lunedì 20 gennaio 2025

Recupero degli immobili abbandonati...

 


Il Forum Salviamo il Paesaggio sta avviando una nuova campagna nazionale per suggerire a tutte le amministrazioni comunali italiane la possibilità di utilizzare uno strumento normativo in grado di fronteggiare  il preoccupante fenomeno degli immobili abbandonati.

Parliamo dell’ingente stock immobiliare ‘fantasma’ di proprietà privata che conta oltre 10 milioni di abitazioni e moltissimi capannoni produttivi o commerciali  - quasi un terzo degli edifici esistenti in Italia in condizioni di inutilizzo o degrado - a fronte di Piani urbanistici che continuano a prevedere nuove edificazioni. Dunque, nuovo consumo di suolo che invece andrebbe azzerato senza penalizzare i bisogni della popolazione.

Una strada applicabile ovunque è un Regolamento comunale basato su una corretta applicazione dell'articolo 42 della Costituzione Italiana che recita “La proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, ad enti o a privati. La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti”.  Se un immobile abbandonato non svolge più alcuna funzione sociale, tornando nella proprietà comune o collettiva mediante l’acquisizione al patrimonio comunale potrà invece recuperarla. Si tratta di una scelta politica che non deve essere confusa come un atto di esproprio. 
 
Con la consulenza di Paolo Maddalena  - Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e la collaborazione del Sindaco di Terre Roveresche (PU) – comune marchigiano che ha adottato il regolamento già dal 2017 – abbiamo provveduto a sintetizzare i passi che ognuna delle nostre amministrazioni comunali potrebbe effettuare in un vademecum  che verrà inviato a tutti i Comuni italiani.

Questa campagna di Salviamo il Paesaggio ha lo scopo di diffondere tra gli amministratori pubblici un’informazione che riteniamo importante e un possibile esempio da imitare.


Per ogni approfondimento potete contattare direttamente il nostro Alessandro Mortarino - alessandro.mortarino@libero.it - 333 7053420.

domenica 19 gennaio 2025

Il piombo della Cattedrale di Notre Dame

La ricostruzione della Cattedrale di Notre Dame dopo l'incendio dell'aprile 2019 ha impegnato 900 milioni di euro di fondi ed oltre 200 ricercatori, anche italiani. È stata un'operazione molto complessa che ha anche utilizzato un modello virtuale al fine di programmare e modellizzare i vari interventi necessari. 

Uno dei problemi più grandi è stato collegato alla presenza nella costruzione di grandi quantità di piombo sostenute all'interno di strutture in legno. Queste bruciando hanno portato a temperature dell'ordine degli 800 gradi alle quali il piombo ha prodotto un pulviscolo molto diffuso e tossico, che ha obbligato i tecnici che operavano nella Cattedrale in ricostruzione a continue docce per liberarsi di esso da corpo ed indumenti. 

La rinascita di Notre Dame è stata anche l'occasione per fare luce su come nel Medioevo si costruissero le Cattedrali. La necessaria operazione di rimozione del pulviscolo da ogni pietra della Cattedrale ha avuto un effetto secondario: la pietra è oggi più viva che mai, di certo ancor più chiara di quanto non fosse prima dell'incendio.

Luigi Campanella - Fondazione Acqua




sabato 18 gennaio 2025

"Guerra nucleare: il giorno prima". Recensione



Sembra di vivere nel film The Day After (1983), in quella cittadina del Kansas dove la vita scorre tranquilla accanto ai silos dei missili nucleari, con la gente che il giorno prima ascolta distrattamente le notizie sul precipitare della situazione internazionale, finché vede i missili lanciati contro la Russia e poco dopo spuntare i funghi atomici delle testate nucleari russe.

Questo libro ricostruisce la storia della corsa agli armamenti nucleari dal 1945 ad oggi, sullo sfondo dello scenario geopolitico mondiale, contribuendo a colmare il vuoto di informazione che ha creato la pericolosa illusione che si possa convivere con la Bomba. Ossia con una potenza distruttiva che può cancellare la specie umana e quasi ogni altra forma di vita. Lo possiamo evitare, mobilitandoci per eliminare le armi nucleari dalla faccia della Terra.  Finché siamo in tempo, il giorno prima.

