domenica 6 aprile 2025

"Esortazione a liberare l'Italia dalle mani dei barbari" di Niccolò Machiavelli

I barbari conquistano Costantinopoli

Exhortatio ad capessendam Italiam in libertatemque a barbaris vindicandam

Dopo aver considerato tutte le cose che ho trattato prima, e meditando tra me e me se oggi in Italia sono maturi i tempi per onorare un nuovo Principe e se ci sono le condizioni necessarie per dare a un uomo prudente e saggio l’occasione di introdurre un ordinamento nuovo, tale che desse onore a lui e benefici alla maggioranza dei suoi abitanti, mi pare che tanti elementi concorrano a favore di un Principe nuovo, e non so quale altro periodo di tempo potrebbe essere più favorevole di questo. E se, come dissi, era necessario per vedere le grandi doti di Mosè che il popolo d’Israele fosse schiavo in Egitto, per conoscere la grandezza dell’animo di Ciro che i Persiani fossero oppressi dai Medi, l’eccellenza di Teseo che gli Ateniesi fossero dispersi; così ora, per riconoscere la virtù di un Principe italiano, era necessario che l’Italia si riducesse nelle condizioni in cui si trova, e che essa fosse più schiava degli Ebrei, più serva dei Persiani e più dispersa degli Ateniesi; senza Principe, senza ordinamenti propri, sottomessa da armi straniere, depredata, impoverita, saccheggiata e percorsa da eserciti stranieri, e avesse sopportato ogni genere di distruzione.

MACHIAVELLI, PRINCIPE, CAP. 26; PAR. 1 (VERSIONE IN ITALIANO MODERNO)




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Commento di Giorgio Vitali: “QUANTO NEL TESTO VA RITENUTO UNA ESORTAZIONE A NOI IN SALVIFICA EREDITA’, VERSO LA PRESA DI COSCIENZA COLLETTIVA DELLA SITUAZIONE ATTUALE CONSISTENTE NEL PERPETUO RIPETERSI DI ODI E DIVISIONI FUTILI INDOTTE CON QUESTA MEDESIMA ARTE DA QUEI BARBARI TRAMITE I LORO VISCIDI TIRAPIEDI VILI PREZZOLATI SICARI CHE QUESTO MESSAGGIO DI LEGITTIMA ESORTAZIONE ALL’INDIPENDENZA CONSAPEVOLMENTE REALIZZATA POSSONO SOLAMENTE OCCULTARLO CON LA SANTIFICAZIONE MEDIATICA DELL’IGNORANZA, MA NON USARLO CONTRO DI NOI.

(RICORDARE PER ANALOGIA IL ‘ROSSORE’ DI MAZZINIANA MEMORIA).”

Energia elettrica anti-ecologica e anti-paesaggistica - Ovvero: come danneggiare l'ambiente con la scusa del "green"...

  


Stiamo stravolgendo il bene più prezioso del popolo italiano: il paesaggio e la natura, soprattutto delle regioni  centrali e meridionali. Interessi mafiosi, connivenze politiche locali, società di comodo di stranieri, personaggi “disinvolti”, ecc.

Tutti stanno “dandosi da fare” per distruggere quel poco di bello che è rimasto nel nostro Paese. Cime delle montagne e colline del Sud sono ormai preda di uno scempio senza fine attraverso antiestetiche torri eoliche le cui pale il più delle volte sono ferme a causa dell’assenza di vento e campi e campi di pannelli solari a terra, che spesso non sono nemmeno collegati al sistema distributivo. I pannelli solari vanno bene (in modo oculato) se installati su nuove abitazioni, lungo le autostrade in forma di barriere frangirumore, su capannoni industriali e simili impianti.

