venerdì 4 maggio 2012

Partire dall'io per giungere all'Io - Manuale pratico per l'autoconoscenza attraverso il sistema archetipale cinese, in chiave di spiritualità laica.

Rupe tenebrosa sulla valle del Treja - Foto di Gustavo Piccinini



La cara amica Marinella Correggia aveva scritto nel presentare la mia persona: "Nel suo viaggio intorno al sé Paolo D’Arpini ha incontrato luoghi, persone, viventi non umani, idee e pratiche. E visto che un itinerario così si fa anche in un metro quadrato – c’è o non c’è il mondo in una sua minuscola porzione? – Paolo adesso prosegue il suo viaggio stando di vedetta dall’alto di una bellissima, tenebrosa rupe sulla valle del Treja... Scrittore bioregionale, esperto di erbe selvatiche, dinamizzatore di eventi culturali ed ecologisti, esperto di oroscopo cinese, trent’anni or sono fondò sulla rupe il Circolo Vegetariano VV.TT. che da allora è un punto di riferimento “laico-spirituale” per molti. Non chiedetevi che vuol dire quel VV.TT., non lo sa nessuno e forse nemmeno lui. E’ probabilmente un gioco. Come la vita, gioco serissimo al quale bisogna con attento impegno lavorare o viceversa lavoro al quale bisogna con attenta disinvoltura giocare? Sei in ricerca di non sai nemmeno bene che cosa (alla fin fine, il senso della vita)? Passa qualche ora nelle sue grotte chiamate “tempio della spiritualità laica”. Sarà un incontro che è un viaggio, parte di quella scoperta del sé che tocca a tutti noi."



Nel mio viaggio intorno al  Sé… mi é capitato di lasciare la valle del Treja e di trasferirmi a Treia. Ho già raccontato come è successo, insomma è successo.. che l'inamovibile si muovesse.  In fondo, oltre  l'omonimia del luogo, anche Treia sta su una collina, anche da qui domino il mondo. Ed inoltre il senso della "casa" è praticamente lo stesso. 

“La casa é il corpo più grande” diceva il poeta e saggio Kalil Gibran ed é vero… perché sentire di stare a casa sorge dal senso di presenza in cui si riconosce la propria casa. Quindi la casa non é un luogo ma uno stato di coscienza.  Chissà se  la sensazione di stare a casa sarà la stessa anche dopo il  “Grande Assorbimento”, che é un eufemismo per significare il momento in cui si lascia il corpo fisico?

… Forse potrebbe essere proprio quello il momento auspicioso del “Vero” Ritorno a Casa. Il momento in cui lo spirito si alleggerisce da ogni legame corporale ed il senso di “presenza” é assolutamente libero e indipendente da ogni luogo e da ogni tempo.

Ma non é detto che questa condizione di totale “affrancatura” debba essere raggiunta con la morte, può avvenire anche nel corpo il momento in cui i legacci dell'illusione vengono recisi, il momento in cui il senso di identificazione con l’ego viene sciolto, per ritrovare la propria natura originaria nel Sé.

Questa scoperta di Sé, in verità, non é ottenibile, come un qualcosa che facciamo nostra,  ma é solo un “riconoscimento”…  E qui, nel luogo e nel tempo in cui sono,  per "avvicinarmi" a questa “presa di coscienza”  ho sviluppato un metodo di auto indagine, che parte dall'analisi delle propensioni innate archetipali manifestate nella propria mente. La mente personale é in realtà una sorta di immagine speculare, non realmente esistente, ma dobbiamo partire da questa se vogliamo scoprire il reale “soggetto”.

 “Semplici attori, finché  separati,   poi, superata la dualità, non ha più nessuna importanza…   Il fiore non ha più nome né forma è solo un fiore unico ed irripetibile nel giardino della Coscienza” (Saul Arpino).


 Premessa

La nostra vita è legata ad una serie di circostanze di cui non abbiamo il controllo ma,  come diceva Nisargadhatta Maharaj,  noi siamo parte integrante della manifestazione totale e del totale funzionamento ed in nessuna maniera possiamo esserne separati….  Di conseguenza, essendo coscienza nella coscienza,  siamo in grado di riconoscere il flusso energetico nel quale siamo immersi e  far sì che  il nostro pensiero e la nostra azione siano in sintonia con la qualità dello spazio-tempo vissuto. In questo  perenne rimescolamento energetico, noi siamo come navigatori senza meta, o guerrieri –se preferite- liberi di affrontare il contingente senza paure. “Se temi la sofferenza –diceva un samurai- come fai a combattere?”


