lunedì 28 dicembre 2015

Intervista a Mario Pompei, Direttore Generale ARPA Marche


264-15 - ARPA Marche: quali prospettive
Mario Pompei, Direttore generale ARPAM


Mario Pompei,  Direttore generale di ARPA Marche. Laureato in Ingegneria Civile, presso l’Università di Ancona, lavora dapprima con due Aziende emiliane nel settore privato gestendo nel ruolo di Dirigente aziendale realizzazioni di grandi opere pubbliche e di infrastrutture di grande comunicazione. Nel ruolo di Dirigente pubblico gestisce la ricostruzione post-sisma Marche/Umbria del 1997 e nel 2004 passa definitivamente alla Regione Marche ricoprendo gli incarichi di Dirigente nei settori delle opere pubbliche, della prevenzione del rischio sismico, delle infrastrutture, dei trasporti, dell’energia e della difesa della costa. È nominato Direttore Generale di ARPA Marche nell’ottobre 2014, riconfermato, dalla nuova Giunta regionale, alla guida dell’Agenzia per il prossimo triennio.

marchio arpa marche


Quali sono i principali obiettivi che si prefigge di raggiungere durante il suo mandato di direttore generale di ARPA?
Devo innanzitutto evidenziare che, in realtà, ricopro questo incarico già a decorrere dal 1.10.2014, da quando mi è stato conferito dalla Regione Marche a seguito della cessazione del mio predecessore. In questa occasione, la riconferma delle funzioni affidatemi, che mi onoro di continuare a svolgere, rappresenta certamente una sfida impegnativa, sia per la prolungata dimensione temporale dell’incarico, che giustamente costringe ad una visione più lungimirante e progettuale delle azioni da concretizzare, sia per la particolare congiuntura nel cui contesto ci si trova ad operare.

L’anno trascorso è stato senz’altro un anno difficile per la situazione di crisi socio-economica che ha continuato ad investire molti paesi, tra cui l’Italia, e che ha naturalmente pesato anche sulle scelte di gestione di ARPAM e sull’organizzazione delle attività e del lavoro. Nonostante ciò l’ARPAM è riuscita ad ottenere risultati d’eccellenza resi possibili sia per la professionalità e l’impegno del personale e dei dirigenti dell’Agenzia, sia per la proficua e costante collaborazione con la Regione Marche, le Provincie, i Comuni, con le varie articolazioni organizzative del Sistema Sanitario Regionale, con le Forze di Polizia ed il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

Vedo quindi il futuro che ci attende come un periodo carico di impegni e sollecitazioni da affrontare e risolvere con la collaborazione di cittadini, comunità locali, associazioni di categoria e rappresentanze delle imprese e con l’ampliamento della sinergia con la Regione Marche e gli altri enti pubblici.
In questa fase congiunturale, in cui il Paese e in particolare la nostra comunità chiedono fortemente di razionalizzare e ottimizzare la spesa, occorre rafforzare l’impegno per la riduzione dei costi continuando a garantire eccellenza nei risultati e innovazioni organizzative.


operatori arpa marche

Nella consapevolezza che l’obiettivo generale dell’Agenzia è favorire la sostenibilità delle attività umane che influiscono sull’ambiente, sulla salute, sul territorio, sia attraverso i controlli previsti dalle norme, sia attraverso progetti, attività di prevenzione e di comunicazione ambientale, intendo quindi far sì che, in seno al mio rinnovato mandato, si persegua sempre più, tra gli altri, la crescente partecipazione alla progettazione europea, attraverso la quale instaurare una efficace partnership con enti e istituzioni di altri paesi, nell’ottica dell’ampliamento della nostra azione, del miglioramento delle competenze e delle prestazioni, e dell’attrazione di nuove risorse finanziarie.
Nella convinzione profonda che ogni azione di cambiamento e miglioramento non possa che prendere avvio “dall’interno”, un obiettivo che intendo raggiungere al più presto è la conclusione del processo - già iniziato nei mesi scorsi - di revisione del modello organizzativo dell’Agenzia, che viene in questa fase ripensato per rendere più funzionale la struttura adeguandola alla domanda sempre più puntuale e complessa espressa dagli assetti istituzionali da una parte e dalla società civile dall’altra. Il nuovo modello organizzativo, che intendiamo sviluppare attorno all’accorpamento e centralizzazione dei compiti per una massimizzazione della interdisciplinarietà del lavoro, e alla valorizzazione delle specializzazioni esistenti e consolidate nelle diverse realtà territoriali, si propone di rispondere più adeguatamente alla necessità di garantire uniformità di comportamenti e di metodologie operative su tutto il territorio regionale e di evitare duplicazioni di prestazioni specialistiche tra le diverse realtà territoriali dell’Agenzia, ponendosi quale strumento di cambiamento con auspicati effetti positivi sull’efficienza, sull’efficacia e sulla qualità dell’attività di prevenzione e tutela ambientale.
Sarà certamente questo un punto non di arrivo ma di partenza per costruire, assieme a tutte le forze interessate, un nuovo “senso” e una nuova capacità di incidere sul benessere della comunità.

