I rappresentanti dei comitati dei cittadini di tutta la regione Marche coinvolti dal progetto del passaggio dell'elettrodotto aereo ad altissima tensione Fano-Teramo sono stati ascoltati in audizione lo scorso 3 ottobre 2013 dalla Commissione Ambiente regionale presieduta da Enzo Giancarli.
Nella audizione, che fa seguito all'incontro del 15 maggio con la Commissione e al comunicato del 9 luglio con il quale il Presidente Spacca annunciava lo stop all'elettrodotto, i Comitati hanno nuovamente chiesto di dare concretamente seguito a quanto annunciato, mediante la revoca o l'annullamento degli effetti della Delibera n.689/2007, istitutiva del corridoio ottimale dell'opera. I cittadini si attendono quindi che alle parole seguano fatti e comunicano che stanno organizzando iniziative nei comuni interessati dall'ipotizzato tracciato per fare il punto sulla situazione e, se necessario, avviare le azioni volte alla tutela dei propri diritti.
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INTERVENTO
DEL 3 OTTOBRE 2013 PRESSO LA COMMISSIONE AMBIENTE DELLA REGIONE
MARCHE DEL COORDINAMENTO DEI COMITATI DI CITTADINI COINVOLTI DAL
PROGETTO DELL’ELETTRODOTTO
FANO-‐TERAMO
380.000 V (DGR689/2007)
Gentile
Presidente,
ringraziamo
Lei e gli altri membri della Commissione per questo nuovo incontro.
Avremmo
preferito che non ce ne fosse stato bisogno e che, dopo l’uscita
del comunicato della Regione del 9 luglio 2013, dal titolo ‘Si
chiude con un no della giunta regionale il procedimento per la
realizzazione dell’elettrodotto Fano-Teramo’,
fosse arrivato il momento di una reale riflessione critica sul
progetto e della adozione di misure concrete in merito.
Ad
oggi, non ci risulta invece che sia avvenuta la revoca da parte
della Giunta Regionale della Delibera n.689/2007 che
dell’elettrodotto istituisce il corridoio ottimale, revoca che
rappresenta l’unico atto CONCRETO per sancire la chiusura del
procedimento in atto, non comunque pregiudizievole di una eventuale
successiva riapertura di un nuovo iter procedurale .
Non
intendiamo ritornare estesamente sui temi, riportati nel nostro
precedente documento letto e distribuito a membri di questa
Commissione il 15 maggio, alla base della nostra richiesta di
rivedere completamente il progetto, verificando la sua effettiva
necessità, i suoi reali scopi, gli effetti devastanti sul
territorio, in termini di potenziali rischi per la salute e danni
certi per le proprietà e le attività legate ai territori coinvolti
dal passaggio dell’opera.
Facciamo
qui presente solo che permane a tutt’oggi il continuo calo dei
consumi di energia elettrica (nei primi otto mesi del 2013 vi è una
flessione del 3,8% rispetto al corrispondente periodo del 2012) e
che essi sono ritornati ai livelli di dieci anni fa. Tale
perdurante crisi, unita alla inimmaginabile evoluzione sia delle
tecnologie che delle fonti di produzione, sta modificando in maniera
altrettanto rapida e sostanziale i mercati dell’energia e gli
scenari futuri.
Ribadiamo
che, in un simile contesto, la Delibera n.689, relativa a un
progetto formulato nei primi anni del 2000, che prevede l’utilizzo
della medesima tecnologia utilizzata per il primo elettrodotto del
1891 e per il quale la stessa società proponente non indica più
l’anno di esecuzione nel suo Piano di Sviluppo, è priva di
giustificazione e contravviene al principio di celerità del
procedimento amministrativo.
Questo
stato di cose costituisce una spada di Damocle sui cittadini
coinvolti. Questi, già ora, continuano a subìre i danni
derivanti dal blocco delle compravendite di terreni e fabbricati,
degli investimenti nelle attività, degli interventi sugli immobili,
nonostante il fatto che gran parte delle aree interessate siano di
notevole interesse turistico e paesaggistico, in molti casi ad alta
attrattività anche per investitori stranieri.
E’
altresì evidente che tale stato di cose non riguarda solo i
cittadini direttamente interessati, ma si ripercuote sui territori
nel loro complesso, che ne hanno sempre maggiore consapevolezza.
Abbiamo
infatti constatato con piacere che, nella raccolta dei pareri sul
progetto dei Comuni coinvolti, effettuata dall’ANCI su richiesta
del Presidente Giancarli dopo l’incontro del 16 maggio, molte
amministrazioni comunali, in aggiunta a quelle che si erano già
espresse in tal senso, hanno formalmente manifestato e motivato la
loro posizione nettamente contraria all’opera.
Ricordiamo
anche sinteticamente che la delibera è stata adottata senza
garantire il diritto di informazione e di effettiva partecipazione
dei soggetti interessati, senza tener conto del principio di
precauzione, senza la previsione di un congruo indennizzo ai danni
dei terzi privati coinvolti.
In
proposito, la sentenza della Corte Costituzionale n.93 2013, in
merito al procedimento che ha interessato la legge regionale 3/2012,
ha espressamente richiamato la direttiva comunitaria 2011/92/UE i
suoi principi come normativa di riferimento e vincolante per gli
Stati membri.
Quindi
siamo a chiedere ancora una volta che questa Commissione si adoperi
affinchè la Delibera n.689/2007 venga revocata, sia in
applicazione del principio, comunitario e nazionale, della celerità
e della certezza dei tempi nel procedimento amministrativo, sia in
quanto carente, dal punto di vista procedurale e sostanziale, dei
requisiti previsti dalla normativa europea e vincolanti per gli Stati
membri.
In
caso contrario, i cittadini, che stanno già organizzando iniziative
pubbliche sulla questione, saranno costretti loro malgrado, dopo
aver già operato in via stragiudiziale con l’invito ad agire in
autotutela, all’avvio di azioni giudiziali nelle sedi competenti
per far valere i loro diritti.
Ancona, 3 ottobre 2013.
Comitato
Territorio Sostenibile (AN)
Comitato
Territorio Attivo (PU)
Comitato
S'Amico Morro d'Alba (AN)
Comitato
per la Salvaguardia di Belforte (MC)
Comitato
Alta Val Fiastrella (MC)
Comitato
i Lupi dei Sibillini (MC)
Comitato
Intercomunale Territorio Attivo Provincia di Macerata (MC)
Comitato
Alta Val Tenna (FM e AP)
Comitato
No Ele.Fan.Te - San Ginesio (MC)
Comitato
spontaneo Cingoli (MC)
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