Già  da anni  diverse  associazioni, tra cui la Rete Bioregionale,   stanno denunciando, con dati scientifici, l’inutilità  e dannosità di tale scelta per la produzione di energia, definita "rinnovabile". Ciò soprattutto a causa del consumo enorme di risorse e conseguente inquinamento legato alla  produzione di pannelli solari e pale eoliche. Per costruire questi marchingegni serve una quantità di energia che spesso non viene nemmeno compensata dalla ricarica energetica, sia perché spesso gli impianti non sono nemmeno collegati alla rete e sia per la durata limitata del funzionamento. Lo smaltimento successivo, dopo pochi anni dall'installazione, comporta altro spreco energetico ed inquinamento.   Per non parlare dell'impatto paesaggistico, dell'inaridimento dei suoli e  conseguenti danni da dilavamento, dell'abbandono della produzione agricola  e abbandono dei territori.

Purtroppo  l’attuale Governo, anche sulla spinta delle politiche cosiddette "green" della UE,  sta facilitando all'inverosimile l'installazione di pannelli solari a terra e pale eoliche in zone dove spesso non tira neanche vento. Si assiste  così al fenomeno della “saturazione”, che sta causando lo stravolgimento dei connotati fisici e geografici del territorio.

A chi fa capo il business della falsa produzione "pulita"? Qual è il ruolo delle rinnovabili in Italia, trasformate in poco tempo da opportunità ad affare industriale? Il Centro ed il  Sud Italia è sempre più terra di conquista per le società energetiche, con mega e mini impianti che  stanno creando impatti significativi sul territorio mentre le infrastrutture energetiche (elettrodotti, centri di trattamento e stoccaggio, cavidotti, centrali di smistamento) e quelle di supporto (strade, cementificazione, ecc.) creano profitto per pochi ed impatti rilevanti per l’ambiente e le comunità locali.

Tutto ciò diventa  SERVITÙ ENERGETICA, nel disinteresse mediatico, al di fuori di ogni criterio di rispetto ambientale e in assenza di Piani paesistici regionali per scongiurare impatti ambientali in aree  sensibili dal punto di vista paesaggistico. In ultimo sono stati esentati i Comuni dal metter bocca sulle nuove  installazioni.

Dietro queste decisioni governative ci sarebbe la decisione (non dichiarata) di vendere l’energia in sovrappiù  prodotta nel nostro Paese ad altri Paesi della Comunità europea – considerato il fermo  delle centrali nucleari nella UE, nonché quelle a  gas a causa  dell'aumento dei costi d'importazione del combustibile (in seguito alle sanzioni  contro la Russia) ed il passaggio al fracking gas di produzione statunitense, molto più costoso e pericoloso (per l'obbligo di costruire rigassificatori e serbatoi in vicinanza dei porti d'attracco delle navi gasiere). Tutto causando il rialzo dei prezzi in  Europa.  Quindi  oggi il  nostro governo, in questo che è il Paese del sole",  spinge per il business delle rinnovabili italiane impestando il territorio di pannelli solari a terra e pale eoliche.

Così si compie LA TRASFIGURAZIONE FISICA E GEOGRAFICA DEL TERRITORIO.

Paolo D'Arpini - Rete Bioregionale Italiana


P.S. - Qui inserisco  nuovamente la nostra proposta per la produzione energetica locale in chiave bioregionale:   https://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2014/11/bioregionalismo-e-produzione-energetica.html



Commento di Max Bianco di European Consumers:
L'installazione di un eolico pesante e di pannelli solari a terra  ha danneggiato habitat prioritari. Trasformando in zone antropiche le aree naturali. Ha aumentato la penetrazione in zone forestali con aumento della deforestazione, anche  per tema degli incendi, e conseguente smottamento dei declivi. Ha favorito la deturpazione del paesaggio per non parlare delle innumerevoli infiltrazioni mafiose...

Integrazione di Salvatore La Malfa di Accademia Kronos:
L'installazione  dei pannelli solari e del microeolico andrebbe riservato ad alcuni ambiti urbani, per uso domestico.  Ma questa  idea, decentralizza la produzione e rende quasi inutili gli enormi, ultrapotenti, elettrodotti (pugno negli occhi dell'ambiente oltre che fonte di malattie) e toglie potere e SOLDI ai produttori/distributori di energia (leggasi Enel, Terna, ecc.).


venerdì 4 aprile 2025

Ronciglione. Connessione Pasquale a Villa Lina con Maria Sonia Baldoni...

