Dalla tradizione druidica emergono le ultime figure delle donne sacerdotesse.
In Europa la traccia della parte preponderante assegnata alla donna si rinviene presso i popoli d'identica origine rimasti barbari per migliaia di anni, e traspare nella Pitonessa scandinava, nella Voluspa dell'Edda, nelle druidesse celtiche, nelle donne divinatrici che seguivano gli eserciti germanici e che decidevano il giorno delle battaglie, e nelle baccanti della Tracia, che si rinvengono nella leggenda di Orfeo.
Così la veggente preistorica si perpetuò nella Pizia di Delfo. Per gli Orfici la Notte è una Dea, che fu amata dal Vento (Borea è chiamato anche oggi un vento del nord!) e che depose un uovo d'argento nel grembo di Oscurità; nacque così Eros (Amore, Amicizia…) e mise in moto l'Universo.
Gli orfici pareggiarono la competizione femminile-maschile, infatti Eros è maschio e femmina (i due contrari, in uno); contemporaneamente Eros, chiamato anche Fetonte Protogeno (protos "primo"), ha quattro teste (facile pensare ai Quattro Elementi!), mentre la Dea (la luce), che visse con lui in una grotta, aveva un triplice aspetto, Notte, Ordine, Giustizia (facile pensare ai Tre Principi!).
Eros creò il cielo e la terra, il sole e la luna, ma la triplice Dea imperò nell'Universo, finché con l'avvento del patriarcato la sua figura fu sostituita da Urano! Così il mito comincia a cambiare e venne detto che all'inizio di tutte le cose, la Madre Terra emerse dal Chaos e generò nel sonno suo figlio Urano. Urano, dall'alto delle montagne guardò la dea con occhio amoroso e versò piogge feconde nelle sue pieghe segrete, ed essa generò erba, alberi e fiori, unitamente alle belve e agli uccelli.
Quelle stesse piogge fecero poi scorrere i bacini, e così si formarono mari e laghi. Fu quindi imposto questo mito patriarcale ma anche il nome di Urano è la forma maschile di Ur-ana (regina dei venti, regina dell'estate): i seguaci di Varuna proclamarono che il loro dio era stato il padre delle tribù indigene, anche se ammettevano che Varuna, a sua volta, era figlio della Madre Terra.
Roberto Nozzolillo
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Nota Aggiunta:
Non dire mai di nessuna cosa: “l'ho persa”, ma “l'ho restituita”. È morto tuo figlio? È stato solo restituito. È morta tua moglie? È stata solo restituita. “Mi è stato tolto il podere”: no, anche questo è solo stato restituito. “Ma chi me l'ha portato via è un malvagio”: che cosa ti importa attraverso chi, Colui che te lo aveva dato ne ha chiesto la restituzione? Finché te lo concede, abbine cura come di una cosa altrui, come fanno i viaggiatori di una locanda.
(EPITTETO)
(EPITTETO)
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