Risultati immagini per Da Hiroshima a oggi:  chi e come ci porta alla catastrofe vedi

L’autore, giornalista e saggista è membro del Comitato No Guerra No Nato.
Con Zambon Editore ha pubblicato L’Arte della Guerra / Annali della strategia USA/NATO (1990-2016).
È stato direttore esecutivo per l’Italia della International Physicians for the Prevention of Nuclear War, associazione insignita nel 1985 del Premio Nobel per la Pace per aver «
fornito preziosi servigi all'umanità divulgando informazioni autorevoli e diffondendo la consapevolezza sulle catastrofiche conseguenze di un conflitto nucleare». 

Manlio Dinucci


venerdì 17 gennaio 2025

"Confluenza" - No alla servitù energetica...

 


Carissimi, siamo un gruppo torinese riunito sotto il nome del progetto CONFLUENZA, nato a gennaio 2024 dalla collaborazione di attivisti provenienti da Comitati spontanei a difesa del verde cittadino, da collettivi giovanili che si occupano di ecologia, da persone che partecipano alle lotte per la difesa dei territori dalla città alla Val Susa. L’obiettivo di Confluenza è costituire una rete effettiva a livello regionale, capace di accumulare forza per contrapporsi all’aggressione dei territori, utilizzando il media informativo Infoaut per sistematizzare, valorizzare e diffondere i saperi che provengono dalle lotte. 


Per questo volevamo invitarvi al primo convegno che si terrà a Livorno il 29/30 marzo 2025, per confrontarci insieme sul futuro dei nostri territori.

Sarà un'occasione di riflessione a livello nazionale sull'energia, ma non solo. Pensiamo sia un tema che ci aiuti a far emergere tante delle contraddizioni che stanno alla base della transizione ecologica, discorso ormai divenuto dominante e che vogliamo mettere al centro di una nostra critica.


ECCO IL LINK PER PARTECIPARE: https://www.infoaut.org/confluenza/no-alla-servitu-energetica-interrompiamo-la-speculazione-estrattivista-coloniale-e-militare-sui-nostri-territori 


No alla servitù energetica: interrompiamo la speculazione estrattivista, coloniale e militare sui nostri territori.

Miriam Venturino  - miriamventurino95@gmail.com 




giovedì 16 gennaio 2025

Sicurezza dei singoli Stati o sicurezza dell'umanità nel suo insieme?


Bozza:

Un suggerimento di due modi complementari per raggiungere un'eliminazione efficace, totale e irreversibile delle armi nucleari collegando la proibizione al non primo uso

Documento di lavoro presentato da 'Disarmasti Esigenti', partner di ICAN

1.        In seguito al nostro precedente Documento di lavoro presentato alla Seconda riunione degli Stati parti del TPNW (TPNW/MSP/2023/NGO/14), la questione sollevata nel sottotitolo è significativa poiché, nonostante alcuni notevoli successi del TPNW, dopo la sua adozione il 17/07/2017 e la sua entrata in vigore il 22/02/2021, nessuno degli Stati dotati di armi nucleari, né i loro alleati, ha finora aderito a questo trattato.

2.        In sintesi, in questo documento proponevamo di studiare due modifiche del TPNW in rapporto ad una strategia per arrivare dalla proibizione alla eliminazione delle armi nucleari: 1) includere nel testo del Trattato la proibizione delle armi nucleari, specificando “qualunque sia la loro potenza”;  2) prevedere, nell’articolo 4 del Trattato, una maggiore apertura e flessibilità nell’adesione, stabilendo una nuova categoria riconosciuta formalmente di Stati “affiancatori”, "collaboratori" (o altro termine similare).

Quindi qui ora proponiamo, dentro la stessa visione e approccio strategico del working paper citato, altri due modi specifici per raggiungere un'eliminazione efficace, totale e irreversibile delle armi nucleari.