Autorevolezza e terzietà sono le due facce della stessa medaglia per un agenzia di tipo tecnico-scientifico. Come pensa di affermare questi caratteri fondanti di un’ARPA?

Il ruolo ambientale dell’Agenzia, ed in particolare la funzione di tutela che i cittadini e la società tutta affidano e si aspettano da noi, si esplica anche attraverso la collaborazione con gli Enti Locali, con la Sanità, con le Università e con le Forze di Polizia. E’ pertanto fondamentale operare costantemente con la massima serietà, puntualità, accuratezza e professionalità affinché l’Agenzia possa continuare a rappresentare, nei confronti sia dei singoli che degli organismi istituzionali o associativi, un punto di riferimento affidabile, autorevole e imparziale.

In questo senso, e dato il rilievo che la garanzia della qualità dei dati ha per le conseguenze che i risultati possono avere nello sviluppo delle attività produttive e nella tutela dell’ambiente, ARPAM prosegue con convinzione nel percorso di applicazione del Sistema di Gestione della Qualità (avviato già nell’anno 2000) con accreditamento Accredia di tipo “multisito”, ai sensi della norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005, presso tutte e quattro le sedi laboratoristiche; i Dipartimenti Provinciali di Macerata ed Ascoli Piceno mantengono, inoltre, l’autorizzazione del Ministero Politiche Agricole (MIPAF) per effettuare i controlli ufficiali dei prodotti oleici e vitivinicoli destinati all'esportazione, ai sensi del Reg. CEE 2676/90 e s.m.i.
In linea con i piani di attività e di miglioramento e la Politica per la Qualità, intendiamo inoltre perseguire, attraverso interventi di formazione-addestramento dei neoassunti ed aggiornamento continuo del personale, il consolidamento delle competenze gestionali-organizzative, tecnico-professionali, specifiche e specialistiche, accrescendo consapevolezza del lavoro in team, di adattamento alle innovazioni, di proattività verso le molteplici sollecitazioni che continuamente occorre cogliere e affrontare.
Non si può, infine, prescindere da una costante attenzione ai sistemi di informazione, comunicazione e trasparenza, strumenti strategici senza i quali i principi della legalità, dell’etica e della prevenzione della corruzione non potrebbero trovare concretizzazione.

Il bilancio di una Azienda USL di medie dimensioni (ad esempio quella di Pisa) è circa equivalente alla somma complessiva dei contributi pubblici di cui usufruiscono le agenzie provinciali e regionali per l’ambiente. Cosa indica questo dato oggettivo?

Come già affermato dai colleghi intervistati in precedenza, vi è forse ancora in Italia un problema di “identità” delle Agenzie ambientali che continua ad influenzare molteplici aspetti dello scenario nel quale le Agenzie stesse si trovano a muoversi.

operatore arpa marche

A trent’anni dall’istituzione del Ministero dell’Ambiente e ad oltre venti dal referendum del 1993, mentre l’attenzione per l’ambiente cresce sempre più a livello europeo e da parte della società civile, è lo stesso bagaglio legislativo italiano a non aver ancora pienamente colto il ruolo e le potenzialità che le Agenzie potrebbero esprimere in un campo così sensibile.

