sabato 6 aprile 2013

Teodoro Margarita: "Ode alla stufa, calda mia compagna di vita bioregionale"



La mia stufa è una stufetta Argo, italiana.

La mia stufa è una stufa usata, acquistata dai Trapeiros di Erba (CO), collegati con l'Abbè Pierre, raccolgono e vendono oggetti dismessi, col ricavato aiutano innumerevoli persone svantaggiate in Italia e nel mondo, l'ho pagata 50 euro.

La mia stufa brucia la legna delle potature del mio podere, le ramaglie del bosco, le potature che gli amici mi portano in dono, ogni sorta di legname non trattato o intossicato che posso trovare in giro tranne le conifere che danno problemi di deposito di essenze infiammabili nella canna fumaria.
La mia stufa riscalda l'acqua delle mie tisane, riscalda l'acqua per le mie minestre.

La mia stufa riscalda la mia casetta, la mia Cà dell'aria, vetusta casa colonica di inizio Novecento, qui, in cima a Cranno, esposta a tutti i venti ed al sole di sud ovest.
Questa stufa, il suo nocciolo caldissimo, le sue fiamme vive, regolabili, sono il cuore della casa, l'anima delle serate di lavoro, anche ora, che sto scrivendo, lo posso fare grazie ai suoi scoppiettii, al suo lavoro infaticabile.

Brucia legna che, viceversa, lasciata in giro, in estate potrebbe essere esca per incendi.

Meglio raccoglierla e adoperarla per dare calore a casa mia.
Brucia legna e la cenere torna all'orto, mescolata con sapienza agli scarti dell'organico e a letame e terriccio , contribuisce a migliorare la qualità e la struttura del terreno che coltivo.

Le sue emissioni inquinano, certo, ma quanto inquina in più il metano che si importa? Quanto inquina in infrastrutture costose, quanto inquina in sottrazione di risorse energetiche e risorse economiche?

Il metano non è una risorsa rinnovabile, dipende dal capriccio dei mercati mondiali, non solo, provoca effetti di subsidenza e laddove viene estratto in quantità enormi, anche microsismi.

La mia stufetta emette il filo di fumo che si vede, misurabile, rilevabile, subito, immediatamente.

Se si inventasse un dispositivo per annullare o limitare anche questo, se fosse un dispositivo non costruito con materiali inquinanti, lo adotterei.

Una stufa è una risposta ecologica, bioregionale, una risposta di sovranità energetica alle multinazionali dell'energia. Sottrarsi al mercato mondiale dell'energia equivale a tirarsi fuori dalle stragi in Siria, in Siria è stato scoperto il secondo più grande sistema di giacimenti petroliferi nella regione dopo l'Iraq.

Una stufetta alimentata a legname locale significa tirarsi fuori da molte cose.

La mia stufetta , col suo filo di fumo, non emette stronzio, nè cesio e nemmeno plutonio, la mia stufetta emette anidride carbonica, certamente, quella che rimane sotto forma di cenere io la immetto nella terra che la assorbe e rigenera sotto forma di humus, ci ricompongo il suolo.

Dalla mia stufetta, prima di coricarmi, gli ultimi ciocchi, sfrigolando, scoppiettando, mi mettono allegria, mi rassicurano e mi riscaldano. Questi suoni sono la buona notte quotidiana alle mie azioni.

Nessuna centrale mi saluta così, alla sera, prima di addormentarmi nei miei sogni di una terra più piccola, più umana, piena di boschi e persone che li coltivano, saggiamente, tagliando e ripiantando.

Nessuna centrale, dalle centrali, proprio dalle centrali, energetiche o di potere potrà mai venire all'Umanità mai nulla di buono. Dalle centrali, termoelettriche, a carbone, a gas, nucleari, ci viene solamente angoscia e dominio, ci viene solamente dolore. 

Teodoro Margarita

Nessun commento:

Posta un commento