2. Il primo modo, che potremmo definire Helsinki 2 in applicazione del principio della sicurezza comune

Alcuni Stati non-parte e membri della NATO (Germania, Paesi Bassi, Belgio e Norvegia) guardano con interesse al TPNW e sono persino pronti a collaborare su alcuni punti del Trattato, e in particolare sull'assistenza alle vittime e sulla riparazione dell'ambiente, ma si considerano incapaci di aderire al TPNW a causa delle "regole" della NATO di cui fanno parte (in particolare Germania, Paesi Bassi e Belgio che ospitano bombe nucleari degli USA sul loro suolo!)

D'altra parte, l'aggressione della Russia verso l'Ucraina, e indirettamente verso "l'Occidente", costituisce una delle ragioni principali per cui questi paesi rimangono nella NATO.

Ne consegue che l'unico modo per risolvere questa situazione sarebbe quello di cambiare radicalmente la natura del rapporto tra Occidente e Russia.

In breve: passare da una "cultura del nemico" (perdente-perdente) a una "cultura della cooperazione" (vincitore-vincitore).

Non si sta parlando di una utopia fantasiosa perché in un certo senso si tratterebbe di riprendere un dialogo tra NATO e Russia interrotto circa vent'anni fa".

Cosa dovremmo fare allora? Cercare di realizzare ora, in condizioni molto più difficili, ciò che non è stato fatto negli anni Novanta,  e forse era possibile fare quando il contesto geopolitico era molto più favorevole.

Vale a dire: aprire negoziati con la Russia, al tavolo dell’OCSE, sui "problemi di confine" basati sullo status delle popolazioni di origine russa nei paesi orientali, in particolare in Ucraina, Moldavia e nei tre paesi baltici, che costituiscono altrettante "bombe a orologeria", la prima delle quali è già esplosa in Ucraina. Ad esempio, in Estonia e Lettonia circa 1/3 della popolazione è di origine russa e più della metà di loro è priva di qualsiasi nazionalità!!

Tuttavia, riuscire a stabilire relazioni pacifiche e costruttive tra la Russia e il resto dell'Europa avrebbe anche un effetto positivo sul processo di disarmo nucleare, anche se, ovviamente, non sufficiente per un disarmo efficace e generale.

 

3. La seconda via sbloccata dalle dichiarazioni di non primo uso da parte di potenze nucleari

Per fare questo, tutti i 9 paesi in possesso di armi nucleari dovranno (anche con i loro alleati) “arrivare gradualmente a sedersi allo stesso tavolo delle trattative”, avendo compreso che il possesso di armi nucleari costituisce un rischio inaccettabile, prima di tutto per loro stessi.

Mentre spetta a questi stati prendere questa iniziativa, spetta anche a noi, società civile, aiutarli a raggiungere tale consapevolezza.

Quale degli stati dotati di armi nucleari potrebbe essere l'iniziatore di un simile processo? Si potrebbe pensare alla Cina, che, nonostante il suo regime totalitario, ha adottato un atteggiamento relativamente aperto nei confronti del processo che ha portato all'adozione del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari e che è l'unico stato dotato di armi nucleari ad aver completamente escluso dalla sua dottrina qualsiasi forma di "primo" attacco nucleare. Come primo passo, la Cina potrebbe proporre la creazione di un Gruppo di lavoro, composto da esperti dei 9 paesi dotati di armi nucleari (un WG9) con la missione specifica di formulare una "road map" realistica per un disarmo multilaterale coordinato, che fungerebbe da base per i negoziati tra i 9 stati dotati di armi nucleari e i loro alleati. Quindi l'adesione universale al TPNW, il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, non dovrebbe più incontrare ostacoli significativi.




mercoledì 15 gennaio 2025

I motivi della decadenza umana e ambientale...



