aree compromesse.

                                                                    

Raimondo Chiricozzi




AGGIORNAMENTO SU BONIFICA BELLICA E INQUINAMENTO EX STABILIMENTO MILITARE CHEMICAL CITY

 

Qualche settimana fa, nel dare aggiornamenti sulla problematica dell'inquinamento del Lago di Vico nel Viterbese, avevo preannunciato che stavo lavorando anche sulla questione segnalatami circa la bonifica bellica e ambientale dell'ex stabilimento militare Chemical City ricadente sempre nel medesimo territorio.

Questo stabilimento, non più operativo da anni ormai, è un ex stabilimento Militare dei Materiali di Difesa N.B.C. (Nucleo, Biologica e Chimica) che aveva sede precisamente nel comune di Ronciglione.

Sono anni che i cittadini attendono la bonifica bellica e ambientale e il problema principale che io ho riscontrato leggendo la documentazione che mi è stata inviata e ascoltando la voce dei comitati è la mancanza di informazioni.

L'ultimo punto fermo e certo è quanto riportato nel verbale della Conferenza dei Servizi, risalente al 23 aprile 2020, incontro tenutosi con la partecipazione della: Prefettura di Viterbo, Regione Lazio, Provincia di Viterbo, Arpa Lazio, Comuni di Ronciglione e Caprarola, Amministrazione della Difesa.

Unico dato certo risultato da tale incontro risulta essere l'approvazione all'unanimità degli esiti dei risultati della caratterizzazione e l'analisi di rischio effettuate da Arpa Lazio, ma da allora nessuna ulteriore notizia è trapelata.

Quindi ho avviato una fitta interlocuzione con il Ministero della Difesa, che ringrazio vivamente per la disponibilità e la celerità con cui hanno dato riscontro alle mie richieste, e oggi voglio comunicare soprattutto ai cittadini le informazioni che mi sono giunte, così possiamo mettere un punto fermo almeno aggiornato a luglio 2021.

Al Ministero della Difesa ho chiesto aggiornamenti su 3 punti specifici:

• Bonifica Bellica Sistematica

• Bonifica Ambientale

• Tipologia Bonifica Ambientale

Bonifica Bellica Sistematica: Si sta procedendo con la pianificazione dei lavori necessaria ai fini dell'espletamento delle relative gare di appalto. I lavori sono stati suddivisi in tre lotti; attualmente è in corso l’iter tecnico/amministrativo per l’aggiudicazione del primo lotto pilota che avrà una durata presunta nell’ordine di 42 giorni lavorativi e sarà condotto su 12 areole rappresentative dell’intero sito. Tale fase è propedeutica alla progettazione ed esecuzione del secondo e terzo lotto di completamento dell’attività che si svolgeranno presumibilmente nei periodi 2022-2024 e 2024-2026. Ovviamente man mano dovranno essere stanziate le somme necessarie per il secondo e terzo lotto che ad oggi ovviamente non si possono quantificare. La notizia cmq è che la suddetta bonifica bellica sistematica dovrà concludersi entro il 2026.

Bonifica Ambientale: l’Amministrazione Difesa sta elaborando il progetto operativo degli interventi di bonifica ambientale, che prevede:

· la rimozione del terreno contaminato da composti di origine antropica (marker riconducibili agli aggressivi chimici, idrocarburi e Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) individuato in quattro aree già interessate da precedenti interventi di bonifica bellica. Tempistiche stimate per l’intervento nell’ordine di 90 giorni;

· l’eventuale purificazione di acqua di falda contaminata da composti di origine antropica mediante il trattamento denominato “pump and treat”. Tale opzione dovrà tuttavia essere confermata a valle del monitoraggio annuale delle acque di falda tuttora in corso ad opera di ARPA LAZIO. La stima di software predittivi indica una tempistica del trattamento di circa 10 anni (da valutare tuttavia in funzione degli esiti del citato monitoraggio);

· l’eventuale trattamento di fitostabilizzazione per mitigare la concentrazione dei metalli pesanti nell’area. A tal proposito, va sottolineato che sono necessari ulteriori studi (relazione geologica) per determinare se i superamenti della concentrazione dei metalli pesanti nell’area siano riconducibili all’origine vulcanica della zona, anche in considerazione del fatto che i metalli pesanti interessati (es. vanadio, zinco, mercurio, cadmio) non sono parte di molecole costituenti aggressivi chimici. Per ottenere una diminuzione della concentrazione dei metalli pesanti fino a 1,5 metri dal piano campagna è prevista una tempistica di 5 anni circa (da valutare in corso d’opera sulla base dell’efficienza del processo e della rotazione delle colture).

Su questo aspetto, considerato che l'elaborazione del progetto esecutivo degli interventi era già previsto nelle conclusioni della conferenza dei servizi di aprile 2020, sarà mia cura chiedere conto al CETLI NBC che lo dovrà redire a che punto sono e che tempi hanno essendo già trascorso un anno, anche in virtù del fatto che se loro non terminano questo passaggio non si potrà convocare una nuova Conferenza dei Servizi.

Tipologia di Bonifica Ambientale: in sede di Conferenza dei Servizi, svoltasi come già detto in data 23 aprile 2020, è stato evidenziato che l’Amministrazione Difesa ha l’obbligo di garantire che il sito sia conforme ai requisiti previsti per le aree commerciali/industriali, riportati nella colonna B della tabella 1 dell’Allegato 5 al Titolo V della parte IV del D. Lgs. 152/2006 (Norme in materia ambientale).

Su questo aspetto io ho tenuto a precisare che sarebbe opportuno che la bonifica avvenisse tenendo invece conto dei requisiti previsti alla colonna A della tabella 1 dell'Allegato 5 al Titolo V della parte IV del D. Lgs. 152/2006 (requisiti certamente più stringenti) in modo che queste aree possano un giorno essere adibite non ad attività industriali ma al servizio della cittadinanza come la realizzazioni di aree verdi e con attività ricreative e di socializzazione. Mi è stato risposto che una eventuale decisione di questo tipo va presa in sede di conferenza dei servizi.