 


Giardino dei Sensi e Miti di Villa Lina a Ronciglione VT

 
Un’esperienza di cinque giorni, dal 18 al 22 aprile 2025,  nella bellezza: da dedicare a benessere e biofilia, alla scoperta, alla sperimentazione, al confronto con la Sibilla delle Erbe, Maria Sonia Baldoni ed altri personaggi.

Un evento ad alta immersività, promosso dal Giardino dei Sensi e dei Miti di Villa Lina, durante il quale approfondire meraviglie del mondo vegetale e antiche tradizioni. Sarà un’occasione speciale per ampliare le proprie capacità conoscitive e percettive ed entrare in contatto con persone nuove e socializzare.

Per celebrare la Pasqua quale simbolo di unione con gli altri, di connessione con la Natura, intercultura tra i popoli, consapevolezza interiore e crescita personale.
Nella terra degli Etruschi, in uno dei luoghi più belli del mondo, una tenuta di 40 ettari antica quattro secoli nota per i suoi poetici Giardini.

Villa Lina, custodisce suggestioni raccontate con vari linguaggi da numerosi personaggi iconici del mondo della letteratura, dell’arte, del cinema, attualmente curato dalla scrittrice e filmaker Paola Igliori.

Visite, Laboratori, Conferenze, Danze, Musiche e tante altre attività, incentrate sulla connessione profonda con la Natura con uno sguardo all’intercultura tra i popoli.

Lo Staff di Villa Lina

Dolcezze bioregionali - Dal diario di bordo di Ferdinando Renzetti (rivisto e corretto)

 


giovedì 3 aprile 2025

"Ambiente o paesaggio?" - Convegno di Italia Nostra del 17 maggio 2025

“AMBIENTE O PAESAGGIO?” CRITERI PER L’INDIVIDUAZIONE DELLE AREE IDONEE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA RINNOVABILE.


La conferenza è organizzata da Italia Nostra e si svolgerà il giorno 17 Maggio 2025,  dalle 10 alle 13 a Bologna presso la sede della Croce Rossa, Bologna, in via del cane 9

Interverranno

Irene Priolo, assessora all’Ambiente, Programmazione territoriale, Mobilità e Trasporti, Infrastrutture della Regione Emilia Romagna

Borghi Gianluca assessore alla Sostenibilità Ambientale, Energetica ed alla Mobilità all’ambiente del Comune di Parma,

Davide Ferraresi, presidente regionale di Legambiente

Andrea Carlini, sezione Italia Nostra Valmarecchia e membro associazione Transizione Energetica Senza Speculazione (TESS)

Vincenzo delle Site, esperto di energia del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Barbara Lori, consigliera e precedente assessora all’Ambiente, Programmazione territoriale, Mobilità e Trasporti, Infrastrutture della Regione Emilia Romagna

Sauro Turroni socio di Italia Nostra ed esperto del paesaggio.

Un rinfresco sarà offerto ai partecipanti al termine del convegno.



mercoledì 2 aprile 2025

La Rete Bioregionale Italiana raccontata da Paolo D'Arpini

 

La Rete Bioregionale Italiana

La Rete Bioregionale Italiana è stata fondata ad Acquapendente (Viterbo) nella primavera del 1996 da un gruppo di persone e di associazioni che si riconoscono nel bioregionalismo e nell’ecologia profonda. Nel 2010 una parte dei fondatori si staccò dalla Rete sostanzialmente per una differenza di vedute sul criterio alimentare ma anche per altre ragioni prettamente ideologiche. La Rete bioregionale ha continuato ad esistere, operando attivamente in chiave anche biopolitica, sociale e spirituale, cercando di inserire nelle maglie delle società umana un sistema di vita basato sul concetto di ecologia profonda.
Per ottenere risultati concreti nei vari settori della pratica bioregionale dal 2010 abbiamo modificato la struttura operativa, non più nodi territoriali ma referenti tematici che portano avanti diversi argomenti per l’attuazione bioregionale. La propagazione dell’idea bioregionale avviene sia attraverso incontri periodici su specifici temi (ad esempio: agricoltura contadina, ecologia sociale, spiritualità della natura, economia ecologica, politiche territoriali e comunitarie, etc.) e attraverso un incontro collettivo bioregionale ecologista di coordinamento annuale che si tiene in corrispondenza del solstizio estivo, a rotazione, in vari luoghi d’Italia.
La divulgazione delle proposte e delle iniziative in corso avviene, essenzialmente su internet, per mezzo di un blog all’interno del sito ecologista di AAM Terra Nuova e attraverso un notiziario giornaliero denominato Il Giornaletto di Saul.

