venerdì 20 aprile 2018

Biodiversità nell'antichità - La nascita dei primi uccelli

Immagine correlata

Un uccello piccolissimo, appena nato, vissuto 120 milioni di anni fa, riporta in auge un argomento scientifico mai risolto: l’origine degli uccelli. Si sa che derivano dai rettili, ma quando e come si è avuta la differenziazione dai dinosauri è ancora oggetto di dibattito. 

Il fossile ritrovato è attribuibile a un gruppo di uccelli preistorici chiamato Enantiornithes. È uno scheletro quasi completo su cui i ricercatori si sono concentrati affidandosi alle tecnologie più avanzate: i sincrotoni. 

La nuova scoperta Fabien Knoll, dell’Università di Manchester, in Gran Bretagna, ha visitato i centri di Francia, Inghilterra e Stati Uniti, ed è riuscito a “fotografare” strutture scheletriche peculiari che giustificano il cambio di rotta evolutivo subito da una parte di rettili del mesozoico. Gli Enantiornithes sono scomparsi senza lasciare tracce di sé, ma testimoniano i numerosi tentativi effettuati per trovare la strada giusta che ha portato ai volatili moderni. 

L’animale analizzato possedeva ancora uno scheletro cartilagineo, ma induce a pensare che non potesse ancora volare e dipendesse dai genitori. Si sa, infatti, che è proprio con gli uccelli che la cura parentale prende piede, predisponendo all’affettività tipica della classe più evoluta, quella dei mammiferi. 

«È una scoperta importante – dice Luis Chiappe, del Museo di Storia Naturale di Los Angeles, in Usa -. e testimonia il fatto che certe conquiste evolutive sono in grado di resistere per più di cento milioni di anni». 

Da dove arrivano gli uccelli? Da un particolare gruppo di dinosauri saurischi (uno dei due grandi ordini di dinosauri, l’altro è quello degli ornitischi), i teropodi. Risalgono a più di 230 milioni di anni fa. Il riferimento è ai dromaeosauridae, famiglia fra le più evolute dei teropodi. Dove si assiste a un progressivo ridimensionamento delle taglie. 

Sono, di fatto, i dinosauri più piccoli apparsi sul pianeta. E sono anche i più veloci. Rappresentanti di questa categoria sono, per esempio, i Velociraptor mongoliensis, con fattezze diverse dai classici rettili; un cranio simile a quello di un coyote e un cervello delle dimensioni di un piccione. Arrivano poi il Caudipterix, animali analoghi agli uccelli ma incapaci di volare, e l’emblema del passaggio fra dinosauri e volatili: l’Archaeopteryx; quasi certamente il primo animale a spiccare il volo. 

Le ricerche condotte da Dennis Voeten della European Synchrotron Radiation Facility (ESRF), hanno evidenziato per la prima volta strette similitudini fra l’apparato alare degli uccelli moderni e quello dell’Archaeopteryx; pur non trovando corrispondenza nei muscoli delle spalle, provano che anch’essi erano in grado di volare. Il riferimento più vicino alle specie attuali è il fagiano. 

E dopo l’Archaeopteryx? Si arriva a un gruppo di uccelli veri e propri, ma ormai estinti: gli Euornithes. Significa non a caso “veri uccelli”. Il riferimento è agli antenati degli avialae, ramo evolutivo che ha portato a tutte le forme ornitologiche moderne. Il Gargantuavis philoinos visse 72 milioni di anni fa. Raggiungeva i 150 chili di peso ed era più alto di uno struzzo. I resti sono stati trovati nella Francia meridionale, con femori di quindici centimetri di diametro. 

Dagli Euornithes si passa agli Ornithurae; con caratteristiche rapportabili agli uccelli moderni; la coda breve li allontanò definitivamente da quella tipicamente allungata dell’Archaeopterix. I Neornithes, infine, gli uccelli moderni, compaiono dieci milioni di anni fa. Il genere Gallornis potrebbe rappresentare l’antenato comune delle forme odierne. Da qui si è giunti alla grande eterogeneità degli uccelli che oggi sorvolano i cieli, divisi in 239 famiglie raggruppate in 40 ordini.

Gianluca Grossi

Risultati immagini per Enantiornithes vedi

 Fonte: RIVISTANATURA.COM 

Nessun commento:

Posta un commento