La stessa modalità con cui è posta la domanda, per esempio, sottende quanto ancora sia viva una certa sovrapposizione delle attività ambientali con quelle sanitarie, con la inevitabile conseguente creazione di confusione sulle competenze specifiche di ciascun ambito.

La questione ambientale, oggi sempre più in cima alla lista delle priorità non solo nell’ambito scientifico ma con grande evidenza anche in quello socio-culturale, deve certamente trovare una collocazione appropriata ed in linea con i bisogni della collettività anche nelle decisioni del legislatore e, più in generale, nelle politiche per una governance di lungo periodo.

A questo proposito, forse questa Legislatura potrebbe essere quella in cui davvero va in porto la riforma delle agenzie ambientali. Cosa pensa del testo licenziato all’unanimità dalla Camera dei Deputati?
Come ogni riforma, al di là delle luci ed ombre che inevitabilmente potrebbe essere possibile cogliervi, il testo proposto rappresenta un sicuro passo in avanti nella direzione di cui si è parlato.
In primo luogo perché, con l’istituzione di un vero e proprio sistema nazionale a rete, sarà finalmente possibile giungere all’armonizzazione ed omogeneizzazione dei compiti, attività, prassi e finanche tariffe delle prestazioni sull’intero territorio nazionale, così da rafforzare, pur nelle specificità regionali che saranno salvaguardate, quel senso di identità che oggi sembra ancora mancare. Allo stesso modo, il consolidamento delle funzioni di indirizzo e coordinamento di ISPRA e l’istituzione dei livelli essenziali delle prestazioni tecniche ambientali (LEPTA) assumono in seno a questa riforma un ruolo essenziale nel disegno di modernizzazione delle Agenzie che, anche grazie alla “messa a sistema” dei dati e delle informazioni detenute, potranno realmente divenire – come previsto nel nuovo testo – il punto di riferimento “ufficiale” per la Pubblica Amministrazione e, per estensione, per tutti gli stakeholders coinvolti.
E’ pur vero, di contro, che la nuova “vision” del sistema agenziale mutuata dalla riforma si scontra, ancora una volta, con il problema delle risorse, laddove viene espressamente previsto che tutto si debba attuare a “risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente e comunque senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”.

Con il testo approvato alla Camera, dunque, il sentiero tracciato è ancora una volta una sfida; molto, anche dopo l’approvazione definitiva, resterà da fare: i LEPTA dovranno essere concretamente definiti, il coordinamento e l’omogeneizzazione attuati, individuate e salvaguardate le peculiarità territoriali, quanto più possibile ottimizzato l’uso delle risorse, e così via.

Per questo confidiamo che l’iter di approvazione definitiva della riforma non subisca lunghe battute d’arresto, mentre occorre da subito prepararsi e lavorare in modo da consentirne la realizzazione soprattutto nell’ottica di una risposta concreta alla domanda di governo efficace della questione ambientale a cui i cittadini e le imprese sono sempre più sensibili e attenti.

 laboratori arpa marche

Da questo punto di vista, la riforma delle agenzie ambientali prevede l’istituzione del Sistema nazionale delle agenzie ambientali, ma finora quanto hanno fatto “sistema” le ARPA?
Se, come detto, la proposta di riforma ha come sua “punta di diamante” l’istituzione di un Sistema nazionale delle agenzie ambientali che possa assicurare su tutto il territorio nazionale una definita, efficace, diffusa e omogenea azione di prevenzione, controllo e monitoraggio dell’inquinamento ambientale e fornire un’azione di supporto tecnico alla pubblica amministrazione, ciò non significa che non vi siano state in passato, e ancora vi siano, importanti occasioni di confronto tra le Agenzie, quali – tra le più significative – quella rappresentata dal Consiglio Federale del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), riunitosi proprio recentemente nella prestigiosa sede espositiva di “Ecomondo”, presieduto dal Presidente dell'ISPRA e composto dal Direttore Generale e dai legali rappresentanti delle ARPA-APPA, con funzioni consultive che riguardano, tra le altre, l'assegnazione dei finanziamenti e l'utilizzo delle risorse, le metodologie tecnico operative per l'esercizio delle attività delle Arpa-Appa, ed il compito di coordinamento dell'Istituto nei loro confronti.