Esiste anche un notiziario cartaceo che esce una volta all’anno, in cui vengono riportati gli interventi più significativi, dal titolo Quaderni di vita bioregionale. Inoltre negli ultimi anni sono stati editi due libri: Riciclaggio della Memoria – Appunti, tracce e storie di Ecologia Profonda, Bioregionalismo e Spiritualità Laica e Treia: storie di vita bioregionale.
Ma qui, per un chiarimento, vorrei inserire una serie di…

 

Domande e risposte sulla pratica bioregionale

 

D- Chi può definirsi bioregionalista?

R- Questo termine non denota una appartenenza etnica bensì la capacità di rapportarsi con il luogo in cui si risiede considerandolo come la propria casa, come una espansione di sé. La definizione diviene appropriata nel momento in cui si vive in sintonia con il territorio e con gli elementi vitali che lo compongono.
Infatti chiunque può essere bioregionalista indipendentemente dalla provenienza di origine se segue la pratica dell’ecologia profonda, del vivere cercando di essere in sintonia il più possibile col mondo che lo circonda, in un modo in cui, pur sentendosi liberi di manifestare se stessi nelle proprie caratteristiche peculiari, non si ha bisogno di provocare danni all’ambiente od alla società in funzione di un personale esclusivo vantaggio. E’ molto importante che, anche nei rapporti con gli altri esseri, si tenga sempre presente questo “spirito”. L’ecologia può definirsi “profonda”, quando diventa una pratica costante della vita, come un sottofondo profumato, e non viene dimenticata mai, per ritornare alla superficialità, alla falsità, al consumismo, al….

D- Come si definiscono le bioregioni e i loro confini? L’Italia quante ne ha?

R- Le bioregioni possono essere molto piccole, ad esempio una valle (come la valle del Treja), una montagna isolata (il Soratte), un’insenatura, etc. oppure abbastanza grandi da comprendere più regioni politiche. La bioregione non ha confini precisi ma tende ad allargarsi o restringersi se vengono esaminati aspetti specifici. Vedi anche della Rete Bioregionale Italiana: La terrra racconta; Il bioregionalismo e l’arte di disegnare le mappe locali.

D- In Italia il bioregionalismo non ha ancora avuto grande diffusione. Ha tuttavia suscitato un certo interesse in settori del movimento anarchico e pensatori anticonformisti. Perché?

R- Ogni “visione” che richiede un cambiamento di vita e non la semplice adesione ideologica è di difficile attuazione, in quanto presuppone una radicale modifica nel proprio stile esistenziale e nell’approccio generale verso l’habitat, gli animali ed il resto del genere umano. Poi c’è la superficialità di chi ritiene che il bioregionalismo sia semplicemente un movimento teoretico. Cosa che assolutamente non è poiché il bioregionalismo è una pratica di vita che tende ad unire, sia in chiave di società umana che di ambiente….

D. Come si prendono decisioni all’interno della Rete, come un qualsiasi altro movimento? O è semplicemente una comunione di intenti?

R. La Rete Bioregionale Italiana non è un movimento compatto, esistono varie realtà che si occupano di bioregionalismo e di ecologia profonda. Alcune realtà sono più che altro divulgative ed operano attraverso l’editoria di settore. I referenti tematici della Rete si occupano essenzialmente degli aspetti pratici e del vivere in prima persona l’esperienza bioregionale e dell’ecologia profonda. La Rete Bioregionale Italiana è l’incontro di varie realtà, anche disgiunte, poiché il sistema “rete” consente sia la libertà di azione locale che il perseguimento di fini comuni, collegati e coniugati ai diversi territori e alle tematiche bioregionali, e sia nuovi modi di sperimentazione e di ricerca sul campo. L’adesione al Movimento/Rete avviene per semplice condivisione dello stile di vita e delle tematiche, lasciando ad ognuno la propria libertà di occuparsi degli argomenti che di volta in volta emergono, per dare risposte necessarie contingenziali ai problemi e per proporre iniziative che possano aiutare le comunità.