A mio avviso, seppur abbiamo ottenuto qualche piccola informazione in più, non ritengo che sia accettabile che sia trascorso un anno da aprile 2020 senza aver fatto un passo significativo in avanti.

Pertanto, come scritto in precedenza, sarà mia cura sollecitare in maniera pressante affinché si possa procedere nelle varie operazioni, facendo mie le giuste preoccupazioni dei comitati cittadini mettendo a loro disposizione il mio ruolo istituzionale come è giusto che sia.

https://www.vilmamoronese.it/chemical-city.../11489

venerdì 30 luglio 2021

Per l'unità delle genti. Camminata ecologista da Follonica a Roma...



Cari amici della Rete Bioregionale Italiana,  volevo segnalarvi questa iniziativa che inizierà il giorno 1 agosto 2021 a Follonica (GR) e terminerà a Roma. Sarà una camminata per la liberazione con diverse tappe lungo il tragitto. Una volta a Roma, il presidio dei camminanti non toglierà le tende sino alla fine di questo stato di polizia. Si invitano tutti i cittadini liberi alla partecipazione, per tutta la camminata o per quanto vi sarà possibile anche un giorno é importantissimo. Inoltre esortiamo tutti i cittadini che si troveranno sull'itinerario a sostenere anche logisticamente l'iniziativa, magari con l'offerta di aree private (giardini o aree verdi) dove poter sostare per la notte o per mangiare... (E.S.)

L'iniziativa  è promossa da Valentina Fusco di Follonica,  l'appuntamento è per domenica 1 agosto a partire dalle 15.00, in Piazza a Mare, partenza per il “cammino per riunire l’Italia”, manifestazione ‘itinerante’ che si svolgerà interamente a piedi lungo lo stivale e che avrà come destinazione Roma, con l’obiettivo di pretendere il ripristino dei diritti sospesi e la restituzione delle libertà sempre più negate. 

Muniti di zaino in spalla e sacco a pelo…si parte! 

Info: 331.8767616 






giovedì 29 luglio 2021

Proposte di aggregazione territoriale in chiave bioregionale

 


La Rete Bioregionale Italiana nel corso degli anni ha avanzato diverse proposte per la riorganizzazione amministrativa in chiave bioregionale, soprattutto per il centro Italia. In particolare, essendo la Rete nata in provincia di Viterbo (ad Acquapendente nel 1996) ed essendo io a quel tempo, referente della bioregione Tuscia e residente a Calcata, situata ai limiti della Provincia viterbese, mi occupai di promuovere l'idea bioregionale  in particolare presso le istituzioni  dell'area metropolitana di Roma e della Regione Lazio (vedi: https://www.google.com/search?q=proposte+bioregionali+di+Paolo+D%27Arpini&oq=proposte+bioregionali+di+Paolo+D%27Arpini&aqs=chrome..69i57j33i160.10916j1j15&sourceid=chrome&ie=UTF-8).  



A titolo esemplificativo qui di seguito riporto alcune delle proposte avanzate durante la Tavola Rotonda "Città regione bioregione" che si tenne a Faleria il 4 ottobre 2008:

1)      Aggregazione delle aree omogenee e culturalmente affini dell’alto Lazio ed Umbria, in seguito alla costituzione della area metropolitana di Roma Capitale. In questo contesto si prefigura la formazione di una nuova bioregione, chiamata Etruria,   integrando le province storiche di Viterbo, Rieti, Perugia e Terni con le  nuove formazioni provinciali di  Agro Falisco (Civita Castellana),  Bassa Maremma (Civitavecchia) e Bassa Sabina (Monterotondo), da questa unione  ne risulterebbe una Regione dalle  ampie risorse e possibilità di sviluppo.

2)      Analisi programmatica  socio-economica  per la nuova Regione Etruria   in chiave di mantenimento delle potenzialità,  esaminando il necessario ridimensionamento delle dipendenze inquinanti funzionali alla soddisfazione delle esigenze metropolitane. Il territorio chiede autonomia e anche la città metropolitana deve autoregolamentarsi verso una sussistenza ecologica, che tenga conto della presenza  osmotica del territorio circostante.

3)      Aggregazione dei piccoli comuni in entità giuridiche più significative, per una facilitazione amministrativa e risparmio nelle spese generali, per un miglioramento dei servizi ed ottimizzazione delle risorse condivise, in tal senso si porta l’esempio di Calcata e Faleria che di fatto sono assolutamente unite, sia dal punto di vista urbanistico che dal punto di vista morfologico territoriale.

Durante  l’ultimo giorno del convegno, il 5 ottobre 2008,  furono  avanzate altre proposte ambientali e  culturali, come ad esempio l’ampliamento dell’area protetta della Valle del Treja, comprendendovi tutti i comuni del bacino imbrifero e delle forre. Come l’integrazione migliorativa ed il coordinamento delle attività produttive ceramiche. Come la valorizzazione delle risorse ambientali in quanto ricchezza condivisa e  polmone verde necessario alla sussistenza della vivibilità di Roma. Come la promozione di attività ludiche, artistiche, artigianali e culinarie che garantiscano vivibilità ecologica,  appetibilità turistica ed autonomia economica. Come la difesa della produzione agricola naturale e la salvaguardia delle sementi originarie. Ed altro ancora...

Paolo D'Arpini



mercoledì 28 luglio 2021

Foreste in fiamme ed "il salto di specie" sono collegati...

 


Paolo, tra una discussione e una dichiarazione sul Green Pass che riempiono social e TV, forse ti sarà capitato di anche vedere le immagini degli  incendi che stanno devastando la Siberia o l’Amazzonia... luoghi lontani, ma quello che accade lì ci riguarda, ora più che mai. 


Lo sapevi? Quando intere foreste ed equilibri naturali vengono distrutti, aumenta anche il rischio di epidemie virali e il salto di specie (spillover).