Non mancano poi quelle già ricordate nelle precedenti interviste ai colleghi Direttori di altre Agenzie (Centri Tematici Nazionali, Tavoli Tecnici Interagenziali, fino al Comitato Tecnico Permanente e così via), in un percorso di condivisione di conoscenze, esperienze e proposte in cui organismi come ISPRA e Assoarpa hanno svolto un eccellente ruolo propulsivo e di coordinamento.

Tutto questo, però, non è che un punto di partenza; è vero che, come già in più occasioni rilevato, il contesto di riferimento è ancora in molti casi disomogeneo e l’organizzazione delle attività costruita su parametri che non nascondono evidenti, seppur comprensibili, difformità.

E’ dunque in questo senso che la legge di riforma ci si augura possa intervenire, anche pesantemente, nel senso di una crescita “co-operata” del sistema agenziale che sinora non è purtroppo stata omogenea su tutto il territorio nazionale.

Nel frattempo, occorre certamente che le Agenzie “non abbassino la guardia”, continuando a facilitare la messa in comune di esperienze e conoscenze significative, a lavorare nell’ottica di modelli operativi condivisi, a progettare percorsi e forme organizzative che consentano di superare, ove siano individuate, le frammentazioni attualmente esistenti.

 sito Web ARPA marche

L’informazione ambientale dovrebbe essere uno dei tratti distintivi dell’attività di un’ARPA, come pensa di operare in tal senso?
In un recente intervento, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, egli ha avuto modo di affermare che “Comunicare bene è un dovere delle Istituzioni. Migliorare le conoscenze e le professionalità in questo campo ha un valore strategico, perché una efficace comunicazione pubblica può ridurre i costi sociali, attivare la partecipazione dei cittadini, accorciare le distanze che creano disparità nella fruizione dei servizi”.

A questo proposito, è significativo ricordare che il Consiglio Federale ha proprio recentemente preso atto dei risultati di una rilevazione sulle attività di comunicazione del sistema agenziale prodotto da un apposito gruppo di lavoro, il cui report evidenzia quanto le esperienze positive in questo campo, in taluni casi anche molto importanti, non bastino da sole a garantire a tutto il Sistema Nazionale maggior visibilità ed efficacia comunicativa.

Una strada da percorrere, come suggerito dal report stesso, è senza dubbio quella del “fare squadra”, mettendo in comune le esperienze più avanzate e sviluppando un modello coordinato di comunicazione che ne possa accrescere l’adeguatezza ed il valore.

A mia volta, posso aggiungere che, se tutto questo è vero per l’universo della comunicazione istituzionale, è ancor più necessario per la comunicazione ambientale, che non deve tendere alla sola diffusione dei dati ambientali, ma ad interpretare il “comunicare bene” come la capacità di rendere in qualunque momento disponibili, tempestive e comprensibili le informazioni che detiene alla vasta e variegata platea dei propri interlocutori.

Trattare l’ambiente, infatti, significa sì affrontare un argomento scientifico, che richiede un linguaggio appropriato, ma allo stesso tempo saper tradurre quel linguaggio in parole chiare e immediatamente fruibili dal pubblico.

ARPA Marche, pur con le limitate risorse disponibili, ha già iniziato ad adeguare anche in questo senso i propri strumenti di comunicazione: sono storia recente, ad esempio, l’importante ristrutturazione del sito web istituzionale, il miglioramento della fruibilità delle proprie banche dati, l’ampliamento delle iniziative di educazione ambientale soprattutto a favore delle giovani generazioni.

Certo la strada da fare è lunga e impegnativa. Penso che, pur nella consapevolezza delle limitate dimensioni di questa Agenzia, occorre cogliere tutte le opportunità che la formazione del personale, lo scambio di esperienze fra Agenzie e l’uso delle sempre più efficaci tecnologie e piattaforme della comunicazione ci potranno offrire, nell’obiettivo di migliorare non soltanto la messa a disposizione dei contenuti informativi, ma soprattutto la relazione con le istituzioni, il sistema dei media, le imprese e i cittadini tutti.

ARPATnews 

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