D- Che collegamento c’è tra la Rete Bioregionale ed altri movimenti simili in Italia?

R- Siccome il bioregionalismo e l’ecologia profonda si praticano “attraverso il vivere” ci si coniuga idealmente con qualsiasi altro movimento che si definisce ecologista e persegue fini comuni, come la Decrescita FeliceCIR, il vivere comunitario negli ecovillaggi e in comunità spirituali, etc. Ed anche se non esistono veri e propri legami strutturali si condividono iniziative e si cerca di dialogare, collaborare ed informare… e questa operazione viene fatta ad ampio raggio, come una semina a spaglio o una raccolta di erbe selvatiche cresciute spontaneamente e poi riconosciute lungo il cammino.

D- Qual è il collegamento tra bioregionalismo ed ecologia sociale, quali sono le differenze?

R. Non esistono differenze se nell’ecologia sociale si tiene conto delle valenze bioregionali e dell’ecologia profonda. Vedi questo post.

D- Come spiegare ad un bambino di 6 anni cosa significa essere bioregionalista?

R- Si è bioregionalisti nel momento in cui si comprende e si vive sapendo che tutto ciò che ci circonda è noi stessi.

 

Conclusioni

 

Il pensiero bioregionale, in verità, è presente nella comunità umana dai tempi più remoti, si chiama “Naturalismo” ed è stato il sottofondo di tutte le culture matristiche, del taoismo, delle religioni antiche, etc. Mi piace concludere con una riposta di Ramana Maharshi, molto prima che venisse coniato il termine “bioregionalismo“, alla domanda “come dovrebbe comportarsi l’uomo in una società ideale?”

 

“Una società è l’organismo;
i suoi membri costituenti sono gli arti
che svolgono le sue funzioni.
Un membro prospera quando
è leale nel servizio alla società
come un organo ben coordinato funziona nell’organismo.
Mentre sta fedelmente
servendo la comunità,
in pensieri, parole ed opere,
un membro di essa
dovrebbe promuoverne la causa
presso gli altri membri della comunità,
rendendoli coscienti ed inducendoli
ad essere fedeli alla società,
come forma di progresso per quest’ultima”

 

Paolo D’Arpini
Referente della Rete Bioregionale Italiana
E mail bioregionalismo.treia@gmail.com




Fonte: https://viverealtrimenti.com/la-rete-bioregionale-italiana/

lunedì 31 marzo 2025

Pescara. L'ultima spiaggia... tra asfalto e cemento

 


Una foto della duna pescarese oggi trasformata in riviera giardino dell'asfalto e del cemento con centinaia di palme del Nilo che poverine,  piantate in fila come soldatini di piombo, non fanno ombra non attraggono insetti e uccelli non fanno da cortina frangi vento e sono pure molto costose, questo il frutto della laboriosità dei solerti amministratori locali... 

 
Ferdinando sulla spiaggia: 


 
...il mio solo compagno è il silenzio poi il vento, la pioggia, il mare e la sabbia, sul mio corpo, morbida e intensa. Nel frattempo mentre prendo il sole, in mare a poche decine di metri dalla riva, decine di barche pescherecci turbosoffianti con un rombo assordante aspirano, distruggendo tutta la vita dai fondali sottomarini. Nei paraggi la motonave della guardia costiera controlla se tutto il lavoro di distruzione viene svolto con perizia e precisione. Contemporaneamente sulla spiaggia con rumori ancora più forti alcuni trattori spianano le dune strappando tutta la vegetazione dunale e le giovani piantine. Non contenti con trattori ancora più piccoli setacciano tutta la sabbia togliendone tutti i semi e impoverendola di tutta l’energia vitale. 