 

In Amazzonia, nei primi sei mesi del 2021, sono andati distrutti 3.610 chilometri quadrati di foresta, il 17% in più rispetto allo stesso periodo del 2020. Non si tratta di incidenti, ma di incendi appiccati per far spazio a pascoli di bovini e coltivazioni di soia per mangimi, con il benestare del Governo Bolsonaro che da sempre nega l’esistenza dei cambiamenti climatici e la necessità di proteggere il nostro Pianeta.
 


Che senso ha continuare a fronteggiare le conseguenze della pandemia se non ci occupiamo anche delle cause? Se vogliamo davvero contrastare questa e le future pandemie, dobbiamo fermare con urgenza la deforestazione, gli allevamenti intensivi e l’inquinamento: quella che noi chiamiamo “L’industria dei Virus”.



Paolo, il rispetto e la protezione della Natura è un “Green Pass” per proteggerci da nuove e future pandemie. Pretendiamo che i nostri politici si assumano la responsabilità di cambiare le regole con cui il cibo viene prodotto e fermino così la distruzione delle foreste del Pianeta.

 

L’Italia è uno dei principali importatori di carne e soia dal Sudamerica.
La soluzione per limitare la deforestazione esiste, ed è pretendere che l’Unione europea approvi una normativa per impedire il commercio in Ue di materie prime e prodotti, come soia e carne, legate alla distruzione di foreste ed ecosistemi di valore. 


Grazie ad una grande mobilitazione siamo ad un passo dal raggiungere questo obiettivo, ma una nostra indagine ha rivelato che molte aziende con forti interessi in Sudamerica (e non solo) stanno facendo pressione sull’Unione europea per indebolire la normativa. Al momento sono riuscite a ritardare la pubblicazione della prima bozza di  questa normativa, inizialmente prevista per questa estate, fino al 22 Dicembre 2021.
 

Paolo, svendere la foresta significa svendere anche la nostra salute: per questo chiediamo ai politici europei di far seguire alle parole i fatti e sbloccare l’approvazione della normativa contro la deforestazione.

Preservare la salute delle persone e degli animali, insieme a quella delle piante e dell’ambiente, è l’unico modo per garantire la sostenibilità del Pianeta e la nostra salute. Partecipa alla Campagna.

Grazie per il tuo impegno,

Martina Borghi
Campagna Foreste

Greenpeace Italia 




Basta incendiare le foreste per produrre carne e mangimi!
FERMIAMO L'INDUSTRIA DEI VIRUS

FIRMA LA PETIZIONE

martedì 27 luglio 2021

Fanta-transizione ecologica - “Respice post te. Hominem te memento"



Come molte altre persone in Italia e nel Mondo intero, è più di un anno che cerco di dare una spiegazione logica all’attuale situazione internazionale riguardante la pandemia. 

Questo clima di profonda omertà che permea tutti gli strati sociali, mi spaventa. 

Questa narrazione della pandemia e del vaccino, proposta da ogni canale di informazione ufficiale, ha creato un ambiente surreale che mi inquieta e mi obbliga a pensare, mi obbliga a cercare la verità se non altro per onestà intellettuale verso me stesso. 

Sono passato, come molti di noi, dalle teorie della semplice speculazione economica a quelle della collaudata tecnica del bastone e della carota per far accettare un cambiamento, alle teorie della divisione di classe sociale tra chi è influenzabile da un messaggio e chi non lo è. 

Nessuna di queste però, come molte altre che si trovano sparse nella rete, sembrano dare giustizia logica a quello che sto osservando. 

Non mi dilungherò ulteriormente sulle premesse, passerò quindi al dunque.



Le domande a cui non riuscivo a dare una risposta erano le seguenti: Come è stato possibile attuare una corruzione tale da coinvolgere praticamente tutte le nazioni del pianeta terra ad ogni livello? Perlomeno il 100% del mondo Atlantista? Perché tutta questa fretta nel vaccinare il più possibile più persone, comprese le fasce di età che sappiamo tutti benissimo essere assolutamente immuni al Sars-Cov2? Perché la doppia dose di vaccino? A mia memoria 2 dosi di vaccino così ravvicinate tra di loro non sono mai state effettuate. Perché la piena tracciabilità tra Numero Lotto del vaccino e Nome e Cognome a cui è stato inoculato, quando la sorveglianza sugli eventi avversi è passiva? 

A queste domande, non ho trovato altra risposta se non che, si tratti di un gigantesco esperimento! Condiviso con i vertici e la classe dirigente e politica di quasi tutti gli stati, che a loro volta esercitano forti pressioni sui loro sottoposti. In primis parlamentari, magistrati, giornalisti, medici e scienziati. Alcuni  citano quei famosi 3000 che manovrerebbero i fili ed il destino del Mondo. Mi sono quindi chiesto: Se io fossi uno di quei 3000 cosa desidererei più di ogni altra cosa? Il Denaro? il Potere? No, il denaro non esisterebbe, sarei io a crearlo. Il Potere di creare il denaro mi darebbe il potere assoluto su ogni cosa. Cosa cercherei? Cosa mi spaventerebbe e mi renderebbe simile ad ogni altro essere umano? La Morte.

 Mi son quindi chiesto: Dopo il sequenziamento del Dna umano e l’enorme progresso ottenuto sia nella capacità di analisi di dati frammentati attraverso le IA che il progresso ottenuto nelle nanotecnologie non è che qualcuno abbia scoperto finalmente come poter bere dalla coppa del santo Graal? 

Ho in seguito, iniziato ad eseguire una breve ricerca in rete per cercare informazioni riguardanti l’invecchiamento cellulare. In qualità di non esperto del settore, sono venuto a conoscenza che il 5 Ottobre 2009 fu assegnato il premio Nobel per la medicina ad Elizabeth Blackburn per la scoperta dei telomeri e del meccanismo attraverso il quale essi proteggono i cromosomi dalla degradazione. Dopo il 2009 scopro che partono tantissime ricerche al riguardo. Si trova tantissima letteratura scientifica sul tema. Dalla scoperta e sperimentazione farmacologica di prodotti che allungano temporaneamente i telomeri attivando l’enzima telomerasi fino ad arrivare a terapie geniche che allungano i telomeri permanentemente. 