Vediamo ora    che dal tutto il tutto si dipana dinnanzi ai nostri occhi….  In Cina si racconta che 12 animali si presentarono al Buddha morente ed ognuno ottiene di incarnare le caratteristiche psichiche  che contraddistinguono i tre aspetti di anno, mese e ora, in base  alle propensioni naturali, di ogni essere vivente.  Essi sono maschili e femminili e manifestano le loro caratteristiche tramite le 5 componenti fondamentali: Terra (devozione, olfatto); Metallo (giustizia, udito); Acqua (saggezza, gusto); Legno (etica, tatto); Fuoco (costumi, vista).

Il funzionamento è più o meno quello del caleidoscopio. Alcuni elementi colorati e tre specchietti interni. Girando il tubo si ottengono diverse composizioni.  Malgrado l’esiguità delle componenti i risultati possono essere infiniti.  Questo stesso concetto (traslato ai 5 elementi  ed ai tre aspetti psichici incarnati) mostra la variegazione di tonalità di colore e movimento attraverso la quale la  coscienza individuale si manifesta (la forma ed il nome).

La coscienza di sé, che noi  chiamiamo persona, è un coordinatore interno, adattato all’individuazione, il quale si  appropria delle funzioni messe in atto. Lo chiamiamo: io.

Questo ‘io’ (o assuntore interno) è l’apparenza identificativa individuale nella quale solitamente ci riconosciamo. Propriamente parlando questo “ego” è esso stesso la “conseguenza” delle energie messe in moto dai vari elementi e dai tre archetipi incarnati, quindi è inerte (come un programma), ed  è un oggetto nella coscienza.

I tre specchietti, archetipi psico-emozionali,  rappresentano:
Il senso dell’io, ego = anno di nascita;
L’intelletto o intuizione = ora di nascita;
La memoria o predisposizione = mese di nascita.


Capire il senso dell’abbinamento archetipale  con le condizioni  dell’ora e del mese di nascita, è facile da accettare giacché siamo abituati a pensare che ogni momento della giornata ed ogni stagione ha i suoi modi, e tutte le creature sono soggette a questi modi. Ma il primo aspetto dello zodiaco cinese,  quello dell’anno, è  più duro a digerirsi per la nostra mentalità razionalistica.

Come è possibile che un dato anno possa essere  qualitativamente diverso dall’altro solo sulla base di un calendario arbitrariamente deciso dall’uomo?


Impostosi nella cultura cinese e dell’estremo oriente e provenendo da una tradizione pluri-millenaria (sicuramente di origine matristica)  il calendario ciclico, di 13 lune e di 12 archetipi animali  (che rotano abbinati agli elementi in turni di 60 anni),  è stato anno per anno vagliato e corroborato dall’esperienza di milioni e milioni  di persone,  in  cui i comportamenti corrispondevano ai modelli indicati in un raffronto oggettivo e riscontrabile nei fatti.  Alcuni analisti vedono un significato  in un’altra coincidenza, il  percorso dodecennale  che la terra compie attorno al sole per fare un giro completo (una specie di viaggio in treno con 12 stazioni annuali). Si può anche fare  a meno di credere a questa “qualità  del tempo” ma stando ai risultati essa è confermata, ahimè!

Quegli archetipi animali  esistono e sono riconoscibili nelle caratteristiche variegate degli individui di tutto l’emisfero settentrionale (la nostra metà del mondo), senza peraltro sapere cosa succede nell’emisfero meridionale (che teoricamente dovrebbe avere valenze rovesciate).

Con tutti questi dubbi in testa, siamo un po’ come gli alchimisti che sperimentano  onestamente e coraggiosamente con i loro tre elementi basici, inserendo all’occorrenza nuove figure e varianti.

Questo è il lavoro ingrato e meraviglioso del “navigatore nel sé”.  L’Ulisse  in noi, disincantato e schietto, che “vede” e  riesce ad orizzontarsi,  avverte l’odore delle cose incombenti  per come si stanno manifestando. Non per opporvisi ma per esprimersi al meglio e proseguire nel viaggio. Chiunque potrebbe farlo se sta  attento ai segnali costanti e continui che la vita ci manda.

L’intelligenza intuitiva –lumen-   non è propriamente basata sulla percezione sensoriale o sul raziocinio ma sulla abilità di orientarsi prima che la percezione sensoriale od il pensiero abbiano modo di esprimersi. Quindi è una capacità naturale –immediata- dell’intelligenza, che viene prima ancora dell’istinto. Un sentire ed allo stesso tempo  una sintesi analogico-analitica. E’ l’intuizione innata che ci dice tutto quello che è, come è,  senza analisi risolutive, bisogno di prove o riscontri.