Ecco ora un mare completamente sterile e una duna appiattita e smunta. Questo lavoro viene ripetuto con determinazione più volte con cura e pazienza. Dall’alto un aereo passa col suo rumore lasciando la sua scia bianca in sintonia come se ci fosse un segreto ritmo o patto con i trattori e pescherecci del mare e della sabbia come un dialogo riflesso. a volte le parole scivolano senza lasciare traccia sul nostro essere assente come flusso indistinto di un linguaggio continuamente frammentato e continuamente ricomposto anche visionario in uno sfasamento sincronico unidirezionale, pensando questo e altro passeggiando distratto sulla spiaggia ferdinando vede una ragazza che prende il sole sul bagnasciuga con le trecce il costume bianco e gli occhialini rotondi. inizia a girarle intorno raccogliendo legnetti che le stanno nei paraggi. Quando lei si alza lui le dice: grazie dei legnetti! perche ho fatto qualcosa? come ti chiami? spirituale! ah ecco perche! perche cosa? ecco perché i legnetti si stavano allontanando, quando lo spirito abbonda la materia scappa! vorrai dire quando la materia abbonda lo spirito scappa? lo aveva corretto spirituale. preferisco quando la materia abbonda lo spirito balla! ecco ho raccolto questi legnetti per farne una specie di scultura volatile e leggera che mi pare si chiami scacciapensieri che si muovono al minimo alito di vento. 

I legnetti producono suoni muti e silenziosi. lo metterò nell’orto! nel frattempo arriva amore amica di spirituale e ascoltando il discorso. timidamente ferdinando chiede: posso chiedervi un favore? di che si tratta! rispondono incuriosite le ragazze. ora vi leggo quel che ho scritto stamane: mi giro e mi rigiro la pizza come mi pare, in verità so ancora poco qual’è il mio trip, aspetto di sentirmelo dire, mi sento poco rivoluzionario, da tempo seguo l’estetica della relovetion al posto della revolution. attraverso le azioni della gioia cerco quel che si chiama il punto dell’acqua il centro armonico l’incontro tra le diverse tendenze, anime presse e perplesse nell’accellerazione della memoria come un tocco immaginario respiro sguardo movimento gesto, più in grande lo spirito vitale. 

Bell’inizio sai che non ci avevo mai pensato alla parola relovetion - rinnamoramento, ritorno all’amore, benvenuta relovetion addio revolution. reinnamoriamoci dell’essere. Voglio scrivere su una maglietta che porterò con me relovetion.
 
 
In tutti questi anni dalla adolescenza fino a oggi lo sviluppo del cosmo rurale è stato multipolare e radiocentrico.  tomoli di terreno lasciati incolti da epoca immemorabile sono stati dissodati resi giardini del cemento dell’asfalto e della plastica dalla corta zappa del laborioso trattore figlio del progresso. 

Terre brulle e sassose ormai non sono più desolate lande, ora vi si trovano palazzi e costruzioni strade rotonde superstrade marciapiedi supermercati centraline lampioni fili elettrici treni ferrovie. ci si sente rallegrare l’animo alla vista di quanto si è fatto in tutti questi anni. quali e quante fatiche quali e quanti sacrifici sono costati al povero e disperato lavoratore della terra: perdita della proprietà impoverimento della biodiversità, abbassamento della falda acquifera, inquinamento da idrocarburi e pesticidi; perdita della coscienza di classe, dell’appartenenza e dell’identità sociale.
 
Oggi dopo quasi una settimana di burrasca e piogge intense sono tornato al mare, un bel sole caldo e luminoso, la sabbia ancora umida, sulla spiaggia dopo la grande mareggiata, un intero alfabeto marino lineare continuo aleatorio frammentato sparso e disperso. Il fiume ha portato forme contorte alberi tronchi rami radici salici e canne tante canne. Ho pensato subito a quante capanne si potrebbero realizzare con tutto questo materiale organico. 

 


Ferdinando Renzetti

P.S. - Ho raccolto alcune canne e ho costruito tubular bells di diverse forme e grandezze...