Nel 2019 una startup americana, la Libella Gene Therapeutics promette di aver trovato il modo di ringiovanire le cellule umane. Guarda caso utilizza proprio un vaccino a terapia genica, attraverso un virus Ogm in cui viene inserito un filamento di mRna recanti le istruzioni genetiche che servono alle cellule per produrre la trascrittasi inversa telomerica (TERT). A questa startup, si aggiungono tantissime compagnie farmaceutiche che investono milioni di dollari nella ricerca dei telomeri, tra le quali proprio la Johnson and Johnson che nel 2014 investe ben 900 milioni di dollari. [In collaborazione con la Geron, terminata però nel 2018] 

Queste terapie geniche portano però con loro, una serie di effetti avversi non ancora documentati. Necessitano di tantissimi studi sia a medio che a lungo termine. Possono causare formazioni cancerose o danneggiare irrimediabilmente il Dna cellulare e necessitano probabilmente di tantissimi anni di studio, senza dimenticare il fatto che, in caso di avversità con esiti mortali, le sperimentazioni verrebbero prontamente interrotte. 


Ritornando, quindi, ai famosi 3000. Se fossi uno qualsiasi di loro, potrei permettermi di aspettare 10, 20, 30 anni o più, per avere una terapia genica efficace e sicura al 99,9% che mi assicuri l’eterna giovinezza? La risposta sarebbe sicuramente, NO! Non ho più tempo! 

A quel punto, chiederei agli esperti del settore, come poter ridurre questa lunghissima sperimentazione, e portarla ad esempio a 2 o massimo 3 anni. Vorrei avere un prodotto sicuro subito, a qualunque costo. 

Mi viene offerta la soluzione. Una sperimentazione così rapida necessita di miliardi di volontari, su cui sperimentare varie terapie geniche, vari dosaggi, varie combinazioni, singole dosi, doppie dosi, varie metodologie e registrare i dati a breve e medio termine, sia sulla efficacia della terapia che sulle eventuali avversità gravi. Da qui si spiegano la tracciabilità imposta tra numero di lotto dei vaccini e destinatario dello stesso o le doppie vaccinazioni. Non sono lo stesso tipo di vaccino. Ad ogni lotto o ad ogni gruppo di lotti, corrispondono probabilmente dosaggi differenti o combinazioni differenti, in modo tale da avere entro la fine dell’autunno un numero di possibili candidati da utilizzare durante il richiamo vaccinale seguente, al fine di arrivare a selezionare in tempi brevi 1 o 2 candidati ottimali.

 Veniamo alla corruzione degli alti livelli politico giuridici delle varie nazioni. Quale immenso potere! La promessa dell’eterna giovinezza! Ogni politico di primo livello, generale, presidente o dittatore sosterrebbe fermamente la grande sperimentazione, anzi la difenderebbe ad ogni costo. 

La transizione ecologica e tutta questo amore per il futuro del nostro pianeta ora ha un senso! Non ho mai conosciuto uno dei famosi 3000 che dominano il mondo, ma sono convinto che nel passato non si siano mai preoccupati del prossimo o di cosa sarebbe stato dopo la loro morte. 

Ora magicamente stanno investendo proprio sul loro di futuro! Aria pulita, risorse. 

Ecco, sono arrivato alla conclusione. Spero che questo possa diventare un piccolo sasso lanciato in mare, e che nonostante la mia ipotesi sembri folle, possa servire a chi più competente di me, di poter proseguire la mia piccola ricerca o cercare di correggerla per arrivare alla verità. 

Del resto, tutto quanto ho scritto, è partito da una semplice intuizione, che ho avuto leggendo un articolo in cui, si parlava di quando i generali romani tornavano in città dopo una grande impresa, e veniva loro sussurrato in un orecchio come tradizione la frase “Respice post te. Hominem te memento" (E. F.)





lunedì 26 luglio 2021

Poesia bioregionale - Guiglia, Treia, Spilamberto, Dante e le voci dal mondo

 


Risorgimonte di Montecorone, un sodalizio di amici poeti, con cui abbiamo avuto spesso a che fare, ci ha invitati, Caterina ed io, alla sessione dantesca sul Purgatorio tenuta il 25 luglio 2021.

La location, il cortile del castello di Guiglia, era la più indicata, un salotto letterario ideale, all'ombra sotto la torre, con sedie e tavoli da giardino in pietra e sedie di metallo. 











Un fresco venticello faceva risparmiare sudore e fatica e più che in purgatorio sembrava già di stare in Paradiso. Il metodo recitativo del gruppo è in perfetta sintonia con il nostro metodo Cabazen di Treia: poesie, musica, danza, canto, scherzi e cose serie. Grazie Risorgimonte, ci hai fatto “risorgere”, soprattutto con la poesia di Trilussa “Libbertà”, recitata in modenese, che qui segnalo in romanesco: https://www.youtube.com/watch?v=e8meTcqk9J4


Forse è troppo presto per la Libertà ma intanto un assaggio l'abbiamo avuto. Prossimo evento al Castello Guiglia il concerto del coro spilambertese Multisplilla, il 29 luglio 2021, ore 21, “nel rispetto delle norme anticontagio”, precisa l'invito comunale. Info: 328.9068544”

Paolo D'Arpini




Album fotografico di Caterina Regazzi: 

https://www.facebook.com/photo/?fbid=10224446968992247&set=pcb.10224446963592112


Blog dell'Associazione Risorgimonte: 

https://risorgimonte.wordpress.com/

Wabi-Sabi La Bellezza della Vita Imperfetta. La via giapponese per essere felici - Recensione



Tutti i giorni facciamo i conti con le nostre imperfezioni, fragilità e vulnerabilità. Sopraffatti da dubbi e preoccupazioni, ci sentiamo spesso vittime delle situazioni, piuttosto che padroni delle nostre scelte. In questo libro, Selene Calloni Williams ci indica come cambiare, seguendo i principi dello stile di vita wabi sabi, centrale nella cultura giapponese.

