Caterina Regazzi cinquentaduenne
Perchè continuare a festeggiare il proprio compleanno a 52 anni suonati (ma perchè si dice così?) ?
Perchè raccogliere le lettere d'amore e di vita del primo anno della frequentazione tra me e Paolo e farne un libro da divulgare agli amici e non?
La risposta è unica per entrambe le domande, anche se le sfaccettature e le opinioni possono essere diverse e contraddittorie....: la vita è degna comunque di essere vissuta, è un'avventura che chissà se ci sarà dato ripetere e, se anche lo fosse, difficilmente ce lo ricorderemmo e quindi, finchè ci siamo, tanto vale apprezzarla appieno e fare partecipi chi c'è e chi ci vuole essere, del nostro sentire.
Quando ho conosciuto Paolo stavo per compiere i 50 e gli anni con lo zero, si sa, si usa festeggiarli. Ma gli altri? Per esempio i 51, i 52, ecc.? A chi importa? E con quale spirito si possono festeggiare? Lui mi ha insegnato una bellissima cosa, anzi, più che "insegnato", mi ci ha fatto pensare: tutte le scuse sono buone per celebrare la vita e così, se gli vogliamo dare una motivazione più consona con il resto del vivente, cogliamo i momenti dell'anno, le stagioni, gli equinozi e i solstizi, qualche santo che ci sta simpatico, qualche personaggio o evento storico importante per il nostro essere qui in questo momento, e se questi eventi coincidono, più o meno con la ricorrenza della nostra nascita.... perchè no? Festeggeremo anche quella, che è e sarà sempre una data importante per noi..
E così ci siamo ritrovati il 24 settembre 2011, anniversario della mia venuta al mondo (grazie mamma e grazie papà, che non siete più su questa Terra con me), a celebrare la vita e l'Amore, oltre all'Amicizia (con la A maiuscola) in cui io, comunque, ho sempre creduto ed in cui tutt'ora credo.
Forse a chi leggerà queste parole esse sembreranno un po' "esagerate", ma io credo che si dovrebbe cominciare a valorizzare veramente le nostre esperienze, a dare loro la giusta importanza, ad essere veramente aperti all'incontro, al nuovo, al vecchio, al bello, al brutto.
Allora... eravamo a casa di Panini a Monteorsello, su una ridente collina, in una casa semplice ma accogliente, e c'era chi ci doveva (poteva) essere. Avevo fatto numerosi inviti, e alla fine eravamo una quindicina, alquanto assortiti, un gruppetto di "vecchi amici", più alcuni "estemporanei", che spero abbiano apprezzato la compagnia, il cibo, l'atmosfera, i canti, la passeggiata.
Arrivati su, io, Paolo e Panini abbiamo sistemato tavoli e sedie, poi, dopo l'arrivo di Mara e Cristina siamo partiti per una passeggiata. Mancando quello che doveva farci da guida, ci siamo avventurati per qualche sentiero, in cerca di erbe con un certo risultato, grazie solo alla pazienza e all'ostinazione di Paolo che è andato a cercarle fin dentro ai recinti (vuoto) di vari cavalli. Al ritorno a casa con un po' di fiatone e un po' sudaticcia (almeno io) abbiamo trovato ad attenderci Tina, una brava e generosa cantante di bajan reduce da un matrimonio (!), Irene e Alessandro, due amici "bioregionalisti" che vengono da Imola e che ci hanno allietato con i loro sorrisi e la loro gentilezza.
Poi, alla spicciolata, sono arrivati gli altri: Marisa, Leda, Margherita, Rossella, Rina, Sonia, Giuseppe, Maurizio.
Ognuno ha portato del cibo e così la tavola era ben imbandita.
Abbiamo voluto raccoglierci un attimo in noi stessi cantando alcuni mantra guidati da Mara e Tina, poi siamo passati alla presentazione del libro "Vita senza Tempo" che, come ho già scritto, raccoglie una selezione di lettere che io e Paolo ci siamo scritti nel primo anno di conoscenza, preceduta da una breve spiegazione dei motivi che ci avevano spinto a fare questa cosa.
Da una rilettura occasionale di queste mail ero rimasta molto colpita e avevo (avevamo) sentito che queste parole, racconti, pensieri potevano avere un valore anche al di fuori di noi, come esempio di un Amore "maturo" sia anagraficamente, che sentimentalmente e che certe riflessioni potessero essere di buon auspicio per un mondo più ricco d'Amore di quello in cui navighiamo.
Troppo presuntuosi? Probabilmente se ognuno di noi potesse esprimersi per quello che ha veramente dentro e non solo in base a quello che è opportuno, ci sarebbero meno incomprensioni, fraintendimenti, pretese impossibili da colmare, tristezza e sofferenza.
Finita la lettura ci siamo buttati come era ovvio (si era già fatto un po' tardi) sul cibo vegetariano che ognuno aveva portato e brindato al mio compleanno!
Ripetiamo anche il prossimo anno? Siete tutti invitati!
Caterina Regazzi
Brindisi augurale: Paolo e Caterina
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