Si procede a naso –dicevo- ed infatti l’olfatto appartiene all’elemento Terra, quello più solido. La matrice di ogni manifestazione concreta.   E’ la Terra stessa che fa nascere tutti gli esseri e li nutre in se stessa. Mentre il Cielo energizza e vivifica con la coscienza tutte le forme. Ma attendiamo un po’ prima di affrontare il discorso dello Yin e dello Yang e degli elementi e torniamo ai  tre archetipi. Essi “sembrano” tre  in verità son tre aspetti della stessa personalità.

Ognuno di noi  manifesta  una forma  esemplare a tre facce (designanti le nostre caratteristiche). Sul come  sopravviene l’influenza  di una o l’altra di queste facce, sul perché capiti  ad una piuttosto che un’altra,  diremo che è  destino!

Le tendenze innate che  si riflettono nello specchio, perennemente cangianti, son le correnti in cui   l’io si muove. Se  vogliamo osservare una cosa piccola  bisogna  ingrandirla attraverso il microscopio, ma se vogliamo ampliare il campo di azione dobbiamo distaccarci il più possibile dalle cose attorno a noi, in modo da percepire il senso d’insieme.

Questa corsa in tondo verso   l’auto-conoscenza è  un vagare trasognato, un’attenzione senza risposta,  solitudine e silenzio, osservazione e contemplazione,  fluire limpido nei mutamenti,  sorridere nel rincorrere  il vuoto.    Ma allora di cosa continueremo a parlare?

La fase “intermedia”  dell’illuminazione, quella del santo,  rientra ancora nella sfera del mentale, delle cose che possono essere discusse e trasmesse.  Flash di realizzazione,  esperienze al limite del transpersonale,    che contemporaneamente ci consentono di riconoscerci in sintonia elettiva, colori dello stesso arcobaleno,  e di ciò possiamo  ancora parlare,  attraverso evocazioni consapevoli. 

La trasmissione, o meglio il riconoscimento, avviene per  immagini  (come succede ai bambini che riconoscono l’aggregazione concettuale, il senso, di parole  sconosciute); questa “trasmissione”  può essere fatta utilizzando  vari modi comunicativi e sensoriali:  per empatia emozionale, a voce, con lo sguardo, con il tatto, ed anche con lo scritto, se esso rispecchia fedelmente le qualità necessarie  e si crea un’attenzione indisturbata  al tema trattato.


Un detto Taoista per “cristallizzare” l’immagine: “Il santo comprende l’intrigo del mondo ed abbraccia l’universo senza sapere perché. Questo è il manifestarsi della sua natura”.


Ed ora una storiella

Alcuni suoi seguaci domandarono al bandito Hòu:”Anche per i ladri esiste una strada (Tao)?” – “Eh,  certo che  sì..  – rispose Hòu- Santità è intuire dove giace un tesoro nascosto, Eroismo è entrare per primo nella casa, Giustizia è uscirne per ultimo, Saggezza è distinguere il colpo che si può tentare, Umanità significa essere equanimi  nel dividere il bottino. Al mondo non è mai esistito un gran ladro che non abbia manifestato queste qualità”. (Chuang Tze)


Appendice

Attraverso le capacità riflettenti dell’organo interno (antakharana) siamo in grado di manifestare energie psicofisiche in rispondenza a quelle  percepite fuori di noi. Questa rispondenza è automatica ed inevitabile, è una legge naturale. Pensare di sfuggirne il corso è assurdo come pensare di cambiare il film mentre la pellicola viene proiettata. Ma l’atteggiamento interno è importante!  Infatti l’accettazione del proprio destino scioglie l’attaccamento all’utile ed all’inutile che ci spinge nel ciclo delle rinascite.

Nell’ignoranza ci identifichiamo con i personaggi e ci consideriamo autori e responsabili del gioco vissuto, con guadagno e perdita, la verità è che il nostro io, la coscienza individuale, la persona da noi incarnata, è solo un’immagine. Il risultato di un automatismo distratto e di una identificazione illusoria. Questo dobbiamo comprendere bene se non vogliamo che la mente ci imbrogli.   

Non cadiamo nel delirio dell’io separato,  anche se la coscienza che lo anima  è vera sin d’ora  e siamo già dotati del capitale iniziale  per quella “conoscenza di sé” è assurdo e ridicolo pensare di  “ottenerla” –strettamente parlando non è possibile.  Essa è già integralmente manifesta qui ed ora  e quindi non perseguibile come ottenimento altro. Presente sempre….. ma ne teniamo conto, ne siamo consapevoli?

Se ci sentiamo attratti da questa “conoscenza” occorre  dire che non c’è  corso o spiegazione o esperimento che possa trasmetterla, può essere solo riconosciuta (risvegliata) per simpatia nel momento della  maturazione. Siccome non è un  “conseguimento” continuiamo ad  “andare avanti a fiuto”.


Paolo D'Arpini




Paolo D'Arpini soddisfatto a Treia - Foto di Paola Torricelli



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