Capiremo cosa significa lasciarsi andare al naturale fluire dell'esistenza grazie alla forza della calma, alla semplicità, all'umiltà, all'essenzialità, all'amore. Impareremo, praticando, ad accettare la transitorietà e l'incompiutezza.

Senza ansie né paure, avremo l'energia necessaria a comprendere la bellezza e la complessità del mondo e a sentirci tutt'uno con esso.

 
Fiorigialli.it  - info@fiorigialli.it


Selene Calloni Williams, psicologa, conduce in Italia, in Svizzera e nel Regno Unito seminari per medici e psicologi sulla psicogenealogia e le costellazioni familiari ad approccio immaginale. Collabora con l’Università dell’Insubria, con l’Università di Chieti e con la Edinburgh Napier University. Ha pubblicato con diverse case editrici tra cui le Edizioni Mediterranee (Iniziazione allo yoga sciamanico).

giovedì 22 luglio 2021

Sistemi alimentari sostenibili per l’ambiente, la salute, l’istruzione, l’economia, la sicurezza e la pace...



Il pre-vertice delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari, tenutosi a Roma, dal 19 al 21 luglio 2021, in vista del vertice sui sistemi alimentari in programma a settembre, a New York, nel quadro dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, è stato l'occasione per anticipare la discussione sulla necessità di costruire sistemi alimentari sostenibili che funzionino per le popolazioni, il pianeta e la prosperità, per “ricostruire meglio" dopo la pandemia Covid-19 e realizzare progressi su tutti i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG, Sustainable Development Goals), ognuno dei quali è in stretta correlazione con l'obiettivo di costruire sistemi alimentari equi e sostenibili.

Anche prima della pandemia COVID-19, il mondo non era vicino a porre fine, entro il 2030, alla fame e alla malnutrizione a livello mondiale ma la pandemia COVID-19 e le misure per contenerla hanno drammaticamente amplificato e aumentato queste sfide. Siamo in un momento critico che richiede nuovi approcci e azioni urgenti per raggiungere o avvicinarsi all'obiettivo SDG-2, ovvero “Fame zero entro il 2030” e agli altri SDG strettamente connessi a questo.

Il rapporto "State of Food Security and Nutrition in the World 2021" (SOFI 2021), pubblicato a metà luglio 2021 da Fao, International Fund for Agricultural Development (IFAD), Unicef, World Food Programme (WFP) e Organizzazione mondiale della sanità (Oms), presenta la prima valutazione globale basata sull'evidenza dell'insicurezza alimentare cronica nell'anno in cui la pandemia COVID-19 è emersa e si è diffusa nel mondo.

Il capitolo 2 del rapporto mette in evidenza come nel 2020 ci sia stato un "drammatico peggioramento della fame nel mondo, in gran parte probabilmente correlato alle ricadute del Covid-19". "La fame è aumentata in modo preoccupante sia in termini assoluti che in percentuale, superando la crescita della popolazione: si stima che lo scorso anno circa il 9,9% di tutte le persone siano state denutrite, rispetto all’8,4% del 2019".

Più della metà di tutte le persone denutrite (418 milioni) vive in Asia; più di un terzo (282 milioni) in Africa e una percentuale minore (60 milioni) in America Latina e nei Caraibi. “L’aumento più marcato della fame – secondo SOFI - si è verificato in Africa, dove la prevalenza stimata della denutrizione – al 21% della popolazione – è più del doppio di quella di qualsiasi altra regione".

Partendo da questo “triste quadro”, definito dai dati, il rapporto SOFI 2021 si concentra sulle possibili soluzioni, partendo dall'analisi dei fattori chiave dell'insicurezza alimentare e della malnutrizione, definiti nel capitolo 3, dove il focus si concentra su conflitti, variabilità e eventi climatici estremi, disuguaglianze, rallentamenti e recessioni economiche e, da ultimo, anche la pandemia COVID-19.

Il report SOFI dimostra come i principali fattori che minacciano la sicurezza alimentare e la nutrizione siano interconnessi e abbiano impatti circolari su altri sistemi come quelli ambientali e sanitari. Questo crea associazioni circolari tra i diversi fattori, che hanno una propria traiettoria o ciclicità, pertanto, sono necessarie azioni più coraggiose e più ampie per costruire la resilienza ai loro effetti negativi.

Nel capitolo 5, il rapporto identifica sei percorsi che, da soli o spesso in combinazione, affrontano specificamente gli impatti negativi dei principali fattori alla base del recente aumento della fame e del rallentamento dei progressi per ridurre la malnutrizione in tutte le sue forme.

Vengono riassunte, quindi, una serie di azioni, che variano a seconda del driver (o combinazione di driver) che ogni paese si trova a dovere affrontare, ma che richiedono ai politici di andare nella direzione di:

integrare le politiche umanitarie, di sviluppo e di costruzione della pace nelle aree di conflitto - per esempio, attraverso misure di protezione sociale per evitare che le famiglie vendano i pochi beni in cambio di cibo;
aumentare la resilienza climatica - per esempio, offrendo ai piccoli agricoltori un ampio accesso all'assicurazione contro i rischi climatici e ai finanziamenti basati sulle previsioni;
rafforzare la resilienza dei più vulnerabili alle avversità economiche - per esempio, attraverso programmi di sostegno in natura o in denaro per ridurre l'impatto degli shock di tipo pandemico o della volatilità dei prezzi alimentari;
intervenire lungo le catene di approvvigionamento per abbassare il costo degli alimenti nutrienti - per esempio, incoraggiando la piantumazione di colture bio-fortificate o rendendo più facile l'accesso ai mercati per i coltivatori di frutta e verdura;
affrontare la povertà e le disuguaglianze strutturali - per esempio, stimolando le catene di valore alimentare nelle comunità povere attraverso trasferimenti di tecnologia e programmi di certificazione;
rafforzare gli ambienti alimentari e cambiare il comportamento dei consumatori - per esempio, eliminando i grassi trans industriali e riducendo il contenuto di sale e zucchero nella fornitura di cibo, o proteggendo i bambini dall'impatto negativo del marketing alimentare.

