giovedì 27 marzo 2014

Ecologia profonda e bioregionalismo contro omologazione sociale e cancellazione della biodiversità


Vorrei dire la mia...

Il celebre scrittore e filosofo Ivan Illich , affermava che la crisi non va solamente intesa nel suo significato comune , ma può anche indicare: "l'attimo della scelta, quel momento meraviglioso in cui la gente all'improvviso si rende conto delle gabbie nelle quali si è rinchiusa e della possibilità di vivere in maniera diversa".

Difatti lo stesso termine "crisi ", nella sua origine greca significa "decisione".

Inoltre Illich disse: "Ed è questa la crisi, nel senso appunto di scelta, di fronte alla quale si trova oggi il mondo intero".

Queste parole, scritte dal filosofo austriaco nel 1978, sono più che mai attuali.

Difatti il mondo intero è oggi come non mai in crisi: crisi economica, politica,  sociale, culturale, etica, ambientale e spirituale.

Il modello di sviluppo economico moderno, le vecchie narrazioni ideologiche e post-ideologiche, la pretesa di uniformare e rimodellare esseri umani e ambiente tramite la distruzione delle diversità e delle biodiversità, l'illusione di un mondo basato solamente sulle "certezze" garantite dalla scienza e dalla tecnica, tutto ciò è fallito .

Quello che serve ora è la creazione di un nuovo paradigma.

Un nuovo paradigma che metta al centro prima di tutto l'individuo e le sue potenzialità, la sua aspirazione a una vita felice, sicura e libera, senza la pretesa di volerlo omologato a un modello sociale, politico o  ideologico prestabilito .

Tutto il Novecento è stato dominato dalla pretesa di uniformare gli esseri umani, di distruggerne le diversità e farne dei cloni, degli "automi" indispensabili per lo stato (come nel caso dei totalitarismi fascisti e comunisti) o per il mercato (come è il caso della società di consumo).

Sempre di più , gli individui sono stati costretti a delegare le proprie responsabilità e in fin dei conti libertà, a strutture impersonali di potere, come inizialmente gli stati/nazione, in seguito sempre più spesso le grandi imprese multinazionali, le organizzazioni sovranazionali (ONU, WTO, FMI, ecc.), le banche e tutti quei gruppi di potere che guidano l'attuale globalizzazione, che non è altro che la logica conseguenza del processo totalizzante di spersonalizzazione e omologazione degli individui, e per giunta della stessa umanità.

Questo modello è andato definitivamente in crisi, anche se persistano ancora molte resistenze al cambiamento ,  che seguono  schemi ormai obsoleti , perlopiù incentrati su visioni ideologiche otto/novecentesche (il grande sogno capitalista o socialista, quello globalista, ecc.).

Organizzazioni  impersonali gigantesche come l'ONU, l'Fmi, la Banca Mondiale, la NATO e la stessa Unione Europea hanno ben poca ragione di esistere, in quanto lontani dai veri bisogni degli individui e fondate sul mantenimento di enormi privilegi per i propri funzionari, oltre che su un'enorme corruzione.

Anche il sogno globalista è fallito ormai, così come quello nazionalista suo predecessore.

Entrambi i sostenitori di queste ideologie volevano un mondo basato sulla centralizzazione,  mondiale per gli uni e nazionale per gli altri, e l'omologazione dell'individuo a ciò.

Con questa crisi si è arrivati a un definitivo bivio: o continuare a seguire ciecamente questo  sistema o  aspirare a superarlo, cambiando  le carte in tavola.

Ci sono tante teorie che prospettano la rottura con l'attuale e disfunzionale paradigma e sostengono un decisivo cambiamento.

Ad esempio secondo l'economista e filosofo Serge Latouche, bisogna abbandonare gradualmente  il modello di sviluppo economico attuale basato sull'illusione della crescita economica illimitata, mettendo in discussione la stessa odierna globalizzazione che si basa su di esso.

L'obbiettivo è quello di costruire una democrazia reale e diretta , fondata per quanto possibile sull'autogestione e l'autodeterminazione di individui e comunità, che per funzionare non ha bisogno di "moloch burocratici" nazionali e tanto meno globali,  e che per questo sia più vicina a bisogni e interessi degli individui.

Inoltre imprescindibile per il cambiamento che porterà a un nuovo paradigma, sarà la rottura con l'egemonia della tecnica e dell'economia su ogni aspetto della vita, con la riscoperta e la valorizzazione di valori ecologici, umanistici, artistici, spirituali....


Salvatore Santoru


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