Ritengo che l'andamento taoista che prevede un continuo rigonfiamento e successivo sgonfiamento della forza Yin (l'oscuro) e Yang (il chiaro) sia alla radice  e indicazione degli eventi  trascorsi, correnti e futuri. In periodica e successiva alternanza. Anche nella teoria induista vengono descritte delle ere (yuga) che vanno dalla totale illuminazione o consapevolezza dell'Uno sino ad un digradante oscuramento della coscienza unitaria. 

Secondo questa teoria attualmente viviamo nell'era più tenebrosa, quella di Kali.   Inevitabilmente le forze egoistiche dell'ignoranza prendono il sopravvento in ogni aspetto dell'esistenza e persino sul piano ambientale.  

Ed il primo segnale del degrado psichico e morale lo osserviamo oggi nel cambiamento nelle relazioni fra il maschile ed il femminile può essere considerato un termometro per misurare il decorso della malattia nella specie umana. Tale malattia prese origine con l’avvento dell’era oscura (Kali Yuga), che si fa risalire a circa 5000 anni fa. L’inizio di quest’era, che corrisponde al termine della guerra descritta nel Mahabharata, diede avvio ad un lento processo di decadenza che portò la società egualitaria e sacrale, fino allora vigente in quasi tutto il mondo conosciuto, a deteriorarsi sotto l’influsso sempre più pressante del patriarcato e del senso del possesso.

In Europa quello stesso periodo, definito  tardo neolitico, descritto con dovizia di particolari  dalla studiosa ed archeologa Marija  Gimbutas  si concluse con   l’affermarsi del potere maschile esercitato con la violenza e con la perdita della libertà femminile (tramite l’acquisto della donna a scopo riproduttivo, guerre di razzia, perpetuazione della patrilinearità, etc.). Contemporaneamente abbiamo notizia di simili eventi accaduti anche nell’antica civiltà cinese, ove prese il sopravvento il modello imperialista e controllativo del mondo femminile. Tale momento viene anche evocato nel Libro dei Mutamenti relativamente alla descrizione dell’esagramma “Il farsi Incontro” in cui si immagina il femminile che spontaneamente va incontro al maschile e di conseguenza se ne ricava un giudizio negativo (secondo il criterio patriarcale). Allo stesso tempo, nella lettura dei commenti, si evince che questo “farsi incontro” rappresentava il modo di funzionamento antecedente nella società. Tale mutazione nello stile dei rapporti intergenerici (uomo-donna) è stato considerato l’inizio dell’era dei conflitti (traduzione corretta del significato di Kali Yuga) e chiude la precedente era dell’incertezza (Dvapara Yuga).

Ora dobbiamo esaminare come gli antichi saggi accuratamente descrissero le caratteristiche dell’era corrente evocando una serie di avvenimenti e tendenze che sono facilmente riconoscibili in questo momento storico. E qui riporto alcune affermazioni storiche certificate, vecchie  di migliaia di anni.

“Trovandosi immersi nell’ignoranza, sicuri di sé, ritenendosi saggi, gli sciocchi si aggirano urtandosi a vicenda, come ciechi guidati da un cieco” (Mundaka Upanishad)

“Ora difatti è proprio l’età del ferro, né mai gli uomini cesseranno di soffrire il giorno, per le fatiche e le miserie, e la notte di struggersi per le gravi angosce che gli dei gli daranno. Né allora il padre sarà simile ai figli, né i figli al padre, né l’ospite sarà caro all’ospite, l’amico all’amico, il fratello al fratello come nel tempo passato. Essi avranno in dispregio i genitori, appena cominceranno ad invecchiare, li insulteranno con parole villane; né essi, ai genitori invecchiati, daranno il necessario per vivere, usando il diritto del più forte; infine saccheggeranno a vicenda le città. E allora non vi sarà più gratitudine per l’uomo giusto, ma piuttosto si terrà in onore l’uomo artefice di mali, la giustizia sarà nelle sue mani; il pudore non esisterà più. Il malvagio recherà danno all’uomo dabbene, agli uomini miseri sarà compagna la gelosia, amante del male dall’odioso aspetto… e non ci sarà più scampo dal male” (Esiodo, Opere e giorni).