Infine, il rapporto chiede anche l’impegno a creare un "ambiente favorevole dove i meccanismi di governance e istituzionali" abbiamo la possibilità di raggiungere la trasformazione, il cambiamento, ed incoraggia i responsabili politici a consultarsi, a dare potere alle donne e ai giovani e ad espandere la disponibilità di dati e di nuove tecnologie, ma, soprattutto, esorta il mondo ad agire ora. 

(Fonte: Arpat)

UE. Pacchetto per il contenimento del cambiamento climatico

 


“L’Ue, con il suo potere diplomatico, sarà vitale per assicurare che l’obiettivo degli 1,5 gradi (l’aumento della temperatura globale consentito ndr) venga mantenuto”. A dirlo – riporta Public Policy – è il presidente della Cop26, Alok Sharma, durante la conferenza stampa al termine dell’ultima sessione della prima giornata di consiglio informale dei ministri Ue dell’Ambiente, che si è svolto a Brdo, in Slovenia.


Al centro di questa seconda sessione c’era infatti la preparazione della Cop26 di Glasgow, che si terrà a novembre. Sharma ha detto che il pacchetto “Fit for 55” appena licenziato dalla Commissione mostra come siano stati fatti dei progressi “ma va fatto di più per passare dalle ambizioni alle azioni”, ha aggiunto. Un invito simile è stato rivolto ai paesi del G20: “spero che tutti i Paesi del G20 intraprendano azioni per restare sotto il target degli 1,5 gradi. Il fallimento della Cop26 non è un’opzione per noi e non è un’opzione per il mondo”, ha concluso.


Fonte:  La coscienza degli animali  info@lacoscienzadeglianimali.it

mercoledì 21 luglio 2021

Vivere nel "male" della civiltà...?



Gli esseri umani si sono evoluti nella natura selvaggia, la nostra peculiare natura umana si è formata in quella che chiamiamo wilderness. La civiltà non cominciò se non dopo l’affermarsi dell’agricoltura, diecimila anni fa. Nessuno ha mai spiegato gli effetti della “civiltà” sul corpo umano meglio del Dr. Simeons. Egli scrisse Man’s Presumptuous Brain (“La mente presuntuosa dell’uomo”), per spiegare quello che una vita di lavoro alle radici del male gli ha insegnato: «La civiltà è un artifizio e non un fenomeno biologico. Il solo risultato fisiologico che ha avuto nell’uomo è l’insorgenza di disordini psicosomatici. Non ha prodotto nuovi organi e nessuna nuova funzione… l’evoluzione culturale dell’uomo ha portato solo un aumento dell’abilità corticale di imparare. L’essere umano è la sola creatura vivente che ha portato la sua naturale evoluzione a una fine, egli ha cessato di adeguare il proprio corpo all’ambiente; ora adegua l’ambiente al suo corpo».


La tesi centrale della conferenza L’uomo: Il Cacciatore, che si tenne all’Università di Chicago, verteva sul fatto che oltre il 99% del tempo vissuto dall’uomo sulla Terra, l’ha vissuto come cacciatore/raccoglitore. Solo negli ultimi diecimila anni l’uomo ha iniziato l’addomesticamento di piante e animali. Carleton Coon, che ha dedicato il lavoro di una vita all’antropologia e all’archeologia, scrisse The Hunting People puntualizzando che: «l’estensione di dieci millenni comprende circa quattrocento generazioni umane, troppo poco per permettere qualsiasi consistente cambiamento genetico». È generalmente assodato che la struttura del corpo e degli organi interni dell’uomo si svilupparono da organi simili a quelli degli animali. Questo fatto, e cioè che i nostri fondamentali bisogni sono gli stessi di quelli degli animali a sangue caldo: cibo, sesso, interazione di gruppo e nelle alte latitudini il calore del sole, ha creato sconcerto in gruppi di cristiani e membri della new age. Certe malattie derivano proprio dall’essere privati di questi fondamentali bisogni. Noi pensiamo di aver addomesticato e di aver sotto controllo la natura, ma in realtà ne siamo comunque controllati dalle dinamiche ambientali, come per esempio le differenti combinazioni ionizzanti nelle molecole dell’aria che respiriamo, esse ci possono sia condurre a un’esuberante freschezza oppure a una depressione suicida… Più la ricerca avanza e più si ha la conferma che gli umani sono un prodotto dell’ambiente, dal quale non possono separarsi.

RITI

Le culture originali tribali non avevano una terminologia scientifica, la loro conoscenza proveniva da generazioni di esperienza nel posto dove vivevano. Fattori ambientali come le lunghe notti

invernali o il vento caldo, venivano affrontati aumentando l’attività rituale con canti, suonando il tamburo e la danza. Da questi fattori ambientali ebbero origine le feste stagionali. L’aumento dell’oscurità induce ansietà e depressione, da ciò derivano i riti del solstizio d’inverno; l’aumento della luce solare stimola la creatività delle piante, da ciò i rituali della vegetazione primaverile. Se i nostri antenati non avessero sviluppato modi per controbattere gli aspetti stressanti delle condizioni atmosferiche, si sarebbero estinti. Molti riti e feste dipendevano dal mondo non-umano. Per calcolare il tempo aspettavano il tempo della luna piena e della luna nuova, oppure finché il sole non sorgeva da un certo punto di un monte in particolare; oppure dall’apparire di una certa costellazione. Questi rituali riconoscono alla natura il ruolo di guida. Se seguiamo la natura non ci possiamo sbagliare, come invece succede nel seguire esclusivamente i disegni dell’uomo, i quali sono troppo limitati per comprendere i ritmi dell’universo…

