sabato 31 maggio 2025

La Rivoluzione Nonviolenta. Principi e Metodi...

 


Una rivoluzione nonviolenta si fonda sull'analisi dei rapporti di forza e sul ritiro del consenso popolare. Sharp cataloga 198 metodi di lotta nonviolenta (protesta, non cooperazione, intervento) e ne sottolinea la necessità strategica: identificare le fonti del potere avversario, pianificare le azioni, mantenere la disciplina nonviolenta e prepararsi alla repressione, trasformandola in vantaggio. Navarra, nel solco di Cassola e L'Abate, enfatizza l'antimilitarismo radicale, l'obiezione alle spese militari e la difesa civile nonviolenta, connettendo le lotte per la pace, la giustizia sociale e climatica.

Strategia e Momento Insurrezionale
La rivoluzione nonviolenta è un processo strategico che prevede: analisi del contesto, mobilitazione, diversificazione delle azioni (ritiro del consenso, proteste, creazione di alternative), disciplina e pressione sui sostenitori esterni del regime. L'obiettivo è un cambiamento radicale e duraturo.

Il testo introduce la pertinenza di Lenin e Gramsci. Per Lenin, la "situazione rivoluzionaria" emerge da crisi "dall'alto" (incapacità del potere) e "dal basso" (volontà delle masse), con la mobilitazione e la guida di un "partito" (o movimento organizzato nonviolento). Gramsci, con la "guerra di posizione", evidenzia la necessità di erodere l'egemonia culturale del potere, costruendo un "blocco storico" alternativo nella società civile, tramite "intellettuali organici". La nonviolenza è per natura una "guerra di posizione", mirata a delegittimare il potere e costruire consenso.

Un momento insurrezionale nonviolento può essere il culmine dell'azione di massa, con l'assedio fisico e simbolico dei palazzi del potere. Questo paralizza il regime, lo delegittima, esercita pressione psicologica e crea una nuova sovranità popolare. Tuttavia, è cruciale valutare il "momento giusto": l'azione è efficace solo se il potere è già indebolito e diviso ("crisi dall'alto"). Il rischio di un "assalto" prematuro, come Piazza Tienanmen, dimostra la necessità di una lucida analisi delle condizioni oggettive. 

La saggezza strategica della nonviolenza impone di agire quando la forza del numero e della determinazione pacifica trova un terreno fertile per il successo.



Il saggio in costruzione esamina la rivoluzione nonviolenta, integrando le visioni di Gene Sharp e Alfonso Navarra, con spunti da Lenin e Gramsci, secondo le indicazioni di Alberto L'Abate e Carlo Cassola.

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