Indubbiamente di animali strani aventi origini molto antiche ce ne sono, un esempio possono essere gli squali che si pensa risalgano a circa 450 milioni di anni fa (periodo Ordoviciano), tuttavia nei milioni di anni questi animali hanno subito varie modifiche ed evoluzioni, in parole semplici uno squalo odierno varia sotto molti aspetti rispetto al suo antenato preistorico.
Discorso a parte invece va fatto per il celacanto, infatti questo pesce non presenta differenze apprezzabili rispetto al suo antenato preistorico (360 milioni di anni fa, Carbonifero). Si credeva estinto da circa 65 milioni di anni fa (Cretaceo) fino a quando, nel 1938, un esemplare di Latimeria chalumnae (celacanto delle Comore) venne pescato vicino la foce del fiume Chalumna (Sud Africa). Nel 1999 una seconda specie, Latimeria menadoensis (celacanto indonesiano), fu trovata nei pressi di Sulawesi in Indonesia.
I celacanti sono tra i più antichi vertebrati dotati di mascella (oggi conosciuti) e risultano strettamente imparentati con i dipnoi (pesci polmonati). Possiedono pinne pettorali ed anali carnose supportate da ossa (classe Sarcopterigi) e hanno scaglie cosmoidi (diretta evoluzione delle piastre ossee dei primi pesci), tipiche di alcuni gruppi di pesci estinti. Un'altra peculiarità dei celacanti è la presenza, nella parte anteriore del cranio, di un apparato elettrorecettivo, chiamato “organo rostrale”. Sebbene non si conosca con esattezza la sua funzione si ritiene serva come aiuto nell'individuazione della preda.
Il celacanto può arrivare alla lunghezza di 2 metri e ad un peso di 80 kg. Il suo habitat tipo è fra i 200 e i 600 metri di profondità. Va ritenuto di diritto un vero e proprio “fossile vivente”.
Gabriele La Malfa
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