Ma cosa si può dire dei cattivi comportamenti e delle guerre? Come si comportavano le popolazioni primitive quando un membro della tribù pretendeva molto di più di quanto avesse bisogno? L’antropologa Ruth Benedict passò vent’anni alla ricerca di questo interrogativo, comune a tutte le culture “buone”… Benedict scrisse che una buona società è quella dove «l’azione di un individuo va a beneficio sia di se stesso che del gruppo… la non aggressione avviene non perché la gente tribale è altruista o perché pongono gli obblighi sociali al di sopra dei desideri personali, ma quando è l’assetto sociale a produrre entrambi nello stesso tempo». La ricchezza veniva sempre rimossa da un singolo punto di concentrazione e pro pagata nel gruppo. Se un uomo possedeva molti cavalli e coperte «non gli veniva dato valore se queste non passavano dalle sue mani in quelle della tribù». La Sun Dance degli indiani delle pianure, con il loro “dare via” ne è un chiaro esempio. Gli indiani della costa nordovest avevano il potlatch, l’antica Cina aveva una sua forma di potlatch. Questo “dare via” era sempre accompagnato da feste. Nella wilderness è un donarsi l’un l’altro — come le micorrize fungine, che crescendo sulle radici di un albero forniscono quei nutrimenti che l’albero da solo non riuscirebbe a procurarsi. Certo, gli uomini originali non conoscevano queste cose scientificamente, ma conoscevano l’importanza di questo “potere sotterraneo” e ne davano riconoscenza in tutti i rituali. Per quanto riguarda la guerra: l’attività bellica fra gli umani selvatici, fra le genti tribali, non era mai quella grossolana distruzione di vite umane — di alberi, o terra — che invece le guerre moderne producono. in realtà erano scontri altamente ritualizzati che coinvolgevano due gruppi differenti. Venivano dapprima eseguite elaborate preparazioni, come il digiunare, la pittura dei corpi, canti e suoni del tamburo, prima che i due gruppi si affrontassero sul campo. Fra gli antichi Celti, il rituale era lo scontro fra due campioni. Dopo giorni di preparazione le armate si affrontavano, di solito vicino a un fiume. Il campione di un gruppo, con l’appoggio dei compagni, lanciava insulti al campione nemico, poi finalmente si affrontavano. Quando uno di loro cadeva la battaglia finiva e, tornati ai rispettivi accampamenti, eseguivano riti di dolori o di vittoria.

Nel profondo, in ognuno di noi, dimora l’umano “originale”. Paul Shepard ci dice che «ci sono certe attività che l’uomo (ovunque nel mondo e in tutti i tempi), libero da impegni di lavoro, ama fare: cacciare, danzare, gareggiare e conversare». Non è per caso che queste sono precisamente le “vere vocazioni dei cacciatori primitivi che non fanno distinzione fra tempo libero e vita Guardate ai tanti cartelli ai lati delle strade e vedrete che l’uomo selvatico è tutt’ora presente: “vorrei essere a pescare” oppure “vorrei essere a sciare”.

«L’uomo non può tollerare la noia» come ha detto Paul Radin «il primitivo vive in una ardente realtà». Non c’è noia in una vera cultura, parzialmente perché nessuna cosa viene eseguita per molto tempo. Mentre lavavano i vestiti al fiume, stavano attenti al movimento dei pesci, mentre vagavano per la foresta, si cibavano di frutti e di noci commestibili; l’attenzione necessaria nella caccia  operava pure nella vita di tutti i giorni.



CONTROLLO DELLA POPOLAZIONE

L’attenzione nel cacciatore primitivo significava conoscenza degli ecosistemi; conoscenza dell’equilibrio fra i bisogni di cibo e quello che l’ambiente può fornire. Il controllo della popolazione, sia ritualisticamente che con le erbe, veniva praticato ovunque nel mondo. Proprio perché le parole “milioni” e “miliardi” sono troppo astratte, fare statistiche sulla corrente popolazione mondiale è senza utilità. Garrett Hardin, nel 1972, ha dato una chiara spiegazione sul controllo della popolazione come modello normale di società umana.

Oggi la popolazione mondiale sta aumentando approssimativamente del 2% all’anno. E stato stimato che un milione di anni fa c’era no sulla Terra centoventicinquemila individui (1/8 di milione). Se un ottavo di milione di persone viventi a quel tempo si fossero moltiplicate al presente tasso di crescita del 2,03% annui, quanto tempo ci sarebbe voluto per raggiungere l’attuale popolazione, che è di cerca sei miliardi e mezzo? Ci sarebbero voluti appena cinquecentododici anni… e come tempo saremmo ancora all’incirca a un milione di anni a.C.

RISPETTO PER I NON-UMANI

Sempre più persone sono d’accordo nel considerare questo periodo storico, oltre che disastroso, una «temporanea anomalia», come afferma Gary Snyder. Ma quale è stato il modo in cui gli esseri umani selvatici sono riusciti a vivere così a lungo sulla Terra? Malcom Margolin ci fornisce una traccia: «Prima della venuta degli europei, per centinaia — forse migliaia — di anni era abitudine per gli Ohlones (una tribù indiana della costa occidentale del Nordamerica) alzarsi prima dell’alba: fermi di fronte alle loro case, rivolgendosi a est urlavano il loro saluto di incoraggiamento al sole che stava nascendo. Gridavano e parlavano al sole perché credevano li stesse ascoltando… Gli Ohlones erano molto diversi da noi, avevano differenti valori, tecnologie e modi di vedere il mondo… Tuttavia c’è qualcosa che resta, al di là delle differenze, appena ci sforziamo a guardare attraverso le molteplici finestre del passato, non vediamo solamente gente che cacciava, pescava, pitturava i loro corpi, danzava le loro danze, ma anche le loro gioie, le loro paure e le loro riverenze, così possiamo alla fine catturare aspetti quasi dimenticati del nostro proprio sé».

