sabato 4 agosto 2018

L'idea bioregionale e l'attuazione bioregionale


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Durante gli incontri annuali della Rete Bioregionale abbiamo spesso parlato di  come attuare praticamente l'idea bioregionale, portando esempi concreti  basati sul risparmio e sulla conservazione dei beni primari... Secondo il mio punto di vista la cosa più importante è sviluppare la capacità di "sopravvivenza" in qualsiasi condizione la vita ci ponga  ed è per questo che propongo la conoscenza delle erbe ed il vegetarismo  come approccio di riarmonizzazione  per soddisfare  i bisogni primari reali.
Ma alcuni amici mi chiedono di esporre alcune indicazioni generali sul "bioregionalismo",  per  far conoscere le linee guida dell'idea bioregionale e della sua attuazione pratica.
L'idea bioregionale non è una "bibbia" con precise indicazioni, l'importante è che la nostra risposta alle situazioni ambientali in cui veniamo a trovarci sia rispettosa del contesto vitale e sociale  in cui  viviamo, che tenga cioè conto dell'interconnessione che esiste fra tutti gli elementi ed i viventi e che non possiamo danneggiarne alcuno senza danneggiare noi stessi. Questo approccio richiede molta discriminazione e capacità di scelta, poiché la vita è sempre basata e condizionata  -per necessità ineludibili- dalla "altrui" vita. L'importante è non "rapinare" o prevaricare ma essere in grado di restituire in qualche forma ciò che prendiamo in prestito, per la nostra sopravvivenza e crescita.
Comunque alcune indicazioni di massima sul pensiero e sul "comportamento" bioregionale sono contenute nella Carta degli Intenti della Rete Bioregionale Italiana che fu redatta in occasione della fondazione avvenuta ad Acquapendente nella primavera del 1996: Bentornati a Casa!
Una bioregione è un luogo geografico riconoscibile per varie caratteristiche: clima, suoli omogenei, specie vegetali e animali, bacini idrografici nella loro integrità, versanti montani, eccetera, ma anche le culture umane, considerando in particolare quelle prodotte da popoli che da tempo immemorabile hanno saputo convivere in armonia con tutto questo.
Per bioregionalismo si intende la volontà di ri-diventare nativi del proprio luogo, della propria bioregione. Possiamo fare tutte le scoperte possibili, usare la tecnica, la scienza; possiamo andare sulla luna e comunicare via satellite, ma alla base della nostra sopravvivenza fisica, psichica e spirituale ci sono questi alberi, queste erbe, questi animali, queste acque, questo suolo del luogo dove viviamo. L’evoluzione sociale e tecnologica è ecologicamente compatibile solo su “piccola scala”, localmente e ancorata ad una visione olistica del sapere.
L’idea bioregionale consiste essenzialmente nel riprendere il proprio ruolo all’interno della più ampia comunità di viventi e nell’agire come parte e non a parte di essa, correggendo i comportamenti indotti dall’affermarsi di un sistema economico e politico globale, che si è posto al di fuori delle leggi della natura e sta devastando, ad un tempo, la natura stessa e l’essere umano.
Il bioregionalismo si rifà ai principi ecocentrici , riconoscendo che l’equilibrio ecologico esige una profonda trasformazione nella percezione che abbiamo come esseri umani riguardo al nostro ruolo nell’ecosistema planetario. Questa consapevolezza non è qualcosa di completamente nuovo, ma affonda le sue radici negli antichi saperi dei popoli nativi in ogni parte del mondo e nelle grandi tradizioni spirituali occidentali e orientali.
Il modo più appropriato per iniziare a ri-abitare non è attraverso leggi o regolamenti imposti, ma ponendosi in prima persona in relazione al luogo in cui si vive: scoprendone i significati, gli scambi, individuandone i contorni, dedicandosi ad attività sostenibili con la propria bioregione.
L’idea bioregionale, punta ad inserirsi nelle pieghe della società; per riuscirci diverse possono essere le modalità, i linguaggi e le forme, ma, al di là delle differenze, ciò che accomuna i bioregionalisti è la consapevolezza di essere parte di un insieme senziente.
L’idea bioregionale è ispirata dai sistemi naturali e selvatici; per sua natura, pertanto, si esprime attraverso la forma decentrata.
Nell’introdurre questo concetto, si richiede la sensibilità di esporlo in modo che ogni persona, gruppo o realtà sociale lo senta proprio e nel proprio luogo si organizzi per radicarlo.
Paolo D'Arpini

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