Ancora caccia selvaggia in legge di Bilancio, gli ambientalisti uniti si rivolgono al presidente Mattarella.
Governo e maggioranza sempre più simili ad un circolo di cacciatori. A pagarne sono gli animali e tutti i cittadini. Per fare regali ai cacciatori calpestati anche i principi fondamentali dello Stato di diritto.
Durante la notte, un emendamento alla Legge di Bilancio, attualmente in discussione alla Camera dei deputati, modifica l’art. 18 della Legge 157/1992 in materia di tutela della fauna selvatica e disciplina della caccia.
Si calpestano i principi fondamentali di uno Stato di diritto, facilitando l’uccisione degli animali per diletto.
L’emendamento vìola in modo palese la Costituzione
È il sesto provvedimento di modifica pro-caccia della Legge 157/92
Le principali associazioni ambientaliste italiane hanno inviato oggi una lettera al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per segnalare le gravi incostituzionalità contenute in un emendamento alla Legge di Bilancio, attualmente in discussione alla Camera dei deputati, che modifica l’art. 18 della Legge 157/1992, in materia di tutela della fauna selvatica e disciplina della caccia.
Le associazioni denunciano come l’emendamento, proposto dalla deputata Maria Cristina Caretta (FdI) e reso ammissibile grazie al parere del presidente della Commissione Bilancio Giuseppe Mangialavori (FI), violi in modo palese la Costituzione, le norme europee e lo stesso Regolamento della Camera, essendo una modifica che nulla ha a che fare con il bilancio.
Tra le varie misure che contrastano con l’art. 9 della Costituzione, c’è l’affidamento ad un organo politico, il Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale, del compito di emanare pareri dello stesso valore rispetto a quelli scientifici di ISPRA, anche per rendere cacciabili animali oggi protetti. Questo comitato è stato fortemente voluto dal Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida che ha assecondato le richieste del mondo venatorio dirette proprio ad indebolire ISPRA.
La proposta vìola inoltre il principio di accesso alla giustizia di cittadini e associazioni, rendendo più difficile impugnare i calendari venatori potenzialmente illegittimi e impedendo ai giudici di sospendere la caccia qualora ravvisino il rischio di un danno irreparabile alla fauna selvatica determinato dall’uccisione di animali autorizzata da provvedimenti illegittimi. Questa misura contrasta con l’articolo 24 della Costituzione e con la Convenzione di Aarhus, che garantiscono il diritto alla tutela giurisdizionale contro provvedimenti illegittimi.
Il sesto provvedimento di modifica pro-caccia della Legge 157/92.
Si tratta del sesto provvedimento di modifica pro-caccia della Legge 157/92 dall’inizio della legislatura, una vera e propria ossessione di cui già paghiamo tutti le conseguenze – dichiarano le associazioni. Un simile scenario si è infatti già verificato dopo l’approvazione della Legge di Bilancio 2022, quando furono introdotte modifiche alla Legge sulla caccia, con conseguente avvio della procedura di infrazione europea per violazione della Direttiva Uccelli, che è ancora attiva.
Per concedere di tutto ai cacciatori si calpestano i principi fondamentali di uno Stato di diritto, facilitando l’uccisione degli animali per diletto e impedendo ai giudici, ai cittadini, alle associazioni di esercitare i loro diritti e doveri. Per questo abbiamo definito l’emendamento “tagliola”. È inaccettabile che il Parlamento, anche durante la sessione di bilancio, quando si devono assumere decisioni fondamentali per il futuro del Paese, si presti a questi scambi.
Chiediamo quindi un intervento tempestivo e risoluto del Presidente della Repubblica per tutelare i diritti costituzionali, ambientali e giuridici dei cittadini e delle generazioni future.
Carlo Consiglio
Comunicato sottoscritto da: Animalisti Italiani, CABS, ENPA, Federazione Nazionale Pro Natura, LAC, LAV, LEAL, LEIDAA, Legambiente, LIPU, LNDC, OIPA, Rete dei Santuari, WWF Italia (17 dicembre 2024).
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