Questi aspetti sono l’originale “selvatico” nel profondo di noi stessi. Ma come scoprire l’originale selvatico nell’uomo? Paul She pard afferma che: «Il problema può essere più difficile da comprendere che risolvere» e continua «sotto la patina della civilizzazione, parafrasando una banale frase dell’umanesimo, non c’è il barbaro, ma l’uomo che conosce la giustezza di nascere in un gentile vicinato, la necessità di una ricchezza ambientale non-umana, il giocare a essere animali, la disciplina della storia naturale, i lavori gioviali con arnesi semplici, l’arte del ricevere cibo come dono spirituale più che un prodotto, la coltivazione del senso metaforico del fenomeno naturale di tutti i tipi, essere membro di un clan, la vita in piccoli gruppi e una profonda richiesta di liberazione rituale e susseguente iniziazione a membro adulto. C’è una persona segreta ancora viva in ogni individuo, consapevole della validità di tutti questi aspetti e sensibile alla giustezza del loro manifestarsi nelle nostre vite».

L’attenzione totale verso ogni aspetto della vita è ciò che ha plasmato l’uomo selvatico, attenzione totale ma mai “controllo totale”, come succede oggi. L’attenzione riguardava il comprendere cosa la natura si aspettava in cambio affinché potesse continuare a donarsi. Un aspetto taoista dell’antica Cina ci fornisce il più limpido resoconto scritto su come vivere in questo modo. I primi taoisti erano intellettuali che lasciarono la vita civilizzata nelle valli e se ne andarono sulle montagne dove ancora vivevano delle genti primitive e per imparare dalla natura.

Ecco una storia taoista di Lieh Tzu:

Confucio stava camminando con i suoi discepoli lungo la riva di una torrente, nei pressi delle cascate di Lu Chiang. Nel vorticoso torrente, dove persino una tartaruga non sarebbe sopravissuta, videro la testa di un uomo andare su e giù nelle onde. I discepoli si precipitarono in aiuto del l’uomo, ma egli poco dopo risalì per niente preoccupato. Confucio gli chiese: «Hai un Tao per pestare nell’acqua in quel modo?». «No» rispose l’uomo, «ho iniziato con quello che per me è istintivo, crescendo in modo naturale, maturando, avendo fiducia nel destino. Sono entrato nel vortice con l’influsso e ne sono uscito con il deflusso; seguendo la Via dell’Acqua invece di imporre il mio corso; questo è il modo in cui ne so no uscito.»

CONCLUSIONE

C’è un detto che dice che non si può fare un buco nuovo scavando in uno vecchio. Durante gli ultimi vent’anni sono stati pubblicati molti libri importanti sull’ambiente, c’è stata molta ricerca e molti più progetti che in tutti gli anni passati messi assieme. Il risultato: ogni aspetto dell’ambiente, animali selvatici compresi, è peggiorato più di prima. tempo di riconoscere che non possiamo fermare la distruzione ambientale, la distruzione della vita selvaggia con intenti “razionali”. Gregory Bateson, uno dei più eminenti pensatori di questo secolo, ha detto bene: «la parte razionale della mente in sé è necessariamente patogena», e cioè mortale — non solo per la vita umana, ma per tutta la vita. La natura dell’emisfero razionale (la parte “sinistra del cervello”) agisce separando le cose per vedere come funzionano, per poi non riunirle. più. Le emozioni a cui noi umani diamo valore — l’altruismo, l’enfasi — non provengono dalla neocorteccia, ma dal più profondo, dal cosiddetto livello mentale animale o libico. Abbiamo ereditato queste emozioni dai nostri antenati animali e quando operiamo all’interno di questa mente noi condividiamo i nostri pensieri con quelli degli animali. Questo veniva fatto attraverso i sogni, i riti, le danze e il suono del tamburo — e ogni cosa che impedisca all’emisfero razionale di condurre lo show. Così la via d’uscita dal presente disastro non proviene da più ricerca o più progetti ma dall’uso dei metodi usati per millenni dai nostri antenati. Praticare il rito significa vivere la nostra connessione con il mondo non-umano. Quelli di voi che in modo serio pescano, cacciano, o compiono scalate svilupperanno automaticamente atteggiamenti ritualistici. Il più importante è quello che Gary Snyder chiama: «Il sacramentale scambio d’energia in mutua condivisione dell’aspetto evolutivo della vita.., il quale prende forma dall’energia condivisa, passando avanti e indietro, letteralmente mangiandosi l’un l’altro». Ecco qui un esempio: il nostro corpo, mangiato dai vermi nutre l’albero, il quale a sua volta nutre altre generazioni di umani. Ma come possiamo iniziare a incorporare tutto questo a livello di governo? Due decenni fa, il prestigioso Centerfor the Study of Democratic Institutjons invitò Gary Snyder a tenere una conferenza. Egli disse loro:

“La ragione per cui sono qui è perché desidero portare la voce della wilderness, il mio distretto elettorale… Quello che dobbiamo fare è trovare il modo di incorporare le altre genti — quelle che gli indiani Sioux chiamano la gente che striscia, la gente in piedi, la gente che vola, la gente che nuota — nelle assemblee dei governi. Se non lo faremo, essi si rivolteranno contro di noi. Presenteranno richieste non più negoziabili sul nostro rimanere qui su questa terra. Proprio ora stiamo cominciando a ricevere richieste non più negoziabili da parte dell’aria, dell’acqua e del suolo… Questo centro è paragonabile a un kiva di anziani. La sua funzione è di mantenere e di trasmettere la tradizione della tribù al più alto livello. Se dovessimo assolvere alla sua funzione in modo completo, dovremmo istituire delle cerimonie in relazione alle stagioni e magari anche alle migrazioni dei pesci e alle fasi della luna… Un consiglio degli anziani, garante della tradizione, della cultura… aperto a tutto ciò che proviene dalle altre forme di vita.., e quando nelle danze degli indiani Pueblo, e di altre genti, certi individui vengono “presi” dallo spirito del cervo, e iniziano a mimare la danza del cervo, oppure mimano la danza del giovane grano, oppure impersonano la fioritura della zucca, essi non stanno parlando per l’umanità, essi si sono presi la responsabilità di interpretare, attraverso la loro umanità, l’identità di altre forme di vita. Questo è tutto quello che sappiamo riguardo alla possibilità di renderci portavoce per il resto della vita, all’interno della nostra società democratica.”

Dolores LaChapelle