Nel Linga Purana, antico testo Shivaita,  vengono descritti gli uomini del Kali Yuga come tormentati dall’invidia, irritabili, settari, indifferenti alle conseguenze dei loro atti. Sono minacciati da malattie, da fame, da paura e da terribili calamità naturali. I loro desideri sono mal orientati, la loro scienza è usata per fini malefici. Sono disonesti.
In questo tempo sono in declino i nobili e gli agricoltori mentre la classe servile pretende di governare e di condividere con i letterati il sapere, i pasti, le sedie e i letti. I capi di stato sono per lo più di infima origine. Sono dittatori e tiranni.

“Si uccidono i feti e gli eroi. Gli operai vogliono avere ruoli intellettuali. I ladri diventano Re, le donne virtuose sono rare. La promiscuità si diffonde. La terra non produce quasi nulla in certi posti e molto in altri. I potenti si appropriano dei beni pubblici e cessano di proteggere il popolo. Sapienti di bassa lega sono onorati e partecipano a persone indegne i pericolosi segreti delle scienze. I maestri si degradano vendendo il sapere. Molti trovano rifugio nella vita errante.

“Verso la fine dello yuga gli animali diventano violenti (perché sfruttati n.d.r.).  Gli uomini dabbene si ritirano dalla vita pubblica. Anche i sacramenti e la religione sono in vendita. I mercanti disonesti. Sempre più numerose le persone che mendicano o cercano lavoro. Quasi tutti usano un linguaggio volgare e che non tiene fede alla parola data. Individui preminenti senza moralità predicano agli altri la virtù. Regna la censura… Nelle città si formano associazioni criminali. L’acqua potabile mancherà, così pure la frutta. Gli uomini perderanno il senso dei valori. Avranno mali al ventre, ed  i capelli in disordine. Verso la fine dello yuga l’aspettativa di vita non andrà oltre l’adolescenza,. I ladri deruberanno i ladri. Molti diverranno letargici e intorpiditi, le malattie saranno contagiose. Topi, serpenti e insetti tormenteranno gli uomini. Uomini affamati e impauriti si troveranno nei pressi del fiume Kausichi. Alla fine di questa era un po’ ovunque nel mondo si diffonderanno i praticanti di riti sviati. Persone non qualificate si spacceranno da esperti. Gli uomini si uccideranno l’un l’altro e uccideranno i bambini, le donne e gli animali. I saggi saranno condannati a morte”.

Tuttavia, ancora secondo il Linga Purana, alcuni uomini potranno raggiungere in breve tempo la perfezione. In un certo senso il Kali Yuga è un periodo privilegiato. I primissimi uomini delle ere antecedenti, ancora prossimi al divino, erano saggi in una società di saggi. Ma gli ultimi uomini, questi del Kali-yuga, avvicinandosi all’annientamento, si avvicinano anche al principio in cui tutto ritorna alla sua fine. 

In mezzo alla decadenza morale, alle ingiustizie, alle guerre, ai conflitti sociali e alla persecuzione del femmineo, che caratterizzano la fine di questo yuga, il contatto con il divino, per via discendente, diviene più immediato.

In una società dove tutto è già perfetto, gli atti vengono compiuti automaticamente nel bene, mentre in una società degradata occorre discriminazione e coraggio.

Troviamo descrizioni di una tale fine di un’epoca persino in testi apocalittici giudeo-cristiani, compreso quello di S. Giovanni,  che evidentemente si ispirano alle stesse fonti antiche sopra menzionate.

In uno Shiva Purana, nel Rudra Samhita, di molto precedente l’epoca cristiana, viene detto: “La fine del mondo attuale sarà provocata da un fuoco sottomarino, nato da un’esplosione simile a quella di un vulcano, che consumerà l’acqua che i fiumi hanno riversato nell’oceano. L’acqua traboccherà dall’oceano e inonderà la terra. Il mondo intero sarà sommerso”.

Abbiamo visto che, tra i fenomeni caratteristici del Kali Yuga troviamo la comparsa di false religioni antropocentriche che allontanano l’uomo dal suo ruolo sulla Terra e servono di pretesto alle sue predazioni, ai suoi genocidi, e lo portano infine al suicidio collettivo. Le religioni della città prendono il sopravvento sulla religione della Natura, questo è l’inizio della decadenza, che   corrisponde all’affermarsi  delle religioni monoteiste. Si trattava di creare delle fedi illusorie che pervertissero la vera religione della Natura. Ad esempio la creazione di queste nuove religioni (o ideologie) è avvenuta in occidente prima come ebraismo e successivamente nelle sue trasformazioni: cristianesimo e islamismo.

Queste religioni, quali che siano stati il carattere e le intenzioni dei fondatori originari, sono diventate essenzialmente religioni “politiche”, a carattere speculativo. Hanno dato modo a un potere patriarcale centralizzato di imporre un elemento di controllo su   popolazioni diverse. Ovunque, queste religioni, pur parlando di amore, uguaglianza, carità, giustizia, sono invero pretesto e strumento per conquiste culturali e materiali. Il massacro delle popolazioni avvenuto e che tuttora avviene in varie parti del mondo in nome delle religioni e delle ideologie materialistiche, è un dato innegabile.

Se e quando l'ecologia profonda e la spiritualità della Natura riusciranno a trovare un  sincero modo espressivo nella nostra società, l’era oscura, e dei conflitti, potrà considerarsi conclusa.

Paolo D’Arpini - Rete Bioregionale Italiana



martedì 14 gennaio 2025

Ucraina. “Basta armi, serve la verità...”

 

(Foto di Free Assange Roma)

Durante il bilaterale a Palazzo Chigi del 9/1/2025 tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, alcuni pacifisti romani hanno esibito davanti al Colosseo uno striscione con la celebre frase di Julian Assange, “Se le guerre possono essere avviate dalle bugie, la pace può avere inizio con la verità”.

“La gente è stufa della guerra in Ucraina e anche delle bugie raccontate per avviarla e poi per sostenerla – è arrivata l’ora della verità,” ha dichiarato uno degli attivisti, Davide Dormino, lo scultore che ha realizzato il celebre gruppo bronzeo che raffigura Assange con Edward Snowden e Chelsea Manning, Anything to Say?  “Infatti, se non si ammette la verità – ossia, che la presenza NATO in Ucraina possa sembrare una minaccia per la sicurezza della Russia – allora non si accetterà mai di trattare per dissipare quella minaccia e non ci sarà mai la pace.”

A questo proposito, Meloni ha detto  a Zelensky che una pace giusta è semplicemente “quella sulla quale l’Ucraina è d’accordo” – allora basterebbe che l’Ucraina si dichiarasse d’accordo con la richiesta russa di non entrare nella NATO e di smantellare le installazioni NATO nel paese, e il conflitto terminerebbe subito.   “Basta armi, serve la verità” ha concluso Dormino.

“Il 9 gennaio, mentre Meloni conferiva con Zelensky, noi attivisti abbiamo voluto rievocare al Colosseo la figura di Julian Assange, anche per un secondo motivo,” ha aggiunto poi un altro degli attivisti, Salvatore Barbera, campaigner e fondatore di Latte Creative, agenzia per l’impatto sociale. “Il suo caso non è finito con la sua liberazione lo scorso giugno.  Per essere completamente libero, Julian ha bisogno di una grazia presidenziale da parte di Joe Biden – un gesto, poi, che contribuirebbe a smantellare l’anacronistico Espionage Act statunitense, ai sensi del quale Assange è stato ingiustamente incriminato. Il presidente statunitense non è potuto venire a Roma stasera, com’era previsto, ma, con il nostro striscione, vogliamo comunque chiedere alle autorità italiane di far presente, nelle loro comunicazioni con Washington, l’opportunità di una grazia per Assange – e anche per Snowden e Manning. Ciò aiuterebbe a proteggere in futuro tutti i giornalisti d’inchiesta.”

Patrick Boylan – autore del libro Free Assange e co-fondatore del gruppo Free Assange Italia